Questo Sarebbe Bello! Blue Rodeo: 1987-1993 Boxset

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Blue Rodeo:1987-1993 Boxset – Warner Music Canada – 8 CD

Credo di avere accennato all’uscita di questo cofanetto, e se non l’ho fatto rimedio subito, in quanto essendo iscritto alla newsletter dei Blue Rodeo, periodicamente ricevo mail che mi ragguagliano sulla loro attvità concertistica, soprattutto in questo periodo dove si festeggiano i 25 anni di carriera della band di Jim Cuddy e Greg Keelor (che comunque fortunatamente continuano a pubblicare album come solisti), ma il Canada non è proprio dietro l’angolo e quindi mi pare improbabile che li vedremo dalle nostre parti, o che il sottoscritto li possa vedere lassù!

Ma qualche tempo fa mi era arrivato l’avviso dell’imminente uscita di questo bellissimo (e costoso) Box di 8 CD, purtroppo disponibile solo sul loro sito o comunque di importazione canadese. I Blue Rodeo in Canada sono una sorta di istituzione e al sottoscritto piacciono moltissimo, come potete verificare in questo Post che avevo loro dedicato nel novembre del 2009, all’uscita dell’ultimo disco di studio grande-musica-dal-canada-blue-rodeo-all-the-things-we-left-b.html. Assodato che lì potete leggere il mio parere, questo Cofanetto da 8 CD è molto interessante sia per i fans che per chi vuole avvicinarsi alla loro musica, in quanto contiene i primi cinque album della band, forse i migliori con il doppio Live, più molti inediti e rarità.

Questo è il contenuto:

Blue Rodeo 1987-1993 (Warner Music Canada, 2012)

Disc 1: Outskirts (originally released as Risqué Disque/WEA 54718, 1987)

  1. Heart Like Mine
  2. Rose-Coloured Glasses
  3. Rebel
  4. Joker’s Wild
  5. Piranha Pool
  6. Outskirts
  7. Underground
  8. 5 Will Get You Six
  9. Try
  10. Floating

Disc 2: Outskirts Remixed (track list identical to Disc 1 – previously unreleased)

Disc 3: Diamond Mine (originally released as Risqué Disque/WEA 56268, 1989)

  1. Swells
  2. God and Country
  3. How Long
  4. Blues Piano
  5. Love and Understanding
  6. Girl of Mine
  7. Diamond Mine
  8. Now and Forever
  9. Percussive Piano
  10. House of Dreams
  11. Nice Try
  12. Fall in Line
  13. One Day
  14. Florida
  15. Fuse
  16. The Ballad of the Dime Store Greaser and the Blonde Mona Lisa

Disc 4: Casino (originally released as Risqué Disque/WEA 72770, 1990)

  1. Til I Am Myself Again
  2. What Am I Doing Here
  3. 5 A.M. (A Love Song)
  4. Montreal
  5. Last Laugh
  6. Trust Yourself
  7. Two Tongues
  8. Time
  9. After the Rain
  10. You’re Everywhere

Disc 5: Casino Demos (previously unreleased)

  1. If I Had a Heart (Demo)
  2. Always Have a Place for You (Demo)
  3. Til I Am Myself Again (Demo)
  4. What Am I Doing Here (Demo)
  5. 5 a.m. (A Love Song) (Demo)
  6. Montreal (Demo)
  7. Last Laugh (Demo)
  8. Trust Yourself (Demo)
  9. Two Tongues (Demo)
  10. Time (Demo)
  11. After the Rain (Demo)
  12. Photograph (Demo)
  13. Is It You (Demo)

Disc 6: Lost Together (originally released as WEA 77633, 1992)

  1. Fools Like You
  2. Rain Down on Me
  3. Restless
  4. Western Skies
  5. The Big Push
  6. Willin’ Fool
  7. Already Gone
  8. Flying
  9. Lost Together
  10. Where Are You Now
  11. Last to Know
  12. Is It You
  13. Angels

Disc 7: Five Days in July (originally released as WEA 93846, 1993)

  1. 5 Days in May
  2. Hasn’t Hit Me Yet
  3. Bad Timing
  4. Cynthia
  5. Photograph
  6. What is This Love
  7. English Bay
  8. Head Over Heels
  9. ‘Til I Gain Control Again
  10. Dark Angel
  11. Know Where You Go/Tell Me Your Dream

Disc 8: Odds and Ends (previously unreleased except where noted)

