Mojo The Best Of The Rest 2009

alan_ford numero uno gruppo tnt.jpgMojo The Best Of The Rest 2009

Ho riunito anche il resto della giuria per comunicarvi altri risultati dalla rivista Mojo.

Nei prossimi post parleremo anche di Spin, NME, Billboard ecc.ecc. in attesa degli italiani (provo a vedere se qualche rivista italiana, magari anche non di settore ha già pubblicato le sue classifiche di fine anno).

Mojo Reissue Of The Year -The Beatles Remasters in tutte le sue configurazioni. box, dischi singoli, chiavette USB, giochi, voi li nominate li hanno fatti, l’unico settore tranquillo è stato quello dei DVD (vuoi vedere che è stato perché è uscito il concerto di Paul McCartney Good Evening New York City (peraltro bellissimo)? Ma sarò malizioso!

DVD Of The Year – ANVIL The Story of Anvil

Questo merita un piccolo chiarimento. Perché hanno scelto un documentario che racconta la storia di un gruppo heavy metal neanche particolarmente famoso? Francamente non lo so, ma è anche in corsa nelle nominations per gli Oscar.

Newcomer of The Year – Florence and The machine
Best of Americana
1) Phosphorescent – To Willie
Un tributo a Willie Nelson? Yes, e pure molto bello! Sentire, please.

2) Dave Alvin – Dave Alvin and The Guilty Women

Dave Alvin con un gruppo tutto al femminile. Questa che vedete è una delle ultime apparizioni della violinista e cantante Amy Farris, recentemente scomparsa.

3) Son Volt – American Central Dust

4) Charlie Louvin – Sings Murder Ballads and Disaster Songs

5) Drive-by-Truckers – The Fine Print

Best of Blues

1) Ian Siegal – Broadside

Il filmato non è recentissimo ma lui è un grande, nell’ultimo disco alla chitarra c’è anche Matt Schofield.

2) Larry Garner – Here Today Gone Tomorrow
3) Tommy Castro – Hard Believer
Questo per me il numero uno dell’anno (in ambito blues, ovviamente), grandissimo chitarrista e vocalist.

4) Matt Schofield – Heads, Tails & Aces

5) Various – The History of Rhythm & Blues 1942-1952

 

Best Of Folk

1) The Unthanks – Here’s the Tender Coming

Questo è il folk dal passato per il futuro.

2) Jon Boden – Songs From The Floodplain

3) Martin Simpson – True Stories

Alla prossima.

Bruno Conti

Uncut The Best Of The Rest 2009

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Proseguiamo con le classifiche di fine anno delle principali riviste. Questa volta è il turno di quelle di Uncut nelle varie categorie oltre ai migliori in assoluto.

Piccola nota. Niente Mumford and sons nei primi 50!! sia di Uncut che di Mojo (mah?!?), comunque…

Top Boxset & Compilations

1) Beatles – The Beatles in Mono/The Beatles in Stereo

2) Big Star – Keep an eye on the sky

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3) Kraftwerk – 12345678 The Catalogue

4) Where The Action Is! Los Angeles Nuggets 1965-1968


5) Neil Young – Archives Vol.1

Best Reissues

1) Rolling Stones – Sticky Fingers


2) REM -Murmur
3) John Martyn – Solid Air
Cha canzone stupenda in un album stupendo, grandissimo musicista!
4) Bert Jansch – LA Turnaround
5) Tim Buckley – Live at the Folklore Centre NYC

Questo era il babbo, uno dei piu “grandi” di sempre
Best Americana Albums
1) Low Anthem – Oh My God, Charlie Darwin
2) Alela Diane – To Be Still
Un’altra molto brava! Ne ha già fatto un altro. Un Dieci pollici (avete presente i vecchi 78 giri) con Alina Harding, ebbene sì, Alela & Alina.
3) The Duke and The King – Nothing Gold Can Stay
4) Felice Brothers – Yonder is the clock I Fratelli di quello sopra
5) Richmond Fontaine – We Used To The Think The Freeway Sounded Like A River Il Titolo Migliore, Anche la musica è ottima

Per finire

Best Music DVDS

1) Rolling Stones – Gimme Shelter

2) John & Yoko -Give Peace A Song
3) James Brown – The Night James Brown Saved Boston
4) Woodstock – 3 Days of Peace and Music
Questa, la prima volta che l’ho vista al cinema, mi è rimasta impressa!
5) Jeff Buckley – Grace Around the World Poteva mancare il figlio?
Alla prossima.
Bruno Conti

Incontri Ravvicinati del Primo Tipo. Davy Graham, Londra 1979

davey graham.jpgEra una notte buia e tempestosa.

