Adesso Lo Sapete Parte IX

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Eccomi qua di nuovo, con i miei validi collabroratori, per una nuova serie di curiosità!

Come sapete Bob Dylan non collabora spesso con altri autori ma di tanto in tanto lo fa: una delle collaborazioni meno note note è avvenuta con uno dei pionieri del Rock&Roll (e qui il cerchio si stringe), in un brano intitolato Champaign, Illinois?

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L’autore è Carl Pekins, la collaborazione è avvenuta nel 1969, durante la registrazione di Nashville Skyline ed è apparsa su un album di Perkins inititolato On Top. Curiosità nella curiosità, Champaign è la città dell’Illinois dove si è tenuta la prima edizione del Farm Aid.

Andrew Loog Oldham dopo essere stato il primo manager degli Stones fondò una delle più “gloriose” etichette della storia della musica rock inglese: non è questa la domanda, l’etichetta è la Immediate, ve lo dico io e fu la casa dove iniziarono la loro carriera, tra gli altri, Rod Stewart, Chris Farlowe, gli Humble Pie e i Nice di Keith Emerson. Proprio questi ultimi nacquero come backing band per una bravissima e poco nota (se era facile mica lo chiedevo!) voce femminile, sapete chi era?

Il brano l’ha scritto Cat Stevens e qualche anno dopo è stato un grande successo anche per Rod Stewart. Lei, ovviamente, è la grande PP Arnold!

Missing You di Diana Ross x1r4p0_diana-ross-missing-you-video-clip_music, Night Shift dei Commodores x1kyqz_the-commodores-night-shift_music, See My Ships dei Violent Femmes e Silky Soul dei Maze x3kfey_maze-frankie-beverly-silky-soul_news sono state tutte dedicate alla memoria di un grande della musica soul, chi?

La domanda non era trova l’intruso? In Effetti anche i Violent Femmes gli hanno dedicato un brano! Naturalmente Marvin Gaye.

Per quanto possa sembrare incredibile, o forse no, un album del 1999 ha visto tutti e sottolineo tutti i suoi brani utilizzati in spot, colonne sonore o serie televisive, sapete quale?

Ebbene sì, è proprio Play di Moby.

Questa è per gli enigmisti. Lo sapevate che Dan Abnormal, un brano dei Blur è un’anagramma di Damon Albarn?

Oltre ad avere “regalato” I wanna be your man agli Stones, Lennon & McCartney hanno anche cantato le backing vocals in un famoso brano? Proprio quello x14zfz_rolling-stones-we-love-you_music.

Di tutti i brani di Springsteen quale David Bowie ha scelto per farne una cover?

Strano ma vero, It’s Hard To Be A Saint In The City.

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Sicuramente vi sarà capitato qualche volta di vedere su MTV la sit-com dedicata alla famiglia Osbourne. Questa è la maggiore dei tre figli di Sharon e Ozzy Osbourne che si è sempre categoricamente rifiutata di apparire nello show. Saggia ragazza, meglio evitare le figure di M.

Bruno Conti

Elvis Costello Spectacle Season 1 5 DVD Box Set

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Elvis Costello – Spectacle Season 1 – Wienerworld/Self

Visto che viviamo in Italia, ve ne parlo in questa occasione. Esce alla fine della settimana questo box di 5 DVD o di 4 Blu-Ray anche per il mercato italiano (era già disponibile da gennaio sul mercato inglese e dall’anno scorso sul mercato Usa, ma zona 1). Quella che vedrà la luce in Italia è la stessa edizione del mercato inglese quindi direi zero sottotitoli (ed è un peccato perché chiaccherano parecchio) ma comunque sono i 13 episodi della prima stagione, ciascuno dura poco di meno di un’ora, poi nel 5° DVD ci sono parecchi extra, bonus e materiale non andato in onda.

Di cosa si tratta, per chi non lo sa? E’ una fantastica trasmissione ideata da Elton John e Elvis Costello, che ne sono i produttori esecutivi, e condotta da Costello, ma in qualche puntata presenta Elton.

Registrata al leggendario Apollo Theatre e al 30 Rockfeller Plaza, New York, ospita ogni settimana una serie di musicisti, da soli o in gruppo, che parlano della loro musica e soprattutto suonano con la house band guidata da Costello (o d Elton John) in una serie di jam session ed esibizioni in solitaria meravigliose. Praticamente la storia della musica!

