Non Ci Ha Riflettuto Abbastanza! Keb’ Mo’ – The Reflection

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Keb’ Mo’ – The Reflection – Yolabelle-Ryko             

Mah, che dire? Keb’ Mo’ ha iniziato la sua carriera una ventina di anni fa con una serie di album (alcuni recensiti con gioia da chi vi scrive) dove il suono della sua chitarra acustica (e anche elettrica) e una voce ricca di sfumature si ispiravano al Blues quanto al soul per creare una musica ricca di qualità. Nei suoi primi dischi il blues era comunque la fonte primaria, il primo omonimo conteneva anche due brani di Robert Johnson poi utlizzati nella serie televisiva dedicata da Martin Scorsese alla musica del diavolo. Nel secondo, ottimo, Just Like You, apparivano Bonnie Raitt e Jackson Browne e le influenze si allargavano anche alla musica soul (peraltro sempre presente) con la bella voce di Kevin Moore che assumeva anche timbriche melliflue alla Sam Cooke o Otis Redding, un po’ come era stato prima di lui per Robert Cray, e questo disco gli fruttò un Grammy.

Anche il terzo album Rainmaker vinse un Grammy e conteneva anche dei brani già pubblicati ad inizio anni ’80 quando si faceva chiamare ancora Kevin Moore. E così via con The Door e Keep It Simple. Poi Suitcase del 2006 lo riuniva con il produttore del primo album John Porter ancora con ottimi risultati. Prima e dopo erano usciti anche album dal vivo e dischi per bambini.

Poi, improvvisamente, questo The Reflection, il primo per una nuova etichetta, confezione curatissima con libretto ricco di informazioni, testi, i musicisti che suonano nell’album, molti ospiti. Mi riscappa un mah! Tre stellette di stima (che sarebbero un 6 -) si danno ad un album così ed in effetti il primo brano un po’ funky, The Whole Enchilada con la slide di Keb’ Mo’ e la sua voce setosa in evidenza non è una cattiva apertura anche se cominciano i coretti della voci femminili e un sound che potrebbe ricordare il B.B. King degli anni ’70 delle collaborazioni con i Crusaders, quindi volendo non male. Ma già il secondo brano Inside Outside con Reggie McBride al Lead bass! e sintetizzatori e programmazioni a go-go, oltre ai soliti coretti comincia a sfociare in quello smooth jazz & soul molto anni ’80 o nel sound di Stevie Wonder di quegli anni. All The Way potrebbe ricordare certe cose di Earl Klugh con una voce aggiunta o gli Steely Dan più blandi dopo una iniezione calmante. I See Myself In You prosegue in un tripudio di tastiere e ritmi molto smooth jazz, se vi piacciono Jonathan Butler, Kenny G o il Michael McDonald (sempre anni ’80) siamo in quei paraggi. Insomma ci siamo capiti, in Crush On You c’è anche un duetto con India Arie (bellissima voce), senza che il ritmo cambi di una virgola rispetto al brano precedente.

Ma la cover di One Of These Nights per favore no! Già il brano degli Eagles non è movimentatissimo per usare un eufemismo, ma quando parte l’assolo di sax di Dave Koz stavo per cadere sotto il tavolo per un eccesso di zuccheri. Quindi questo sarebbe Blues? E Vince Gill cosa c’entra in tutto ciò nel duetto in My Baby’s Tellin’ Lies? Mistero!

Per dovere ho proseguito fino alla fine beccandomi anche My Shadow con Marcus Miller al basso slappato molto alla Level 42 e Mindi Abair al sax. C’è una piacevole oasi del Keb’ Mo’ vecchio stile in We don’t need it con tanto di dobro e pedal steel e country-soul di qualità. Poi ritorna il drum programming in puro stile fusion di Just Lookin’ di nuovo con coretti e Marcus Miller al basso, e pure Walk Through Fire non apporta grandi variazioni. Poi per farti inc…re in conclusione c’è il gospel rivisitato di Something Within’ con le voci di babbo, mamma e sorella di supporto. Blues poco, ma se vi piacciono fusion e smooth jazz  vi troverete bene.

Bruno Conti

Non Ci Ha Riflettuto Abbastanza! Keb’ Mo’ – The Reflectionultima modifica: 2011-09-10T12:17:09+02:00da bruno_conti
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