No, anzi, era una notte buia, fredda e tempestosa: scusate c’è stato un errore, stavo guardando fuori dalla finestra! Rifo!

Era una calda e luminosa giornata di agosto, prima decade non ricordo esattamente, siamo a Londra; mi correggo, era una luminosa giornata di agosto, quandomai a Londra fa caldo!  Ricordo che giunto all’aeroporto di Heathrow in maniche di camicia proveniendo dai trenta e passa gradi di Milano, dopo essere passato dall’albergo a depositare i bagagli decido di andare a fare un giro, nell’abbigliamento estivo di cui sopra ( e qui sento un coro di pirla, pirla che si leva dalle vostre schiere, ma vi sbagliate perchè conoscevo benissimo il clima londinese essendoci già stato un paio di volte, sia pure a fine marzo e giugno, periodo Wimbledon, ma speravo che almeno ad agosto ci fosse una temperatura “umana”). Per farla breve, decido di acquistare la famosa rivista Time Out, la bibbia degli spettacoli a Londra e dintorni (e molto altro), per verificare se il concerto di quella sera di Van Morrison era confermato. Tutto bene, Alexandra Palace, mi sembra ore 20.00 – 20.30. Nel rientrare in albergo in bus (mi era passata la voglia di camminare sotto gli sguardi dei passanti che mi scrutavano manco fossi un fachiro, e avevo pure un po’ freddo, per usare un eufemismo), sento un gran parlare di Ally Pally, Ally Pally, non conosco.

Arrivato in albergo, dopo un rendez-vous con i compagni di viaggio per concordare bene gli orari, salgo in camera e accendo la televisione per vedere le ultime notizie: la prima scena che mi si para davanti agli occhi è quella di un edificio in fiamme, accompagnata dalla seguente notizia. Grosso incendio all’Alexandra Palace (Ally Pally, furbi sti inglesi), teatro semidistrutto, niente Van Morrison, questo in sintesi. A questo punto si estrae Time Out e si cerca un’alternativa, sono quasi le 19.00 che cacchio trovi, a momenti a quell’ora a Londra gli spettacoli sono finiti, ma…

Zona Camden Town, non ricordo assolutamente il nome del locale, ore 21.00 (strano), quindi siamo in tempo, un miraggio, Davy Graham in concert. Naturalmente subito il Fantozzi della situazione si offre “Lo so Io dov’è”. Si parte, l’albergo era nella zona di Marble Arch, quindi pieno centro, si prende la metropolitana e comincio a cambiare quelle quindici, venti linee per arrivare a destinazione. Usciti dalla Tube, un bel quartierino, pochi luci, pochissime persone, si chiedono informazioni ai passanti in un inglese alquanto maccheronico e le risposte hanno lo stesso accento, tutti italiani e spagnoli, qualche tedesco. Comunque in lontananza si intravede un’insegna The Rose qualcosa, é quello: non sembra nè un locale, nè un pub, ha più l’aria di una latteria (a Londra!!), all’ingresso una stanzetta piccola, in fondo una scala a chiocciola di metallo. Si scende e di fronte a noi, il miraggio, circondato dalle sue chitarre c’è Davy Graham, l’aspetto è più o meno quello della foto in apertura di post, a quell’epoca aveva trentanove anni.

