Novità Di Novembre Parte I. Florence + The Machine, Christy Moore, Manic Street Preachers, Miranda Lambert, Decemberists, Rolling Stones, John Fahey, Lindsay Buckingham, Eccetera

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Partiamo con le uscite di novembre, considerando la festività del 1° qualcosa potrebbe uscire già oggi 31 ottobre e qualcosa uscirà il 2 novembre. Ricordando che in questi giorni escono le varie edizioni di U2 Achtung Baby, Beach Boys Smile, Jethro Tull Aqualung, il CD di Metallica+Lou Reed già trattate in passato vediamo il resto.

Secondo album per Florence + The Machine, si chiama Ceremonials esce per la Island/Universal e vediamo se confermerà il notevole successo del precedente Lungs e anche le ottime critiche. Non manca la versione Deluxe doppia che per una volta è particolarmente interessante perché alle 12 tracce del disco originale ne aggiunge altre 8: 3 brani nuovi, 2 demo e 3 versioni acustiche.

Non vi so dire che numero sia questo album di Christy Moore ma è sicuramente bello da quello che ho potuto ascoltare in anteprima. Il più grande cantante irlandese (come dite? Van Morrison è irlandese!), Ok, il secondo più grande cantante irlandese conferma la sua vena con questo Folk Tale che esce per la Sony/Bmg britannica (quindi non facilmente reperibile, se non in rete). Prodotto dal suo chitarrista Declan Sinnott contiene 11 nuovi e vecchi brani (in nuove versioni).C’è anche un quartetto d’archi nella title-track di cui forse non si sentiva il bisogno. Naturalmente appena ce l’ho, recensione!

Ormai anche gli artisti “seri” si sono fatti furbi. I Manic Street Preachers una antologia, Forever Delayed, l’avevano già pubblicata nel 2002 e allora perché non fare una bella raccolta dei singoli, magari doppia? E quindi vai con National Teasures un doppio CD per la Columbia con i 37 brani dei singoli più un inedito. Si fa per dire visto che si tratta di una cover di un vecchio brano del 1983 dei The The, This Is The Day (in ogni caso una bella canzone). C’è l’immancabile Deluxe version tripla con un DVD con i video dei brani e una Super Deluxe version con la riproduzione dei 7 pollici originali.

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Come vi dicevo non molto tempo fa parlando delle Pistol Annies, Miranda Lambert è una delle migliori cantanti country in circolazione attualmente, con la giusta dose di rock nella sua musica, questo Four The Record esce per la Sony Nashville. Potrei dirvi che è la moglie di Blake Shelton, altro famoso cantante country, ma ve ne può fregare qualcosa? Forse è più interessante ricordare che c’è la solita versione CD+DVD con un brano in più. E nonostante il titolo non è il quarto ma il quinto album per la Lambert. Fregati!

The King Is Dead dei Decemberists è stato uno dei dischi migliori del 2011 e quindi me lo devo ricordare per le liste di fine anno. Questo Long Live The King è un compendio, un EP, un mini album se preferite, con 6 brani, tutte cover, registrate nello stesso periodo dell’album. Produce sempre Tucker Martine, il sound è più acustico ma non sempre, spicca una cover di Row Jimmy, brano non conosciutissimo dei Grateful Dead e anche gli altri brani non sono famosissimi.

Quel doppio DVD dei Rolling Stones All 6 Ed Sullivan Shows, per il momento esce solo per il mercato americano (e costa piuttosto caro), etichetta SOFA Entertainment, durata 312 minuti, ma, come era stato per il suo equivalente relativo ai Beatles, si tratta delle sei trasmissioni complete dello Show di Ed Sullivan dove erano apparsi gli Stones. Brani già apparsi nei vari DVD dedicati allo spettacolo televisivo americano magari non tutti insieme (e recentemente era uscito anche un All 4 Ed Sullivan Shows). Se volete decidere, questa è la lista completa delle trasmissioni, i brani degli Stones, se non ho fatto male i conti sono 17 (però ci sono anche i Muppets e Topo Gigio, quindi Mellencamp non avrebbe poi dovuto prendersela troppo per gli orsi da Pippo Baudo!):

DVD One

 

The Ed Sullivan Show

October 25, 1964

Opening

London Lee – Comedian

Itzhak Perlman – Wieniawski’s “Concerto #2 in D Minor”

Stiller and Meara – Comedy Routine

Peg Leg Bates – Tap Dancer

Laurence Harvey – “Charge of the Light Brigade”

The Rolling Stones – “Around and Around”

The Kim Sisters – “Joshua Fit the Battle of Jericho”

The Berosinis – Acrobats

Phyllis Diller – Comedienne

The Rolling Stones – “Time Is On My Side”

 

The Ed Sullivan Show

May 2, 1965

 

Opening

The Rolling Stones – “The Last Time”

Topo Gigio – Topo falls in love

Morecambe and Wise – Comedy Sketch

Leslie Uggams – “My Melancholy Baby”

Gitta Morelly – Balancing Act

Dusty Springfield – “I Only Want to Be With You”

The Rolling Stones – “Little Red Rooster”

The Rolling Stones – “Everybody Needs Somebody to Love”

Tom Jones – “Watcha Gonna Do When Your Baby Leaves You”

Totie Fields – Comedienne

The Half Brothers – Jugglers

The Rolling Stones – “2120 South Michigan Avenue” under credits

 

The Ed Sullivan Show

February 13, 1966

 

Opening

The Rolling Stones – “(I Can’t Get No) Satisfaction”

Señor Wences – Ventriloquist

Les Olympiades – Adagio Act

Eddie Schaeffer – Comedian

Hal Holbrook – Lincoln’s Second Inaugural Speech

Romanian Folk Ballet – Traditional Music and Dance

The Rolling Stones – “As Tears Go By”

The Rolling Stones – “19th Nervous Breakdown”

Sandy Baron – Comedian

 

DVD Two

 

The Ed Sullivan Show

September 11, 1966

Opening

The Rolling Stones – “Paint It, Black”

The Muppets – Rock `n’ Roll Routine

Franco Corelli and Renata Tebaldi – “Vicino a te” from Andrea Chénier

Louis Armstrong – “Cabaret”

Joan Rivers – Comedienne

Robert Goulet – “Once I Had a Heart”

Red Skelton – Comedian

The Rolling Stones – “Lady Jane”

The Rolling Stones – “Have You Seen Your Mother, Baby, Standing in the Shadow?”

