Record Store Day 2012 Bis. Un Anglo-Pavese Festeggia Con Noi: Lowlands The Woody EP

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Anche in Italia, come nel resto del mondo, oggi si festeggia il Record Store Day, la giornata dei negozi indipendenti, specie in via di estinzione purtroppo, quindi creiamo delle oasi per la salvaguardia della “fauna compratrice e venditrice”. Da noi, per le regole bizzarre che segue la discografia italiana, molti prodotti specifici di questa giornata del 21 aprile verranno pubblicati il 24 aprile, il 30 aprile e financo l’8 maggio. Misteri!

Quello che vedete effigiato qui sopra è il contributo dei Lowlands di Edward Abbiati alla giornata, un The Woody EP dedicato al grande Guthrie di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Il buon Ed sta cercando anche di pubblicare un album intero dedicato al musicista di Okemah, anche gratis, mi dice! Se qualcuno è interessato a pubblicarlo (etichetta o casa discografica) si faccia avanti con lui. E questa estate, probabilmente, uscirà il nuovo album dei Lowlands, che si chiamerà Beyond (TBC, To Be Confimed, come dicono quelli che parlano bene).

Nel frattempo oggi ha pubblicato su Facebook questo suo “pensiero” sulla giornata che vi giro:

Buon Record Store Day a tutti! Il sole splende a Pavia dopo credo 40 giorni e 40 notti di pioggia!
In tutto il mondo oggi si celebra la festa dei negozi di dischi indipendenti, quelli che ti fanno trovare il nuovo album di Dave Alvin il giorno che esce, quelli che hanno una parete dedicata alle band locali, quelli che mettono ancora fuori locandine per i concerti locali, quelli dove puoi entrarci e dire…”consigliami tu”, quelli dove mentre aspetti di pagare magari fondi una band, quelli dove se arrrivi verso sera ci scappa pure la birra mentre si ascolta il nuovo bootleg di Tom Waits, quelli dove puoi anche litigare su chi ha prodotto il primo disco dei Big Star, quelli dove il nuovo album di Westerberg devi prenotartelo in anticipo altrimenti va esaurito, quelli dove Stiv Cantarelli lo trovi in vetrina e la pausini…la Pausini no! quelli dove puoi entrare ed uscire senza comprare nulla, o quelli dove puoi entrare e spendere e uscirne più ricco. Quelli che purtroppo quando chiudono, quasi mai riaprono, quelli che il download non fa male….beh forse male un pò fa. Quelli dove io ho imparato tanto e preso tanto, quelli cui sono grato, quelli che cerco come prima cosa quando arrivo in una nuova città, quelli che a differenza di chi (tanti) ci campa di musica, la amano davvero e per sempre.
Quelli che non ti contano palle e non ti rifilano sole e che se il CD proprio non ti piace…se lo riprendono.
Quei dischi, quei negozi, la mia educazione sentimentale…adesso sapete di chi è la colpa!
Quei negozi che non hanno bisogno di noi più di quanto noi abbiamo bisogno di loro.
Quei negozi che combattono una battaglia persa in partenza….come ogni fottuta rock n roll band che si rispetti.
A chi frega, a chi dice il falso, a chi è morto dentro…a chi non tratta la musica come cibo per l’anima…il centro commerciale è aperto anche nei giorni di festa.
Oggi in 50 copie esce un piccolissimo EP nella nostra città nella speranza di far muovere qualche culo in più in direzione CD LAND, via olevano 1 a Pavia. E di farli ritornare.
Quando esce il nuovo di Tom Ovans Nello? e l’ultimo dei Waterboys merita? e il nuovo dei Lowlands me lo vendi? che birra vuoi?
grazie Nello!
See ya out there
LOWLANDS
“THE WOODY EP”
1- Blowing Down This Old Dusty Road
2- Homeward Bound – Alt Mix (featuring Franco Limido)
3- Lonesome Valley
4- Lovers & Thieves – Demo
Edward Abbiati: Acoustic Guitar & Vocals
Francesco Bonfiglio: Accordion
Roberto Diana: Dobro & Slide Guitar, Backing Vocals
&
Franco “Chino” Limido on Harmonica
Produced by Lowlands

Firmato Edward Abbiati.

Fondalmente sono d’accordo, come sapete questo Blog prende spunto, è l’erede, di un negozio storico di Milano che ricorre nel logo.

Bruno Conti

P.s Caro Ed, so che la domanda era retorica ma “casualmente” è uscito un CD dei Waterboys chiamato Cloud Of Sound, in tiratura limitata di 5000 copie in vendita solo ai loro concerti:

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Questo è il contenuto:

1. Winter Blows (2012 Mix) (3:12)
2. The Girl in the Swing (Live 2004) (4:37)
3. Siochain Iona (Remix) (6:14)
4. Killing My Heart (Live Remix) (4:20)
5. Barbara Allen (3:58)
6. Vigilante (2012 Mix) (3:19)
7. The Serpent’s Head (1:50)
8. The Seven Woods (4:42)
9. Silent Fellowship (2012) (5:05)
10. Straight with the Medicine (Cassette Demo) (2:08)
11. The Passing of the Shee (2012 Mix) (2:31)
12. Mr. Wickham Composes (2:40)
13. Seek the Light (Full Length) (4:25)
14. Vampire’s Head (2:11)
15. Savage Earth Heart (Glastonbury 2000) (7:42)

Novità Di Aprile Parte III. Marvin Etzioni, McEuen Sessions, Joe Pug, Treme Season 2, Jack Johnson, Eric Hutchinson

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Con gli aggiornamenti di oggi siamo alle pari con le uscite del 10 e 17 aprile per cui dal prossimo Post torniamo alle Anticipazioni vere e proprie. Per il momento un terzetto di uscite notevoli.