Una delle rare occasioni per vedere in azione uno dei musicisti più “influenti” della scena musicale folk britannica, un grande chitarrista, un innovatore: non per niente due suoi album si chiamano rispettivamente, The Guitar Player e The Complete Guitarist e non è millantato credito. Il repertorio presentato nell’occasione proveniva per la maggior parte da un disco (allora c’erano gli LP), pubblicato da poco, Dance for two People, il secondo pubblicato, se non ricordo male, dalla Kicking Mule, l’etichetta di Stefan Grossman e ripubblicato recentemente, per la prima volta in CD, dall’etichetta Stefan Grossman’s Guitar Workshop, guarda caso. Sono passati trent’anni da quella serata, quindi non chiedetemi i titoli dei brani eseguiti, ma molto materiale di quell’album venne suonato, oltre che alla chitarra, con oud, sarod e bouzouki, tutti presenti in questo album che vi consiglio, così lo potete mettere nella vostra discoteca a fianco di A Scholar and a gentleman, la doppia antologia di cui vi ho parlato in un post precedente. Sentire per credere. Genius at work.

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Bruno Conti

The Best Of 2009

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The Best of 2009

Se mi tocca, mi tocca, ogni promessa è debito, cominciamo con Mojo e Uncut.

Uncut Top Ten

1) Animal Collective – Merriweather Post Pavillion

2) Super Furry Animals – Dark Days/Light Years

3) The Dirty Projectors – Bitte Orca

4) Bob Dylan -Together Through Life

5) Wild Beasts – Two dancers

6) The XX – XX

7) Wilco – Wilco (the album)

8) Grizzly Bear – Veckatimest

9) Yeah Yeah Yeahs – It’s Blitz
10) Phoenix – Wolfgan Amadeus Phoenix
Mojo Top Ten
1) Animal Collective – Merriweather Post Pavillion
2) Bill Callahan – Sometimes I Wish We Were An Eagle

In una classifica non dovrei commentare, ma…grande disco!

3) Richard Hawley – Truelove’s Gutter

Ottimo anche questo, Mojo mi dà sempre delle soddisfazioni!
4) The Horrors – Primary Colours
5) Tinariwen – Imidiwan: Companions
6) Bob Dylan – Together Through Life
7) Florence & The Machine – Lungs

Bel vestitino!
8) Fuck Buttons – Tarot Sport
9) Madness – The Liberty Of Norton Folgate
10) Yeah Yeah Yeahs – It’s Blitz
Con Dylan gli unici presenti nelle due classifiche.
Prossimamente altre poll di fine anno.
Bruno Conti

Le 500 Più Grandi Canzoni Di Tutti I Tempi Secondo La Rivista Rolling Stone

Rolling Stone 500_Songs_cover_-_gallery_-_lg.6635701.jpgErano giovani, erano forti, erano 500 e sono…

No, non era così! Comunque, bando alle tristezze, fine anno, tempo di bilanci: questo numero speciale di Rolling Stone uscì nel dicembre del 2004, quindi questo è il quinto anniversario di questa classifica.

Guarda uno cosa si deve inventare per poter parlare di un argomento; il problema è che sarebbe tempo delle prime classifiche di fine anno delle varie riviste specializzate ma il primo posto (peraltro segnalato in questo blog) assegnato sia da Mojo che da Uncut agli Animal Collective mi ha messo una tristezza infinita, per cui, per il momento, ho soprasseduto dal presentarvi il resto delle classifiche delle due riviste inglesi, in attesa di Rolling Stone, Spin, tra gli italiani Buscadero, Jam eccetera eccetera, ma ci torniamo magari parlando anche di classifiche “particolari”.

Per cui ho deciso di fare un tuffo nel passato e che passato: ovviamente ai primi due posti di una rivista che si chiama Rolling Stone vi lascio immaginare che brani ci possono essere!

Nei limiti del possibile, per molti brani, ho cercato di inserire anche dei video “sfiziosi”, ma per alcune canzoni si va con “quel video”, partiamo!