 

The Ed Sullivan Show

January 15, 1967

Opening

Michael Bennett Dancers – Clog Dance

Flip Wilson – Comedian

Petula Clark – “Elusive Butterfly”

Petula Clark – “Color My World”

Monroe – Acrobat

The Muppets – Vaporous Pool Routine

Sisters ’67 – “Kumbaya”

Alan King – Comedian

The Rolling Stones – “Ruby Tuesday”

The Rolling Stones – “Let’s Spend Some Time Together”

 

The Ed Sullivan Show

November 23, 1969

Opening The Rolling Stones – “Gimme Shelter”

Rodney Dangerfield – Comedian

Topo Gigio – Football Routine

Ella Fitzgerald – “You Better Love Me”

Ella Fitzgerald – “Open Your Window”

Hawthorne Tiger & Horses – Animal Act

Lucho Navarro – Comedian

Robert Klein – Comedian

The Rolling Stones – “Love In Vain”

The Rolling Stones – “Honky Tonk Women”

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Escono anche molti altri DVD musicali in questa settimana. A partire dal doppio Songs From The Small Machine Live in L.A. di Lindsay Buckingham registrato questo aprile durante il tour promozionale per l’ultimo album The Seeds We Sow. 6 brani acustici e alcuni con la sua band, anche materiale dei Fleewood Mac che dovrebbero riunirsi nel 2012. Etichetta Eagle Vision/Edel, c’è anche il BluRay.

Karine Polwart è una brava cantante folk scozzese, se ne parlava anche nel corso della chiacchierata con Donald and Jen MacNeill che mi dicevano che partecipa spesso anche loro piccolo Festival di Colonsay ( e non avevano lo stesso accento se no non avrei capito un tubo). Questo Here’s Where Tomorrow Starts esce per la Proper e sono brani registrati con il suo trio quindi non completamente in solitaria, come potete vedere nel video.

Ennesimo DVD per i Placebo, si chiama We Come In Pieces esce sempre la Eagle Vision anche in versione Deluxe doppia per un totale di 179 minuti. Oltre al concerto alla Brixton Academy registrato nel settembre 2010 nel corso del tour mondiale per Battle For The Sun al quale sono stati aggiunti effetti digitali speciali, il secondo DVD contiene un documentario di un’ora Coming Up For The Air e un breve film Trigger Happy Ends + vari brani bonus registrati in giro per il mondo negli extra del primo DVD.

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Questi due “strani” DVD che escono entrambi per la Blast First Petite sono entrambi interessantissimi: si chiamano rispettivamente 1978 Live TV Concert quello di John Fahey e 1979 Live TV Concert quello di Kevin Coyne (sentite che voce!) e sono stati registrati nel corso di trasmissioni “minori” del famoso Rockpalast. Minori non per la qualità degli interpreti ma per la diffusione di questi filmati.

A parte la reperibilità che non dovrebbe essere massima il prezzo dovrebbe essere molto buono e si tratta, ovviamente, di concerti acustici. John Fahey completamente da solo e Kevin Coyne accompagnato in alcuni brani da Zoot Money al piano. Direi che il termine artista di culto e anche “iconoclasta” si applica perfettamente a tutti e due. Una bella sorpresa dopo il megaboxone di John Fahey. Visto, è veramente bello, non so quando avrò il tempo per sentirlo ed eventualmente recensirlo quindi non faccio inutili promesse, ma…

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Si avvicina il periodo Natalizio e quindi si intensificano le uscite cosiddette stagionali che in America sono già in corso da agosto. Un paio di titoli interessanti.

Dopo 50 anni di onorata carriera Carole King pubblica per la Hear Music/Concord/Universal A Holiday Carole il suo primo disco natalizio. Prodotto dalla figlia Louise Goffin la nostra amica Carole ha scritto anche 3 brani appositamente per l’occasione da affiancare ai classici mentre A Very She And Him Christmas vede la coppia Zooey Deschanel e M. Ward cimentarsi con il repertorio di Carpenters, Beach Boys, Presley e molti altri con il loro classico jingle-jangle sound molto piacevole e sixties, ma anche brani acustici. Etichetta Merge Records.

Direi che per oggi può bastare! A proposito, lo so che con tutti i filmati, le immagini e le lunghezze dei Post spesso le pagine sono pesanti da caricare ma pare che chi legge il Blog preferisca così, al limite potenziate il vostro PC. Il 2 novembre sono due anni dall’inizio di questo Blog e non ho intenzione di smettere visto che le visite hanno superato le 250.000  e le pagine visitate il mezzo milione in questi due anni (lo vedo dalle statistiche). Quindi grazie e si prosegue!

Bruno Conti

La Strana Coppia Funziona? Lou Reed & Metallica – Lulu

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Lou Reed & Metallica – Lulu – 2CD Mercury/Vertigo/Universal

Quando nel mese di giugno hanno iniziato ad apparire le prime notizie relative a questa collaborazione fra Lou Reed e i Metallica anche il sottoscritto era tra gli scettici, no direi più perplesso. Cosa ne poteva uscire da questa strana accoppiata? C’è da dire che l’idea era già stata testata nel corso del concerto del 25° Anniversario della Rock & Roll Hall Of Fame quando i Metallica avevano accompagnato come house band di quel segmento anche Reed. E tutto era andato bene tanto da mettere la classica pulce nell’orecchio al buon Lou. Metal Machine Music l’ho già fatto, il passo successivo potrebbe essere l’incontro con l’heavy metal dei Metallica!

Quindi parte l’approccio. Io avrei pronti dei brani ispirati alla Lulu di Wedekind, vi potrebbe interessare di collaborare alla stesura delle canzoni? Ovviamente alla pari e con il vostro sound, perché io voglio i Metallica per quello che sono e per come suonano, non che si adattino a me! Più o meno.

Poi da lì, mistero assoluto. Un paio di settimane fa quando ho inizato ad ascoltare questo doppio CD ho avuto l’idea di sentirlo con le cuffiette, che è il modo in cui lo ascolterà molto del pubblico più giovane, quello non degli appassionati tradizionali. E i primi ascolti non mi hanno convinto: mi sono ritrovato scaraventato in fucina (soprattutto nel primo CD), con mastro Lou Reed e i suoi aiutanti fabbri (non apprendisti) Metallica che picchiavano appunto come degli adepti dell’arte metallurgica in modo quasi doloroso, no meglio fastidioso, nelle orecchie.

Poi ho deciso per l’ascolto con l’impianto stereo, volume a manetta ma non troppo e le cose cominciano a prendere un senso.

