Sembrano Uguali! Matthew Ryan – Dear Lover

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Matthew Ryan – Dear Lover & Dear Lover (the Acoustic Version) – Plastic Violin/Dear Future Collective

Tra i cosiddetti cantautori “minori” sicuramente Matthew Ryan è uno dei “Maggiori”!. E dopo questa perla potrei concludere qui, ma svisceriamo il tema.

La partenza fu di quelle brucianti con il primo bellissimo May Day che nel 1997 lo fece conoscere agli appassionati del cantautorato (l’ho detto ancora, ebbene sì, poi un giorno vi spiego), ma di quello di qualità sopraffina con echi di Springsteen, dei primi Waterboys, di Tom Waits, per la voce roca e sussurrata ma con una sua scrittura già ben definita e un sound molto personale, Guilty era un brano rock di eccellente qualità ma tutto quel disco brillava di luce propria, se lo trovate non fatevelo scappare, ieri…

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Naturalmente visto il successo (di critica ma non di pubblico) è stato subito scaricato dalla major di turno, A&M/Universal, iniziando a peregrinare disco dopo disco da una etichetta indipendente all’altra (alcuni pubblicati anche a livello autogestito) ma sempre mantenendo una qualità notevole nei contenuti, dischi come Concussion (che contiene un duetto con Lucinda Williams), Happiness (che contiene una cover di Springsteen, Something in The Night e un brano scritto con David Ricketts, quello di David and David), Regret Over The Wires (con Doug Lancio, l’ottimo chitarrista che suona anche nell’ultimo di John Hiatt) e From A Late Night High-Rise, sono solo alcuni esempi della sua cospicua discografia e dischi che si elevano abbondantemente sopra la media delle produzioni passate e presenti di chicchessia!

Gli ultimi anni sono stati un po’ travagliati, diventa sempre più difficile e faticoso trovare i suoi dischi per chi non si fida troppo degli acquisti in rete (come il sottoscritto, se non in casi indispensabili): questo nuovo disco che vedete nella sua duplice veste, prima elettrico (o meglio quasi “elettronico”, e questo mi ha fatto tentennare nella mia decisione di parlarne) uscito negli ultimi mesi del 2009 e poi in versione acustica, uscita questa estate conferma quanto di positivo si è sempre detto su di lui, ma dispiace che per questioni di budget non possa più pubblicare quei gagliardi dischi che hanno contrassegnato la sua carriera ma debba limitarsi a questa situazione più intimista ancorché sempre valida.

La prima versione del disco con Matthew Ryan che oltre delle chitarre si è occupato anche dei synth e della programmazione (che brutte parole per un cantautore, anche se poi i risultati, non solo nel suo caso, non devono necessariamente essere negativi), del basso e della fisarmonica, come nella iniziale City Life e nella conclusiva The End Of A Ghost Story (mai titolo più profetico), passando per la collaborazione con la coppia Rod Picott (voce) e Amanda Shires (violino) nell’ottima PS (Protest Song) che unisce sonorità moderne con il consueto spirito Springsteeniano. Ma Spark con DJ Preach ce la poteva risparmiare, tanto in discoteca non lo mettono e poi il pezzo è veramente brutto. The World Is… anticipa la dimensione acustica ed intimista della versione acustica di Dear Lover che ci presenta un Matthew Ryan scarno e minimale molto vicino allo stile dello Springsteen di Nebraska o The Ghost of Tom Joad.

Comunque entrambi i dischi hanno i loro pregi e sono complementari fra loro, si integrano alla perfezione, io preferisco la versione acustica ma anche quella elettrica risentita oggi ha un suo perché e non mi dispiace per nulla, oltre a tutto la seconda versione ha anche un brano nuovo Beauty Has A Name come bonus.

Per chi lo conosce e lo ama una ulteriore prova della sua bravura per tutti gli altri l’occasione di essere introdotti ad un “talento vero” tra i migliori in circolazione.

Bruno Conti

Sembrano Uguali! Matthew Ryan – Dear Loverultima modifica: 2010-09-06T13:05:00+02:00da bruno_conti
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