1° Posto

Bob Dylan – Like a Rolling Stone

2° Posto
Rolling Stones – (I can’t get no) Satisfaction
3° Posto
John Lennon – Imagine
4° Posto
Marvin Gaye – What’s Going on
5° Posto
Aretha Franklin – Respect
6° Posto
Beach Boys – Good Vibrations
7° Posto
Chuck Berry – Johnny B. Goode
8° Posto
Beatles – Hey Jude
9° Posto
Nirvana – Smells Like Teen Spirit
10° posto
Ray Charles – What I’d Say
That’s All Folks! Alla prossima.
Bruno Conti

Kansas City Here I Come. Una grande voce: Kelley Hunt

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Di solito non parlo di dischi che ho recensito anche per il Buscadero (leggete, leggete, un po’ di promozione non guasta), ma questa volta voglio fare un’eccezione, perchè la signora in questione merita. Kansas City è la città dove è nata ma la sua attività discografica, indipendente, si svolge in quel di Nashville, Tennessee, non temete non fa country, quelli che vedete effigiati qua sopra sono i suoi due ultimi dischi rispettivamente targati 2007 e 2008, il contrario per chi vede la sequenza delle copertine.
Intanto ha una sua eichetta autogestita la 88 Records, visto che Kelley Hunt è anche una ottima pianista (88 è il numero dei tasti), ma soprattutto una cantante in possesso di una voce incredibile.
Il filone a cui accostarla è quello da cui discendono anche Bonnie Raitt e, in anni più recenti, Susan Tedeschi, la moglie di Derek Trucks (che famiglia!), ma sono state citate anche Bonnie Bramlett e Maggie Bell, non ultima e non a spoposito è stato fatto anche il nome di Aretha Franklin, The Queen of soul! Ma è veramente così brava?
Non posso che confermare, anzi rilancio: questi due album New shade of Blue e, soprattutto, Mercy sono strepitosi.
Blues, soul, gospel, rock, country, mille elementi confluiscono ma è la “Voce” che fa la differenza, roca e sexy ma capace di raggiungere tonalità acute alla Aretha, il tutto con una semplicità disarmante, senza inutili vituosismi, “solo” cantando.
Se aggiungiamo che la nostra amica è anche aiutata da un manipolo di validissimi musicisti capirete il perchè di questo entusiasmo.
In New shade of Blue sono con lei Colin Linden, Gary Nicholson (anche ottimo autore) e Kenny Greenberg alle chitarre, Reese Wynans il leggendario tastierista di Stevie Ray Vaughan, il bassista Glen Worf e i due batteristi Chad Cromwell e Greg Morrow nonchè una sezione di fiati guidata da Jim Horn e a duettare con lei in Deal with it, uno dei brani migliori Delbert McClinton.
Se tutto questo non bastasse brani come That’s what makes you strong una emozionante deep soul gospel ballad di Jesse Winchester e Why Do I Love you dal repertorio di Jim Lauderdale, sono cantati con un trasporto ed una bravura che rivaleggia con la Franklin dei tempi d’oro.
Molto belle anche Temptation e una cover soul di The Word della premiata ditta Lennon-McCartney, ma tutto il disco è notevole.
L’altro disco Mercy è anche meglio: quasi tutto farina del suo sacco, meno un brano, si avvale ancora di uno straordinario Colin Linden alla chitarra, soprattutto slide (dopo Ry Cooder e Sonny Landreth, viene questo canadese a lungo collaboratore di Bruce Cockburn, gli appassionati lo conoscono), del bassista dei Funk Brothers direttamente dalla Motown, Bob Babbitt e dell’organista Mark Jordan che ha suonato con Van Morrison e Bonnie Raitt.
Il disco comprende alcuni brani di qualità sopraffina, dall’iniziale You got to be the vessel con uno straordinario Linden alla slide, passando per una meravigliosa ballata soul gospel che avrebbe fatto la gioia della grande Aretha, una superba Love, il funky soul grandioso di Lone star road con un grande Babbit al basso e ancora la commovente ballata solo voce e piano di Mercy che dà il titolo all’album.
Ma tutto è di grande qualità, non posso che consigliarvelo per queste feste natalizie, fatevi un bel regalo, ma anche se lo comprate per Pasqua e Ferragosto va bene lo stesso.
Questo qua sotto è, incredibile ma vero, l’unico filmato che si trova in rete di Kelley Hunt e, forse, non le rende completamente giustizia.
In effetti ce n’è anche uno casalingo e un promo senza immagini, per la cronaca.
Bruno Conti

Adesso lo sapete! Parte III

 

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Terza puntata della serie, proviamo ad aumentare la difficoltà dei quesiti.