La band è formata dai collaboratori storici di Costello, Steve Nieve alle tastiere e Pete Thomas alla batteria, più Davey Faragher al basso. E qui cominciamo a godere, in breve la lista dei partecipanti ai tredici episodi come contenuti nei 5 DVD:

Disco 1 Primo Episodio, Elton John con Elvis Costello, ospiti Allen Toussaint (che appare in un paio di puntate) e il mitico chitarrista di Elvis, James Burton. Secondo episodio con il presidente Bill Clinton, si parla di politica ma soprattutto di musica con Clinton al sax, ospiti Pat Metheny e Charlie Haden. Terzo episodio con Tony Bennett, ospite il pianista jazz Bill Charlap.

Disco 2 Primo episodio Lou Reed ospite il regista Julian Schnabel. Secondo episodio i Police “riuniti” e terzo episodio Smokey Robinson.

Disco 3 Primo episodio Rufus Wainwright con una delle ultime apparizioni della mamma Kate McGarrigle, secondo episodio, un gruppo di giovani emergenti, She & Him, cioè Zooey Deschanel e M Ward, Jakob Dylan e Jenny Lewis, in varie combinazioni fra loro. Terzo episodio con Diana Krall, ovvero la signora Costello, e qui per conflitto d’interessi conduce Elton John, ma nel finale sono tutti insieme appassionatamente.

Disco 4 Primo episodio Herbie Hancock, secondo episodio nuovamente di gruppo, serata fantastica con Kris Kristofferson, Rosanne Cash, Norah Jones e John Mellencamp, tutti insieme! Terzo episodio con James Taylor.

Disco 5 Serata con la soprano Renée Fleming (sapete della passione di Costello per la lirica), ospiti Bill Frisell alla chitarra e Rufus Wainwright che torna! In questo disco ci sono le bonus, le versioni alternative, le prove, il dietro le scene, tutto il cucuzzaro.

L’atmosfera delle conversazioni è amabile e rilassata, le esibizioni musicali sono incredibili, va in onda in America sulla Sundance Television, 650 minuti. Imperdibile!

Nella seconda stagione sono già passati, tra gli altri, Springsteen, due puntate (è il Boss!).


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Uploaded by runawaydream. – Watch more music videos, in HD!

Ma anche Bono & The Edge e una serata speciale con Levon Helm della Band, Allen Toussaint, Nick Lowe e Richard Thompson, tanto per gradire.

Bruno Conti

Beatles Connections – Silkie You’ve Got To Hide Your Love Away

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The Silkie – You’ve Got To Hide Your Love AwayHux Records

Il bello di internet e di un blog in particolare è l’immediatezza del mezzo, se ti viene in mente qualcosa lo scrivi e subito è a disposizione di tutti. Il perchè di questa breve divagazione? Oggi avevo intenzione di scrivere un post su un argomento totalmente diverso ma poi per una concatenazione di fatti e pensieri ho deciso di parlarvi di questi Silkie!

La connessione con i Beatles è chiara fin dal titolo dell’album ma è più profonda e meno conosciuta di quanto si possa pensare: intanto siamo all’inizio degli anni ’60, 1964 per la precisione, quattro giovani e speranzosi studenti della Hull University, Sylvia Tatler voce, Mike Ramsden chitarra e voce, Ivor Aylesbury chitarra e voce e il contrabassista Kevin Cunningham decidono di unire le loro forze e formare un gruppo. E fin qui niente di strano o meglio forse sì, perchè i quattro sono una sorta di risposta inglese a Peter, Paul & Mary o agli australiani Seekers, quindi folk di protesta ma non troppo. E qui la storia prende una strada strana, pubblicano il primo disco un flexi-disc con tre canzoni (principalmente cover di Dylan) e iniziano a fare concerti, uno dei primi locali dove approdano è il Cavern di Liverpool e qui, come in tutte le favole che si rispettino, vengono notati da Brian Epstein che li mette sotto contratto e diventa il loro manager. A questo punto bisogna registrare un album, magari con un aiutino da parte dei Beatles: narra la leggenda (o sarà storia?) che il 9 agosto 1965 entrano negli IBC studios è lì trovano ad aspettarli un trio di loschi figuri, John Lennon si assume il compito di produrre la session, Paul McCartney è alla chitarra, George Harrison alle percussioni, il brano scelto è You’ve Got To Hide Your Love Away il primo brano cantatutorale di Lennon in risposta alla “minaccia” Bob Dylan. Per i Silkies è un colpo di fortuna, Help l’album sta per uscire in quei giorni ma il brano non verra pubblicato come singolo, quindi la loro versione schizza fino al 10° posto delle classifiche americane e raggiunge un rispettabile ventottesimo gradino in quelle inglesi.

