Country-Rock “Classico” Dagli Anni ’70, Ma Non Solo! Jonathan Edwards – My Love Will Keep

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Jonathan Edwards – My Love Will Keep – Appleseed Recordings/Ird

Questo CD è quietamente uscito da un mesetto circa e me lo stavo “studiando” da un po’ per parlarne sul Blog. Partiamo dal centro questa volta, non dalla fine o dall’inizio del disco o della storia: il quinto brano si apre con una breve introduzione pianistica, poi entra una sezione di archi e la bella voce di Jonathan Edwards, non avendo letto i titoli dei brani le parole mi ricordavano qualcosa, ma il tempo da ballata romantica lo trasforma completamente, però quando parte il ritornello immortale, anche senza gli yè-yè originali, non si può non riconoscere She Loves You dei Beatles. Altri, Emmylou Harris in testa (grande amica e con cui Edwards ha collaborato in Elite Hotel del 1975), avevano realizzato cover di Lennon-McCartney in stile country con risultati alterni. Questa versione, per il sottoscritto, è una delle migliori cover ascoltate in assoluto del repertorio Beatles, ma per la serie il mondo è bello perché è vario, su All Music (il famoso portale di musica dove però tutti i dischi, anche i più “oscuri”, stranamente sono bellissimi, le tre stellette e mezzo e quattro si sprecano) questo brano non incontra i favori del recensore che lo stronca in modo brutale, salvo poi dare al CD i canonici, e in questo caso meritati, tre punti e mezzo. 

Perché questo disco di Jonathan Edawrds My Love Will Keep ci riconsegna un autore e cantante, a 40 anni esatti dal suo esordio omonimo su Capricorn del 1971 che conteneva la sua unica hit americana Sunshine (ma da un milione di copie e 4° posto nelle classifiche di Billboard), un brano folk-country-pop contro la guerra del Vietnam che avrebbe segnato la sua carriera poi proseguita con una serie di ottimi album tra cui Honky-Tonk Stardust Cowboy, Have A Good Time For Me (entrambi ristampati dalla Collectors’ Choice in CD) e Lucky Day (live), Rockin’ Chair, Sailboat e un altro Live (per questi ha provveduto la Wounded Bird). Tutto questo negli anni ’70, poi nel 1985 un ottimo album bluegrass con i grandi Seldom Scene Blue Ridge e comunque una serie di album (tra cui ancora moltissimi dischi dal vivo, tre addirittura negli anni 2000) che ci portano fino ai giorni nostri e questo album per la Appleseed che profuma di country-rock e bluegrass mescolati insieme come facevano i primi dischi di Eagles, Poco, Dillards, Ozark Mountain Daredevils, Flying Burrito Brothers, insomma le stelle del genere in quegli anni.

Ma torniamo all’inizio. Il disco si apre con Surrounded, un brano dove la lap steel, la mandola e le chitarra di Duke Levine (una vita con Mary-Chapin Carpenter ma una presenza di qualità in una miriade di dischi a partire da questo, bellissimo il break chitarristico nella già citata She Loves You)) si fondono con il basso, il mandolino e la chitarra acustica del titolare del disco, che sfodera anche una voce calda e piacevole che può ricordare un Glenn Frey, un Paul Cotton o un Dan Fogelberg dei tempi d’oro, se unite la seconda voce femminile di Claire Lynch, una delle nuove giovani stelle del bluegrass-country recente, il risultato è musica di grande qualità, arricchita anche dal violino di Mike Barnette. Johnny Blue Horizon, dedicata a John Denver, è anche meglio, sembra saltare fuori dai solchi di uno dei primi due dischi degli Eagles o da From The Inside dei Poco, armonie vocali da sballo, con le voci di Edwards e Claire Lynch a cui si unisce Tom Dean, un break centrale di doppio mandolino con Joe Walsh e Taylor Armerding, e piano, chitarre e tutto l’insieme perfetto per questo tributo. Il brano che dà il titolo a questo album, My Love Will Keep, scritta da Mark Sanders e Adrienne Young è un’altra delizia country-rock dall’andatura saltellante con una pedal steel e il piano che la percorrono, e le armonie vocali fantastiche create questa volta di Edwards e Moondi Klein.

Un salto negli stati del Sud per una Crazy Texas Moon, dove Moondi Klein e la pedal steel di Charlie Rose rimangono ma si unisce anche l’armonica di Edwards per un brano country bluesato che può ricordare certe cose del primo Lyle Lovett. Certo tutta musica datata e derivativa, ma di un gran bello (nei prossimi giorni vi parlerò di un altro disco “nuovo”, “datato” e meraviglioso di tale Jonathan Wilson, bellissimo). Di She Loves You abbiamo detto, How Long è un altro dei pezzi dal vecchio repertorio di Edwards composta negli anni ’70 come l’iniziale Surrounded e mai incisa, questo è un veloce e vivace bluegrass alla Dillards ancora con Claìre Lynch alla seconda voce e una serie di interventi strumentali di violino, mandolino, banjo, armonica e chitarra elettrica che sono molto coinvolgenti.

This Island Earth è un vecchio brano degli anni ’80 di un gruppo che cantava a cappella, bravissimi, si chiamavano Nylons e questa versione di Edwards è molto bella, ricca di effetti di eco sulla voce e con armonie vocali da brividi con la figlia Grace e Philippe Aeglae, una ballata lenta e spirituale di grande impatto sonoro ed emozionale. La fusione tra country e musica celtica è stata tentata con successo molte volte nel passato, questa volta basta il penny whiste di Jonathan (vero polistrumentista) da aggiungere alla miriade di strumentisti che arricchiscono questa delicata Lightkeeper.

John Brannen è un bravissimo cantautore americano tra roots e heartland rock come direbbe la sua voce in Wikipedia, ma in effetti, per me, in questa Tomorrow’s Gonna Come scritta in compagnia di Henry Gross e Tommy Rocco, distilla in modo perfetto lo stile dei primi Eagles di cui è stato anche recente collaboratore, Jonathan Edwards esegue alla perfezione aggiungendo il tocco della sua armonica ad una canzone già bella di suo. Everybody Works In China scritta ancora dal vecchio amico di Edwards, Henry Gross e già incisa con Henry Paul degli Outlaws una ventina di anni fa, aldilà della risonanza che ha acquisito a livello di testo, sembra un brano, di quelli belli, di Jimmy Buffett o James Taylor, con quella sua aria fintamente dimessa e invece ricca di melodia e malinconia.

Altro momento bellissimo è la cover di un brano di un altro dei tanti “Beautiful Losers” che calcano i palcoscenici americani, parlo di Jesse Winchester e la canzone si chiama Freewheeler e quel diavolo di un Jonathan Edwards si inventa anche un ukulele a 8 corde da unire all’immancabile armonica per una versione che si colloca tra canzone d’autore e cowboy song, deliziosa in ogni caso. Per finire in gloria un altro brano stupendo, una epica Sailor’s Prayer dal repertorio di Rod MacDonald con le voci di Claire Lynch e Jonathan Edwards che ancora una volta armonizzano ai limiti della perfezione.

In definitiva se amate country, bluegrass, canzone d’autore, semplicemente la buona musica, con una produzione da major ma il piglio di una etichetta indipendente, questo è un piccolo gioiello di uno dei tanti segreti ben custoditi della musica americana.

Bruno Conti 

Country-Rock “Classico” Dagli Anni ’70, Ma Non Solo! Jonathan Edwards – My Love Will Keepultima modifica: 2011-08-05T18:47:00+02:00da bruno_conti
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