Quale famosa canzone dei Creedence è stata ispirata da Richard Nixon?


La risposta è, ovviamente, Fortunate son, anche se merita un chiarimento in quanto il parente di Nixon in questione era il genero, son-in-law in inglese, ma “Il genero fortunato” non sarebbe stata la stessa cosa.
Sapete quale è stato il brano più trasmesso alla radio inglese dagli anni sessanta a oggi?
Vi aiuto: non è stata Yesterday, Imagine, Thriller, We Are The world, I will always love you (Parton+Houston), neppure, visto il periodo, White Christmas o altri brani natalizi, ma nemmanco Stairway to heaven (questa in America), quindi?
Ebbene sì, la mitica A whiter shade of pale, brano del 1967, Senza Luce dei Dik Dik in italiano.
A proposito di Natale, per il più venduto, se la battono Bing Crosby e Mariah Carey, ma per il sottoscritto il più bel disco natalizio rimane A Christmas Gift To You di Phil Spector! Ma di che anno è?
L’anno originale di uscita è il 1963, sembra strano che una persona capace di produrre musica così bella sia stato condannato nel 2009 per omicidio!
Anche questa non è facile! Tra i tanti “one hit wonders” di sempre una delle canzoni più belle che si ricordi è sicuramente Something in the air dei Thunderclap Newman, presente in molte colonne sonore, la più celebre quella di “Fragole e sangue”, Strawberry Statement in inglese, uno dei rari casi in cui la traduzione italiana è migliore dell’originale. Ma sapete chi era il produttore del brano e dell’album che la conteneva? Anche in questo caso, un aiutino, trattasi di un chitarrista inglese.
La risposta è Pete Townshend, che secondo me è il personaggio che ha ispirato il Bob Rock del Gruppo TNT! Avete presente i nasoni?

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Ma lo sapete chi, tra gli altri, oltre a Tom Jones e Ike & Tina Turner ha fatto una versione di questo brano?

 

Come direbbe Aldo, non ci posso credere!!! Ebbene sì, proprio Bob Marley, controllare prego.
Ci vediamo la settimana prossima con la quarta parte.
Bruno Conti

Rock From Down Under. Powderfinger Golden Rule

Powderfinger Golden rule.jpgTerzo capitolo dedicato ai gruppi rock che nei vari angoli del mondo producono della buona musica e spopolano nelle classifiche dei rispettivi paesi. Dopo lo spazio dedicato ai canadesi Blue Rodeo e agli irlandesi Saw Doctors, questa volta è il turno degli australiani Powderfinger.

Già il fatto che il gruppo prenda il proprio nome dal titolo di un brano di Neil Young è quantomeno sinonimo di buoni gusti musicali, se poi aggiungiamo che questo quintetto australiano, nei sette album che comprendono la propria discografia, ha saputo spesso regalare delle emozioni a chi ascolta, è ulteriore sintomo di buone vibrazioni musicali.

Intendiamoci, i Powderfinger fanno del rock classico, diretto, due chitarre, basso, batteria, un cantante pimpante e antemico, e via pedalare, il suono è abbastanza “commerciale”, ma onesto, riffato quanto basta ma capace di ammorbidirsi in gustose power ballads.

Quello che potete vedere qui sopra è il primo singolo tratto dall’album, All of the Dreamers, un pezzo rock nel loro classico stile diretto e senza fronzoli, la voce di Bernard Fanning in evidenza, su un tappeto di chitarre e tastiere, con forti retrogusti pop, un ritornello che si può canticchiare, le chitarre che rombano di gusto, possono piacere a tutti: d’altronde se in Australia hanno venduto milioni di copie dei loro dischi un motivo ci sarà. Burn Your Name ricorda dei Simple Minds o degli U2 cresciuti a pane e radio FM a stelle e strisce, ma anche i vecchi Midnight Oil (ricordate? Quelli di Beds are Burning) del Ministro dell’Ambiente australiano, Peter Garrett, per inciso si sono riformati recentemente, sentire please.