Marvin Etzioni, ex Lone Justice, produttore per Peter Case e Toad The Wet Sprocket e tantissimi altri, musicista in molti album, non ha una discografia da solista molto copiosa (con questo sono tre album in 30 anni), ma quando li fa sono decisamente belli. Questo doppio Marvin Country che è uscito per la NMR Nine Mile Records (?!?) ha una lista dei musicisti che cantano e suonano nel disco strepitosa: Maria McKee, Steve Earle, Richard Thompson, John Doe, Lucinda Williams, Buddy Miller, Dixie Hummingbirds, Grey Delisle tra i vocalists e Gurf Morlix, Greg Leisz, Donald Lindley, Tammy Rogers, Don Heffington, Jerry Scheff, Phil Parlapiano, Duane Jarvis e altri ancora tra i musicisti. E canzoni come Bob Dylan Is Dead, Gram Revisited, What’s Patsy Cline Doing These Fays, You Possess Me, Lay It On The Table, Son Of A Carpenter, ventidue in totale, una più bella dell’altra per un CD che sarà tra le sorprese dell’anno!

The McEuen Sessions è il gruppo (e il disco) nuovo di John McEuen della Nitty Gritty Dirt con i due figli. Si chiama For All The Good, country, bluegrass, country-rock con Dave Mason tra gli ospiti. Per chi ama il genere, molto bello. Etichetta Mesa Bluemoon, bella confezione digipack con libretto sostanzioso. A margine ricordo che alla fine di marzo ci ha lasciato anche Earl Scruggs, uno dei padri fondatori del country e del bluegrass, aveva 88 anni e aveva partecipato ai classici album della serie Will The Circle Be Unbroken? della Nitty Gritty.

Joe Pug è un cliente abituale di questo Blog, cantautore di Chicago al secondo album con questo The Great Despiser distribuito dalla propria etichetta, si conferma uno dei probabili eredi di Dylan e John Prine (quando se ne vorranno andare, il più tardi possibile) e un “pari” di Steve Earle. Tra gli ospiti Craig Finn degli Hold Steady. Anche questo disco è tra i migliori dell’ultimo periodo.

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Jack Johnson, il surfista-cantante delle Hawaii ogni anno organizza sull’isola un Kokua Festival. Questo CD raccoglie il meglio delle edizioni che si sono svolte dal 2004 al 2010. Tra i Friends:Eddie Vedder, Dave Matthews, Jackson Browne, Ziggy Marley, Taj Mahal, Ben Harper, Willie Nelson e Zach Gill degli ALO (tra poco esce il loro nuovo disco). Etichetta Brushfire/Universal.

Eric Hutchinson è un “nuovo” cantautore americano di cui si parla molto bene. Questo Moving Up Living Down pubblicato dalla Warner Bros è il suo quarto album, molto piacevole: è stato paragonato a Billy Joel, Cat Stevens, Billy Joel, i Beatles, Paul Simon ma forse è più esatto paragonarlo a John Mayer, Jason Mraz, Jack’s Mannequin, quel filone per intenderci. Però non è male, è stato ospite anche da Letterman.

Esce anche la colonna sonora della seconda stagione di Treme la serie televisiva ambientata a New Orleans, meno nomi celebri questa volta, anche se non mancano Dr.John, Dirty Dozen Brass Band, Subdudes, Iguanas, Radiators. Tutta buona musica. Esce per la Decca/Universal in questi giorni negli States e ai primi di maggio in Europa.

Anche per oggi è tutto.

Bruno Conti

Uno Dei Più Grandi Musicisti Di Tutti I Tempi Se Ne E’ Andato! Levon Helm 26/05/1940-19/04-2012

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Robbie Robertson le scriveva ma lui, Levon Helm, le suonava e soprattutto le cantava!

Grazie di tutto e Riposa In Pace!

Novità Di Aprile Parte II. Sleepy Sun, Lukas Nelson, John Doe & Exene Cervenka, Dr. Feelgood, Joe Jackson, Sea Of Bees, Jeffrey Lee Pierce Tribute, Florence + The Machine, Dar Williams, Train, Loudon Wainwright III, Peter Hammill

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In queste ultime settimane, preso da un trip di recensioni, ho tralasciato questa rubrica sulle uscite discografiche in breve, per cui mi accingo al recupero, magari con un paio di Post consecutivi dedicati alle pubblicazioni discografiche della prima metà del mese di Aprile. Tutto il materiale che vado ad elencare è già uscito tra il 10 e il 17 del mese.

Partiamo con gli Sleepy Sun: il nuovo album della band californiana neopsichedelica è uscito sempre per la ATP Recordings. Non c’è più la voce femminile del gruppo, Rachel Fannan, per cui le parti cantate ora sono affidate tutte a Bret Constantino. Acid Rock, jam chitarristiche, unite al rock alternativo americano, interessanti.

Se il cognome dice qualcosa, Lukas Nelson & Promise Of Real sono proprio il gruppo del figlio di Willie. Ma anche se vocalmente qualche inflessione del babbo c’è, il genere di questo secondo album della band, Wasted, ricorda più le cavalcate chitarristiche alla Neil Young, con influenze di Hendrix e Clapton, tra i preferiti di Lukas. In definitiva rock classico, niente male. Un altro figlio “degenere”.

John Doe & Exene Cervenka tornano insieme per questo Singing and Playing dove rivisitano in chiave acustica alcuni classici del passato e nuove composizioni scritte per l’occasione. Etichetta Moonlight Graham. I fondi raccolti servono anche per le cure di Exene a cui nel 2009 è stata diagnosticata la sclerosi multipla. Sono solo 8 brani, 25 minuti di musica.

