Un Ritorno Alle Sue Radici. Mary Cutrufello – Fireflies Till They’re Gone

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Mary Cutrufello – Fireflies Till They’re Gone – Self Produced 2012

L’occasione per ritornare a parlare di Mary Cutrufello viene data da un concerto a cui ho assistito recentemente in un meritevole locale di Pavia (Bar Trapani). Mary, una sorta di Armatrading roots, è nata nel 1970 a Fairfield (Connecticut), in seguito ha conseguito un diploma a Yale, prima di essere convertita dai dischi di Dwight Yoakam al country. Emigrata ad Austin, dove subisce l’influenza di Dale Watson, la “signorina” forma il gruppodegli Havoline Supremes e si invaghisce di honky tonk e alternative country, maturando però uno stile chitarristico duro, muscoloso e bluesato e cantato con voce mascolina, un po’ alla Melissa Etheridge degli esordi.

Una sua canzone, Tonight I Know, viene inclusa nella compilation Austin Country Nights e attira l’attenzione della crema musicale di Austin, e le ottime apparizioni dal vivo muovono l’interesse di diverse case discografiche, la spunta la Mercury che nel ’96 pubblica Who To Love, album ancora piuttosto acerbo ma che mette in evidenza la grinta e la bravura chitarristica dell’artista. Il seguente When The Night Is Through (‘98), amplifica le buone impressioni suscitate dall’esordio, poi segue nel 2001 Songs from the 6, e dopo un silenzio che poteva diventare permanente (a causa una grave affezione alle corde vocali), incide nel 2008 il suo capolavoro personale 35, un album autoprodotto caratterizzato da una voce roca, una chitarra scorticata da “blue collar” che attinge a piene mani da   Mellencamp, Seger e ovviamente dal Boss, primo amore musicale (con una bruciante Take Em ‘As They Come), con i migliori “turnisti” su piazza da Greg Leisz a Kenny Aronoff , Cody Braun dei Reckless Kelly, e Rami Jaffee dei Wallflowers.

Questo EP Fireflies Till They’re Gone venduto solamente ai concerti e sul sito, (disponibile per il download) fireflies.htm è stato registrato a Idaho, e Minneapolis, fra il Novembre 2011 e il Gennaio 2012 (prodotto dal batterista Greg Shutte), ed è una breve raccolta di canzoni country che riporta Mary alle sue radici.

Si parte con una My Wife’s the Only One Who Knows dall’incedere country e una pedal steel in evidenza. La seconda traccia It’s Not Supposed to Be That Way, viene ripescata dal repertorio di Willie Nelson, è una roadsong che parte acustica e poi si trasforma in una ballata “rollingstoniana” con tanto di piano, cantata con voce rauca e androgina. Eight Second Lives è malinconica e molto campagnola, mentre la seguente I Just Can’t Fall Out of Love with You sembra uscita da un disco di Waylon, molto western. Un violino accompagna On a Sunday in March, 55082 (il titolo si riferisce al codice di avviamento postale di Stillwater), ballata delicata con una melodia dolorosa. Chiude un piccolo ma grande disco Dreaming My Dreams, una canzone triste e penetrante uscita dalla penna di Allen Reynolds, giocata sul violoncello delle Jelloslave (Jacqueline e Michelle).

Mary Cutrufello avrà anche un cognome improponibile per una “rockstar” (e chissà, forse anche per questo la sua avventura non è mai decollata), ma è una chitarrista dal tocco felino e un’ottima cantante, e le sue canzoni esalano il sudore di chi è cresciuto a contatto col pubblico e la vita dura on the road, e per una che ha ripreso prima di tutto i fili della sua vita, merita grande attenzione.

Tino Montanari

*NDB I video scarseggiano, per cui mi sono arrangiato con quello che c’era! Lei è brava, qualcosa da acquistare in rete si trova, fateci un pensierino.

Un Ritorno Alle Sue Radici. Mary Cutrufello – Fireflies Till They’re Goneultima modifica: 2012-03-13T18:06:00+01:00da bruno_conti
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