A fight about money completa la trilogia rock iniziale, ma già comincia a “placare” i ritmi forsennati, sempre rimanendo in un ambito decisamente rock. La sparo? Mi ricorda, vagamente, ma non troppo, certe cose dei Thin Lizzy del periodo di mezzo, hard rock ma con mucho gusto. Sail the wildest stretch, hoibò, sento delle chitarre acustiche, è la prima di una serie di Power ballads che spezzano i ritmi rock ed evidenziano le qualità melodiche del gruppo, pop with brain, commerciale fin che si vuole, ma non è un delitto! Poison in your mind è una sorta di ninnananna acustica, dolce e coinvolgente. Ma non temete il rock torna, Jewel ha un incipit quasi alla AC/DC, ma come la precedente Iberian Dream evidenzia una caduta qualtitativa verso certo hard rock di maniera, c’è di peggio, però…

Think it over, mi sembra la canzone migliore dell’album, un bel brano elettroacustico in crescendo, piacevole e vagamente sognante. Senza dilungarci ulteriormente vorrei ricordarvi che esiste (se riuscite a trovarla) un edizione deluxe dell’album con allegato un secondo CD registrato dal vivo, che è stato registrato in un concerto semi-acustico (nel senso che non ci sono chitarre elettriche, ma la sezione ritmica è presente e ci da dentro, una sorta di unplugged, come al solito, niente spina ma suoni comunque rock), che vi sorprenderà piacevolmente e vi farà capire perchè ho voluto parlarvi di questa longeva band australiana, al sottoscritto piace di più dell’album “ufficiale”, peraltro rispettabile.

powderfinger.html

Bruno Conti

Elvis Presley – Elvis 75 Good Rockin’ Tonight!

elvis 75 good rockin' tonight.jpgElvis Presley – Elvis 75 Good Rockin’ Tonight

In America è uscito l’8 dicembre, da noi esce il 4 gennaio, perché?

Quella sopra era la recensione in dieci righe, per le anticipazioni (doppia categoria questa volta) alcune notizie “strane”.

Ok il 75° anniversario della nascita di Elvis cade l’8 gennaio 2010, ma cazzarola, mi domando, se negli States lo pubblicano l’8 dicembre per quale motivo misterioso in Europa (in effetti in questa occasione non è una pensata italiana, anche se…) uscirà il 4 gennaio!?! Se proprio vuoi rispettare la data allora fallo uscire l’8 (ho verificato non è domenica), oppure fai come gli americani che son furbi e lo pubblicano in occasione delle feste natalizie, vuoi mettere, un bel regalo!

L’anche se … riferito all’Italia riguarda la famosa “pensata” che pare ci sia stata, visto che da noi uscirà in formato ridotto, versione tripla e con confezione più piccola, così pare.

Questa è la tracklist completa, niente inediti o rarità solo puro Elvis, così.

o così.