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Questo è proprio bello! Un cofanetto di 3 CD e 1 DVD pubblicato dalla EMI inglese e dedicato ai Dr.Feelgood, si chiama All Through The City (With Wilko 1974-1977) e copre il periodo storico in cui Wilko Johnson era il chitarrista della band (ma non dimentichiamo Lee Brilleaux che ha portato avanti il gruppo), che in quegli anni era una delle migliori formazioni inglese, tra pub rock e Blues sono stati tra i precursori del punk. Il Live Stupidity è fantastico ma anche i primi album del gruppo, registrati volutamente in Mono sono tostissimi. Qui c’è tutto, con una valanga di inediti:

CD 1
1. She Does It Right (2006 – Remaster)
2. Boom Boom (2006 – Remaster)
3. The More I Give (2006 – Remaster)
4. Roxette (2006 – Remaster)
5. One Weekend (2006 – Remaster)
6. That Ain’t the Way to Behave (2006 – Remaster)
7. I Don’t Mind (2006 – Remaster)
8. Twenty Yards Behind (2006 – Remaster)
9. Keep It Out of Sight (2006 – Remaster)
10. All Through the City (2006 – Remaster)
11. Cheque Book (2006 – Remaster)
12. Oyeh! (2006 – Remaster)
13. Bonie Moronie/Tequila (2006 – Remaster)
14. I Can Tell (2012 – Remaster)
15. Going Back Home (2012 – Remaster)
16. Back in the Night (2012 – Remaster)
17. Another Man (2012 – Remaster)
18. Rolling and Tumbling (2012 – Remaster)
19. Don’t Let Your Daddy Know (2012 – Remaster)
20. Watch Your Step (2012 – Remaster)
21. Don’t You Just Know It (2012 – Remaster)
22. Riot in Cell Block Number Nine (2012 – Remaster)
23. Because You’re Mine (2012 – Remaster)
24. You Shouldn’t Call the Doctor (If You Can’t Afford the Bills) (2012 – Remaster)

CD 2
1. I’m Talking About You (Live) (2012 – Remaster)
2. Twenty Yards Behind (Live) (2012 – Remaster)
3. Stupidity (Live) (2012 – Remaster)
4. All Through the City (Live) (2012 – Remaster)
5. I’m a Man (Live) (2012 – Remaster)
6. Walking the Dog (Live) (2012 – Remaster)
7. She Does It Right (Live) (2012 – Remaster)
8. Going Back Home (Live) (2012 – Remaster)
9. I Don’t Mind (Live) (2012 – Remaster)
10. Back in the Night (Live) (2012 – Remaster)
11. I’m a Hog for You Baby (Live) (2012 – Remaster)
12. Checkin’ Up On My Baby (Live) (2012 – Remaster)
13. Roxette (Live) (2012 – Remaster)
14. Sneakin’ Suspicion (2012 – Remaster)
15. Paradise (2012 – Remaster)
16. Nothin’ Shakin’ (But the Leaves On the Trees) (2012 – Remaster)
17. Time and the Devil (2012 – Remaster)
18. Lights Out (2012 – Remaster)
19. Lucky Seven (2012 – Remaster)
20. All My Love (2012 – Remaster)
21. You’ll Be Mine (2012 – Remaster)
22. Walking On the Edge (2012 – Remaster)
23. Hey Mama Keep Your Big Mouth Shut (2012 – Remaster)

CD 3
1. Dr. Feelgood
2. Everybody’s Carrying a Gun (Olympic Version))
3. I’m a Hog for You Baby (Olympic Version)
4. Time and the Devil
5. Lights Out
6. Everybody’s Carrying a Gun (Rockfield Version)
7. Sneakin’ Suspicion (Demo)
8. Malamut (Featuring Wilko Johnson and Mick Green Guitars, Phil Thumpston Bass and The Big Figure Drums)
9. Casting My Spell On You (Featuring Wilko Johnson and Mick Green Guitars and Vocals, Phil Thumpston Bass and The Big Figure Drums)
10. Comin’ Home Baby (Featuring Wilko Johnson and Mick Green Guitars, Phil Thumpston Bass and The Big Figure Drums)
11. I’m Talking About You
12. My Girl Josephine
13. Small Gains Corner
14. (Get Your Kicks On) Route 66 (2006 Digital Remaster)
15. I’m a Hog for You Baby
16. Stupidity
17. She Said Alright
18. All Through the City (Live)
19. Roxette (Live)
20. Boom Boom (Live)
21. Keep It Out of Sight (Live) (2012 – Remaster)
22. Riot in Cell Block No. 9 (2012 – Remaster)
23. Johnny B Goode (2012 – Remaster)

DVD
1. She Does It Right (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
2. Boom Boom (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
3. All Through the City (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
4. Roxette (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
5. Riot in Cell Block No 9 (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
6. I Don’t Mind (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
7. (Get Your Kicks On) Route 66 (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
8. Keep It Out of Sight (Live) (Old Grey Whistle Test – BBC March 1975)
9. Roxette (Live) (Old Grey Whistle Test – BBC March 1975)
10. She Does It Right (Live) (Old Grey Whistle Test – BBC March 1975)
11. Back in the Night (45 With Kid Jensen – Granada July 1975)
12. Going Back Home (Live)
13. I Can Tell (Live)
14. All Through the City (Live) (2005 Digital Remaster)
15. I’m a Hog for You Baby (Live) (2005 Digital Remaster)
16. Riot in Cell Block Number Nine (Live) (2005 Digital Remaster)
17. Roxette (Live)
18. You Shouldn’t Call the Doctor (If You Can’t Afford The Bills) (Live) (2005 Digital Remaster)
19. (Get Your Kicks On) Route 66 (Live)
20. Back in the Night (Live) (2005 Digital Remaster)
21. She Does It Right (Live) (Kuusrock Festival July 1975 – Finland)
22. Roxette (Live) (Kuusrock Festival July 1975 – Finland)
23. Band Interview (Conducted by Matti Rosvall)

DVD contents

Live at The Kursaal , Southend – November 8th 1975
1)Going Back Home,
2)I Can Tell,
3)All Through The City,
4)I’m A Hog For You Baby,
5)Riot In Cell Block No 9,
6)Roxette,
7)Shouldn’t Call The Doctor,
8)Route 66,

9)Back In The Night (promo clip)

OGWT BBC 14th March 1975

10-Keep It Out Of Sight
11-Roxette
12-She Does It Right

The Geordie Scene 6th February 1975/ITN footage

13-She Does It Right
14-Boom Boom
15-All Through The City
16-Roxette
17-Riot In Cell Block No 9
18-I Don’t Mind
19-Route 66

Granada 45 with Kid Jensen. 20th July 1975

20-Back In The Night

Kussrock Festival on the 19th July 1975.(Finnish TV)
21-She Does It Right
22-Roxette
23-Interview

7 live tracks from ‘The Geordie Scene-Tyne Tees Television February 1975
3 ‘live’ tracks from the Old Grey Whistle Test – BBC March 1975
1 studio track from ‘45 with Kid Jensen’ Granada July 1975
9 live tracks from Southend November 1975
2 live tracks and an interview from Finnish TV July 1975.

