Se Li Scrive, Se Li Canta E Se Li Vende! Dall’Irlanda Pat Gallagher & Goats Don’t Shave

NDB: Anche il giorno di Natale doppia razione. Se vi interessano i dischi di cui leggete qui sotto li trovate solo a http://www.patgallagher.ie/. Buona lettura.

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Pat Gallagher – When I Grow Up – Pat Gallagher 2011
Goats Don’t Shave – The Collection – Pat Gallagher 2011

Per il mio immenso piacere personale ritorna con due lavori autoprodotti il cantautore del Donegal Pat Gallagher, ex barista e leader dei Goats Don’t Shave ( Le capre non si radono), l’ottima band irlandese che ha calcato le scene per sette anni dall’inizio degli anni novanta, proponendo una musica viva e attuale, con le basi ben radicate nella tradizione, che ha riscosso consenso e successo non solo in Europa, ma anche negli States (ha piazzato sia singoli che album nelle charts), e nel 1993 è stata votata dalla rivista “Time Out” quale miglior gruppo dell’anno. Dopo il debutto da solista con Tor del 1993, Pat con When I Grow Up ci regala una prova decisamente positiva, che ci consegna un personaggio che vive ancora un buon momento creativo, cha ha ancora diverse cose da dire, che canta canzoni che hanno un senso, una logica, che fanno pensare oltre che rilassare. Aiutato in studio (penso di casa sua) da John Mc Hugh alle tastiere e Charlie Arkins al violino, Gallagher (che suona tutti gli altri strumenti) propone 12 brani di cui solo il tradizionale The Master’s Hand non porta la sua firma.

L’iniziale When I Grow Up è una canzone dal ritornello piacevolissimo, mentre la seguente All Together è un eccellente ballata cantata con grande convinzione. Dopo il tradizionale The Master’s Hand, Half A Man è un motivo di atmosfera, mentre Down On My Knees e Symptoms Of Love sono in puro e godibilissimo stile “country”.  A questo punto Pat riprende due grandi canzoni del passato, la bellissima Closing Time, il brano forse più pop della sua produzione, con il violino di Arkins in grande spolvero, e Super Hero che sostanzialmente era un brano acustico, qui viene riproposto in versione accelerata. Little Hotel Room è una  delle più belle canzoni scritte da Pat, ballata di grande spessore ed intensità, cui fa seguito una Cant Live Without You motivo d’amore cantato alla Christy Moore, con una bella melodia intessuta da mandolino e armonica. La conclusiva If I Had You è un ottima “country bar song”.

Il secondo disco come fa notare lo stesso Pat nelle note del libretto, è una compilation dei suoi brani favoriti tratti dai lavori fatti con il gruppo, e precisamente The Rusty Razor del 1993 e Out In The Open del 1994. Tra i pezzi tutto ritmo e carica spiccano la scoppiettante Las Vegas, con il “whistle” in evidenza, il quasi furioso Mary, Mary dal grande impatto corale e il “fiddle” superveloce (con un belato finale per stare in tema con la denominazione del gruppo), e Let the World Keep on Turning, dove gli impasti del ritornello ricordano i Men They Could’n Hang. Molto belle e ovviamente più serie le ballate proposte, a cominciare da Eyes motivo d’amore, The Evictions dal tema sempre più attuale e con il violino suonato come nei primi dischi dei Saw Doctors , per citare un gruppo di riferimento.

La campestre strumentale Biddy From Sligo è ripresa  dal vivo, mentre Arranmore e Crooked Jack riportano alla mente certe cose  dei Pogues. You’re Great è una song delicata carica d’emozioni, mentre la potente Coming Home con la sezione ritmica che gira a mille, è parente stretta dei migliori Levellers (quelli di Levelling The Land per intenderci). Anche qui non poteva mancare Closing Time nella sua versione originale, e una Let It Go incisiva con frequenti cambi di ritmo, che mi ricorda i grandi Hothouse Flowers (i miei preferiti da sempre). Si segnala per originalità un brano dal ritmo africano John Cherokee, cantato quasi a cappella con supporto di sole percussioni e basso, mentre Claim e Gola sono due maestose ballate “folk rock”, per chiudere con A Returning Islander motivo praticamente parlato, che concentra l’attenzione sulle acque dell’Atlantico.

Van Morrison e Sinead O’Connor ai tempi non si perdevano i loro concerti, questo dimostra quanto Pat Gallagher e i suoi Goats Don’t Shave fossero considerati dagli addetti ai lavori, è ora che vengano riscoperti, se non li conoscete non perdete l’occasione per entrare in contatto con una delle migliori “Folk Bands” Irlandesi. Buone Feste !!!

Tino Montanari

Se Li Scrive, Se Li Canta E Se Li Vende! Dall’Irlanda Pat Gallagher & Goats Don’t Shaveultima modifica: 2011-12-25T18:57:00+01:00da bruno_conti
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