A questo punto un passo indietro: la stessa leggenda orale narra che John Lennon era così contento di quella versione registrata che avrebbe telefonato a Brian Epstein dicendogli di avere tra le mani un potenziale numero uno ( e sbagliando di poco, perché di successo si trattò). Purtroppo “l’altro quartetto” non fu in grado di capitalizzare sul successo del brano perchè una potenziale tournéè americana già pronta dovette essere annullata a causa della mancata concessione dei visti d’espatrio, succedeva in quegli anni! La Tatler e Ramsden si sono poi sono sposati nel 1966 e hanno proseguito la loro carriera a livello locale per oltre trentacinque anni, anche con i loro figli.

Alla Metà degli anni ’90 l’etichetta americana One Way ha pubblicato una versione in CD dell’album originale con varie bonus, ma è andato praticamente subito fuori catalogo, ora la meritevole etichetta inglese Hux ne ha pubblicato una nuova versione che è giunta anche nelle nostre lande ed è il motivo per cui ve ne parlo: sedici brani, una valanga di cover di Bob Dylan da The Times The’re A-Changin’ a Mr. Tambourine Man, passando per Bob Dylan’s Dream e Girl Of The North Country, ma anche Blowin’ In The Wind e Love Minus Zero-No Limit, e ancora It Ain’t Me Babe e Tomorrow Is A Long Time (quindi fan di Dylan e Beatles, occhio alla penna).

Il tutto è molto piacevole e leggero, leggero con il sound tipico dell’era, prima della svolta rock e psichedelica che era lì dietro l’angolo.

Un piccolo assaggino, non erano per niente male.

Bruno Conti

Alla Faccia Del Nepotismo! Sugaree -The American Dream

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Sugaree – The American DreamLeon Russell Records

Ma se ne sentiva la mancanza? Ok, è la figlia di Leon Russell, e allora?

Preferisco ricordarla come una bellissima canzone di Jerry Garcia!

Bruno Conti

Cofanetti che passione! (Quando Escono) – Notizie su John Mellencamp, Joni Mitchell, Bee Gees E Altro

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Più o meno con cadenza regolare vi tengo informati sugli sviluppi delle uscite (presunte) dei Box di John Mellencamp, Joni MitchellBee Gees. Orbene mentre per quello della nostra amica canadese Joni l’unica notizia è un silenzio assordante, ovvero zero notizie, per gli altri due qualcosa si muove, ma piano!

Il Box dei Bee Gees Mithology, che nel mio post dell’8 febbraio scorso vi davo in uscita per il 9 marzo, come avrete astutamente notato non è uscito in quella data, le ultime notizie lo danno in uscita, se non ricordo male, per il 16 novembre, alla faccia del bicarbonato!

Viceversa il mitico box On The Rural Route 7609 ormai in gestazione da quasi un anno si farà. La data di giugno sembra confermata, anzi è confermata, si vocifera intorno al Father’s Day, la Festa del Papà, che io nella mia immensa ignoranza pensavo fosse il 19 marzo, mentre ho scoperto che in oltre cinquanta paesi all over the world Stati Uniti compresi si festeggia la terza domenica di giugno, quindi speriamo, l’ha detto Mellencamp stesso. Cominciano a emergere anche ulteriori informazioni: il box conterrà 54 canzoni divise su quattro CD, non sarà in ordine cronologico ma diviso per argomenti. Le note di copertina sono firmate dal noto giornalista Anthony De Curtis, uno dei veterani della rivista Rolling Stone (e aggiungo io, uno dei pochi che valga la pena di leggere). Trapelano indiscrezioni anche su alcuni degli inediti contenuti, alternate takes, nuove canzoni e nuove versioni, demos: il professore di Princeton Cornel West “recita” alcuni versi del testo di Jim Crow inseriti nella versione originale tratta da Freedom Road e cantata in duetto con Joan Baez. Real Life tratta da Lonesome Jubilee è recitata da Joanne Woodward. The World Don’t Bother Me None, un omaggio alla musica di Muddy Waters che appariva solo nel documentario del 2004 America’s Heart In Soul viene riesumata per l’occasione. Mellencamp ci da anche l’occasione di ascoltare la sua versione di Colored Lights, che aveva scritto e prodotto per il bellissimo album dell’85 dei Blasters, Hard Line; To M.G (Wherever She May Be) un brano scritto per la sua prima ragazza, appariva in origine nell’album Nothin’ Matters & What If It Did del 1980, qui appare in una versione in solitario – M.G. che vive ancora a Columbus, Indiana era nel Crump Theater della cittadina americana in occasione del “concerto di ritorno” di Mellencamp del 2008 –

Anche Sugar Marie tratta dall’album John Cougar del 1979 appare in versione demo solitaria. Cherry Bomb uno dei brani più noti e trascinanti del Coguaro appare in una versione registrata nella sua cucina accompagnandosi solo con un autoharp; anche Authority Song appare in veste demo e pare che la tecnologia in questa caso abbia fatto cilecca e il brano, già più veloce dell’originale, acquista ulteriore velocità regalandoci Mellencamp in una inusuale veste con accento giamaicano, secondo le parole di lui medesimo. Cos’altro? C’è un remix differente del duetto con Trisha Yearwood Deep Blue Heart che appariva su Cuttin Heads, una versione alternativa più introspettiva della bellissima Our Country e una specie di work in progress del brano Jack And Diane, dalla versione iniziale che si chiamava Jenny At 16 passando per il demo per arrivare alla versione definitiva che appariva su American Fool. Per finire il box una versione inedita di Rural Route registrata in coppia con il chitarrista Andy York nel garage dove provavano per farla sentire al resto della band.