Direi imperdibile!

La serie del Live At Rockpalast si arricchisce con un doppio CD o DVD dedicati alla registrazione dei concerti tenuti da Joe Jackson nel 1983 e 1980. Ovviamente il doppio DVD ha molto materiale in più, etichetta MIG, Made In germany:

DVD 1 – Rocknacht – Grugahalle, Essen April 1983
1. On Your Radio
2. Another World
3. Sunday Papers
4. Look Sharp!
5. Breaking Us In Two
6. Is She Really Going Out With Him
7. Target
8. TV Age
9. Tuxedo Junction
10. Steppin’ Out
11. Beat Crazy
12. One More Time
13. A Slow Song
14. Uptight
15. The Tears Of A Clown
16. I’m Gonna Make You Love Me
17. How Sweet It Is To Be ;Loved
18. Heatwave
19. Uptight
20. I’m The Man

DVD 2
WDR Studio,, Köln 1980
1. On Your Radio
2. Friday
3. Mad At You
4. Kinda Kute
5. Out Of Style
6. The Harder They Come
7. Sunday Papers
8. One More Time
9. Fools In Love
10. Is She Really Going Out With Him
11. Don’t Wanna Be Like That
12. I’m The Man
Markthalle, Hamburg 1983
1. On Your Radio
2.Another World
3. Sunday Papers
4. Look Sharp
5. Breaking Us In Two
6. Cancer
7. Real Man
8. Is She Really Going Out With Him
9. Cosmopolitan
10. Target
11. TV Age
12. Tuxedo Junction
13. Steppin’ Out
14. Beat Crazy
15. One More Time
16. A Slow Song
17. Motown Medley: Uptight/Tears Of A Clown/I’m Gonna Make You Love Me/How Sweet It Is To Be oved By You/Heatwave/Uptight
18. I’m The Man

Sea Of Bees è lo pseudonimo che usa la cantautrice americana Julie Ann Baenziger. Questo Orangefarben è il secondo album pubblicato dalla Heavenly Recordings/distr. Universal. Se vi piacciono le voci femminili accompagnate da una strumentazione morbida ma non solo acustica. C’è anche una bella cover di Leaving On A Jet Plane.

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Due anni fa era uscito We Are Only Riders una sorta di tributo a Jeffrey Lee Pierce con i suoi brani completati e interpretati da un gruppo di “amici cantanti”. Ora esce questo The Journey Is Long che è il seguito di quel progetto, etichetta Glitterhouse. I nomi sono più o meno quelli: Nick Cave, Hugo Race, Steve Wynn, Marl Lanegan & Isobel Campbell, Barry Adamson, Mick Harvey e molti altri. C’è anche un duetto tra Nick Cave e Debbie Harry.

Florence + The Machine sfruttano il loro momento magico sul mercato inglese e pubblicano questo Mtv Unplugged (ma esiste ancora la trasmissione?). C’e anche la versione Deluxe CD+DVD. Ospite Josh Homme dei Queens Of the Stone Age per una cover di Jackson di Johnny Cash.

Dar Williams, come ho già detto in altre occasioni, è una delle mie cantautrici preferite e questo In the Time Of Gods conferma ancora una volta la sua bravura. Pubblicato in Europa dalla Floating World e in America dalla Razor and Tie. Si tratta del suo nono album di studio e vede tra gli ospiti Shawn Colvin e Larry Campbell. Molto bello, recensione nei prossimi giorni.

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I Train sono uno dei gruppi americani di maggior successo, ma fanno anche della buona musica (le due cose non sono necessariamente separate, questa settimana gli Alabama Shakes hanno esordito all’8° posto delle classifiche di Billboard): questo California 37 è il loro sesto album di studio. Pat Monahan il leader del gruppo ha pubblicato anche un album solista nel 2007, Last Of Seven, al quale hanno partecipato Brandi Carlile e Graham Nash. Classico pop-rock californiano, anche radiofonico, pure in questo nuovo album.

Loudon Wainwright III è il babbo (ma la settimana prossima esce il nuovo album anche di Rufus che dopo escursioni nel classico e nel musical torna allo stile dei primi album, quello che deve molto al miglior Elton John): il nuovo album OlderThan My Old Man Now conferma la striscia positiva di dischi degli ultimi anni, uno migliore dell’altro, a partire da Strange Weirdos quello del 2007 prodotto da Joe Henry. Il tutto culminato nel bellissimo cofanetto retrospettivo per i 40 anni di carriera, 40 Odd Years. Per questo nuovo album edito come di consueto dalla Proper c’è una lista di ospiti incredibile: figli, figlie, mogli, ex mogli. C’è anche un brano scritto con Kate McGarrigle, la mamma di Rufus e Martha scomparsa un paio di anni fa. Poi ci sono Ramblin’ Jack Elliott, Chris Smither, Suzzy Roche, John Scofield e molti altri. Se non conoscete assolutamente da esplorare: era stato uno dei “nuovi Dylan” ad inizio anni ’70, ora è il “vecchio” Loudon Wainwright, ma che bravo!

Per finire la lista di oggi ennesimo nuovo album di Peter Hammill, si chiama Consequences e dopo una serie di CD dal vivo presenta 10 nuovi brani scritti per l’occasione. Etichetta come di consueto la Fie Records.

A domani per il seguito!