  1. Room for Rent (Demo)
  2. No Miracle, No Dazzle (Demo)
  3. Moon & Tree (Demo)
  4. Bad Timing (Demo)
  5. Dark Angel (Demo)
  6. Head Over Heels (Demo)
  7. What is This Love (Demo)
  8. Til I Gain Control Again (Demo)
  9. Shine On (Demo)
  10. We Walk Together (Demo)
  11. Tell Me Your Dream (Demo)
  12. Tell Me Your Dream (Outro Demo)
  13. Willin’ Fool (Demo)
  14. 5 Day Disaster Week (Demo)
  15. God and Country (Demo) (from Diamonds in the Rough – Atlantic EP PR-2710 (U.S.), 1988)
  16. The Ballad of the Dime Store Greaser and the Blonde Mona Lisa (Demo)
  17. Not My Time (Question of Love) (with The Drongos)

Nel loro canale ufficiale di YouTube trovate molti altri video interessanti, tra cui quelli, brevissimi, che parlano del cofanetto, BlueRodeoOfficial

Trenta brani, tra rarità ed inediti, più la versione remix dell’album completo Outskirts. Sto pensando se fare la pazzia. Recensore e blogger, ma anche appassionato della buona musica, al di là di generi e steccati!

Bruno Conti

93 Anni E (Quasi) Non Sentirli! With Lorre Wyatt – A More Perfect Union

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Pete Seeger & Lorre Wyatt – A More Perfect Union – Appleseed Recordings/IRD

Nel 2008 aveva pubblicato At 89, chiaro riferimento alla sua età, l’anno successivo per il 90°, si è tenuto al Madison Square Garden un concerto commemorativo, The Clearwater Concert, dove appariva accanto ad una folla di cantautori accorsa per celebrare la sua carriera, da Springsteen a Mellencamp, Dave Matthews, Billy Bragg, Tom Morello, Roger McGuinn, Joan Baez, Ramblin’ Jack Elliott e moltissimi altri, tra i quali il figlio del suo vecchio sodale Woody, Arlo Guthrie. Proprio a Woody Guthrie, in contemporanea a questo A More Perfect Union, in occasione del centenario, Pete Seeger ha dedicato un doppio CD Pete Remembers Woody e per non farsi mancare nulla, a luglio, in quel di New York al Bryant Park, è apparso a firmare copie della sua autobiografia, arzillo come non mai e ha partecipato, naturalmente al movimento Occupy Wall Street.

Il suo compagno di avventura in questo album è Lorre Wyatt, un folksinger molto più giovane di Seeger (bella forza direte voi!), ma che ha avuto notevoli problemi di salute a metà degli anni ’90 e ci ha messo quasi una quindicina di anni a riprendersi completamente dal “colpo”. Quindi “una bella accoppiata”, ma a dispetto delle premesse il disco è molto piacevole, tra favola, parabola e impegno politico, con una particolare attenzione per i più piccoli, che sia nelle tradizione musicale di Guthrie che di Seeger hanno sempre avuto una parte di rilievo nel repertorio affrontato, sia come fruitori che come piccoli canterini. Naturalmente ci sono degli “amici” anche più adulti in questo CD, a partire dal primo brano God’s Counting On me…God’s Counting On You, che dopo il primo verso cantato da Seeger e da un coro di bambini, vede la presenza di Bruce Springtseen che si alterna con Lorre Wyatt e Seeger nel cantato del brano e non è la solita partecipazione “invisibile”, dove per sentire la voce dell’ospite devi indossare le cuffie e cercare di percepire la presenza dell’ospite nascosto in armonie vocali indecifrabili, invece in questo caso Bruce canta chiaramente più o meno metà della canzone (non saranno le Seeger Sessions, ma si lascia sentire), scritta a proposito del disastro ambientale nel Golfo del Messico del 2010, un tipico brano del repertorio di Seeger.

Il folksinger si accompagna con l’immancabile banjo e la voce è quella che è, diciamo vissuta, nel folk-blues Old Apples, dopo il primo verso lascia spazio a Wyatt che ha ancora una bella voce a dispetto dei problemi fisici e si fa aiutare dal bel baritono di Jeff Haynes, mentre una bella slide lavora di fino nel tessuto sonoro delle retrovie. Ottima Keep The Flame Alive, con l’alternanza tra le voci di Wyatt e Seeger, mentre Memories Out of Mud, un duetto tra Wyatt e Dar Williams, accompagnati da un tappeto di percussioni ha un sapore quasi etnico, fino alla citazione del clarinetto del tema di When The Saints Go Marching In. Nella lunga title-track A More Perfect Union, un brano fatto e finito, con basso, batteria e sax ad aggiungersi alla parca strumentazione acustica abituale, e la partecipazione di Tom  Morello alla chitarra e voce,  gli arrangiamenti sono quasi sofisticati, nella loro semplicità.