Tracklisting

  1. Disc 1
  2. 01. My Happiness                                                 02:33
  3. 02. That’s All Right                                             01:58
  4. 03. Blue Moon Of Kentucky                                        02:05
  5. 04. Good Rockin’ Tonight                                         02:15
  6. 05. Baby, Let’s Play House                                       02:18
  7. 06. Mystery Train                                                02:30
  8. 07. I Forgot To Remember To Forget                               02:31
  9. 08. I Got A Woman                                                02:26
  10. 09. Heartbreak Hotel                                             02:10
  11. 10. I Was The One                                                02:34
  12. 11. Blue Suede Shoes                                             02:01
  13. 12. My Baby Left Me                                              02:14
  14. 13. One-Sided Love Affair                                        02:12
  15. 14. I’m Gonna Sit Right Down And Cry (Over You)                  02:04
  16. 15. Lawdy, Miss Clawdy                                           02:10
  17. 16. I Want You, I Need You, I Love You                           02:42
  18. 17. Hound Dog                                                    02:18
  19. 18. Don’t Be Cruel                                               02:04
  20. 19. Love Me Tender                                               02:45
  21. 20. Love Me                                                      02:45
  22. 21. Paralyzed                                                    02:26
  23. 22. Too Much                                                     02:35
  24. 23. All Shook Up                                                 02:00
  25. 24. Mean Woman Blues                                             02:18
  26. 25. (There’ll Be) Peace In The Valley (For Me)                   03:23
  27. 26. (Let Me Be Your) Teddy Bear                                  01:49
  28. 27. One Night                                                    02:34
  29. 28. Jailhouse Rock                                               02:29
  30. 29. Treat Me Nice                                                02:13
  31. 30. Blue Christmas                                               02:10
  32. 31. Don’t                                                        02:49
  33. Disc 2
  34. 01. Hard Headed Woman                                            01:56
  35. 02. Trouble                                                      02:19
  36. 03. King Creole                                                  02:10
  37. 04. Wear My Ring Around Your Neck                                02:16
  38. 05. I Need Your Love Tonight                                     02:06
  39. 06. A Big Hunk O’ Love                                           02:15
  40. 07. (Now And Then There’s) A Fool Such As I                      02:39
  41. 08. Stuck On You                                                 02:21
  42. 09. A Mess Of Blues                                              02:43
  43. 10. It’s Now Or Never                                            03:17
  44. 11. Thrill Of Your Love                                          03:02
  45. 12. Such A Night                                                 03:01
  46. 13. Are You Lonesome Tonight?                                    03:09
  47. 14. Reconsider Baby                                              03:42
  48. 15. Doin’ The Best I Can                                         03:14
  49. 16. Pocketful Of Rainbows                                        02:37
  50. 17. Surrender                                                    01:56
  51. 18. Crying In The Chapel                                         02:27
  52. 19. I Feel So Bad                                                02:56
  53. 20. There’s Always Me                                            02:19
  54. 21. Judy                                                         02:14
  55. 22. Can’t Help Falling In Love                                   03:04
  56. 23. (Marie’s The Name Of) His Latest Flame                       02:09
  57. 24. Little Sister                                                02:33
  58. 25. Good Luck Charm                                              02:27
  59. 26. Suspicion                                                    02:37
  60. 27. She’s Not You                                                02:12
  61. 28. Return To Sender                                             02:07
  62. Disc 3
  63. 01. Bossa Nova Baby                                              02:04
  64. 02. (You’re The) Devil In Disguise                               02:21
  65. 03. (It’s A) Long Lonely Highway                                 02:23
  66. 04. I Need Somebody To Lean On                                   03:03
  67. 05. Viva Las Vegas                                               02:27
  68. 06. It Hurts Me                                                  02:30
  69. 07. This Is My Heaven                                            02:36
  70. 08. Adam And Evil                                                01:55
  71. 09. How Great Thou Art                                           03:03
  72. 10. Tomorrow Is A Long Time                                      05:23
  73. 11. Guitar Man                                                   02:21
  74. 12. Big Boss Man                                                 02:54
  75. 13. Too Much Monkey Business                                     02:32
  76. 14. U.S. Male                                                    02:44
  77. 15. If I Can Dream                                               03:11
  78. 16. Memories                                                     03:08
  79. 17. Don’t Cry Daddy                                              02:50
  80. 18. In The Ghetto                                                02:49
  81. 19. Suspicious Minds                                             04:24
  82. 20. Stranger In My Own Home Town                                 04:27
  83. 21. Kentucky Rain                                                03:17
  84. 22. Only The Strong Survive                                      02:43
  85. Disc 4
  86. 01. Polk Salad Annie                                             04:54
  87. 02. The Fool                                                     02:27
  88. 03. Funny How Time Slips Away                                    04:21
  89. 04. I Washed My Hands In Muddy Water                             04:58
  90. 05. I Just Can’t Help Believin’                                  04:42
  91. 06. I’m Leavin’                                                  03:53
  92. 07. An American Trilogy                                          04:30
  93. 08. Burning Love                                                 02:51
  94. 09. Always On My Mind                                            03:40
  95. 10. Steamroller Blues                                            03:08
  96. 11. Loving Arms                                                  02:51
  97. 12. Good Time Charlie’s Got The Blues                            03:11
  98. 13. Promised Land                                                02:54
  99. 14. T-R-O-U-B-L-E                                                03:05
  100. 15. For The Heart                                                03:24
  101. 16. Hurt                                                         02:09
  102. 17. Way Down                                                     02:39
  103. 18. Unchained Melody                                                                                                                               
  104. 19. A Little Less Conversation (JXL Radio Remix Edit)            03:31