Già che ci siamo, anche se non è un cofanetto, buone notizie (si fa per dire)  sul fronte del nuovo album, No Better Than This: la data di uscita che nella scorsa puntata della telenovela vi dicevo doveva essere fissata per novembre è stata anticipata ad agosto, visto che poi in autunno dovrebbe partire il tour americano, produce T-Bone Burnett (ma quando dorme). Quest’anno è anche il 25° anniversario dal primo Farm Aid, attendiamo qualche regalo sotto forma CD o DVD.

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Sempre sul fronte cofanetti, novità dalla Rhino (mi sono iscritto alla Newsletter così mi informano nella posta, è facile basta dare la propria mail senza altre formalità): il 3 maggio esce il Box Of Fudge dei Vanilla Fudge, 4CD, 41 brani, 15 inediti, nel quarto Cd il concerto inedito dell’ultimo dell’anno, per celebrare l’arrivo del 1969, al Fillmore West. Il tutto esce per la Rhino Handmade, quindi è a tiratura limitata e costa una cifra (per il momento, salvo edizioni europee).

Alla prossima.

Bruno Conti

Questa mancava! Rolling Stone’s 100 Greatest Guitar Songs Of All Time

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Non è recente (è di un paio di anni fa) ma nel quarantesimo anniversario della morte di Jimi Hendrix, il più grande chitarrista di tutti i tempi, mi è venuto in mente di riproporvela, fa ridere veramente i polli! Tre brani di Hendrix: niente Little Wing, All Along The Watchtower, Foxy Lady, ma per citarne solo tre. Dig Me Out delle Sleater-Kinney al 44° posto e Machine Gun di Hendrix al 49°? Nella classifica della “Guitar Songs” niente Smoke On The Water dei Deep Purple e Allright Now dei Free? Deve averla compilata un gruppo di dementi! (come al solito).

Comunque buona lettura  e delle sane  risate , dalla 100 alla 1. Se volete qui 1 trovate anche i commenti perché le commentano pure le scelte