The Old Man Revisited scandita dal banjo di Seeger vede l’alternarsi delle voci di Dar Williams, di nuovo, Steve Earle e Lorre Wyatt, con quell’andatura della filastrocca folk che ha sempre caratterizzato il miglior folk, anche didattico. These days in Zimbabwe solo percussioni e la voce di Wyatt è un po’ una “palla”, mentre in Somebody’s Else’s Eye si apprezza anche lo scorrere del tempo nella fragilità della voce di Seeger che non demorde, accompagnato dal violino in sottofondo di Sara Milonovich. Strange Lullabye, come da titolo, è una fragilissima ninna-nanna accapella per bimbi di tutte l’età. Somos El Barco/We Are The Boat è la canzone più famosa di Lorre Wyatt che è stata incisa in passato da Peter, Paul & Mary, Holly Near e dallo stesso Seeger, qui viene ripresa in una versione corale con la bellissima voce di Emmylou Harris a fare da guida. Gli ospiti finiscono qui, ma non le canzoni, ci sono favolette simpatiche e didattiche, su gatti e cani parlanti, come Howling For Our Supper, ballate struggenti come Fields Of harmony e una A Toast of The Times ancora combattiva nonostante il tempo che passa. Un disco onesto e (quasi) bello per un signore di 93 anni, che non ha ancora deciso di appendere il banjo al chiodo. Una leggenda del folk e molti amici per una piacevole oretta senza tempo, Forever Young, come ha cantato nel tributo a Dylan!

Bruno Conti

Un “Cane Sciolto”, Ma Ricco Di Talento! Matthew Ryan – In The Dusk Of Everything

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Matthew Ryan – In The Dusk Of Everything – Self Released 2012

Confesso che ogni uscita di un nuovo lavoro di Matthew Ryan mi intriga particolarmente, ma nello stesso tempo mi obbliga ad essere più concentrato nello sviluppo dell’ascolto. Il percorso artistico di Ryan si è svolto in modo complesso e lo accosta a tanti, più o meno stimati colleghi della canzone rock americana, osteggiati da un mercato che segue schemi ben precisi e mal sopporta i “cani sciolti”, e Matthew è uno di questi, perché ha talento da vendere, malgrado goda di una stima inferiore ai risultati ottenuti attraverso i suoi dischi. Questo, In The Dusk Of Everything, co-prodotto da David Ricketts (come il folgorante esordio di Mayday (97), completa una trilogia iniziata con lo splendido Dear Lover (2010) nelle due versioni elettrica e acustica ( da preferire la versione acustica) e il seguente I Recall Standing As Though Nothing Could Fall (2011), recensito a suo tempo su questo blog, e purtroppo entrambi venduti solamente sul suo sito.

Un uomo solo e la sua chitarra: questo sembra essere il concetto che guida il nuovo corso poetico di Matthew Ryan, uno dei pochi in grado di rivoltare una canzone con un paio di accordi e una voce che trasuda malinconia e passione in ogni nota, come in questo “concept album”, dove si trovano brani minimalisti con pochi accordi di chitarra quali And So It Goes e I Hate Everyone , ballate un po’ più elettriche come And It’s Such a Drag e Amy, I’m Letting Go con un’armonica lancinante, il fraseggio sussurrato di The Events at Dusk e It Always Rains When You Miss Her, le quasi recitative She’s a Sparrow e Stupid World, la dolce e ammaliante Let’s Waye Goodbye dove, inaspettato, fa capolino un pianoforte, per chiudere con l’ultima traccia, tratta dal film omonimo Broken Side of Time.

In The Dusk Of Everything non è certamente un disco di facile ascolto, ma se lo lasciate girare sul vostro lettore più volte, scoprirete (non tutte) delle grandi canzoni scarne, sofferte, spoglie, come le foglie dell’autunno che abbiamo alle porte. Per questo mi viene da consigliare questo lavoro (anche se preferisco il primo periodo), in quanto “il nostro” non fa clamore, non segue le mode e si preoccupa solo di scrivere belle canzoni e perché Matthew Ryan è un talento cosi grande, da non meritare l’oscurità in cui si è andato ad infilare.