Bruno Conti

Incontri Tra Amici! Tail Dragger & Bob Corritore – Longtime Friends In The Blues

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Tail Dragger & Bob Corritore – Longtime Friends In The Blues – Delta Groove

Bob Corritore è una sorta di “spalla di lusso” per altri musicisti. Armonicista ma non cantante, i suoi album sono o delle All-star jam ricche di ospiti (tipo Harmonica Blues, recensito da chi scrive un paio di anni fa) bob%20corritore o delle collaborazioni paritarie con leggendari artisti blues, meglio se cantanti, come nel caso di questo Longtime Friends In The Blues. Entrambi cultori del Chicago Blues più ortodosso si conoscono da molti anni, come certificato dal titolo dell’album, e precisamente dal 1976, il giorno dopo la morte di Howlin’ Wolf ad un concerto che lo commemorava. Tail Dragger, all’anagrafe James Yancy Jones prende il nome d’arte proprio da un brano del “lupo” e un altro dei principali protagonisti di questo disco, il pianista Henry Gray è stato il pianista della band di Howlin Wolf nel periodo migliore del grande Bluesman (1956-1968). Esaurite le curiosità, o meglio ce n’è ancora una, Gray nato nel 1925 come BB King, è un altro dei più longevi artisti del Blues ancora in attività, dopo la scomparsa lo scorso anno di Pinetop Perkins e Honeboy Edwards. E lo dimostra in una tostissima Sugar mama, l’unica cover di questo album, cantata in coppia con Tail Dragger. Ottimi i due chitarristi che si dividono i compiti in questa ennesima uscita della Delta Groove, ormai sinonimo di qualità, Kirk Fletcher e Colin James e la sezione ritmica dal suono classico del West Side come Patrick Rynn, basso e Brian Fahey, batteria.

Il resto lo fa il repertorio, nove brani scritti da Jones, dal suono classico ma non mummificato come purtroppo ogni tanto suonano i dischi di blues classico attuali. Tail Dragger ha un vocione ancora importante e vissuto, Bob Corritore soffia nell’armonica con vigore e ottima tecnica, il piano di Henry Gray è sempre presente e incisivo e brani come l’iniziale I’m Worried, dal suono molto influenzato da Howlin’ Wolf, la già citata Sugar mama, le dodici battute classiche della serrata Birthday Blues con tutti i musicisti molto motivati e in grande evidenza sono un buon viatico per l’album. Poi la lunga e sofferta She’s Worryin’ Me ci riporta ai ritmi lenti e cadenzati di Waters e Wolf con una grande prestazione vocale di Tail Dragger. Notevole anche Cold Outdoors con il piano di Gray e l’armonica di Corritore sempre in primo piano a sostenere la voce. So Ezee è uno di quei brani che si è soliti definire “driving blues”, nel senso che viaggiano per conto loro sulle ali della buona musica, uno dei migliori del CD.

Through With You è il classico slow blues che non può mancare in un disco del genere che si rispetti, con delle chitarre taglienti che cercano di ritagliarsi i loro spazi di fianco agli altri solisti, mentre il vocione è sempre in primo piano in alternanza all’armonica. Done Got Old è una ulteriore variazione sul tema mentre Boogie Woogie Ball tiene fede al suo nome, con le mani di Henry Gray che volano sulla tastiera. Please Mr. Jailer è un altro di quegli slow dove il cantante implora il soggetto della canzone, in questo caso il secondino della prigione, di avere pietà per lui e la sua ragazza, un argomento senza tempo per il Blues più sofferto e ben interpretato da Tail Dragger che si conferma vocalist di tutto rispetto in questo brano e in tutto il disco nel suo insieme. Per amanti dei “classici”. Lunga vita!

Bruno Conti

“Vecchi” Sudisti. Charlie Daniels Band – Live At Rockpalast

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Charlie Daniels Band – Live At Rockpalast –CD o DVD –MIG Made in Germany

Negli ultimi mesi del 1980 quando si svolgono questi eventi il Southern Rock era un po’ “alla frutta”, la Capricorn era fallita, gli Allman Brothers si erano sciolti, i Lynyrd Skynyrd dopo l’incidente aereo del 1977 non esistevano più, nell’aprile del 1980 la Marshall Tucker Band, peraltro in fase discendente, perdeva Tommy Caldwell. E quasi tutti i gruppi del genere ancora in attività avevano spostato il loro suono verso un AOR molto di maniera e spesso deleterio. Gli unici che resistevano, anzi prosperavano, erano i tipi della Charlie Daniels Band che proprio l’anno precedente con Million Mile Reflections avevano raggiunto le vette delle classifiche Usa, vendendo tre milioni di copie dell’album, e anche il singolo The Devil Went To Georgia era entrato nei Top 5 dei singoli, una rarità per il genere. E tutto questo con uno dei loro album migliori. Anche il 1980 era iniziato sotto i migliori auspici, l’album Full Moon, uscito a Luglio, ha ancora un grosso successo di vendita e il singolo In America manca la Top 10 per un nonnulla.

E proprio il 28 novembre 1980 la Charlie Daniels Band, nella sua migliore formazione, approda alla Westfalenhalle di Dortmund, per il Rockpalast, la più importante trasmissione rock europea. Si presentano nella classifica formazione da rock sudista: due chitarre, Charlie Daniels, anche al violino e Tommy Crain, le tastiere di Joel “Taz” Di Gregorio (scomparso lo scorso anno in un incidente d’auto), due batteristi, Fred Edwards e James Marshall e al basso Charles Hayward. E negli 80 minuti scarsi presentati in questo CD o DVD, sciorinano il meglio di dieci anni di carriera. Ma Charlie Daniels era un veterano della scena musicale; nato nel 1936, già suonava negli anni ’50, nel 1964 scrisse un brano per Elvis e alla fine degli anni ’60 suonava il basso in tre dischi di Dylan e il violino con Leonard Cohen. Produce Elephant Mountain per gli Youngbloods e nel 1971 pubblica il primo omonimo album come solista. L’anno successivo nasce la Charlie Daniels Band e nel frattempo il nostro amico suona il violino in tutti i primi album della Marshall Tucker compresa la porzione live del mitico Where We All Belong. Nel 1975 ha un successo notevole con quello che viene considerato uno degli inni del southern rock, The South’s Gonna Do It Again e dall’anno successivo partono le leggendarie Volunteer Jam che, con qualche pausa, credo continuino fino ai giorni nostri. Non ha mai pubblicato dischi ufficiali dal vivo a nome suo fino agli anni 2000 (compreso un Live In Iraq) ma con tutti gli album delle sue jam ce n’era bisogno?