100 Tool – “Vicarious”
99 My Morning Jacket – “Run Thru”
98 Red Hot Chili Peppers – “Under the Bridge”
97 Queens of the Stone Age – “No One Knows”
96 Hüsker Dü – “New Day Rising”
95 Moby Grape – “Omaha”
94 Dire Sraits – “Money for Nothing”
93 My Bloody Valentine – “Only Shallow”
92 Mick Jagger – “Memo from Turner”
91 The Mars Volta – “Drunkship of Lanterns”
90 The Smiths – “How Soon Is Now?”
89 Joan Jett and the Blackhearts – “I Love Rock N Roll”
88 Quicksilver Messenger Service – “Mona”
87 King Crimson – “Red”
86 Jeff Beck – “I Ain’t Superstitious”
85 Phish – “You Enjoy Myself”
84 John Mayer – “Gravity”
83 Sublime – “What I Got”
82 The Ventures – “Walk — Don’t Run”
81 Michael Jackson – “Beat It”
80 Steely Dan – “Kid Charlemagne”
79 Sonic Youth – “Silver Rocket”
78 Buddy Guy – “Stone Crazy”
77 Pearl Jam – “Even Flow”
76 Tom Petty and the Heartbreakers – “American Girl”
75 Frank Zappa – “Willie the Pimp”
74 ZZ Top – “La Grange”
73 Blue Cheer – “Summertime Blues”
72 Weezer – “Say It Ain’t So”
71 The Strokes – “Take It Or Leave It”
70 Smashing Pumpkins – “Bullet With Butterfly Wings”
69 Pink Floyd – “Money”
68 B.B. King – “The Thrill is Gone”
67 Bruce Springsteen – “Adam Raised A Cain”
66 Stevie Ray Vaughan – “Texas Flood”
65 The Police – “Message in a Bottle”
64 Lynyrd Skynyrd – “Freebird”
63 Guns n’ Roses – “Sweet Child O’ Mine”
62 Albert King – “Born Under a Bad Sign”
61 Sam And Dave – “Soul Man”
60 Funkadelic – “Maggot Brain”
59 Jeff Beck – “Freeway Jam”
58 Link Wray – “Rumble”
57 Grateful Dead – “Dark Star”
56 The Byrds – “Eight Miles High”
55 Cream – “White Room”
54 Stevie Ray Vaughan – “Little Wing”
53 Creedence Clearwater Revival – “Born on the Bayou”
52 Radiohead – “My Iron Lung”
51 Ozzy Osbourne – “Crazy Train”
50 Pixies – “Debaser”
49 Jimi Hendrix – “Machine Gun”
48 The Clash – “London Calling”
47 Van Halen – “Panama”
46 Dick Dale and the Del-Tones – “Miserlou”
45 The Beatles – “I Saw Her Standing There”
44 Sleater-Kinney – “Dig Me Out”
43 The Sex Pistols – “Holidays in the Sun”
42 John Mayall and the Bluesbreakers – “Hideaway”
41 Television – “Marquee Moon”
40 The Who – “I Can See for Miles”
39 Santana – “Black Magic Woman”
38 The Faces – “Stay With Me”
37 Elvis Presley – “That’s All Right”
36 Pink Floyd – “Interstellar Overdrive”
35 The Stooges – “1969″
34 Aerosmith – “Walk This Way”
33 Metallica – “Master of Puppets”
32 Dire Straits – “Sultans of Swing”
31 Queen – “Keep Yourself Alive”
30 Bill Haley and His Comets – “(We’re Gonna) Rock Around the Clock”
29 AC/DC – “Back in Black”
28 U2 – “Where the Streets Have No Name”
27 The Paul Butterfield Blues Band – “Look Over Yonders Wall”
26 B.B. King – “How Blue Can You Get”
25 The Rolling Stones – “Can’t You Hear Me Knocking”
24 Rage Against the Machine- “Killing in the Name”
23 The Yardbirds – “Over Under Sideways Down”
22 The Beatles – “A Hard Day’s Night”
21 The White Stripes – “Seven Nation Army”
20 The Impressions – “People Get Ready”
19 Prince and the Revolution – “Purple Rain”
18 Ramones – “Blitzkrieg Bop”
17 Black Sabbath – “Black Sabbath”
16 Neil Young with Crazy Horse – “Cowgirl in the Sand”
15 The Who – “My Generation”
14 Bruce Springsteen – “Born to Run”
13 Derek and the Dominos – “Layla”
12 The Jimi Hendrix Experience – “Voodoo Child (Slight Return)”
11 Led Zeppelin – “Whole Lotta Love”
10 Nirvana – “Smells Like Teen Spirit”
09 The Allman Brothers Band – “Statesboro Blues”
08 Led Zeppelin – “Stairway to Heaven”
07 The Beatles – “While My Guitar Gently Weeps”
06 Van Halen – “Eruption”
05 Rolling Stones – “Brown Sugar”
04 The Kinks – “You Really Got Me”
03 Cream – “Crossroads”
02 Jimi Hendrix – “Purple Haze”
01 Chuck Berry – “Johnny B. Goode

Uno dei prossimi giorni le commento pure io.

Bruno Conti

Tornano Gli Anni ’70! Ma Quali? John Grant – Queen Of Denmark

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John Grant – Queen of Denmark – Bella Union

In inghilterra gli hanno decretato accoglienze trionfali, cinque stellette su Mojo, quattro su Uncut, anche se il nostro amico è in fondo uno sconosciuto di genio. Ex leader degli Czars band originaria di Denver che ha lasciato tre album di buona qualità all’inzio della scorsa decade e poi è scomparso dalla scena musicale torna con questo sforzo congiunto registrato in coppia con i Midlake. Per la serie l’unione fa la forza, il risultato finale, senza essere il capolavoro assoluto che lascia presagire la stampa inglese, è un disco di tutto rispetto che vi farà rivivere la musica degli anni ’70 che “non é giusto sentire” quella politicamente non corretta.

