“Piccoli” Dischi Di Culto. Hiss Golden Messenger – Poor Moon

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Hiss Golden Messenger – Poor Moon – Paradise Of Bachelors/Tompkins Square

Sono parecchi mesi che giro intorno a questo dischetto senza mai decidermi (o trovare il tempo di parlarne). E rimanda oggi, rimanda domani questo Poor Moon sta cominciando a farsi strada tra gli appassionati e avere un suo piccolo seguito di culto, insomma se ne parla! Il disco ha una storia particolare, avevo letto qualcosa su questi Hiss Golden Messenger lo scorso anno: la rivista Uncut aveva inserito il precedente album From Country Hai East Cotton tra i migliori del 2011 (ma uscito nel 2009), anche se il disco in giro non si vedeva neanche dipinto (e neanche ora se non per il download o a cifre folli nel formato fisico) e in seguito era circolato (?!?) anche un Bad Dept, con lo stesso titolo un CD e un EP, pubblicati a livello autogestito. Ma il tutto avveniva molto sottotraccia, senza clamore, per usare un eufemismo; qualcosa mi era capitato di sentire di straforo. Poi sempre su Uncut, nel numero di gennaio, quindi uscito a fine 2011, vedo la recensione di questo Poor Moon e mi dico, adesso me lo sento per bene, sempre per la tecnica San Tommaso (sentire di persona per eventualmente credere!). Ma, ulteriore delusione, tra le righe trapela che il disco è stato pubblicato solo in vinile in una tiratura limitata di 500 copie: questa volta ho insistito nelle mie ricerche e ho recuperato una “copia” del disco e devo dire che quello che avevo sentito mi aveva trovato d’accordo sulle 4 stellette assegnate. Poi al momento di recensirlo sul Blog mi sono detto, “ma vale la pena di parlare di un disco fantasma ai limiti della irreperibilità?”, e ho lasciato perdere. Ma poco tempo fa la Tompkins Square ha provveduto a distribuirlo in CD e si trova anche nelle nostre lande, per cui eccomi qua.

Genere (o file under): Country Got Soul. Questo è il punto di partenza! Ma i due signori (soprattutto quello barbuto con cappello) che vedete nella foto qui sopra hanno saputo creare un piccolo gioiellino sonoro. Dal comunicato stampa della distribuzione italiana (come al solito ripreso senza approfondire da alcuni pennivendoli italici):”Da Brooklyn, New York, un altro luminoso esempio di Americana in chiave contemporanea…Miscela musicale che non prescinde nemmeno dal grande folk britannico di John Martyn e Richard & Linda Thompson…Fantastica formazione già incensata da David Bowie che ha definito il loro suono come country mistico”. E poi ancora grandi paragoni con la Band. Pareri rispettabili, per l’amor di Dio e che quindi vi riporto. Ma Michael C.Taylor, la mente dietro tutto ciò, vive e opera nel North Carolina mentre è il suo compagno di avventura Scott Hirsch che effettivamente vive a New York dove lavora nel campo della musica per colonne sonore. I due, per molti anni, erano stati insieme in un gruppo, The Court And The Spark, che operando nella Bay Area non era mai arrivato al successo, neppure di culto. Ma questo Poor Moon, nella sua semplicità, segnala un salto di qualità sesquipedale nella cesellatura dei suoni (era un po’ che non citavo il Giuan Brera): musica campagnola e country, che non necessariamente sono la stessa cosa, folk e mistica, ricca di un soul molto minimale e di tanta spiritualità, serena e lineare: se dovessi definirla con un paragone e fare i nomi, mi ricorda (anche vocalmente) il Johnny Rivers di Slim Slo Rider, quando re-interpretava il Van Morrison bucolico del periodo americano oppure un Jim Croce più intellettuale ma anche, per l’utilizzo di effetti sonori presi dalla natura, tuoni, pioggia, versi di animali domestici e non, inseriti tra un brano e l’altro come usava fare il Mickey Newbury del periodo d’oro primi anni ’70. Avevo detto un paragone? Ne ho fatti tre, poco male!

Quello che importa è che il risultato finale è assolutamente valido ancorchè non originale, ma come mi capita di dire spesso, ormai, nulla più si crea ma se si reinterpreta il passato, basta farlo bene. Sono dodici brani, tra cui due brevi intermezzi strumentali, uno country/bluegrass acustico e uno più simile alle atmosfere del resto dell’album. Tra i musicisti che collaborano all’album c’è il batterista Terry Lonergan, il fratello di Mike Taylor, Graham che si occupa degli arrangiamenti di archi e fiati mentre i due si dividono i compiti a chitarre e tastiere e Taylor ha sviluppato anche un’insana passione per il basso, probabilmente mutuata dall’amore di entrambi per Curtis Mayfield e Keith Hudson da cui proviene la quota soul di questo “country mistico” o quantomeno quella del primo brano Blue Country Mystic appunto (ma anche in altri brani è presente); come dice lo stesso M.C. in una intervista, alle fonti del brano c’è anche una passione per quel basso funky che propelleva la “famosa ” Lowdown di Boz Scaggs citata musicalmente anche nel recente disco di Jeb Loy Nichols (spesso sono i piccoli particolari che fanno l’insieme). Quando la pedal steel, il violino o un banjo fanno la loro apparizione il suono si fa più country ma sempre con quel bel suono rotondo del basso che ancora il tutto e quell’incedere sereno e spirituale della musica con brani che hanno titoli come Jesus Shot Me In The Head, Under All The Land, O Little Light, Balthazar’s Song. Ma non sono i singoli brani che fanno la storia di questo album è tutto l’insieme che funziona: qualche eco anche del James Taylor più mosso o del citato John Martyn nella sua trasferta americana quando era accompagnato, guarda caso, da alcuni componenti della Band. E poi, oltre agli altri nomi ricordati, per il sottoscritto (magari incosciamente) tanto Van Morrison (che se non lo dici si inc…a). E poi la gioia della citazione è uno dei piaceri di questo “mestiere”, cita tu che cito anch’io si potrebbe dire, ogni tanto ci azzecchi anche!

Insomma, concludendo, “piccola” ma bella musica che merita di essere conosciuta.

Bruno Conti

“Piccoli” Dischi Di Culto. Hiss Golden Messenger – Poor Moonultima modifica: 2012-05-17T13:51:00+02:00da bruno_conti
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