Tino Montanari 

Novità Di Ottobre Parte IV. Mick Hucknall, Tracey Thorn, Madness, Strawbs, Rod Stewart, Macy Gray, Toby Keith, RNDM, Rusted Root, Blegvad & Partridge, Cheryl Wheeler, Cheap Wine, Greg Brown

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Prima di parlare delle altre novità in uscita il 30 ottobre, un breve riassunto su conferme e slittamenti. Il cofanetto da 63 CD di Johnny Cash è stato definitivamente spostato al 4 dicembre, mentre il Velvet Underground And Nico esce il 6 novembre nelle versioni normali e Deluxe doppia e il 13 novembre (almeno in Italia) nella versione sestupla Super Deluxe. Sempre per il mercato italiano il box di Sandy Denny The Words and Notes viene spostato al 6 novembre. Confermate le uscite del cofanetto retrospettivo di Joni Mitchell, del nuovo Black Country Communion, di Psychedelic Pill, il doppio di Neil Young con i Crazy Horse e ora parliamo di quelli non ancora trattati sul Blog e un paio che erano sfuggiti.

Mick Hucknall aveva già pubblicato un album a nome proprio anziché utilizzare la sigla Simply Red, per il disco Tribute To Bobby, un CD+DVD uscito nel 2008 che omaggiava la musica di Bobby “Blue” Bland, meglio del solito rispetto alla produzione degli ultimi anni ma non particolarmente memorabile, ora ci riprova con questo American Soul, pubblicato dalla Rhino, che riprende alcuni dei super classici della musica nera americana, That’s How Strong My Love Is, I’d Rather Go Blind, Lonely Avenue, Tell It Like It Is, I Only Have Eyes For You (questa non mi sembra proprio soul, anche se i primi a farla diventare un successo sono stati i Flamingos, un gruppo di Doo-wop, poi l’hanno cantata Garfunkel, Carly Simon, Rod Stewart e prima l’aveva fatta pure Sinatra), Don’t Let me Be Misunderstood (lanciata da Nina Simone ma poi nota anche in molte versioni rock, in primis quella degli Animals). Non l’ho ancora sentito per cui spero non sia simile ai dischi della serie del Great American Songbook del citato Stewart, che erano delle palle terribili, di cui fra poco (ma dalla breve preview in video non sembrerebbe).

Sempre a proposito di “black music,” Macy Gray, con la produzione di Hal Willner, ripropone l’intero album Talking Book di Stevie Wonder, in una nuova versione targata 2012 per la 429 Records/Verve. Dopo Covered di qualche tempo fa, è il secondo disco di covers della riccioluta artista americana. Questo l’ho sentito brevemente e non mi sembra male, anche se l’originale era meglio, comunque un disco con You Are The Sunshine Of My Life, Superstition (peraltro rallentatissima e quasi irriconoscibile, ma con un bel arrangiamento di Willner, sempre geniale), Blame It On The Sun, I Believe (When I Fall In Love…) e tutto il resto, non può essere brutto.

I Madness ci danno lezioni linguistiche con Oui Oui Si Si Ja Ja Da Da, etichetta Lucky 7/Cooking Vinyl. C’è una My Girl 2 e variazioni sui loro temi classici ma non si sembra da strapparsi i capelli.

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Dopo tutti i discorsi, nei mesi scorsi, sul nuovo disco di Rod Stewart, alla fine esce un disco di canzoni Natalizie, ma proprio di quelle super famose, sentite mille volte, ma per chi scrive anche questo, come gli ultimi dischi di Rod The Mod (una volta) è una delusione e una palla tremenda. Arrangiamenti soporiferi a cura di David Foster, duetti con Mary J. Blige (che sarebbe anche brava), Cee Lo Green e uno “virtuale” con la defunta Ella Fitzgerald. Poteva mancare in questo Merry Christmas Baby, Verve/Universal, un bel duetto con Michael Bublé? Certo che no (godo come un riccio morto)! E probabilmente il disco venderà milionate di copie ma non c’è limite al peggio, dopo l’ultimo duetto citato, ho mollato il disco e sono passato ad altro. Ridateci i Faces!

E, in teoria, non sarei neppure contrario ai dischi natalizi per principio. Anche se quando ho letto i titoli dei brani del nuovo disco di Tracey Thorn, Tinsel And Lights, e mi sono reso conto che l’album era uno di quelli che loro chiamano “stagionali”, ho paventato il peggio e non volevo neppure dargli una ascoltatina, visto che gli ultimi dischi solisti della ex Everything But The Girl non mi avevano entusiasmato, ma in virtù delle ottime ristampe della Edsel del vecchio catalogo, mi sono detto, proviamo. E volete sapere una cosa? E’ proprio bello, se dovete comprare un disco natalizio quest’anno rivolgetevi con fiducia a questo. Tracey Thorn ha ancora una bella voce, quasi da ventenne, gli arrangiamenti sono molto eleganti, niente elettronica e dance e soprattutto la scelta delle canzoni è ottima e inconsueta. Oltre a due brani nuovi scritti per l’occasione da lei stessa, i brani vengono dal repertorio di Stephin Merritt (Magnetic Fields), Ron Sexsmith, Jack White (In The Cold Cold Night, un brano dei White Stripes), Snow di Randy Newman, Snow In Sun di Green Gartside (ovvero Scritti Politti, che fa una breve apparizione), River di Joni Mitchell e brani anche dei Low e di Sufjan Stevens. Una piacevole sorpresa, su Merge Records.

