Grande Voce, Grande Disco! Janiva Magness – The Devil Is An Angel Too

Janiva-Magness-DEVIL.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Janiva Magness – The Devil Is An Angel Too – Alligator Records

Se questa signora non è una donna forte non saprei di chi si possa dirlo! Se la storia della vita di Mary Gauthier, mirabilmente raccontata nell’album The Foundling vi ha sorpreso e commosso, quella di Janiva Magness, per certi versi, è ancora più straordinaria. Nata in una famiglia working-class giusto nei sobborghi di Detroit, ha avuto una infanzia che definire tosta è riduttivo, con entrambi i genitori che erano degli alcolisti, la mamma soffriva anche di depressione e la piccola Janiva a sei anni ha subito anche delle molestie sessuali. Poco dopo il suo tredicesimo compleanno la madre si è suicidata e a qualche mese di distanza la ragazzina è scappata di casa per andare a Berkeley in California dove ha vissuto come una senzatetto e ha sviluppato una dipendenza da droghe. A quattordici anni ha tentato il suicidio un paio di volte, è stata tre volte in un ospedale psichiatrico e in 12 diversi “istituti di recupero” compreso uno per ragazze con problemi mentali. A 16 anni il padre si è, a sua volta, suicidato e lei ha avuto un bambino che ha poi dato in adozione. A 17 anni, a dimostrazione che non tutte queste storie hanno un finale tragico è stata adottata da una madre single di cinque bambini e da lì è nata la sua rinascita.

Ovviamente, come in tutte le storie che si rispettano, la musica ha svolto un ruolo fondamentale nella vita di Janiva Magness, fino a farla diventare una delle più brave e rispettate cantanti blues e soul americane, vincitrice di moltissimi premi e rispettata dalla critica di tutto il mondo. Mi è capitato più volte di recensire positivamente i suoi dischi per il Buscadero ma non quest’ultimo The Devil Is An Angel Too, che è forse il più bello dei nove che ha fatto, quindi due parole le merita. Dimenticavo…per chiudere la storia: dopo sedici anni di separazione la nostra amica ha stretto di nuovo i rapporti con la figlia data in adozione, musicista a sua volta, che l’ha resa nonna.

Ma veniamo a questo disco, il secondo per la gloriosa Alligator: al suo fianco c’è l’immancabile Jeff Turmes, chitarrista, bassista e all’occorrenza sassofonista nonchè marito che cura la parte musicale ma non la produzione del disco in questo caso, non ci sono nomi noti o musicisti di culto ma una serie di ottimi professionisti che contribusicono alla riuscita di questo album e, soprattutto, una serie di ottimi brani scelti o composti per l’occasione, con grande cura.

Si parte con la notevole title-track, The Devil Is An Angel Too, dove una eccellente tessittura chitarristica, con una slide deragliante e la sezione ritmica molto variata regalano un’atmosfera unica e bluesy a questa ottima composizione di Julie Miller.

I’m Gonna Tear Your Playhouse è uno stratosferico brano, un classico della soul music, che molti ricordano nella trascinante versione del grande Graham Parker, in una devastante versione accelerata, ma era anche uno dei cavalli di battaglia della grandissima Ann Peebles, una delle “divine” del soul, ebbene la versione di Janiva Magness non sfigura affatto davanti a simili predecessori, anzi la voce sale verso vette notevoli e le chitarre e i cori emozionano; per completezza ricordo anche una bella versione di Paul Young, ebbene sì! Rimanendo in questo versante soul-blues anche Slipped, Tripped And Fell In Love (sempre dal repertorio della Peebles, ma l’ha scritta George Jackson) fa la sua notevole figura, con Jeff Turmes che si divide tra chitarra e sax baritono con grande versatilità e la Magness che dà libero sfogo alle sue notevoli capacità vocali.

In I’m Feelin’ Good dall’inizio accapella per sola voce si cimenta addirittura con uno dei classici di Nina Simone, ancora una volta con ottimi risultati, molto bello l’arrangiamento con piano, organo farfisa e una chitarra acustica spagnoleggiante in evidenza. Weeds Like Us è un delta blues atmosferico molto raccolto scritto dal marito Jeff Turmes, mentre Walkin’ In The Sun è una solare (come da titolo) soul ballad resa famosa nei tempi che furono da Percy Sledge, molto ritmata ti stimola il movimento del piedino con il suo walkin’ bass (esatto sempre l’ottimo Turmes che lascia l’incombenza della chitarra all’altrettanto bravo Dave Darling).

Se End Of Our Road vi risveglia ricordi di tematiche Motown non vi sbagliate, l’hanno scritta Strong & Whitfield quelli dei successi dei Temptations e la cantavano Gladys Knight & The Pips, mentre Save Me è una ballatona quasi country scritta da Sherrill & Nicholson quelli che scrivono molti dei brani di Delbert McClinton. I Want To Do Everything For You è un trascinante errebì scritto da Joe Tex con un notevole assolo di chitarra di Jeff Turmes. Your Love Made A U-turn è un altro brano molto ritmato, uscito dalla penna dell’appena citato McClinton, ancora con Turmes sugli scudi, la coppia funziona alla grande. Cosa manca? Homewrecker, scritta da Nick Lowe, uno degli episodi più cupi, dall’arrangiamento quasi gospel che gli regala una intensità incredibile e lo rende tra i migliori di questo album. Per concludere, l’altro brano originale firmato da Turmes, Turn Your Heart In My Direction, una ballata romantica con gli archi, molto bella anche questa e fanno dodici brani ottimi su dodici. Come si usa dire con espressione forse infelice e un po’ prosaica, ma molto efficace, come del maiale non si butta via nulla anche qui non c’è nulla da scartare.

Bruno Conti

Grande Voce, Grande Disco! Janiva Magness – The Devil Is An Angel Tooultima modifica: 2010-06-20T20:03:00+02:00da bruno_conti
Reposta per primo quest’articolo