Evidentemente l’etichetta MIG deve avere pensato di sì ed ecco quindi questo Live At Rockpalast, 15 brani che ripercorrono la carriera della band ad iniziare da Funky Junky che era sul terzo Honey In The Rock e Trudy che era nel primo, omonimo (dove al basso c’era Billy Cox della Band Of Gypsys di Hendrix). Southern rock di grande impatto nella migliore tradizione delle band citate magari con un accento maggiore verso le componenti country anche se la presenza di Taz Di Gregorio alle tastiere può ricordare gli Allman con Chuck Leavell. Comunque è un bel sentire, c’è anche del corposo boogie alla ZZTop come nell’iniziale Funky Junky dove la slide di Daniels e la solista di Crain intrecciano dei duetti degni della migliore Allman Brothers Band. Si prosegue con Jitterbug tratta da Million Mile Reflection e cantata di Di Gregorio, perché non bisogna dimenticare che nella band si alternavano al canto tutti i tre leaders. Quindi dopo la gagliarda Legend Of Wooley Swamp cantata da Charlie con l’aiuto del vocione di Taz per creare un’atmosfera swamp-rock è il turno di Billy Crain che canta la sua Blindman ancora con le twin lead guitars in spolvero.

Reflections è una lunga ballata epica in crescendo, alla pari con le migliori del genere southern, El Toreador tipico brano di frontiera è un altro dei loro cavalli di battaglia. No Potion For The Pain è un bluesone sofferto cantato da Di Gregorio. In America è la prima delle loro molte hit di stampo country, trascinante e in quel momento il loro brano di punta in America, Long Haired Country Boy era su Fire On Mountain forse l’album migliore insieme a Saddle Tramp, di cui non fanno la lunga title-track ed è un peccato. Con Uneasy Rider la festa prosegue, poi Charlie Daniels sfodera il violino per Cumberland Mountain No.9 di Billy Crain e per le leggendarie Devil Went To Georgia (ancora oggi utilizzata per un video game) e The South’s Gonna Do It Again prima di concludere con una micidiale e lunghissima Orange Blossom Special. Ottimo e abbondante!

Bruno Conti

Questo Sì Che E’ Un Chitarrista Coi Fiocchi! Danny Bryant – Night Life Live In Holland

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Danny Bryant’s Redeyeband – Night Life Live In Holland CD o DVD Jazzhaus rec. 

Secondo Live in carriera per Danny Bryant e la sua Redeyeband dopo quello del 2007. Mi ero già occupato di lui per il Busca e non posso che confermare quanto di buono avevo detto per questo chitarrista e cantante Blues inglese. Insieme a Matt Schofield, Aynsley Lister, Oli Brown ed altri fa parte della terza ondata del British Blues: dopo la prima, quella dei Mayall, Clapton, i Fleetwood Mac di Peter Green, i Savoy Brown e moltissime altre bands di fine anni ’60, c’è stata la seconda ondata, più contenuta, nella seconda metà degli anni ’70 con Dr.Feelgood, Nine Below Zero e Blues Band e ora, nei noughties, questa terza rinascita che è più incentrata sui solisti.

Se Matt Schofield è sicuramente quello con la migliore tecnica, Danny Bryant, che è un’autodidatta, supplisce con un feeling e una passione che soprattutto nei suoi concerti dal vivo raggiungono l’apice: ho avuto l’occasione di vederlo di persona nel passaggio del tour in Tributo a Hendrix a Milano di un paio di anni fa, e se l’headliner era sicuramente un Popa Chubby leggermente sottotono per l’occasione (ma poi si è ripreso), Bryant mi aveva impressionato per la grande grinta e fluidità del suo stile. Se Jimi Hendrix è una delle sue passioni principali, il buon Danny la divide con quella per Dylan, oltre al rispetto che nutre verso Walter Trout che è stato il suo scopritore e mentore da quando aveva 15 anni. Ora ne ha 31 e questo è già il suo ottavo album, due dal vivo si diceva, e potrebbe essere quello della sua consacrazione, sempre in un ambito di “culto”, ovviamente, non si fanno i grandi numeri con questo genere. A vedere questo concerto del 17 settembre del 2011 c’erano 500 persone, a Rosmalen nel sud dell’Olanda, ma Danny Bryant li ha ripagati con quella che lui stesso considera una delle migliori esibizioni della sua vita.

Ad aprire e chiudere il disco ci sono i due brani migliori (ma anche il resto non scherza): l’iniziale Tell Me che per la grinta e il torrente di note che emette la chitarra del nostro amico mi ha ricordato il miglior Rory Gallagher (e naturalmente Hendrix nella lunga parte di wah-wah) e in conclusione un lunghissimo slow blues, tirato e spasmodico, Always With Me, durante il quale Bryant estrae dal suo strumento ogni singola stilla di passione, rilanciando di continuo in un assolo chilometrico che è tra le cose migliori sentite nel genere in questi anni. Come avrà occasione di vedere chi acquisterà questo Night Life nella versione in DVD Danny Bryant sta diventando vieppiù un “grosso” chitarrista anche come dimensioni fisiche, non è mai stato smilzo ma le birre e la vita on the road evidentemente stanno mostrando i loro effetti. Nemmeno la presenza del padre Ken, che è il bassista del gruppo (e per inciso pure bravo) riesce a porre un limite a questa crescita che però è anche dal lato tecnico, come dimostra Just As I Am,  un altro slow blues a cavallo tra gli ZZTop di Blue Jean Blues e il Jeff Healey più intricato. Heartbreaker è un bluesone rock elettrico cadenzato degno del maestro Walter Trout con il riff di chitarra che taglia l’aria del piccolo locale olandese mentre Love Of Angels è una ballata lenta e sognante che si ispira al riff immortale e alle atmosfere di Litlte Wing di Hendrix.