Continuano le ristampe dei dischi degli Strawbs sulla loro etichetta, la Witchwood Records, questa volta è il turno dell’ultimo disco che avevano registrato negli anni ’70, 1977 per la precisione. Si tratta di Deadlines, che aveva fatto una breve apparizione in CD per la One way a metà anni ’90, con un suono non rimasterizzato. Questa volta il disco ha il suo bel remaster e per gradire, come al solito nelle loro ristampe, ci sono ben 11 tracce bonus in questa nuova versione. Ovviamente riservato ai fans, tra cui mi onoro di essere, in virtù della indimenticabile voce di Dave Cousins, come spesso ricordato in questo Blog.

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Altri tre dischi “inconsueti”.

Gli RNDM (random), sono una specie di supergruppo minore, con il cantautore Joseph Arthur, il bassista dei Pearl Jam Jeff Ament e il batterista Richard Stuverud, proveniente dalla zona di Seattle ed in passato già collaboratore di Ament. Il disco si chiama Acts, esce per la Lonely Astronaut/Monkeywrench e ad un primo ascolto mi sembra un sano disco di rock energico, con delle piacevoli canzoni scritte da Joseph Arthur, che ha una bella voce “classica”.

I Rusted Root sono tra le formazioni storiche del filone jam bands, il primo disco risale al 1992 e da allora ne hanno fatti altri sette, compreso questo nuovo The Movement, pubblicato dalla Shanachie, che conferma il loro rock complesso, ricco di elementi percussivi e virtuosistici. Per l’occasione c’è un brano dove sembrano gli Stones, sarà perché è una cover di No Expectations?

Peter Blegvad e Andy Partridge sono amici di lunga data, ogni tanto decidono di fare un disco insieme e questo Gonwards è l’ultimo della serie, quindi fans degli XTC avvisati, per la collezione! Il disco è però per più di metà parlato e quindi anche se Partdrige si occupa della parte musicale non è proprio indispensabile, se non per fan scalmanati, anche se la classe non manca, di tanto in tanto. A differenza del recente disco a nome Mike Keneally Wing Beat Fantastic, sottotitolo Songs Written By Mike Keneally & Andy Partridge, che forse non avevo citato nel Blog, e che è decisamente bello, la migliore cosa di Partdrige dai tempi degli XTC.

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Nelle liste delle uscite settimanali non manca quasi mai un disco di country e anche questa volta non fa eccezione, Hope On the Rocks (anche in versione Deluxe con due remix e due pezzi live) è il 19° disco di Toby Keith dal 1993 a oggi, ne pubblica uno all’anno e se salta un’annata ne escono due o tre l’ anno successivo, dischi natalizi e live compresi. Si tratta di uno dei neo-tradizionalisti di Nashville, che alterna cose buone ad altre un po’ risapute, comunque per gli appassionati del genere, c’è di peggio (ma anche di meglio).

Cheryl Wheeler è una di quelle cantautrici per carbonari, per appassionati della buona musica (era una delle preferite del buon Franco Ratti), ma in in quasi trenta anni di carriera e con una decina di album pubblicati non aveva mai inciso un album dal vivo. Ora esce questo Greetings From Cheryl Wheeler Live Featuring Kenny White che conferma la bravura di questa non più giovane musicista che mi è sempre piaciuta in modo particolare, in possesso di una delle voci più interessanti del folk contemporaneo ed è anche una ottima compositrice, i cui brani sono stati incisi da Bette Midler, Juice Newton, Maura O’Connell, Linda Thompson e molte altre. Il disco è pubblicato a livello autogestito e quindi non di facile reperibilità. Se non la conoscete potete provare uno dei vari album che sono usciti per la Philo/Rounder, sono tutti belli.

Una segnalazione anche per il nuovo disco di una band italiana, i Cheap Wine, che nel nuovo disco, in uscita la settimana prossima, Based On Lies, fanno come di consueto del rock classico chitarristico in grado di rivaleggiare con il meglio delle produzioni internazionali.

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Un altro titolo, già uscito da qualche settimana ma che, come il Luka Bloom ricordato ieri, era sfuggito al vostro fedele recensore.