Dalle atmosfere “dorate” e morbide dell’iniziale Tc and Honeybar, che ripercorre percorsi musicali cari ai Caravan meno sperimentali o ai Moody Blues, tra flauti, tastiere, chitarre acustiche, sintetizzatori vintage, una voce da soprano onirica che accompagna il bel baritono di Grant in una apertura di qualità. Si passa poi al singolo “futuribile” I Wanna Go To Marz con pianoforti, chitarre e archi sintetici che ripercorrono territori melodici cari a quell’epoca dorata, i King Crimson di I talk to the wind il primo nome che mi viene in mente. La lunga Where Dreams Go To Die parte tutta raffinata, solo voce e pianoforte poi diventa una sorta di risposta sonora alla mitica di Gaye di Clifford T Ward (vedo delle manine alzarsi?), melodica e antemica, la musica che era “giusto odiare” in quegli anni ma di nascosto si ascoltava tra un Led Zeppelin e un Pink Floyd, un King Crimson e un Allman Brothers. Sigourney Weaver, tra omaggio e plagio riprende pari pari il riff di Freebird dei Lynyrd Skynyrd poi al momento delle chitarre ruggenti ti regala un assolo di synth alla Supertramp o Rick Wakeman(era sia negli Strawbs che con il David Bowie spaziale prima di entrare negli Yes). Chicken Bones con il suo piano elettrico, atmosfere saltellanti e coretti melliflui è ancora molto Supertramp, anche se l’assolo di ondioline, un synth analogico, non lo sentivo dai tempi di Al Kooper, mentre Silver Platter Club entra addirittura in territori cari al Nilsson più “carico” ma al sottoscritto ricorda in modo impressionante Alone Again Naturally di Gilbert O’Sullivan, mi sbaglierò!

It’s Easier è una bella ballata pianistica tutta farina di John Grant e dei soci Midlake ma almeno nelle “intenzioni” ricorda il miglior Elton John “più ricercato”, era Madman Across the Water-Honky Chateau. Outer Space si situa tra i Klaatu “spaziali” di Calling Occupant of Interplanetary Craft (quindi anche Carpenters) e il Bowie di Space Oddity (quello appunto con Wakeman) mentre JC Hates Faggotts, dal testo virulento, non gli attirerà certo le simpatie del Cardinale Bertone, ma John Grant non ha paura di esplicare le sue tendenze sessuali. Caramel è un bellissimo brano dove la vocalità di Grant si muove tra il falsetto di Antony e quello di Jeff Buckley, in un mare magnum di pianoforti e sintetizzatori, mentre Leopard and Lamb rievoca ancora atmosfere a cavallo tra Japan/Blue Nile anni ’80 e i classici Supertramp di Crime of the Century (gran disco). La conclusione è affidata alla title-track che rievoca i timbri e la musicalità di un altro “grande” degli anni ’70, il Billy Joel più cantautorale e raffinato (mancava all’appello).

Forse non il capolavoro evocato dalla stampa inglese, ma un gran bel disco, non solo per nostalgici degli anni ’70.

Bruno Conti

L’Ultima Grande Cantautrice Americana: Natalie Merchant – Leave Your Sleep

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Natalie Merchant – Leave Your Sleep – 2CD Nonesuch/Warner

Ormai ve ne parlo da mesi, mettiamo la parola fine a questa vicenda: il disco è uscito (quasi) il 13 aprile, in due versioni, quella completa di 26 brani e una più succinta di 16 canzoni. Dopo averlo sentito bene non posso che confermare tutte le parole positive spese per glorificarlo, la Natalie Merchant è in effetti l’ultima “grande” cantautrice e voce femminile prodotta dal fertile humus della canzone popolare americana, la Mitchell latita, Laura Nyro non c’è più, Judy Collins si è autoemarginata, Kate Bush è inglese ma anche lei non brilla per prolificità. E’ vero, ci sono personaggi come Lucinda Williams, Mary-Chapin Carpenter o Emmylou Harris ma sono più settoriali. Tori Amos si è persa un po’ per strada, Joanna Newsom è una promessa come altre che man mano che ci penso mi vengono in mente, ma Natalie mi sembra di un’altra categoria.

Questo album ha avuto una gestazione di oltre cinque anni e comunque la Merchant non è mai stata molto prolifica, cinque album di studio in quindici anni di carriera solista non solo molti (anche se dobbiamo aggiungere quelli con i 10.000 Maniacs e tantissime collaborazioni spesso di tipo benefico). Comunque l’attesa è finita e il disco conferma tutto quello che prometteva; nato per musicare le poesie di alcuni, grandi e non, poeti antichi e moderni (c’è un bellissimo libretto allegato al CD se volete approfondire), il più noto dei quali è sicuramente Robert Louis Stevenson, quello dell’Isola del Tesoro, per farle conoscere alla figlia e tramandare la loro arte ai posteri il progetto si è via via arricchito di nuovi collaboratori e ha spaziato su tutto lo scibile musicale universale, direi che se escludiamo le musiche dei boscimani della Tanzania questo disco ha “visitato” tutti i tipi di musica. E non è per niente palloso, precisazioni importante! Come dice la stessa Natalie c’è cajun, bluegrass, reggae, jazz, musica da camera, rhythm and blues, ma anche musica folk celtica, balcanica, cinese, gospel, rock e blues, sicuramente ho dimenticato qualcosa.