Il tutto parte preceduto da una sorta di ingannevole “quiete prima della tempesta”, con una chitarra acustica che accompagna Lou Reed che declama in Brandeburg Gate: ” I would cut my legs and tits off/When I think of Boris Karloff and Kinski/In The Dark Of The Moon…” e poi il trash metal (preferite Hard Rock?) prende possesso del suono e nasce questa strana accoppiata tra la band di Kirk Hammett che raramente si lascia andare in assoli ma lavora molto su riff e sonorità cattive, come nella successiva, apocalittica The View, che è anche il cosidetto singolo dell’album.

Pumping Blood si apre con una viola, un omaggio ai vecchi Velvet Underground? Hammett e Hetfield si saranno detti, hey stiamo lavorando con Lou Reed, quello di Venus in Furs, ma poi riprendono subito a picchiare come degli ossessi nei successivi sei minuiti, anche se con misura, quello che consente il genere e il loro stile. Mistress Dead con un ingannevole organo ad inizio brano è un’altra cavalcata durissima, con un signore di 69 anni che mentre declama, accompagnato da una locomotiva trash che va a tutta velocità, ci narra di essere una ragazzina sottomessa in attesa di essere picchiata con testi visionari (neanche troppo) ma il senso è quello. Ho letto dei commenti in rete, in generale non sul brano in particolare, di fans metallari che si chiedono cosa ci fanno i Metallica con un “vecchio” di quasi 70 anni che parla! A parte il fatto che anche i nostri amici californiani ormai di anni ne hanno quasi 50, ma saranno fatti loro. E comunque nel finale di Mistress Dead il tempo accelera, accelera e poi accelera ancora. Quindi se vi piace solo Lou Reed non leggete recensioni su riviste, Blog o video metal perchè in questo caso il disco non lo comprerete mai!

Iced Honey rallenta un attimo e il riff ricorda molto quello di Sweet Jane, ovvero sembrano i Metallica che suonano la musica di Lou Reed e non Lou Reed che canta accompagnato dalla musica dei Metallica che non è la stessa cosa. Cheat On me inizia come un brano di Eno, o meglio come una canzone di Fripp & Eno, visto che ci sono quelle chitarre trattate alla King Crimson, immagino anche la solista di Lou che parteciperà allo svolgimento di questo come degli altri brani e i primi tre minuti strumentali danno il via poi ad uno dei classici lenti sofferti tipici dell’artista newyorkese, forse un po’ ripetitivo per oltre 11 minuti. con Reed e presumo Hetfield che si scambiano un continuo “why do I cheat on me” sul ritmo che incalza. Fine del primo disco, quaranta minuti, 6 brani.

Secondo disco, quarantasette minuti, 4 brani, di cui uno di oltre 19 minuti. Un disco che esige l’attenzione dell’ascoltatore e si apre con Frustration un mid-tempo abbastanza violento, vario nei ritmi di batteria di Ulrich e riffato, dove Reed si chiede e chiede ” I want so much to hurt you/ I want you to be my wife”. Se vogliamo fare una citazione colta non dimentichiamo che il tutto prende lo spunto dalle opere letterarie di Franz Wedekind uno scrittore tedesco che inventò il mito di Lulu poi messo in musica anche dal compositore Alban Berg e quindi stiamo parlando di cose serie.

Dopo quasi un’oretta torna una chitarra acustica per Little Dog, un brano che temo, dal testo, non parli di “cagnolini”, comunque per l’occasione Lou Reed sfodera il suo famoso parlar/cantando per un brano dove nei suoi sette minuti, succede poco, musicalmente parlando, con elettriche che ululano in sottofondo. Per darvi un altro assaggio dei testi (che poi trovate nelle varie edizioni di questa Lulu), Dragon così recita “The hair on your shoulders / The smell of your armpit / the state of your vulva and everything on it” e si parte con un’altra cavalcata di oltre 11 minuti che parte lenta e recitata e poi trova un altro riff vincente in crescendo e ci lavora sopra a livello musicale con le chitarre libere di impazzare in una delle rare occasioni.

L’ultimo brano è la “famosa” Junior Dad, 19:28 minuti di musica, con una coda strumentale in diminuendo e fading di quasi 7 minuti, francamente inutile ma con una prima parte quasi tibetana nel suo mantra e poi un brano lento e dal suono accattivante che ti culla con le sue dolci melodie (avete letto giusto, Lou Reed + Metallica fanno questo effetto, ma solo in questo brano).

Giudizio finale: mah, mi piace ma non mi entusiasma, non è Rock’n’Roll Animal part 2 ma non è nemmeno quella palla tremenda che erano stati alcuni degli ultimi dischi sperimentali di Lou Reed. E’ lungo e quindi richiede molta concentrazione e nello stesso tempo è spesso violento nei suoni e quindi da prendere in piccole dosi, magari non ripetute a breve distanza come ho fatto io, per apprezzarlo meglio. Comunque promosso, non è un capolavoro, non è indispensabile, ma il giovane è bravo e si applica, potrebbe anche diventare famoso, ma non venderà mai molti dischi! Devo averla già sentita questa storia.

Bruno Conti

Duane Allman 20/11/1946 – 29/10/1971 Uno Dei Più Grandi Chitarristi della Storia Del Rock

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Howard Duane Allman nato a Nashville, Tennesse il 20 novembre del 1946 e morto a Macon, Georgia il 29 ottobre del 1971 in un incidente con la sua Harley Davidson, 40 anni fa, quando non aveva ancora 25 anni, è stato uno dei più grandi chitarristi della storia del rock, soprattutto con la slide, ma anche elettrico ed acustico, eppure ho come l’impressione che in questi giorni pochi lo ricorderanno anche se gli appassionati non lo dimenticano visto che la “sua creatura”, l’Allman Brothers Band continua a tutt’oggi la sua attività.

Skydog (era il suo soprannome) nel 2003 è stato inserito al 2° posto nella classifica dei più grandi 100 chitarristi di tutti i tempi stilata dalla rivista Rolling Stone, davanti a lui solo Jimi Hendrix. Eppure la sua carriera è stata brevissima, poco più di 3 anni a livello professionale di cui solo uno con grande successo.

