Un Po’ Mi Mancava! Al Di Meola – Pursuit Of Radical Rhapsody

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Al Di Meola – Pursuit Of Radical Rhapsody – Telarc

Toh chi si rivede! Lo dico per me, non per lui, era da un po’ di anni che le nostre strade non si incrociavano: Al Lawrence Di Meola, nativo di Jersey City, New Jersey, negli anni ’70 (e oltre) era stato un frequentatore abituale del mio giradischi e poi lettore CD, quasi come “l’altro” nativo dello stato del Nord America. In quegli anni si ascoltava, giustamente, di tutto e di più (e tempo permettendo mi piace farlo ancora oggi) e la scena musicale era assai movimentata. Erano gli anni delle fusioni tra diversi tipi di musica: nell’ambito jazz tutto nasceva dalla cosiddetta svolta “elettrica” di Miles Davis.

Senza farla troppo lunga molti dei suoi discepoli avevano fondato i loro gruppi, uno dei più validi ed interessanti erano sicuramente i Return To Forever di Chick Corea che nascono come gruppo acustico/elettrico nella versione con Flora Purim e Airto Moreira e diventano tra gli alfieri del jazz-rock con l’ingresso in formazione prima di Bill Connors e poi di Al Di Meola alla chitarra elettrica (e di gruppi fantastici ce n’erano molti in questo ambito, dalla Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin agli 11th Hour di Larry Coryell passando per la svolta strumentale di Jeff Beck). Musicisti, parliamo dei chitarristi in particolare, che univano il jazz con il rock di Hendrix e Santana (e mille altri), la musica latina, il flamenco e qui penso in modo più specifico a Al Di Meola che entra nei Return To Forever (riuniti proprio nel 2009 per un tour e relativo CD e DVD) nel 1974 con lo scintillante Where I have known you before e ci rimane fino al 1976 di Romantic Warrior.

Tre anni intensi che sfociano nel primo album da solista Land Of the Midnight Sun seguito dall’eccellente Elegant Gipsy e dall’altrettanto buono Casino. Nel secondo album c’era la versione di studio di Mediterranean Sundance quello straordinario duetto acustico con Paco Di Lucia che da lì a poco, con l’aggiunta di John Mc Laughlin, nel 1980, avrebbe dato il via all’epocale Friday Night In San Francisco un disco dove le chitarre acustiche raggiungono vette di virtuosismo e creatività fantastiche.

Devo dire che da quando, anche per problemi di salute dovuti al tinnito, “l’italiano” Di Meola ha abbandonato l’elettrica per dedicarsi ad uno stile ibrido che fondeva la world music, il flamenco, qualcosa di classica, un pizzico di new age come aveva fatto molto meglio agli inizi, me le ero un po’ perso per strada. Sarà la pausa di cinque anni dal precedente Diabolic Inventions And Seduction For Solo Guitar (un titolo, un programma), sarà il ritorno alla chitarra elettrica (celebrata nella reunion con i Return To Forever) alternata o spesso in accoppiata con l’acustica, sarà la scelta del materiale, tra brani originali e azzeccate cover, sarà la presenza di alcuni ospiti di prestigio ma questo Pursuit Of radical rhapsody mi sembra il suo disco migliore da lunga pezza.

Dall’apertura con la lunga suite Siberiana dove la chitarra acustica di Di Meola si misura con la fisarmonica di Fausto Beccalossi (sarà parente del mitico Evaristo? temo di no!) fino all’ingresso delle vibrazioni della chitarra elettrica mentre l’ottima ritmica del batterista Peter Kaszas e del contrabassista Victor Miranda unita alle percussioni di Gumbi Ortiz e alla seconda chitarra di Kevin Seddiki (così li abbiamo nominati tutti), tutti questi elementi ricordano i fasti del “primo” Al Di Meola tra tango, flamenco e jazz-rock come ai vecchi tempi. Paramour’s Lullaby è più melodica ma sempre con la chitarra elettrica (finalmente) in primo piano. Mawazine Pt.1 è il primo di due brevi brani ispirati (anche musicalmente) da una partecipazione a un Festival in Marocco, le percussioni sono di Mino Cinelu.

Michelangelo’s 7th Child è un brano dedicato al padre (e indirettamente al nonno napoletano Michelangelo) e fonde musica popolare, con qualche elemento classico fornito dalla sezione archi dello Sturcz String Quartet. Gumbiero è il primo dei brani più jazz latini che vede la partecipazione del grande pianista Gonzalo Rubalcaba e le percussioni di Gumbi Ortiz in grande evidenza. Fireflies è un flamenco tangato (ma esisterà, l’ho sparata lì) mentre Destination Gonzalo è un altro bel duetto latino con Rubalcaba mentre Bona è un pezzo acustico con il quartetto d’archi. Rimangono Radical Rhapsody di nuovo con Rubalcaba e con l’ottimo Peter Erskine che appare anche in altri due brani. Le due cover finali sono due grandi standard Strawberry Fields dei Beatles e Over The Rainbow, in entrambe appare Charlie Haden al contrabbasso a nobilitare le operazioni e il risultato è ottimo.

Bruno Conti

Un Po’ Mi Mancava! Al Di Meola – Pursuit Of Radical Rhapsodyultima modifica: 2011-04-13T18:44:30+02:00da bruno_conti
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