Dalla Lontana Australia. Missy Higgins – The Ol’ Razzle Dazzle

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*NDB. Uno potrebbe pensare che l’artista femminile con il maggior numero di album al n°1 delle classifiche australiane possa essere Kylie Minogue o al limite, vista la sua lunga carriera, Olivia Newton-John. E invece, in compagnia anche di Delta Goodrem, con 3 album al primo posto, seguono tutte Kasey Chambers che di numeri uno ne ha avuti quattro. A questo gotha australiano si è aggiunta recentemente anche Missy Higgins che però, a differenza delle altre, di album ne ha pubblicati solo tre, tutti giunti in vetta. E come quelli di Kasey Chambers gli album della Higgins sono sempre di qualità notevole come vi spiega Tino Montanari al quale lascio la “parola”.

Missy Higgins – The Ol’ Razzle Dazzle – Eleven/Vagrant Records 2012

Melissa “Missy” Higgins è una giovane cantautrice Australiana, nata da una famiglia di musicisti a Melbourne nello stato di Victoria, e dimostrando di essere musicalmente molto “precoce”, suonava il pianoforte già dall’età di sei anni e cantava a dodici, e quando era ancora una studentessa ha vinto una gara che riguardava artisti senza contratto, sponsorizzata da una radio locale (Triple J.) La Higgins dopo aver esordito con un EP nel Novembre 2003 (Missy Higgins) e un secondo Scar (2004), debutta finalmente con l’album The Sound Of White (2004), seguito dal pregevole On A Clear Night (2007) e dopo una ulteriore pausa ritorna con questo The Ol’ Razzle Dazzle prodotto dal duo Boucher & Jones, e registrato in quel di Nashville.

Accompagnano Missy in questo lavoro, oltre alla bravissima “pluristrumentista” e produttrice australiana Butterfly Boucher (a lungo collaboratrice di Sarah McLachlan e cantautrice in proprio con tre album all’attivo), Nick Buda alla batteria, Chris Carmichael  alle chitarre, Brad Jones al basso (che è anche il co-produttore del disco e ha lavorato in passato con Chuck Prophet, Hayes Carll, Josh Rouse e Over The Rhine tra gli altri), Daniel Tashian alle tastiere, David Henry al violino, per un rivestimento sonoro più elettrico del solito delle canzoni. Il CD inizia con la “radiofonica” Set Me On Fire, mentre Hello Hello e Unashamed Desire sono brani suonati con mestiere e con un valido accompagnamento vocale. Everyone’s Waiting è una dolce ballata con il cello e il piano che creano un tappeto sonoro fluido ed affascinante, cui fa seguito All In My Head altra “ballad” tersa, impreziosita da uno straordinario lavoro al piano, cantata con forza e convinzione.

Con Temporary Love si ritorna alle sonorità anni settanta (con corettini da discoteca), mentre Watering Hole sembra un brano uscito dal profondo sud, una perfetta “gospel song”. Il ritmo si alza con Tricks, firmata insieme a Katie Herzig (altra cantautrice delle ultime leve, spesso accostata a Brandi Carlile), un brano dal ritornello avvolgente e a seguire If I’m Honest, una folk-song dagli strepitosi arpeggi acustici, mentre Cooling Of The Embers è un brano che si sviluppa attraverso le note suadenti del piano. Ma il disco non finisce di sorprendere con Hidden Ones, un brano che entra lentamente, ma poi si apre con una ritmica contagiosa, ma soprattutto con la conclusiva Sweet Arms Of a Tune, una canzone per voce, piano e chitarra, quattro minuti assoluti di  bellezza “celestiale”, una meraviglia.

Missy Higgins è una cantautrice di stampo classico, con uno stile personale che mischia melodia e dolcezza, con una voce che sta a metà tra i “mostri sacri” Joni Mitchell e Rickie Lee Jones, con un suono molto pianistico che la avvicina ad altre giovani emergenti come Vienna Teng o Vanessa Carlton (ma è più creativa della prima, e meno commerciale della seconda), con la particolarità di usare il piano come seconda voce, il che la accosta alla brava Regina Spektor.

Ammetto di avere un debole per questa “fidanzata” d’Australia, dove è popolarissima e aspettavo da cinque anniquesto suo terzo lavoro che non delude l’attesa, in quanto Melissa scrive canzoni che hanno un’anima, e musicalmente parlando è un talento notevole, ampiamente dimostrato nelle sue ballate coinvolgenti. Non so se avremo un seguito in tempi brevi di questo The Ol’ Razzle Dazzle , in quanto la “signorina” dimostra di avere anche altri interessi (ha debuttato come attrice in Bran Nue Dae, una sorta di musical), e persegue la causa dei diritti degli animali e dell’ambiente, ma quando la farà la sua musica avrà sempre un posto di rilievo nel mio cuore.

N.D.T. : Una menzione la merita pure la splendida grafica della copertina, a cura dell’artista Kate Tucker.

Tino Montanari

Dalla Lontana Australia. Missy Higgins – The Ol’ Razzle Dazzleultima modifica: 2012-08-01T12:24:56+02:00da bruno_conti
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