Ascoltando quello che narrano le leggende apocrife il suo approccio al bottleneck, alla slide, che l’avrebbe reso celebre, nacque, secondo la versione del fratello Gregg Allman, dal regalo dell’album per il 22° compleanno e dal successivo ripetuto ascolto del primo disco di Taj Mahal dove suonava Ry Cooder (ma nell’album la chitarra solista era Jesse Ed Davis e la slide la suonava anche Taj Mahal), oppure secondo la versione dello stesso Duane Allman in una intervista radiofonica dei tempi dal fatto di avere visto Cooder in concerto e di essere rimasto impressionato dalla sua tecnica tanto da chiudersi in una stanza con un collo di bottiglia per tre settimane e quando ne riemerse era quel meraviglioso chitarrista che tutti (?!?) conosciamo.

Probabilmente la verità è l’insieme delle due storie, sta di fatto che nello stesso 1968 Duane Allman viene chiamato a suonare nella stupenda versione di Hey Jude cantata da Wilson Pickett e quel breve break chitarristico lo fa conoscere a tutti gli addetti ai lavori, musicisti, cantanti, produttori, discografici.

Da lì in avanti è un tripudio di collaborazioni: suona in tre dischi di Aretha Franklin, con King Curtis, Clarence Carter, Arthur Conley, in Southern Fried di John Hammond, Mourning In The Morning di Otis Rush, Two Jews Blues di Barry Goldberg, il bellissimo Ton Ton Macoute di Johnny Jenkins e soprattutto nell’omonimo esordio di Boz Scaggs dove nel brano Loan Me A Dime, uno slow blues fantastico esegue un assolo di chitarra fenomenale, forse il migliore della sua carriera in un disco di studio (dal vivo è un’altra storia).

Molto di questo materiale (e tanto altro, comprese le origini degli Allman, ovvero Allman Joys, Hour Glass e 31st of February) lo trovate in due meravigliose antologie pubblicate dalla Capricorn (e ristampate a più riprese, giustamente) intitolate Duane Allman:An Anthology e Duane Allman: An Anthology Vol.2, ricche di meraviglie, e molto materiale si trova anche nel box quadruplo dell’Allman Brothers Band Dreams.

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L’Allman Brothers Band nasce nel 1969 con tre leader, Duane,il fratello Gregg Allman alla voce e all’organo (anche se molti non sanno che l’organista originale della formazione doveva essere Reese Wynans che rispunterà molti anni dopo nella band di Stevie Ray Vaughan), la seconda chitarra solista di Dickey Betts che li renderà forse non il primo ma sicuramente il più grande gruppo nella storia del rock con due chitarre soliste di quel livello (la Butterfield Blues Band con Bloomfield e Bishop era già in circolazione e lo stesso gruppo di Taj Mahal aveva due chitarristi formidabili), con l’interscambio delle due chitarre che dal vivo raggiungerà livelli quasi telepatici mai più raggiunti da nessuno in seguito.

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I due album di studio, Allman Brothers Band e idlewild South, sono molto buoni ma solo delle pallide imitazioni di quello che erano i loro concerti dal vivo, immortalati nel grandissimo At Fillmore East poi ampliato nel boxettino CD dei Fillmore Concerts.

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Nel 1970 Duane Allman partecipa anche alle registrazioni di Layla di Derek and The Dominos ovvero il disco di uno dei suoi grandi idoli Eric Clapton (l’altro grande chitarrista bianco per Duane era Robbie Robertson). E anche qui le leggende si sono sprecate su chi e cosa avrebbe suonato in quel disco, sostenenendo che la gran parte degli assoli del doppio album furono suonati da Duane Allman, ma anche in quel caso molto fa parte delle cosiddette leggende metropolitane, perché, leggendo le liste dei brani e degli strumentisti presenti in una serie di fogli acclusi alla versione tripla in cofanetto di Layla (quella per il 20° anniversario), si desume che molti degli assoli, anche alcuni con la slide, attribuiti a Duane Allman in effetti erano suonati da Clapton, questo senza nulla togliere al valore dell’ospite.

Tra il 1970 e il 1971 Allman avrebbe suonato ancora in questa sua vorticosa attività di richiestissimo sessionman con Ronnie Hawkins, Laura Nyro, Lulu, in vari dischi di Delaney and Bonnie e ancora con Herbie Mann, Sam Samudio e un altro southern group della Capricorn, i Cowboy.

Dopo la sua morte sarebbe stato pubblicato postumo il doppio Eat A Peach con gli ultimi tre brani registrati in studio e una serie di brani in concerto tratti sempre dai concerti al Fillmore e nel corso degli anni altri dischi con concerti inediti come Live At Ludlow Garage:1970 e Live At the Atlanta Pop Festival July 1970 e molti altri più o meno ufficiali.

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La leggenda continua e oggi ricorre il 40° anniversario della sua morte, “Gone but not forgotten”.

E scusate se mi sono dilungato. Nel corpo del Post, come le figurine, ho inserito un po’ delle copertine degli album che varrebbe (anzi sarebbe obbligo) avere! E qualche video, tanto per gradire.

Bruno Conti

Un Altro Texano Doc! Nathan Hamilton – Beauty Wit And Speed

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Nathan Hamilton – Beauty Wit and Speed – Nathan Hamilton 2011

Confesso subito di avere un debole per Nathan Hamilton, per il suo modo semplice di intendere la figura del cantautore, per le sue canzoni così emozionanti, per il suo stile diretto e personale. Alcuni suoi lavori sono nella lista dei miei dischi preferiti da sempre e comunque, l’esordio di Tuscola del 1999 è in assoluto il CD a cui sono più legato, sia per la struttura musicale dell’opera in questione, sia per le sue influenze musicali da ricercare in alcuni songwriters texani. Nathan nato e cresciuto ad Abilene in Texas, attualmente vive e risiede da 15 anni ad Austin, e nel tempo ha pubblicato 5 album da solista oltre al menzionato Tuscola, All for love and wages del 2002, Live at Floore’s Country Store del 2003, Six black birds del 2007, e Receive del 2008 di difficile reperibilità, e 2 in qualità di membro della Good Medicine Band.

L’album co-prodotto con l’ingegnere del suono Britton Beisenherz, è stato registrato negli studi Ramble Creek di Austin, e si avvale di meravigliosi musicisti come Kevin Russell  dei Gourds al mandolino, Jeff Lofton alla tromba, Greg Vanderpool alle chitarre, Amy Cook al controcanto, e altri “turnisti” di valore. Se il clima prettamente cantautorale del suo promettente debutto aveva svelato un autore sensibile, il nuovo lavoro Beauty Wit & Speed a distanza di anni sembra ripartire da quelle salde basi con un suono notevolmente elettrificato, con ballate epiche e passionali.