Il nuovo album di Greg Brown, Hymns To What Is left, musicista di cui sono stato per lunghi anni il fedele cronista sul Buscadero, dedicandogli anche una lunga retrospettiva di varie pagine, negli anni ’90 e del quale, anche oggi che non mi assegnano più le sue recensioni, rimango un fedele seguace, perché lo ritengo uno dei migliori musicisti e artisti americani in assoluto. I suoi dischi diventano sempre più difficili da recuperare, già quelli Red House e Trailer erano affidati a piccole etichette, peraltro fondate da lui, ora questo nuovo esce per la Sawdust Records e vede la partecipazione del solito giro di musicisti: la moglie Iris De Ment, di cui un brano, Arkansas, racconta la storia del viaggio fatto dai due coniugi per dare sepoltura alla madre, la figlia Pieta (da non confondere con Petra che è la figlia di Charlie Haden) e l’immancabile compagno di mille avventure musicali Bo Ramsey. Dopo l’eccellente Freak Flag, un altro ottimo disco per Greg Brown, una delle voci più incredibili e profonde (anche quando canta in falsetto) della musica roots americana, forse l’erede più credibile di Johnny Cash. Anche questo disco spero di trovare il tempo di recensirlo più diffusamente, per ora mi limito a segnalarvelo.

Per oggi, fine delle trasmissioni.

Bruno Conti

Un Altro Titolo “Importante” Che Era Sfuggito! Luka Bloom – This New Morning

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Luka Bloom – This New Morning – Big Sky Records/Skip/ V2 / Compass

Ho scoperto casualmente solo in questi giorni dell’esistenza di questo nuovo disco di Luka Bloom This New Morning, uno dei miei preferiti tra i cantautori “minori”, i cosidetti beautiful losers, roba per carbonari della musica e quindi “importante”. Visto che già per il disco precedente mi ero ridotto solo ad una breve segnalazione luka+bloom, questa volta giuro di dedicargli un post ad hoc con la recensione, ma per il momento volevo rendervi partecipi di questo disco, uscito già da qualche mese per la tedesca Skip che distribuisce la sua Big Sky Records. Ma un mio amico, che è stato a Dublino di recente, mi ha detto che nei negozi di lassù costava ben 22-23 euro, per cui cogliamo l’occasione dell’uscita americana la settimana prossima, ad un prezzo più “umano” anche se sempre con reperibilità diciamo difficoltosa, per l’etichetta Compass Records. Sto ascoltando il CD giusto adesso, e come al solito mi sembra bello, quel folk cantautorale semplice ma efficace che lo ha sempre contraddistinto, ma vorrei sentirlo alcune volte con calma prima di parlarne più diffusamente, giuro, settimana prossima.

Per il momento, un paio di video di brani tratti dall’album. Non sarà mica il fratello, sia pure “celato” sotto pseudonimo, di Christy Moore, per nulla. Buon sangue non mente!

Bruno Conti

Un Altro Galletto Nel “Pollaio” Del Rock! Martin Zellar And The Hardways – Roosters Crow

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Martin Zellar & The Hardways – Roosters Crow – Owen Lee Recordings Self Released 2012

Cosa accomuna Martin Zellar ex leader dei Gear Daddies (formazione di Minneapolis) con Will T. Massey, Michael McDermott (è uscito da poco un nuovo lavoro), Willie Nile, Joe Grushecky, il primo Matthew Ryan e le “meteore” Billy Falcon , Doc Lawrence e Larry Crane (il fidato chitarrista di Mellencamp)? Sono tutti “rockers” riconducibili a quello stile, figlio di Springsteen e cugino di Earle e Mellencamp, fatto di ballate elettriche stradaiole, di racconti di vita semplice e quotidiana che in buona parte abbiamo imparato ed amare grazie al “Boss”. Metà rocker e metà songwriter, il buon Martin Zellar è uno di quelli che nella seconda metà degli anni ’90, con un esordio importante Born Under (95), il seguente omonimo Martin Zellar (96) e direi anche The Many Moods of Martin Zellar (98), ha alimentato la speranza di una nuova ondata di giovani di belle speranze (quelli che ho elencato), dal sound elettrico e dal cuore romantico. A dieci anni dall’ultimo lavoro in studio Scattered (2002), Martin Zellar si rimette in gioco con i suoi fidati Hardways (che sono Dominic Ciola al basso e Scott Wenum alla batteria), con questo lavoro Roosters Crow (uscito da qualche mese), sotto l’esperta produzione di Pat Manske e con l’apporto di validi musicisti texani come Lloyd Maines al dobro e pedal-steel, Bukka Allen all’organo, Michael Ramos al piano, e le redivive Kelly Willis e Terri Hendrix alle parti vocali, il rocker di Minneapolis si è rimesso di nuovo sulla strada giusta.

