Un Altro Outsider di Lusso. Tom Pacheco – Luminol The Houston Sessions

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Tom Pacheco – Luminol The Houston Sessions – Tom Pacheco 2012

E’ piuttosto difficile pensare a Tom Pacheco come a qualcosa di diverso da una sorta di “icona” della canzone di autore americana. Figlio di un noto chitarrista jazz, il “nostro” ha iniziato la sua carriera nel periodo del folk revival statunitense, debuttando nell’ormai lontano 1965, quando aveva soltanto diciannove anni. Da allora, oltre ad aver suonato in gruppi dalla vita piuttosto breve, ha sfornato una ventina di lavori personali e prestato un  buon numero delle sue canzoni a nomi di prestigio come The Band, Jefferson Starship, Rick Danko, Richie Havens, al punto da venire considerato di grandezza pari a Butch Hancock, John Prine, Tom Russell, Ray Wylie Hubbard, anche se di fama minore.

Tom, grande narratore dall’animo sincero, instancabile girovago, portavoce autentico dei “losers” e del loro mondo, ha cantato di tutto e di tutti ( motociclisti, blues singers di strada, prigionieri, predicatori, pellirossa, veterani del Vietnam e femmine fatali), in un lungo e solitario viaggio musicale. Il CD in questione prodotto da Patty Sanders, è stato registrato come si desume dal titolo a Houston, e si avvale da una “squadra” di musicisti locali come Brian Kalenec alle chitarre, Mike Owen, Tony Sanders, Vern Miller al basso, Tim Sollok e Eric Parker alla batteria, Bill Ward e Karl Berger al pianoforte, Darrell Lacy al mandolino, Jeff Duncan al violino, e le sorelle Patty e Holly Sanders, Danette McMahon, e Tara Leigh a fare da supporto ai cori. Se non li conoscete non vi preoccupate perché neppure io li ho mai sentiti nominare, ma sono bravi!

Un’armonica introduce While We Looked The Other Way, una ballata in forma acustica cantata con voce narrante, mentre The Cumberland Robbery e Big Jim’s Honey sono prettamente in stile country. Segue una notevole ballata pianistica Late Night in a Strange Town, impostata in forma “dylaniana”, mentre You Tube è una canzoncina divertente e nulla più. Si ritorna alla ballata intimistica dal titolo lunghissimo in Are the Best Years Of Our Country Still Ahead Or Have They Gone?, cui fa seguito uno dei brani migliori del lavoro Blues in The Key of Mississippi, suonato appunto in stile “bluesy”. Texecution è un’altro brano country, mentre Solidarity ha una intro che mi ricorda lo stile della Band. On the Run è un’altra notevole ballata di grande atmosfera, sottolineata da cori e assoli di chitarra elettrica, mentre la seguente The girl with the Blue Guitar and the Black Beret (altro titolo chilometrico), è dignitosa. Suggestivo il declamato alla John Trudell  (che ha pubblicato un annetto fa un nuovo album ma non se ne è accorto nessuno, purtroppo) di The Plastic Bag from Wal-Mart, mentre la conclusiva A World Without America con il suono di un incantevole mandolino, è leggerissima e delicata.

Non è facile dire se questo sia uno dei migliori album di Tom Pacheco, la sua  discografia è troppo vasta per poterla conoscere interamente, ma sicuramente si tratta di un lavoro onesto, più che positivo, un musicista da conoscere da parte di chi sente per la prima volta il suo nome, da continuare a seguire da parte di chi gli è amico da tempo. Oggi Tom vive in Irlanda, dove pare aver trovato una quiete, una pace, un punto di riferimento dal quale è difficile prevedere un ulteriore distacco. Consigliato vivamente a tutti gli amanti dei cantautori di vaglia, più che sufficiente per dargli un meritevole ascolto

Tino Montanari.

Un Altro Outsider di Lusso. Tom Pacheco – Luminol The Houston Sessionsultima modifica: 2011-12-22T10:46:00+01:00da bruno_conti
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