Anticipazioni sulle Anticipazioni. Chapter one: Peter Gabriel e Natalie Merchant

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Quando si avvicina la fine dell’anno (ma anche durante) spesso mi (ci) capita di leggere lunghe liste di “nuove” o “prossime” uscite discografiche che risvegliano quel sano interesse dell’appassionato, spesso sono affiancate da quelle misteriose sigle che sanno di malattie rare o contagiose, TBA o TBC, che stanno per to be announced o to be confirmed, cioè titolo da annunciare o da confermare, tradotto non sappiamo ancora niente ma per rompervi le balle lo inseriamo nella lista. Lo so avevo promesso di non aggiungermi a questa categoria e infatti, come dice il titolo, mi sono ripromesso di investigare su alcune anticipazioni.

Ormai è dal lontano 2003 che Natalie Merchant non dà proprie notizie (a livello discografico): questa volta sembrerebbe la volta buona. Dopo la raccolta retrospettiva del 2005, anche in versione doppia per i più fortunati, si comincia a parlare del nuovo album Leave Your Sleep, il primo per la nuova etichetta Nonesuch e qui consentitemi una breve digressione (tanto la faccio comunque).

Il gruppo discografico Warner Bros records è suddiviso in varie etichette: Warner, Atlantic, Reprise, Elektra-Asylum, Maverick (quella di Madonna, contratto scaduto ma questa volta non le danno quella cinquantina di milioni di dollari per il rinnovo, è la crisi, Baby!), Sire e Nonesuch, sono le principali. Natalie Merchant, ma prima di lei anche i Wilco e Joni Mitchell, incidevano per una delle varie etichette del gruppo, salvo alla scadenza del contratto essere gentilmente accompagnati alla porta, per rientrare dalla finestra sotto forma di un nuovo contratto per la Nonesuch. Qualcosa non torna! Deve essere sempre la famosa “sindrome del pirla” di Mourinho.

Comunque il disco c’è, esce, ma, attenzione, da inzio 2010 ci siamo già spostati a “inizio” primavera 2010 (2 marzo, diciamo fine inverno), le notizie parlano di un disco folk-etnico e infatti i due brani presentati in anteprima alla BBC nel mese di novembre, Dancing Bear con i Klezmatics e Sailor o Sailor con i Lunasa, nonché la prossima apparizione con gli stessi Lunasa al primo Festival Folk dell’anno – Celtic Connections il 28 gennaio a Glasgow – sembrano confermare questa tendenza. Se non conoscete i Lunasa sono questi qua sotto, Celtic Connections 2007.

L’altro signore è un cliente abituale del “rimanda tu che rimando anch’io”, stiamo parlando di Peter Gabriel e anche in questo caso dovremmo esserci: l’album si chiama Scratch your back, è imminente, si fa per dire, esce il 15 febbraio 2010, quindi mancano, a oggi, come dice nel suo sito, 2 mesi e 7 giorni, ma si sa già tutto, questa è la tracking list (sorprese dell’ultim’ora escluse).

Heroes (David Bowie), The Boy In The Bubble (Paul Simon), Mirrorball (Elbow), Flume (Bon Iver), Listening Wind (Talking Heads), The Power of The Heart (Lou Reed), My Body is a Cage (Arcade Fire), The Book of Love (The Magnetic Fields), I Think It’s Going To Rain Today (Randy Newman), Après Moi (Regina Spektor), Philadelphia (Neil Young) e Street Spirit (Fade Out) (Radiohead).

Quindi un album di cover, ma non solo, i dodici brani verranno eseguiti con l’accompagnamento di una grande orchestra diretta da John Metcalfe e sotto la produzione di Bob Ezrin, speriamo bene.

Per chi non li conosce un paio di video degli originali.

Per ulteriori informazioni questi sotto sono i rispettivi siti.

http://www.nataliemerchant.com/news/

http://www.petergabriel.com/

Bruno Conti