Poi c’è questa passione (in)sana di Bryant per i cantautori, esplicitata in una eccellente ripresa di Master Of Disaster di John Hiatt, dove Danny non può competere nella parte vocale con l’autore, ma nella parte chitarristica è una bella lotta con Luther Dickinson che era il solista nella versione originale. E in tutti i brani la chitarra è in continua ricerca di tonalità e stili sempre diversi, anche con un bell’uso del vibrato. Nella versione DVD c’è un intermezzo acustico blues e una cover di Girl From The North Country di Dylan che è uno dei suoi cavalli di battaglia già nei dischi precedenti. E per concludere l’omaggio a Dylan c’è anche una bella versione di Knockin’ On Heaven’s Door, una delle più belle canzoni della storia del rock che si presta molto per queste versioni epiche e chitarristiche, chi scrive ne ricorda una molto bella che si trovava nel live Swingshift degli australiani Cold Chisel, quelli di Jimmy Barnes, che, detto per inciso, proprio in questo periodo si sono rimessi insieme e hanno pubblicato un album dopo 30 anni di separazione. Anche la versione di Bryant con il pubblico che intona il ritornello di sua sponte, si avvale poi di un notevole solo dell’eroe della serata. Grande concerto e grande chitarrista, come sempre dico per chi ama il genere, ma per chi vuole avventurarsi per una volta nelle lande del blues-rock questo potrebbe essere uno dei dischi più indicati e consigliati!

Bruno Conti

Un Poderoso Terzetto Di Rock-Blues! Mount Carmel – Real Women

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Mount Carmel – Real Women – Siltbreeze records

Nome biblico, ma vengono da Columbus, Ohio, per questo tosto terzetto che fa del rock-blues energico la propria Bibbia. Hanno già pubblicato un dischetto omonimo nel 2010 che qualcuno cita come fosse un EP, ma con sette brani per quasi quaranta minuti di musica, e due lunghe tracce intorno ai 10 minuti ciascuna, era più lungo di questo Real Women, che di brani ne ha nove, più compatti, poco più di mezz’ora di sano rock-blues, come se fossimo ancora in pieni anni ’70, agli inizi, quando gruppi come ZZTop in America e Humble Pie, avevano rilevato il pallino da formazioni come Cream, Free, Led Zeppelin ma anche Blue Cheer.

Ci sono piccole sfasature temporali nei nomi citati ma serve per inquadrare l’humus nel quale si muovono questi Mount Carmel, classica formazione da power trio con Matthew Reed, alla chitarra solista e ottimo vocalist e la sezione ritmica con Patrick Reed (parente? Direi fratello!) e il giovane batterista Kevin Skutbak, che alla pubblicazione dell’esordio aveva 17 anni, ma è ancora oggi un teenager dalle mani d’acciaio, nel senso che picchia sui tamburi come un forsennato, ma con ottima tecnica.

Dall’iniziale Swaggs dal suono denso e potente che ricorda gli Humble Pie di Steve Marriott ma anche riportata ai giorni nostri i Black Crowes più “cattivi” (che su Pie, Faces, Stones e Zeppelin, ci hanno costruito una carriera, ottima peraltro), si passa poi a Real Women che avrebbe potuto essere indifferentemente su un disco dei Cream o dei primi ZZtop, circa 1973/74. Oh Louisa avreste potuto trovarla su qualche vecchio vinile dei Free di Paul Rodgers e Paul Kossoff, stessa costruzione sonora e stessa grinta vocale e chitarristica, anche la ritmica ricorda i mai troppo lodati Fraser e Kirke.

Ognuno poi ci può vedere (e sentire) quello che vuole, sostituite i nomi con altri e il risultato non cambia, nel precedente disco c’è una lunghissima cover di Hear Me Callin’ dei Ten Years After di Alvin Lee, altro gruppo mai lodato abbastanza nel genere.

Be Somebody è un hard slow blues molto Claptoniano mentre Choose Wisely potrebbe ricordare il power chord garage dei citati Blue Cheer. Hear Me Now, più dark, sta a cavallo tra i Black Sabbath più blues degli inizi e gli Zeppelin e anche Don’t Make Me Evil è su quelle coordinate sonore. Rooftop, ormai ci siamo capiti, non si discosta neppure questa dal copione, peraltro soddisfacente per chi si nutre del genere. La conclusione è affidata a Lullaby che a chi scrive ricorda nuovamente gli ZZTop, ma, ripeto, potete riempire la casella “influenze” con i nomi che preferite (e forse se chiediamo a loro molti di questi nomi neppure li conoscono, ma sono lì che aleggiano nell’aria) e il risultato non cambia: solo del buon vecchio rock-blues con la chitarra che viaggia ben sostenuta da una solida ed inventiva sezione ritmica. Niente di più, ma la qualità è buona e costante, non delude le aspettative, per innovazione e ricerca cercate altrove, ma il rock è anche questo, onesto e piacevole.

Bruno Conti

Tenersi Alla Larga! Fleetwood Mac – Go Your Own Way Live 1977

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Fleetwood Mac – Go Your Own Way Live 1977 – IMV Blueline

Da un po’ di tempo a questa parte c’è stato tutto un (ri)fiorire di pubblicazioni relative a concerti dal vivo, diciamo “semiufficiali”, soprattutto l’inglese Left Field Media è stata molto attiva con una serie di CD che raccolgono materiale registrato per broadcast radiofonici (e quindi spesso di buona qualità sonora) tra gli anni ’70 e gli anni ’90: molto belli quelli di Springsteen, Allman Brothers, Ry Cooder, per citarne alcuni, ma sono tutti piuttosto buoni. Non male la serie On Air, anche se non è mai chiara la fonte da cui proviene il materiale. Stesso problema per questo Go Your Own Way, un disco dal vivo del 1977 (?!?) dei Fleetwood Mac, tratto dal tour che fece seguito al clamoroso successo americano dell’album Rumours e del quale esiste peraltro il doppio Live ufficiale della Warner del 1980, tratto da quel tour e da quello del ’79.

