Piccoli gioiellini dagli States: Langhorne Slim, Maldives e Cory Chisel & the Wandering Sons

Brevemente, come direbbe Biscardi ( e poi vai con uno sproloquio di venti minuti), altrimenti mi sgridano per le lunghezze dei post.

maldives.jpgPartiamo dalle Maldive, anzi dai Maldives (se digitate su google, 27.500 sulle isole, una decina sul gruppo): per ora se ne è parlato poco; sono di Seattle, o perlomeno hanno la loro sede a Seattle, se no mi bacchettano subito, sono in nove (pronto?!?), 3 chitarristi, banjo, violino, pedal steel, basso, batteria più il leader e voce solista Jason Dodson. Per loro si sono scomodati accostamenti a nomi importanti: Neil Young, Band, tra i contemporanei Drive -by-truckers e Old ’97, esageriamo! No, tutto vero, anzi io rilancerei con i Jayhawks, il primo brano Goodbye, me li ha ricordati moltissimo.

Il disco si chiama Listen to the thunder, alternative country-rock può andare bene, ma anche il vecchio southern rock rende bene l’idea, quando la band prende l’abbrivio con le tre chitarre soliste. pedal steel e violino, mi hanno ricordato i gloriosi “sudisti” Outlaws senza scomodare i Lynyrd Skynyrd – Time is right now ne è un ottimo esempio. Non manca il classico country-rock che ci riporta a Gram Parsons, primi Eagles e Poco, ma anche brani epici come la lunga, oltre dieci minuti, Walk Away.

Ottimi e abbondanti! Poi il disco è edito dalla famosa Mt. Fuji Records, quindi reperibilità che ve la raccomando (per fortuna che c’è l’Ird).

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Langhorne Slim è ovviamente un nome d’arte. Be set free è il titolo dell’ album, il terzo ufficiale per questo musicista della Pennsylvania e segna una svolta nella sua produzione discografica: il suono si fa molto più ricco, espansivo, con l’aiuto del chitarrista dei Decemberists gli arrangiamenti sono molto più curati, confluiscono mille colorazioni sonore, si va dai Waterboys meets Van Morrison dell’iniziale Back to the wild dai profumi celtici,e quanti hanno incontrato la musica dell’incazzoso irlandese, che non perde occasione nelle rare occasioni in cui parla e non manda a quel paese il giornalista della situazione, per ricordare, a ragione, quanti hanno preso a piene mani dalla sua musica (senza raggiungere i suoi vertici, ma si sa, il grande Van da piccolo ha ingoiato un microfono e quindi hai voglia!); notevoli anche l’ottima I Love you but Goodbye, Be Set Free, la marcetta rock’n roll di Cinderella che ricorda i Violent Femmes (il batterista viene da lì, figlio di… ), i sapori country di Land of Dreams ma tutto l’album è molto valido, completo, con sonorità seventies che ricordano, anche vocalmente, il miglior Cat Stevens, assolutamente da sentire.

La discografia non è molto aggiornata, ma qua ci sono parecchi video (è andato anche da Letterman).langhorne%20slim

Last but not least, come diciamo noi che parliamo le lingue, vorrei parlarvi anche di tale Cory Chisel & the Wandering Sons, l’album si chiama Death Won’t send a letter e in Italia direi che non so lo è filato proprio nessuno. Peccato perché è veramente bravo, l’album in America è uscito con la distribuzione Sony/Bmg in una sottoetichetta della Rca, è prodotto da Joe Chiccarelli (Shins e White Stripes, quindi le credenziali migliori), ci sono molti ospiti di quel giro, ma anche la sua band ufficiale dove spicca la bionda e bravissima organista e vocalist, Adriel Harris, anche l’occhio vuole la sua parte, veramente carina.

Sin dall’iniziale singolo Born Again con un riff d’organo inconsueto per il rock di oggi ( e che ha fatto scomodare nei paragoni addirittura gli Animals di Eric Burdon), la voce di Cory Chisel si libra sicura e potente, su un tappeto marcato da basso e batteria, ma anche nei momenti più riflessivi, come la successiva Calm Down che mi ha ricordato uno Springsteen più vulnerabile o nel rock riffato alla Replacements di Longer Time At Sea si sente che siamo di fronte ad un musicista di sicuro talento al massimo delle sue capacità, anche commerciali, perchè si tratta di musica che potrebbe avere un potenziale di vendita, e la casa discografica ci crede (per il momento) e gli ha finanziato un paio di video e io ve li infilo così potete giudicare da soli, ma tutto l’album vale, fidatevi.

Bruno Conti

 

 

Piccoli gioiellini dagli States: Langhorne Slim, Maldives e Cory Chisel & the Wandering Sonsultima modifica: 2009-11-20T21:33:00+01:00da bruno_conti
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