Si parte subito alla grande con Took The Poison , una splendida ballata notturna, tra le più belle ascoltate quest’anno, con una melodia toccante valorizzata dal controcanto della Willis, seguita da Wore Me Down, tipico brano in mid-tempo accelerato con uso di dobro e mandolino. Si ritorna alla ballata con Running On Pure Fear, cantata ancora con la brava Kelly Willis, brano dall’andatura sognante, che si sviluppa in un crescendo quasi rabbioso, mentre Give & Take ha un ritmo più campagnolo dove entrano in gioco la fisarmonica, il mandolino e il dobro, un brano dal quale molti nomi di punta del “nuovo country”, dandogli un ascolto, potrebbero trarre qualche spunto e giovamento. Roosters Crow inizia con la batteria tambureggiante di Wenum e il basso di Nick Ciola, che dettano il tempo di una canzone tipicamente “blue collar”, che purtroppo, secondo chi vi scrive, da un po’ di tempo Joe Grushecky non sa più scrivere.

Si cambia ritmo con l’anonima I’m That Problem, mentre Some Girls è un’altra bella rock-song cantata al meglio da Martin, dove musicalmente si fa notare una bella slide, bissata da Where Did The Words Go? che si sviluppa su un tessuto sonoro guidato da pianoforte e cello. La canzone successiva, Seven Shades Of Blue, mette in risalto la bravura di Maines al dobro, mentre The Skies Are Always Gray è il cambio di rotta che non ti aspetti: chitarre in spolvero, organo in tiro con Bukka Allen sugli scudi, per un brano che solo un americano “vero” può fare, con tanto feeling, mentre la conclusiva It Works For Me è un brano country-rock, dominato dalla sezione ritmica, al quale la voce aggressiva (anche se non straordinaria) di Zellar conferisce caratteristiche urbane.

Dopo 25 anni di carriera Martin Zellar e i suoi Hardways dimostrano di essere degli “outsiders” di lusso in un panorama musicale alquanto stagnante ultimamente, dove in definitiva questo lavoro Roosters Crow (bellissima la copertina), è senza una sbavatura, suonato e cantato splendidamente, consigliato a chi ama il Boss e i derivati, per il sottoscritto la conferma che dopo anni di anonimato, Zellar, fortunatamente, ha visto di nuovo la luce.

Tino Montanari

Forse Non Più Un “Innovatore”, Sicuramente Ancora Un Grande Musicista (E Che Gruppo)! John McLaughlin & The 4Th Dimension – Now Here This

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John McLaughlin & The 4Th Dimension – Now Here This – Abstract Logix/Ird

Era da qualche tempo che non seguivo più con attenzione le evoluzioni della musica di John McLaughlin, anche se nell’ultima decade il musicista inglese stava vivendo una sorta di seconda giovinezza musicale, ma sicuramente il suo momento di maggiore splendore lo ha vissuto a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70, prima con la collaborazione in due dischi che hanno visto la nascita del Miles Davis “elettrico” (in A Silent Way e ancora di più Bitches Brew), tanto da meritarsi anche un brano a proprio nome, e poi con la fondazione della Mahavishnu Orchestra, uno straordinario gruppo che per primo ha affrontato quello stile musicale che allora fu definito Jazz-rock e poi, con connotati più “morbidi” e funky, meno furiosi sarebbe diventata fusion. Ma McLaughlin, già da prima aveva esplorato le connessioni tra jazz, rock e blues, in una formazione come la Graham Bond Organization, dove con lui suonava gente come Jack Bruce, Ginger Baker e Dick Heckstall-Smith e lì imparava l’arte della improvvisazione strumentale jazz applicata ad una musica con molti agganci al rock classico.

I primi dischi della Mahavishnu Orchestra, Inner Mountain Flame, Birds Of Fire e il Live, erano suonati con una ferocia e una carica che allora avevano solo le prime formazioni di hard rock, ma con una perizia strumentale quasi senza uguali, se non nei migliori musicisti dell’epoca: Hendrix fu sicuramente una influenza su McLaughlin, come anche il Tony Williams Lifetime, in cui peraltro militò (e nel quale, anni dopo, fu sostituito da Allan Holdsworth). Ma nella formazione della Mahavishnu c’erano altri musicisti formidabili, a partire da Billy Cobham, che era una sorta di piovra umana della batteria, con mani ovunque che si muovevano freneticamente sul suo strumento (e che con Spectrum, di lì a poco, avrebbe realizzato una creatura simile ma più spostata verso il rock), o un tastierista come Jan Hammer, fra i primi ad usare strumenti elettrici ed elettronici in un ambito jazz e con sonorità rock, e poi compagno di avventura di Jeff Beck, un altro che ha preso una bella sbandata per il genere, che continua a tutt’oggi. Al violino, un virtuoso dello strumento elettrico, Jerry Goodman, proveniente da un gruppo quasi psichedelico come i Flock. Il più “scarso” fra loro, ma è un eufemismo, era il bassista Rick Laird, diciamo che era il meno incline al virtuosismo del gruppo.

