Hanno Detto di…Josh T. Pearson – Last Of The Country Gentlemen

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Josh T. Pearson – Last Of The Country Gentlemen – Mute/Self Dist. 15-03-2011

Come chi frequenta questo Blog (anche saltuariamente, vi perdono!) avrà notato, al sottoscritto piace scrivere di musica ma anche ascoltarla, gustarla, scoprirla. Quando posso cerco di essere tra i primi a parlarne (vedi Otis Gibbs e Sean Rowe) ma non mi formalizzo se altri mi indirizzano verso artisti che mi sembrano meritevoli di essere approfonditi.

Questo Josh T. Pearson (e già le immagini sono indicative del personaggio) mi sembra un talento totale: già leader dei Lift To Experience autori di un unico album, The Texas-Jerusalem Crossroads, ad inizio millennio, circondato da un ondata di critiche entusiaste e poi scomparso nell’anonimato per un’intera decade di “lavoro e vita comune” nel nativo Texas, tenta la strada del Second Coming con questo Last Of The Country Gentlemen e a giudicare dal putiferio critico che ha scatenato mi sembra ci stia riuscendo perfettamente. Il disco esce il 15 marzo ma essendo affetto dalla sindrome del San Tommaso, ovvero “Provare per credere”, che più prosaicamente era anche il motto del mobilificio Aiazzone (pubblicità gratuita), dicevo che essendo affetto da quella curiosità insanabile mi sono procurato una copia del disco e non posso che confermare tutto quello di bello che è stato detto su questo disco. Già, ma giustamente vi chiederete cosa diavolo hanno detto di questo disco?

Partiamo da Uncut, 5 stellette e Disco del mese che chiosa: Uomo dei Lift To Experience diventa solista. Desolantemente brillante. Più “nudo e crudo” del compagno di etichetta Nick Cave (di cui utilizza in un paio di brani il violinista Warren Ellis con effetti devastanti, aggiungo io) la sua musica raggiunge livelli di intimità e auto-rivelazione quasi dolorosi con una semplice chitarra accarezzata e dei testi intensissimi quasi borbottati.

Aggiunge il Buscadero (“solo” 3 stellette e mezzo): “Solo sette canzoni, quattro di esse superiori ai dieci minuti di durata, per un disco, lo diciamo subito, di una bellezza e di un’intensità strazianti”. E aggiunge “Immaginatevi lo Springsteen verboso degli esordi e sovrapponetelo a quello dimesso e melanconico di The Ghost Of Tom Joad e potrete iniziare a farvi un’idea.”

Altri (Onda Rock) ribadiscono: “Una confessione solitaria, forse inaudita dai capolavori di Cohen,Songs Of Love And Hate” in particolare, o da “Pink Moon“, smussata solo dal violino di Warren Ellis, unico orpello che Pearson si concede, venendo a patti col proprio ascetismo in nome di un’amicizia cresciuta sul palco, avendo Josh accompagnato i Dirty Three nei loro ultimi tour”.

Mojo, 4 stellette, rincara la dose “Ascoltare e assorbire Last Of The Country Gentlemen è come leggere le note sfrenate di un diario o ascoltare una confessione sul letto di morte tale è il crudo, combattuto sentimento palbabile in ogni sommessa singola nota e in ogni morbido accordo di chitarra.” Mi sentirei di aggiungere che ogni brano è come un lungo flusso di coscienza (stream of consciousness) che mi ricorda la musica dei due Buckley, padre e figlio, Tim e Jeff.

Q, 4 stellette o 8 se preferite, dice che la Musa di Pearsons ha preso fuoco nuovamente mentre l’Evening Standard (sempre 10) così parlò:”Josh T. Pearson è il John Grant di questo anno: un americano barbuto di ritorno dai “margini” della vita con un malinconico capolavoro!”. Drowned in Sound concisamente dichiara, “Veramente un disco magnifico!”, sempre 10 o 5 stellette il voto.

Tenete conto che il voto medio è 8.5 e l’unico che gli ha dato solo 3 stellette ( o 6) è stato il Guardian, con un giudizio comunque positivo che ricorda il già citato comun sentire vocale del Jeff Buckley meno pirotecnico.

Senza andare alla ricerca di tutte le recensioni (anche perché non avrei il tempo di leggerle tutte) mi pare che il consiglio che mi sento di darvi è di presentarvi martedì nel vostro negozio preferito (anche virtuale) e procedere all’acquisto. Le tre canzoni dei Video potrebbero essere le più rappresentative ma in fondo sono tutte e sette molto belle.

Bruno Conti

Hanno Detto di…Josh T. Pearson – Last Of The Country Gentlemenultima modifica: 2011-03-11T18:40:00+01:00da bruno_conti
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