Un “Giovane” Bluesman Da Baton Rouge, Lousiana. Troy Turner – Whole Lotta Blues

troy turner whole lotta blues.jpgtroy turner.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Troy Turner – Whole Lotta Blues – Evidence Music

Come si evince dalla foto di fianco a quella della copertina del disco, Troy Turner, sin da giovane, aveva delle ottime frequentazioni! E qui già vedo le manine che si alzano. Ma non si dice nel titolo Un giovane bluesman da Baton Rouge, in effetti ho leggermente ciurlato nel manico: potrei parlarvi di seconda giovinezza o del fatto che un bluesman nero nato nel 1967 è un giovane a tutti gli effetti, anzi un bambino e non sarei lontano dalla verità.

In effetti la sua vera carriera inizia verso la fine degli anni ’80, primi ’90 con un terzetto di album molto ben accolto da critica e appassionati di blues, un bel tocco di chitarra, una voce potente ed espressiva, le giuste frequentazioni, sembra destinato ad una carriera strepitosa, almeno nel blues. E invece per il resto degli anni ’90, silenzio totale, che vuole dire comunque molti concerti, lavoro per altri artisti, ma carriera solista quasi azzerata. Di nuovo riappare nel 1999 con un ottimo album per la Telarc, Blues On My Back, sempre ottime critiche ma rimane uno one shot solitario per l’etichetta di Cleveland (che proprio recentemente ha pubblicato il nuovo album di Pinetop Perkins, 97 anni e non sentirli per l’ex pianista di Muddy Waters, quasi un record, il disco è pure bello).

Ma torniamo a Troy Turner, quel disco poi uscito per la Telarc doveva essere prodotto da Jon Tiven, ma gli fu preferito un altro produttore e altri musicisti.

Undici anni dopo (e qui si fa concorrenza a Peter Gabriel per i tempi tra un disco e l’altro) i due si ritrovano, Jon Tiven raduna nei suoi studi di Nashville, Tennessee un manipolo, si fa per dire, meglio, uno stuolo di musicisti e realizza questo Whole Lotta Blues sicuramente il miglior disco di Troy Turner e in generale un ottimo disco di Blues. La voce è rimasta ottima, potente ed espressiva, una sorta di B.B. King giovane, la chitarra è sempre tagliente e i risultati si sentono. Per chi non lo sapesse Jon Tiven è una sorta di “eminenza grigia” del soul e del blues, negli ultimi anni ha prodotto dischi di Wilson Pickett, Felix Cavaliere & Steve Cropper, gli ottimi Ellis Hook e Mason Casey, Little Milton, Betty Harris, Howard Tate, Sir Mack Rice, Don Covay e una moltitudine di altri, quelli che non sono prodotti da Joe Henry e T-Bone Burnett li produce tutti lui, se non c’è il budget arriva Tiven, andatevi a leggere la lista delle sue produzioni e collaborazioni perché è veramente impressionante.

Oltre a tutto non è che utilizzi musicisti di secondo piano: oltre a se stesso, alla chitarra e alle tastiere, sax e quant’altro, c’è la moglie Sally Tiven, ottima bassista e Troy Turner alla solista. Ma vediamo gli ospiti: come autori o co-autori dei brani, Hubert Sumlin, Jonel Mosser, Steve Cropper e Felix Cavaliere e Brian May nelle inconsuete vesti di compositore di brani blues, l’ottima e tirata Come To Your Senses. In questo brano, per la serie, come direbbero a Roma, “Mei cojoni”, la formazione è la seguente: alle chitarre soliste Leslie West e Steve Cropper, all’organo Reese Wynans e al basso David Hood, dai Muscle Shoals Studios nonché babbo di Patterson Hood dei Drive-by Truckers.

Negli altri brani si alternano, oltre agli ottimi Jonel Mosser, una sorta di Bonnie Raitt più giovane, autrice anche di ottimi abum in proprio e Howard Tate, uno dei miti del soul che molti ricorderanno (spero) come interprete di Get it While You Can resa poi celebre da Janis Joplin, questi due duettano con Turner: tra i musicisti, Simon Kirke, batterista di Free e Bad Company, Chester Thompson batterista spesso con i Genesis, Frank Zappa, Weather Report, Bobby Whitlock l’organista di Derek & The Dominos e Bonnie Bramlett, sempre per restare in campo Claptoniano quella di Delaney & Bonnie, una gran voce. Ma anche il già citato Mason Casey all’armonica, Max Middleton del Jeff Beck Group al piano e per finire in gloria questa è la formazione presente nell’ottima cover, peraltro l’unica, di Going Down di Don Nix.

Brian May, che quindi non compone solo ma suona pure, Leslie West, Audley Freed e Troy Turner alle chitarre, Bobby Whitlock all’organo, Bonnie Bramlett alle armonie vocali, Max Middleton al piano, David Hood al basso, l’unico Carneade sarebbe il batterista Martin Ditcham che peraltro ha suonato con Sade, Rolling Stones e Working Week, tra gli altri. Diavolo di un Jon Tiven.

In conclusione questo disco non sarà un capolavoro assoluto del blues, ma è un ottimo disco e in giro perchè chi ama il suo blues con le giuste spruzzate di soul, R&B e rock, tra i dischi nuovi non è facile trovare molto di meglio.

Bruno Conti

Un “Giovane” Bluesman Da Baton Rouge, Lousiana. Troy Turner – Whole Lotta Bluesultima modifica: 2010-06-11T19:19:00+02:00da bruno_conti
Reposta per primo quest’articolo