L’apertura è affidata ad una pianistica A red thread runs, brano strumentale molto delicato, cui fa seguito una ballata Through ether and time con uno stupendo cantato in versione John Hiatt e In all that we might find, altro brano di spessore con il mandolino “pizzicato” di Russell e la voce delicata al controcanto della bella Amy Cook. Un suono “desertico” introduce Fire to Metal con una ritmica saltellante, impreziosita dal suono delle chitarre. Si ritorna ad una ballata intimista Rust of Age, con il piano di Nathan e la tromba di Lofton a disegnare un tessuto sonoro di rara bellezza. Si cambia decisamente ritmo con una The heart that aches to open vagamente “pettyana”, dove tutta la band si esprime al meglio per un brano che eseguito dal vivo troverà una sua dimensione ottimale. Detto questo, non si può ignorare il fascino “fuorilegge” di Until we both believe, ballata country-rock dal passo sciolto che mette in risalto lo stile romantico di Hamilton. Un accordo di chitarra introduce Our Roadside Prayers, ennesima traccia ballad oriented dalla melodia solare, che sembra uscita dall’ultimo bellissimo lavoro di Ryan Adams Ashes & Fire, cui fa seguito la “perla” del CD, una The days of Caution cantata in coppia con Amy Cook, che parte in versione sognante, per finire con un crescendo micidiale per l’intensità del suono che si dilata nella parte finale, una canzone considerata dal vostro umile recensore tra le più belle dell’anno. Chiude il disco A prism of Grace una composizione soffice e quasi acustica, seguito da un altro brano strumentale To the days Reprise per chiudere degnamente il cerchio di un disco splendido.

Se amate i songwriters texani, non perdetevi questa proposta di Nathan Hamilton, sperando che il tempo renda giustizia a questo cantore di una America perduta, dove ogni sua canzone colpisce l’immaginario dell’ascoltatore con ballate languide tra musica e poesia che, rimandano alle infinite praterie della sua terra. Grande disco Nathan. !!!

Tino Montanari

Bruce Springsteen – Un Altro Disco “Ufficioso” Si Aggiunge Alla Collezione: Bound For Glory

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Bruce Springsteen – Bound For Glory – Left Field Media – 07-11-2011

Un altro CD si aggiunge alla serie di titoli pubblicati dalla Left Field Media dopo i titoli dedicati a Bonnie Raitt, Jackson Browne, K.D. Lang, R.E.M., Patti Smith, Bob Dylan Studs Terkel’s, Tom Waits, Grateful Dead, lo stesso Bruce Springsteen con Live A The Main Point 1975 e vari altri.

Tutti dischi che per mancanza di un termine migliore definiremo “ufficiosi”, la maggior parte sono tratti da broadcasts radiofonici e molti avevano già visto la luce come bootlegs. Le registrazioni sono quasi sempre di buona o ottima qualità e sono soprattutto i contenuti a fare la gioia dei fans.

Questo titolo di Bruce Springsteen in particolare, Bound For Glory, come riporta la copertina, risale addirittura alla preistoria del Boss e riporta due spettacoli radiofonici registrati nel 1973, prima di arrivare alla grande fama.

Il primo, registrato alla WBCN-FM di Boston, Ma il 9 gennaio del 1973, quindi prima dell’uscita di Greetings From Asbury Park, vede Springsteen affiancato da tre futuri E-Streeters e la lista dei brani è la seguente:

SATIN DOLL (1.17) / BISHOP DANCED (3.27) / WILD BILLY’S CIRCUS STORY (5.02) / SONG FOR ORPHANS (7.30) / DOES THIS BUS STOP AT 82ND STREET? (5.32) / BLINDED BY THE LIGHT (4.50)

Questo concerto era uscito in CD come allegato ad un numero di Follow That Dream la fanzine italiana dedicata a Bruce e pubblicato dalla Great Dane e poi in seguito dalla Flamingo Records con il titolo Bound For Glory nel 1992. Ovviamente come bootlegs, ma allora si poteva, erano legali o quasi.

Il secondo spettacolo radiofonico viene dalla WMMR-FM di Philadelphia, PA, Bryn Mawr 24 aprile 1973, due show registrati al Main Point, già teatro dell’ottimo doppio live del 1975. Qui c’è la band di allora al completo (e prima gli Aztec Two-Step), anche Vini Lopez alla batteria e i brani sono questi:

Early (1st) Show: NEW YORK SONG (5.14) / WILD BILLY’S CIRCUS STORY (4.58) / SPIRIT IN THE NIGHT (5.02) / DOES THIS BUS STOP AT 82ND STREET? (4.30) / SANTA ANA (5.12) / TOKYO (7.03) / THUNDERCRACK (13.23)              

Anche questo era uscito come Bootleg per la Great Dane come Thundercrack (e con altri titoli per altre case). Lo dico per la serie uomo avvisato mezzo salvato ma so che tutti i fans di Bruce in astinenza da prodotto probabilmente se lo ricompreranno comunque e la qualità sia tecnica che come documenti dell’epoca che fu è in ogni caso notevole (in Hey Santa Ana appare anche un flautino che non ti aspetti). E molti nuovi fans che si sono aggiunti negli ultimi venti anni ne ignoravano l’esistenza!

In precedenza ricordo che avevano circolato anche come vinile ma non ricordo assolutamente i titoli.

Una postilla: in entrambi i concerti appare “Big Man” Clarence Clemons e nella registrazione del primo spettacolo radio (senza pubblico) un Bruce in particolare forma lo definisce “il suo fratello biologico”. Che nostalgia!

Buona ricerca, esce il 7 novembre. Della stessa casa, il 14 novembre è in uscita anche un Back In The Motherland di Leonard Cohen con il Broadcast di Toronto del 1988, quindi occhio.

Bruno Conti

Ogni Tanto Scappano! The Pirates – Shakin’ With The Devil – The Best Of The Pirates

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The Pirates – Shakin’ With The Devil – The Best Of The Pirates – Salvo Records 2 CD

Questo doppio CD, per essere sinceri, è già uscito da circa un mese sul mercato inglese ma mi era sfuggito. Si tratta dell’opera omnia di questo trio inglese nella loro seconda incarnazione in piena era punk tra il 1977 e il 1979. Perché ve ne parlo? Perché si tratta di uno dei gruppi più seminali e importanti del rock inglese delle origini. Già sulle scene dalla fine degli anni ’50 come Johnny Kidd and The Pirates sono stati il primo vero gruppo rock’n’roll della musica britannica, non alla camomilla (pur se bravi) come Cliff Richard con gli Shadows, la loro Shakin’ All Over al n.1 delle classifiche UK dei singoli nel 1960 e il loro sound è stato il prototipo di quello degli Who, degli Zeppelin e di molti altri gruppi che avrebbero rivisitato il loro power trio con cantante negli anni a venire.