E quella non sarebbe una iattura, è sempre interessante ascoltare materiale differente in concerto di una band, nel momento della loro massima creatività, con Buckingham, Nicks e Christine McVie a dividersi gli spazi vocali. Tutto molto bello: se si sentisse qualcosa! Nel senso che la qualità sonora in questo CD varia dal mediocre allo scarso, tendente al peggioramento, dopo due discrete Monday Morning e Oh Well, una Rhiannon quasi ascoltabile (parliamo sempre del suono, le versioni non sarebbero neanche male) anche se spesso troncate di botto nel finale si passa a delle versioni acustiche di Never Going Back Again e Landslide da bootleg scadente, il soundboard recording è un’utopia, perché in fondo di questo stiamo parlando, camuffato da disco ufficiale ma trattasi di “pirata”!

Non sto a citarvi gli altri brani, ci siamo capiti. Se potete, tenetevi alla larga: solo per fans molto sfegatati.

Bruno Conti

Un’Altra “Sorella” Del Soul (E Non Solo)! Sister Sparrow & The Dirty Birds – Pound Of Dirt

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Sister Sparrow & The Dirty Birds – Pound Of Dirt – Modern Vintage Recordings

Dopo gli Alabama Shakes, un altro gruppo che ha nel proprio credo la diffusione della musica soul, condita da ampie dosi di rock e funky, ma anche jazz e blues. Per la verità i Sister Sparrow sono sulla scena già dal 2008 e questo Pound Of Dirt è il loro secondo album. Ma entrambi i gruppi, sia il quintetto dell’Alabama che questa ampia formazione (in totale nove elementi) da Brooklyn, New York sono uniti da una passione sia per la musica vintage che per Janis Joplin. Mentre la formazione di Brittany Howard si rifà alla Janis del primo periodo, quella più rock con i Big Brother (con abbondanti iniezioni di Otis e Aretha e qualche tocco à la Zeppelin), il gruppo di Arleigh Kincheloe, quindi sempre con una voce femminile alla guida, riprende il periodo “centrale”, quello della Kozmic Blues Band, con una ampia sezioni fiati, quattro per la precisione e una propensione per un sound Stax-Volt misto a un funky-jazz. Non sono le prime voci femminili che si “ispirano” alla grande vocalist texana in tempi recenti, Beth Hart e Dana Fuchs sono i primi nomi che mi vengono in mente e sono entrambe decisamente brave, ma per quelle brave c’è sempre spazio.

I Sister Sparrow, per brevità, sono un gruppo a conduzione familiare: accanto ad Arleigh c’è il fratello Jackson Kincheloe, un ottimo armonicista che aggiunge una corposa nota Blues al sound della band e, dalla California, c’è pure il cugino Bram, un batterista dallo stile aggressivo e poderoso ma con una notevole tecnica. Due sassofonisti, un trombettista e il trombone di Ryan Snow costituiscono la sezione fiati, un buon chitarrista Sasha Brown e il bassista Aidan Carroll completano la formazione. Naturalmente, visto l’organico “scarno”, in alcuni brani c’è anche un tastierista aggiunto e una sezione archi. A dimostrazione del loro modo di fare ruspante e genuino, sul sito del gruppo, http://www.sistersparrow.com/, la prima cosa che balza all’occhio entrando, è una raccolta fondi (riuscita), presso i fans, per acquistare un nuovo furgone per i loro spostamenti attraverso l’America, dove portano il loro esplosivo show che li ha fatti notare dalla stampa; attualmente sono una delle “scelte” di Usa Today tra i nomi da tenere d’occhio.

Perché quello che conta è la loro musica: fin dalle prime note sincopate di Make It Rain, con la voce roca e jopliniana di Arleigh Kincheloe che scivola sul tappeto fiatistico, i contrappunti dell’armonica e della chitarra, gli interventi del trombone, capisci che sei di fronte ad un gruppo che ha talento e passione da vendere. Il mid-tempo sensuale di Millie Mae con il drumming agile e composito di cugino Bram che ancora il groove conferma le impressioni positive, lei canta con grande partecipazione e l’impatto di tutto l’insieme è notevole e trascinante. Nel breve intermezzo di Bulldozer, Jackson Kincheloe dà libero spazio al proprio virtuosismo all’armonica per poi rientrare nel funky ribaldo di Too Much con la voce della brava Arleigh che si fa largo nel denso tappeto fiatistico mentre la slide di Brown si ritaglia il suo spazio. I ritmi sono perlopiù mossi ma c’è spazio anche per le atmosfere più raccolte della notevole Hollow Bones che toccano territori jazzati, New Orleans style, ma sempre con la voce come faro del suono del gruppo, che poi si concede ampi spazi con gli altri solisti, come nelle vecchie orchestre dell’era pre-rock.

Lasso è nuovamente funky-rock duro e puro che uno immagina nella resa in concerto. This Crazy Torpedo è un altro breve interludio strumentale, questa volta per l’elettrica in tapping di Sasha Brown che poi si stempera in una ballata ritmata (se i due termini si possono usare in contemporanea) in crescendo come Another Ride. Ancora un breve strumentale, Feather Of A Queen, quasi in modalità jazz-rock e poi un brano da soul-revue come la divertente No Rest.

Dirt è un gagliardo rock-blues con armonica e chitarra che come di consueto tracciano la strada per l’ennesima ottima performance vocale della brava Arleigh. Mentre la conclusiva Horse To Water è uno slow raffinato e atmosferico, dagli spunti jazzistici, con la sezione fiati rafforzata da un quartetto d’archi e la Kincheloe che è libera di dare sfogo ancora una volta alle sue notevoli arti vocali in un brano inconsueto ma molto efficace. Come si evince da quanto detto finora Janis Joplin è un punto di partenza, poi il risultato finale ha una sua originalità, per questa cantante e per tutto il gruppo, che cercano di raccogliere il meglio dal passato per proiettarlo verso il proprio futuro, anche i nome dell’etichetta è un proclama. Un disco interessante e intrigante oltre che di notevole valore, consigliato agli amanti delle belle voci, ma non solo!

Bruno Conti