Anche la lista dei collaboratori è lunghissima: a partire da Andres Levis, il produttore, brasiliano di origine ma residente a New York, passando per, cito a caso, il quintetto di Wynton Marsalis, Medeski Martin & Wood, Klezmatics, componenti della New York Philarmonic, i Lunasa, Chinese Music Ensemble of New York, la bravissima cantante gallese Katell Keineg, Memphis Boys, Ditty Bops, i mitici Fairfield Four, i Charismatic e tantissimi altri per un totale di centotrenta musicisti utilizzati.

Qualche brano memorabile seguendo la track-list: l’iniziale, splendida, di ispirazione folk celtica Nursery Rhyme Of Innocence and Experience (con i Lunasa), il semi-valzerone orchestrale di Equestrienne. Calico Pie tra country e old-time music, la travolgente Bleezers Ice-Cream dove spiritual, blues, dixieland (il gruppo di Marsalis è in questo brano) si fondono alla meraviglia e la Merchant canta divinamente, c’è anche un dobro insinuante.

Al sottoscritto piace moltissimo It Makes a Change, sembra un brano pop degli anni ’60, echi di Beatles e Beach Boys, una melodia che ti entra sottopelle. Non sono un appassionato di musica cinese ma The King Of Cina’s Daughter ha un fascino particolare che va aldilà dell’esotico. La musica balcanica di The Dancing Bear, la classica ballata in stile Merchant di The Man In The Wilderness (mi devo fermare perché le sto citando tutte, ma come fai a scegliere son belle tutte). Ma almeno The Peppery Man con le straordinarie voci ancestrali dei Fairfield Four, il basso ha 87 anni ma anche gli altri non scherzano, che voci hanno ancora però! Dal secondo CD il country-folk-cajun di Adventures Of Isabel, il puro irish folk di The Walloping Window Blind, i Chieftains non avrebbero saputo fare meglio. Che altro? Il reggae irresistibile, ma filtrato dalla lezione del primo Paul Simon, di Topsyturvey-World e ancora il puro dixieland (sempre con il quintetto di Marsalis) di The Janitor’s Boy che sembra uscire da un disco di Armstrong. L’unica concessione al rock bluesato è Griselda che ci riporta al vecchio sound di Natalie Merchant, un tuffo nel passato che non mi dispiacerebbe se avesse un seguito, una meraviglia. Basta, basta se no le cito tutte, è un disco compulsivo, ultima citazione per la conclusiva Indian Names, dedicata ai nativi nord-americani.

Voto 8,5, per il sottoscritto già uno dischi dell’anno. Un paio di esempi uno, xcwp8l_natalie-merchant-maggie-and-milly-a_music

e l’altro, qui sotto; per approfondire ulteriormente leave-your-sleep

Bruno Conti

Ulteriori Novità Di Aprile. The Best Of The Rest. Train – Jackie Leven – Iggy Pop – Laura Marling – Jesse Malin eccetera

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Come annunciato, per par condicio, alcune uscite delle altre case discografiche nella seconda metà di aprile, visto che l’ultimo aggiornamento era stato un tripudio di titoli Universal.

Per cominciare, la Sony il 20 aprile pubblica una Legacy Edition doppia del classico di Iggy And The Stooges Raw Power: in effetti in America esce prima, anzi per essere precisi è già uscito, visto che l’ho casualmente qua vado a leggere, perché è interessante. Oltre all’album completo rimasterizzato, nel secondo CD intitolato Georgia Peaches c’è un concerto Live At Richards, Atlanta Georgia October 1973, nove pezzi + 2 bonus in studio , Doojiman un outtake dalle sessioni di Raw Power e Head On Rehearsal Performance. Gagliardo

Sempre gli amici della Sony pubblicano il 27 aprile il nuovo album dei Train Save Me, San Francisco. Come dite? Negli States era già uscito il 26 ottobre del 2009. Eh vabbé, stai a guardà il capello. Però il singolino Hey Soul Sister le radio italiane lo trasmettevano da tempo!

Laura Marling arriva con il suo secondo album I Speak Because I Can proprio in questi giorni, etichetta Astralwerks/Emi. Il precedente Alas I Cannot Swim era stato candidato al Mercury Prize in Inghilterra e aveva avuto ottime critiche. Come nel precedente la sua backing band sono i Mumford and Sons, quindi garanzia di qualità. Prodotto da Ethan Johns (Kings of Leon, Ryan Adams) illustra anche le ottime qualità di chitarrista di Laura Marling. Da tenere d’occhio. Post a breve a lei dedicato.