Ma la versione rinata nel 1976 con Mick Green, Frank Farley e Johnny Spence di nuovo insieme dopo la lunga pausa dallo scioglimento del 1976 è stata ancora più micidiale. Autori di tre album notevoli tra il 1977 e il 1979, Out Of The Their Skulls, Skull Wars e Happy Birthday Rock’n’Roll sono stati gli antesignani di quella rinascita del R&R che poi sarebbe diventato roots e quant’altro che si può fare risalire ai primi Blasters. Nei 2 CD si trovano tutti gli album completi pubblicati all’epoca, singoli rari lato A&B, promo radiofonici e sette brani inediti. Il tutto rimasterizzato ad arte dalle matrici originali, in una bella confezione digipack con libretto di 32 pagine e a un prezzo super speciale.

Se amate il rock (and roll) puro e non adulterato non lasciatevelo sfuggire perché potrebbero stupirivi e Mick Green è stato uno dei migliori chitarristi della musica inglese di quegli anni. Per avere un’idea potrebbero essere un incrocio tra i primi Who e i Dr.Feelgood più ingrifati. Nel 2008 era uscito anche un altro doppio, Shakin’ At The Beeb, BBC Sessions 1976-1978 con tutte le registrazioni per la radio inglese!

Bruno Conti

Dagli Archivi: Deep Purple BBC Sessions 1968-1970

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Deep Purple – The BBC Sessions 1968-1970 – Emi Catalogie 2CD o 2 Vinili+2CD

I fans sfegatati dei Deep Purple sapranno già tutto ,considerando che questo doppio CD è “in lavorazione” da parecchi mesi per non dire anni, ma per il semplice appassionato di musica rock si tratta senza dubbio di una uscita interessante. Nei negozi inglesi (virtuali e non) dal 31 ottobre e in Italia dall’8 novembre questo The BBC Sessions raccoglierà 27 brani registrati dalle versioni Mark I & II dei Deep Purple e, soprattutto nel primo CD ci saranno molti brani inediti mai pubblicati a livello ufficiale, se volete verificare:

CD 1

Top Gear June 1968
1. Hush (vsn one) (4.01)
2. One More Rainy Day (2.52)
3. Help (5.21)

Dave Symonds Show July 1968
4. And The Address (2.06)

Top Gear February 1969
5. Hey Bop A Re Bop (3.31)
6. Emmaretta (3.07)
7. Wring That Neck (4.42)
8. Brian Matthew interviews Rod Evans (1.27)
9. Hey Joe (4.02)
10.It’s All Over (4.14)

Sounds Like Tony Brandon Show July 1969
11. The Painter (vsn one) (2.18) 
12. Lalena (3.32)

Chris Grant’s Tasty Pop Sundae July 1969
13.The Painter (vsn two) (2.38)
14.I’m So Glad (3.12)
15.Hush (vsn four) (2.28)

CD 2

Symonds On Sunday August 1969
1. Ricochet (3.07)
2. Bird Has Flown (3.04)

Stuart Henry Noise At Nine November 1969
3. Speed King (3.25)
4. Jam Stew (aka John Stew) (3.56)

Mike Harding’s Sounds Of The Seventies April 1970
5. Hard Lovin’ Man (4.13)
6. Bloodsucker (3.17)
7. Living Wreck (vsn two) (2.57)

Transcription Service September 1969
8. Brian Matthew interviews Jon Lord/Black Night (1.35)
9. Black Night (3.28)
10.Grabsplatter (4.32)
11.Into The Fire (3.48)
12.Child In Time (10.48)

Sette brani del primo CD non hanno mai visto la luce del sole in dischi ufficiali (e quattro nemmeno su bootleg) e la qualità sonora dopo la ulteriore recente rimasterizzazione agli studi di Abbey Road è eccellente, mentre le restanti tracce erano state aggiunte alle ristampe pubblicate nel 2000 dei primi 3 album.

I brani del secondo CD (quelli della formazione Mark II con Glover e Gillan) viceversa erano già apparsi tutti nel cofanetto di 6CD Listen Learn Read On pubblicato nel 2002 anche se la qualità sonora è ulteriormente migliorata.

Considerando che quel box non so in quante discoteche di chi legge si possa trovare e alla luce dei sette inediti del primo CD mi sentirei di consigliare l’acquisto di questo doppio anche all’appassionato della buona musica hard rock dei tempi d’oro, non tralasciando che il tutto dovrebbe costare come un singolo album.

La versione quadrupla è tutta un’altra storia e per due vinili (più gli stessi CD che trovate a parte) il prezzo richiesto, tra gli 80 e i 100 euro francamente mi sembra eccessivo ma non vorrei fare “il frocio con il c..o degli altri” come ebbe dire con molta finezza il noto uomo di affari Stefano Ricucci in un non lontano passato. Quindi vedete voi.

Bruno Conti

Zigzagando Per La Rete. The 30th Annual John Lennon Tribute Live From The Beacon Theater NYC

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Gironzolando per la rete alla ricerca di uscite particolari e informazioni varie mi sono imbattuto in questo John Lennon Tribute. Uscirà solo per il Download digitale dal 15 novembre p.v. e i fondi raccolti saranno destinati alla Croce Rossa giapponese per aiutare le vittime del terremoto e dello tsunami in Giappone (perché ce ne siamo già dimenticati travolti da mille altre emergenze sparse per il mondo). Yoko Ono (o meglio una organizzazione che si chiama Theatre Within) tutti gli anni raccoglie un gruppo di musicisti per rendere omaggio alla musica di John Lennon e dei Beatles. Questa è la registrazione del concerto avvenuto al Beacon Theatre di New York il 12 novembre del 2010 per il 30° anniversario della morte di John, il prossimo il 31° avrà luogo a (Le) Poisson Rouge 158 Bleecker Street, sempre New York il 10 dicembre, se siete da quelle parti…

Questo brano purtroppo non c’è nel CD!

