Tindersticks – Falling Down A Mountain

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Tindersticks – Falling Down A Mountain – 4AD(Self)

In inghilterra verrà pubblicato il 25 gennaio, in America il 16 febbraio, in Italia per mantenere una giusta equidistanza la prima settimana di febbraio.

Ottavo album della loro discografia (colonne sonore escluse, 4 per la precisione) e secondo della nuova fase dopo l’ottimo The Hungry Saw, questo Falling Down A Mountain non si discosta moltissimo dal loro brand, ma ci sono delle piacevoli sorprese qui è la.

L’iniziale title-track si distingue dai consueti brani strumentali che spesso aprono gli album dei Tindersticks: un lungo brano jazzato alla Dave Brubeck con una bella tromba con la sordina quasi davisiana, poi un cantato ipnotico, ripetitivo su una base ritmica della batteria molto in evidenza, due voci che si sovrappongono, oltre al solito Stuart Staples è della partita anche il cantautore David Kitt membro aggiunto del gruppo per questo album poi si vedrà.

Keep you beautiful ci conduce nei territori dorati delle dolci ballate dei Tindersticks, con la voce baritonale di Staples che mi ricorda sempre di più quella del grande Eric Andersen, due gemelli separati alla nascita, se non ci fosse una ventina di anni di differenza di età.

Harmony Around Your Table è una delle piacevoli sorprese cui accennavo: un brano che sembra provenire dritto dritto dalla migliore tradizione del pop britannico, allegro, troppo? Diciamo vivace, con coretti ricorrenti e la voce del nostro amico che si scompone perfino, ma leggermente, nel finale del brano, assumendo vaghe tonalità alla Bryan Ferry, altro signore che definiremo “misurato” in mancanza di un vocabolo migliore.

Quando partono le prime note di Peanuts sai già che questo è il Brano, l’atmosfera c’è, lo senti subito, poi entra la voce divinamente indifferente di Mary Margaret O’Hara in una delle sue rarissime apparizioni (che da sola vale il prezzo del biglietto), Staples la supporta, la titilla, i due si sovrappongono in un gioco di intrecci vocali sulla delicata ironia di questa ode d’amore con “Spagnolette”, poi entra una armonica a bocca, quattro accordi e se ne va, ma era lì che doveva essere! Poco più di quattro minuti e Miss Margaret O’Hara se ne va ma, questa volta, valeva la pena di scomodarla.

Anche She Rode me Down entra di diritto tra le “sorprese” piacevoli di questo album: un ritmo incalzante, un flautino insinuante, la solita tromba, piccole percussioni, un basso marcato, battiti di mani, elementi semplici come sempre gli ingredienti della musica dei Tindersticks, anche una viola e dei fiati in sottofondo per creare quelle atmosfere così particolari e un lungo fade-out nel finale. Hubbard Hills è uno strumentale da soundtrack, piacevole ma inconsistente mentre Black Smoke ci riporta in quei territori che profumano di Bad Seeds senza Nick Cave e che sembrano nascere dalla collaborazione con Kitt, azzardo. Così pure la successiva No Place So alone, viceversa la lunga Factory Girls, con introduzione di piano e chitarra elettrica arpeggiata, ci riporta ai migliori episodi del gruppo di Nottingham, delicata e dalle atmosfere sospese si apre verso melodie più coinvolgenti nella parte centrale con un bel crescendo che sfuma nuovamente nel delicato finale pianistico.

Visto che siamo in tema di piano, la conclusione è affidata appunto alla strumentale Piano Music, piacevole anche se non memorabile.

Bruno Conti

Tindersticks – Falling Down A Mountainultima modifica: 2010-01-24T20:02:00+01:00da bruno_conti
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