Non C’è’ Niente Da Fare, L’Originale E’ Sempre Meglio! Vargas, Bogert & Appice – VBA

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 Javier Vargas Tim Bogert Carmine Appice- VBA – Roadrunner/Warner CD+DVD 

 Vargas, Bogert & Appice, chissà perché non mi fa lo stesso effetto di Beck, Bogert & Appice? Mah! Sarà perché sono passati quaranta anni dal progetto originale? Sarà perché l’unico disco del trio originale fu una mezza delusione (ma il doppio Live in Giappone era una bomba) e poi a causa del ritardo che i tre ebbero a ritrovarsi abbiamo avuto i Cactus e la seconda versione del Jeff Beck Group con Bobby Tench, Max Middleton e Cozy Powell che non erano male (per usare un eufemismo). Il sodalizio tra Beck e la sezione ritmica dei Vanilla Fudge evidentemente era come il matrimonio tra Renzo e Lucia, “non s’aveva da fare!”.

In ogni caso quel disco sentito oggi è meno peggio di come lo si ricordava: Beck era il solito fulmine di guerra nelle sue ultime escursioni hard in un power trio prima della svolta jazz-rock di Blow By Blow che continua a tutt’oggi (ma ha appena registrato un disco di Blues con Rod Stewart), e Carmine Appice e Tim Bogert erano (e sono) una della sezioni ritmiche più devastanti della storia del rock.

Quindi cosa ci fanno con Javier Vargas e soprattutto chi è costui? La Vargas Blues band ha registrato più di venti album in una carriera iniziata nei primi anni ’90 (ma prima il chitarrista madrileno, che ha vissuto anche in Argentina, Venezuela e Stati Uniti, aveva suonato anche con altri musicisti) e una bella mattina Javier si è svegliato e ha detto “quasi quasi chiamo il mio amico Carmine e gli chiedo di registrare un disco a Las Vegas”. Detto fatto, Appice si è detto d’accordo, il bassista lo porto io e il produttore e proprietario degli Hit Track Studios, tale Tom Parham presenta loro Paul Shortino ex cantante di Rough Cut e Quiet Riot, uhm, doppio uhm! Questa la storia in breve, rimarrebbe da scegliere il materiale: brani nuovi o repertorio blues, ma Vargas propone un disco di cover di classici del rock e quindi tutto è deciso. E a questo punto temo la famosa “tavanata galattica”, ma loro, astutamente, aprono il disco con una versione di Lady che non ha nulla da invidiare all’originale sembra quasi che ci siano gli stessi musicisti dell’originale, basso e batteria pompano come ai tempi d’oro, Vargas è un bel manico e Shortino estrae dal cilindro una voce alla Paul Rodgers. Tutto bene quindi?

Ma manco per niente, il secondo brano Surrender è un vecchio pezzo dei Cheap Trick ma in questa versione sembra una copia peggiorata dei pezzi più brutti del peggior Bryan Adams. Right On una vecchia canzone di Ray Barretto che fonde il suono della slide di Vargas (non male) con fiati e percussioni (soprattutto la batteria di Appice in overdrive) in una sorta di versione riveduta e corretta dei Santana.

Insomma ci siamo capiti è un po’ come l’ultimo di Carlos Santana, qualche brano è buono, altri meno, Parisienne Walkways della coppia Lynott (l’autore) e Moore (il chitarrista) vorrebbe essere un omaggio a due musicisti che non ci sono più, la chitarra di Vargas vibra con passione ma il risultato ricorda una Samba Pa Ti pallida, bravi ma basta? E il feeling? You Keep Me Hanging On nella versione Vanilla Fudge ci sono due che la conoscerebbero piuttosto bene ma il trattamento vocale heavy di Shortino e i fiati aggiunti non c’entrano molto, per cui Carmine Appice può picchiare quanto vuole ma le tastiere programmate di tale Alfonso Perez, quelle no, grazie.

Se dovessi scegliere un brano tra i tanti belli che ha scritto Paul Rodgers non so se andrei a finire su Soul of Love e infatti anche questo brano alla fine suona come un Bryan Adams di seconda mano (una volta era bravo, mi piaceva, l’ho visto una volta agli inizi della sua carriera al Rolling Stone, ci saranno state poco più di cento persone ma fece un gran concerto, fine della digressione) certo con un ottimo chitarrista per non parlare della sezione ritmica.

Almeno Black Night dei Deep Purple la fanno più o meno uguale all’originale per cui non si può sbagliare, o sì, con quel cantante! Alla fine un brano adatto alla voce glielo hanno trovato (forse) It’s A Long Way To The Top (If You Wanna Rock’N’Roll), un pezzo degli AC/DC. E poi con un balzo degno di Bob Beamon si passa a Tonight’s The Night di Rod Stewart (cosa c’entra vi chiederete? Anch’io. No, il batterista nel brano originale era Carmine Appice): e non è neanche male, Shortino la canta bene. Si conclude in gloria con Over my shoulder di Mike and The Mechanics! E’ consentita l’ironia? Allora bisogna complimentarsi perché sono riusciti a superare l’originale che fu una mezza delusione. Mah, cosa aggiungere: nel DVD ci sono i video di due brani e un documentario sul making of.

Bruno Conti

Non C’è’ Niente Da Fare, L’Originale E’ Sempre Meglio! Vargas, Bogert & Appice – VBAultima modifica: 2011-07-14T19:37:54+02:00da bruno_conti
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