Per chi lo segue dai tempi dei Doll by Doll sarà un piacere ascoltare il nuovo album di Jackie Leven, uno dei grandi tesori nascosti della musica inglese. Il nuovo album si chiama Gothic Road dovrebbe uscire il 23 aprile su etichetta Cooking Vinyl/Edel. Recensione nei prossimi giorni, consigliatissimo. Dimenticavo! Ospite nel disco, un clamoroso ritorno, Ralph McTell, quello di Streets Of London.

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Il 20 aprile, sempre su Sony, esce anche il nuovo album degli AC/DC che in effetti è la colonna sonora del film Iron Man 2 e per dirla tutta in pratica è una raccolta di molti dei brani più famosi della band australiana utilizzati nella pellicola. C’è anche una versione deluxe con DVD allegato contenente video delle canzoni, dietro le quinte, interviste e altro. Credo solo per il mercato americano c’è anche una Collector’s Edition col CD, un DVD con video e pezzi dal vivo che non credo sia lo stesso della Deluxe, libri, libretti e poster vari, faccio prima vi metto l’immagine del contenuto qua sotto.

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Manca qualcosa? Controllo copertine! Ah già, il 30 aprile esce anche il nuovo album di Jesse Malin, Love It To Life con i St. Marks Social.

Sicuramente ci sentiamo ancora prima della fine del mese con altre anticipazioni.

Alla prossima.

Bruno Conti

Blast From The Past. Sbucati Dal Passato. Johnny Winter And – Poco – Hot Tuna – John Denver

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Per i non addetti ai lavori, la Collectors’ Choice è una etichetta americana specializzata nelle ristampe, una di quelle meritevoli istituzioni che si occupano di tenere vivo il “mercato della memoria”, vecchi e meno vecchi album, che in caso contrario sarebbero consegnati all’oblio.

Di tanto in tanto avviene che dal loro cilindro estraggano il classico coniglio: in questo caso ne hanno estratti addirittura quattro. Questi CD di cui vado a parlarvi brevemente sono in effetti dei concerti inediti e quindi vedono la luce per la prima volta, o meglio vedranno visto che dovrebbero uscire sul mercato americano il 20 aprile. Ogni tanto per gli strani casi della vita il mercato italiano anticipa quello americano e quindi da noi sono già disponibili e in vendita, pure a prezzo speciale!

Il primo, quello che vedete effigiato sopra è Johnny Winter And Live At The Fillmore East 10/3/70 che sta per 3 ottobre 1970, sapete che gli americani invertono perversamente mesi e giorni nei loro datari, uno straordinario disco dal vivo registrato nel corso dello stesso tour da cui è stato tratto il celebre e fantastico Johnny Winter And Live. Ebbene, sembra impossibile ma questo disco è ancora superiore, se volete leggere la recensione completa la trovate sul Buscadero del prossimo mese.

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Il secondo Poco Live At Columbia Studios Hollywood 9/30/1971 come esplicita chiaramente il titolo è un concerto inedito registrato negli studi della loro casa discografica dell’epoca ad un anno di distanza dall’altro Live Deliverin’ e con una delle prime apparizioni della formazione a cinque con Paul Cotton ad affiancare il leader Richie Furay (per i meno attenti uno dei fondatori dei Buffalo Springfield con Stills e Young), nonchè con il futuro Eagle Timothy B. Schmidt, Rusty Young alla pedal steel e George Grantham alla batteria. Uno dei gruppi che ha inventato il country-rock in una serata di grazia.

Per chi non li conosce questo si trova in Dailymotion, è più recente, ma la vecchia magia affiora spesso.


POCO Live In Nashville
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Il terzo disco di cui ci occupiamo, dal titolo lunghissimo Hot Tuna Live At The New Orleans House Berkeley Ca. Sept. 69 è gemello del famoso primo disco degli Hot Tuna, quello omonimo con la copertina rossa e blu, un disco elettroacustico strepitoso di questa band costola dei grandi Jefferson Airplane con Jorma Kaukonen e Jack Casady ai vertici della loro creatività. I brani sono registrati in una serata diversa da quella utilizzata per il vecchio disco visto che la loro residenza nel locale di Berkeley in California durò una settimana, imperdibile per gli amanti del genere.

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Il quarto CD non sembrerebbe quagliare con gli altri tre, siamo nel 1987 e John Denver registra questo doppio Live At Cedar Rapids 12/10/87 un concerto diviso in due parti, una acustica e una con un quartetto d’archi che illustra le migliori qualità di questo cantautore spesso vituperato dalla critica ma che negli anni ’70 e poi alla fine della carriera (è morto prematuramente nel 1997) spesso ha saputo regalare dell’ottima musica. Questa è una delle occasioni.

Magari ci ritorniamo più estesamente prossimamente, non so vediamo compatibilmente con lo spazio a disposizione.

Bruno Conti