L’altra notizia interessante è che esiste anche una Limited Collector’s Edition del CD in “forma fisica” disponibile sul sito degli organizzatori index.php?option=com_content&view=article&id=113&Itemid=129. Il prezzo della donazione è 35 dollari, i tempi di consegna sono dalle 4 alle 6 settimane e non so dirvi se vale anche fuori dagli Stati Uniti, perché visto il prezzo non ho “provato”. Se siete interessati questa è la lista dei partecipanti e relativi brani:

1. Power To The People – Rich Pagano
2. And Your Bird Can Sing – The Kennedys
3. God – Meshell Ndegeocello
4. Help! – Alejandro Escovedo
5. Mother – Shelby Lynne
7. Hey Bulldog – Joan Osborne
8. Watching The Wheels – Taj Mahal, Vusi Mahlasela
9. In My Life – Keb’ Mo’
10. Come Together – Taj Mahal, Deva Mahal, Steph Brown
11. The Word – Bettye LaVette
12. Jealous Guy – Aimee Mann
13. You’ve Got To Hide Your Love Away – Jackson Browne
14. Oh Yoko – Patti Smith & Tony Shanahan
15. Instant Karma – Playing for Change Band

Sempre in ambito benefico, alla fine le due versioni del Bridge School Concerts 25th Anniversary arriveranno anche nelle nostre lande, probabilmente con qualche giorno di ritardo sull’uscita americana del 25 ottobre e i prezzi, indicativamente, dovrebbero oscillare tra i 15 e i 20 euro per il doppio CD e i 20 e i 30 euro per il triplo DVD. Margini ampi tra i diversi prezzi e, presumo, reperibilità non semplicissima. Se volete controllare i contenuti li trovate qui bridge%20school%20benefit.

Nel frattempo ho lavorato per voi e purtroppo ho verificato che bisogna comprarsi tutte e due le versioni perchè il doppio CD ha 14 brani che sono in esclusiva in quel formato, 13 sono solo sul DVD e solo ulteriori 11 sono in entrambi, quindi vi (ci) tocca.

Bruno Conti

Novità Di Ottobre Parte IV. John Prine, Thomas Dolby, Ane Brun, Vince Gill, Deer Tick, Ray Charles, Paul Simon, Kimball Jamison

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Seconda lista di novità per questa settimana.

Partiamo con il “nuovo” album di John Prine, si tratta di un doppio CD intitolato The Singing Mailman Delivers ed esce nel 40° anniversario della pubblicazione del suo primo album. Sono registrazioni effettuate nel 1970 quando Prine si divideva ancora tra la sua professione ufficiale di postino e quella di cantante. Il primo CD riporta registrazioni effettuate nell’agosto del 1970 negli studi della stazione radiofonica WFMT dopo una intervista con il leggendario Studs Terkel, il secondo CD è la registrazione di un concerto tenuto, sempre a Chicago, al Fifth Peg, dove Prine muoveva i primi passi in attesa della pubblicazione di John Prine, il primo disco. Ovviamente molti dei brani sono gli stessi nei due CD anche se in versioni differenti e quindi il doppio esce per la Oh Boy al prezzo di uno. Si tratta di materiale d’archivio inedito molto interessante e troviamo versioni embrionali di alcuni brani che poi sono entrati nella storia della canzone d’autore come Hello In there, Souvenirs, Illegal Smile, Angel From Montgomery e molte altre, in totale 23 brani, 11 dal broadcast radiofonico e 12 dal concerto dal vivo.

Dopo una lunga pausa discografica che si protraeva dal 1992 di Astronauts and Heretics torna anche Thomas Dolby, che nel frattempo si era occupato di altre cose, non ultima la produzione di piattaforme per giochi ed altro materiale tecnologico e le loro relative colonne sonore. Questo nuovo A Map Of The Floating City è il quinto album del musicista e produttore inglese (ha prodotto tra gli altri tre album dei Prefab Sprout e co-prodotto Dog Eat Dog con Joni Mitchell): questo nuovo album nasce dall’idea di una distopia avvenuta durante la II Guerra Mondiale quando la storia prende una diversa piega da quella effettiva e si biforca verso altre prospettive che ruotano intorno a questa “Città Galleggiante”. La musica è stata anche utilizzata per un videogioco dello stesso nome ma esce pure in due diverse versioni per la Lost Toy People, una doppia con il secondo CD tutto strumentale e quella principale che vede la presenza di molti ospiti. Thomas Dolby ha annunciato in alcuni comunicati stampa che nonostante le premesse non si tratta di un album di musica elettronica e da quello che ho potuto sentire non posso che confermare, molto interessanti le partecipazioni, da Regina Spektor a Imogen Heap, Mark Knopfler e Natalie MacMaster nonchè Eddie Reader. Sentiremo.

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Ane Brun è una cantante norvegese molto brava con una lunga carriera alle spalle (quattro album di studio, due live e un paio di compilations) ma per molti è conosciuta per la sua recente partecipazione ai tour e ai dischi di Peter Gabriel. Questo nuovo It All Starts With One (già al numero 1 delle classifiche svedesi) esce nella solita doppia versione, singola con dieci brani e doppia con 18 brani. Etichetta Genepool Records, non di facile reperibilità in Italia per chi frequenta ancora gloriosamente (e giustamente) i vecchi negozi di dischi, ma si trova in rete.

Vince Gill è uno dei migliori, e più conosciuti, cantanti country, ma è anche un grande chitarrista e quindi il titolo di questo nuovo CD è quanto mai promettente, Guitar Slinger. Esce il prossimo 25 ottobre (come gli altri dischi citati in questo Post) per la MCA Nashvile, dopo una pausa di cinque anni dal precedente These Days (e ben tre raccolte uscite nel frattempo). E’ tutto materiale originale firmato da Gill e anche in questo caso c’è l’immancabile versione Deluxe, singola, con tre brani in più. Per chi non lo ricordasse Vince Gill ha militato anche nei Pure Prairie League, una delle migliori formazioni country-rock, tra la fine anni ’70 e i primi ’80.

Quarto album per i Deer Tick, si chiama Divine Providence ed esce la settimana prossima per la Partisan Records. Dopo la pausa con i Middle Brother tornano con un nuovo album che dovrebbe rinverdire le promesse dei primi due dischi. Quel “nuovo filone” americano dove militano anche Low Anthem, Fleet Foxes, Bright Eyes, Dawes e molti altri, per intenderci. Esce a prezzo speciale.

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Ennesimo materiale inedito per Ray Charles. Questa volta si tratta di un DVD, Live In France 1961, che contiene due concerti registrati al Festival Jazz di Antibes nel luglio del ’61, allora i concerti duravano poco. Anzi, ci sono pure 6 brani in più tratti da altre date tenute nello stesso Festival. Inutile dire che si tratta di “The Genius” al massimo del suo splendore. Filmato in 16 mm, quindi ottima qualità esce per la Eagle Vision.

Se non ve ne foste accorti quest’anno parecchi musicisti hanno compiuto 70 anni e quindi vai con festeggiamenti e pubblicazioni discografiche per ricordare l’evento. Ma un bel doppio antologico per Paul Simon, visto che ne saranno solo una decina, non lo vogliamo pubblicare? Certo che sì! E allora vai con un bel doppio Songwriter per la CBS Records. E un bel inedito per i fans così possono spendere un po’ di soldi? Mettiamo una versione dal vivo di The Sound Of Silence registrata alla Webster Hall in questo 2011 e aggiungiamo anche una versione di The Boxer Live al Central park nel 1991 e Bridge Over Troubled Water cantata da Aretha Franklin. Se obiettate che ci sono già un tot di collections in circolazione vi ricordano che i brani di questa antologia sono stati scelti personalmente dallo stesso Simon. Ah bé allora!

I nomi Kimball Jamison non dicono molto ai più, ma se vi ricordo che si tratta dei cantanti rispettivamente di Toto e Survivor vedo dei fremiti di eccitazione in voi! O no? In ogni caso questo CD omonimo esce in questi giorni (anzi è uscito il 18 ottobre) per la Cargo/Frontier Records. E c’è pure un DVD nella confezione con il making of dell’album e un paio di videoclip. I brani sono firmati da ex componenti di Mr.Mister, Toto, Survivor, John Waite e altri, ma nessuno di loro appare nell’album. Quindi fate vobis.

Anche per oggi è tutto.

Bruno Conti

Un Ultimo Saluto? Gary Moore – Live At Montreux 2010

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Gary Moore – Live At Montreux 2010 – Eagle/Edel CD o DVD

La storia di Gary Moore al Festival di Montreux è lunga e risale fino agli inizi degli anni ’90 come è stato documentato dall’eccellente cofanetto di 5 CD Essential Montreux o dai vari DVD che si sono succeduti negli anni con le registrazioni delle sue partecipazioni alle serate del Festival svizzero ma la gran parte erano dedicate al suo repertorio diciamo “più Blues,” anche se nel corso della sua carriera il rock, prima con Skid Row, Thin Lizzy e gli album degli anni ’80 ha sempre avuto una notevole importanza. Anche la breve militanza nei Colosseum II ha evidenziato le sue grandi attitudini di guitar hero L’irlandese era forse un rocker prestato al Blues (e quindi un blues-rocker) o quella prima chitarra data da Peter Green al connazionale ha avuto un effetto indelebile sulle sue scelte di gran parte degli ultimi anni della sua carriera quando aveva deciso di dedicarsi con più regolarità a questo stile musicale.

 

Sarà un caso ma gli album migliori dopo Still Got The Blues che ha segnato una svolta nella sua carriera sono stati, a mio parere, quelli più bluesati: da After Hours all’eccellente Blues For Greeny, omaggio al suo mentore per arrivare fino a Old New Ballads Blues del 2006 quando erano le 12 misure del blues a guidare le sue scelte certi suoi “eccessi metallurgici” venivano meglio tenuti a freno. Indubbiamente Gary Moore è stato un grande chitarrista, forse non uno dei numeri uno ma sicuramente uno di quelli in grado di far confluire le varie influenze della sua musica in uno stile fluido e vario che incorporava le derive celtiche della sua terra con il rock muscolare e di gran classe dei Thin Lizzy (uno dei gruppi più sottovalutati della storia dell’hard rock dove però il vero protagonista era il suo grande amico Phil Lynott, autore e cantante dalle sopraffine qualità). Perché dobbiamo ammettere che la parte vocale è sempre stata il lato più debole della sua musica, sulla chitarra nulla da dire, la voce diciamo che non era il suo forte.

 

Anche questo concerto registrato al Festival di Montreux del 2010, che rimarrà la sua ultima partecipazione vista l’inattesa morte avvenuta quest’anno il 6 febbraio in Spagna per un attacco cardiaco, conferma luci e ombre dei suoi ultimi anni. Intanto segnala un ritorno al rock anche in attesa di un nuovo album che doveva essere registrato e del quale tre brani inediti fanno parte di questo album: Days Of heroes, un brano lizzyano che reitera con grande vigore quel connubio tra rock e arie celtiche già ben evidenziato da Over The Hills and Far Away (non quella dei Led Zeppelin) che apre il concerto, una rock ballad melodica e in crescendo come Where Are You Now  e nuovamente lo stile “irlandese” di Oh Wild One. Tre brani interessanti anche se non memorabili che fanno la loro bella figura nell’ambito del concerto, arricchiti come di consueto da una bella serie di assoli di chitarra. Nel mezzo ci sono Military Man un brano anni ’80 a firma Phil Lynott con una bella costruzione sonora, la prima parte sparatissima e poi una seconda parte più ricercata e raffinata come era tipico del bassista dei Thin Lizzy.

 

Il lungo Medley tra So far away e Empty Rooms è uno dei momenti topici del concerto con il classico lavoro di toni e coloriture sonore utilizzato nelle  parti strumentali con quelle note lunghe e lancinanti tipiche del suo solismo. Blood Of Emeralds che appariva in After The War era il suo tributo al grande amico Phil, colorato di Irlanda nella musica e nei testi, una delle sue canzoni più belle del periodo rock. Anche Out In The Fields era una collaborazione con Lynott, l’ultimo brano registrato dal colored irlandese ed apparso in Run For Cover l’album più saccheggiato per questo concerto dal vivo. Naturalmente non manca il blues, in un angolino ma sempre presente, molto tirata la versione di Walking By Myself, il trio di musicisti che suona con Moore non è il massimo della finezza ma ci danno dentro di gusto, anche troppo in certi momenti. Per Johnny Boy sfodera anche la chitarra acustica per un brano un po’ ruffiano che non è mai stato tra i miei preferiti, prima del gran finale con il cavallo di battaglia Parisienne Walkways uno dei suoi più grandi successi sempre scritto con Lynott e che è l’occasione per ascoltare per l’ultima volta il suo grande virtuosismo alla chitarra. Forse non il miglior live della sua carriera ma un onesto commiato per il rocker irlandese. Riposa in pace, se le case discografiche vorranno!

Il DVD ha due brani in più, Thunder Rising e Still Got The Blues.

Bruno Conti