Dopo questa lunga introduzione, saltiamo (non perché non sia valido, ma per motivi di spazio) di sana pianta tutta la carriera successiva di John McLaughlin, la collaborazione mistica con Santana (tutti e due vestiti di bianco, come due pirla), la seconda versione della Mahavishnu con Jean-Luc Ponty e il batterista (Narada) Michael Walden, il periodo “orientale” con gli Shakti, le collaborazioni in trio acustico con Paco De Lucia e il suo epigono (nella fase elettrica) Al Di Meola e poi tutto quello che è venuto dopo, dagli anni ’80 fino a questi The 4Th Dimension, che sono nuovamente un gruppo di musicisti straordinari a livello tecnico e  che hanno ridato alla musica del chitarrista quel drive sonoro che si era un po’ smarrito in una serie di album sempre validi, ma abbastanza blandi e ripetitivi ( a questi livelli comunque elevati, ovviamente). Now here this, a livello innovativo non porta nulla di nuovo, ma è suonato un gran bene, e gli amanti del genere avranno modo di apprezzare le evoluzioni sonore di tutti i componenti del gruppo.

Dai duelli, a mille all’ora, tra la chitarra di McLaughlin e la batteria dell’indiano Ranjit Baron (uno che non ha nulla da invidiare al miglior Billy Cobham), nell’iniziale Trancefusion, dove si cominciano ad apprezzare anche il piano elettrico di Gary Husband (collaboratore di Allan Holdsworth e mille altri), e il basso vorticoso del camerunense Etienne M’Bappé che al basso elettrico e fretless è una sorta di incrocio tra Jaco Pastorius e Stanley Clarke, un altro mostro di bravura. Parlando proprio di “mille” e oltre, la tanto da me vituperata AllMusic Guide, riporta 1245 collaborazioni di McLaughlin nel corso della sua carriera pluridecennale (qualcuna “ciccata” come al solito, perché mi sembra improbabile che nel 1954 abbia suonato con Stan Getz, a 12 anni e anche con i Platters?!?), mentre con le sorelle Labeque sì, anche perché una delle due è stata sua moglie. Nell’altrettanto potente groove di Riff Raff, dove l’interplay tra il basso funky di M’Bappé e la batteria di Baron si avvicina alla stratosfera del ritmo, Gary Husband utilizza un synth spaziale che ricorda le sonorità futuristiche di Jan Hammer e riaccende la vecchia fiamma della improvvisazione più feroce, in un McLaughlin che non sentivo così ispirato nei suoi assoli da lunga pezza. Addirittura in Echoes From Then sfodera delle timbriche di chiara derivazione rock, con una chitarra dal suono duro e grintoso che ha poco del tocco raffinato dei solisti jazz, mentre tutti gli altri strumentisti lo attizzano di gusto, con le sinuose linee di basso dell’africano e l’intricatissimo lavoro della batteria dell’indiano, per non parlare delle tastiere, veramente bravi. 

Dopo un terzetto di brani quasi ail limiti della frenesia, Wonderfall si appoggia al piano acustico di Husband e al basso fretless di M’Bappé per un approccio più lirico, rilassato, quasi morbido, mentre Call And Answer giostra attorno ad un prodigioso assolo di basso che ricorda i virtuosismi indimenticabili del miglior Jaco e McLaughlin e Husband si scambiano assoli degni di quelli della coppia Beck e Hammer. Not here, not there è l’altro brano tranquillo, un mid-tempo sognante, dalle scansioni tra soul e derive quasi pop, con un lungo assolo molto lirico e melodico, inconsueto per McLaughlin, forse l’unico pezzo che potremmo definire “fusion”. Guitar Love, ancora rockeggiante, con M’Bappé che suona il suo basso con i guanti (inteso in senso letterale, se guardate la foto interna il musicista suona con un paio di guanti) e McLaughlin che improvvisa lunghe sequenze di note con la sua chitarra e Baron si sfoga dei suoi patimenti per le collaborazioni bollywodiane con A.R. Rhaman, con delle serie di scariche di batteria che faranno godere i patiti dello strumento, mentre nella parte conclusiva Husband rilascia un bel assolo di organo. Nella conclusiva Take It Or leave it, c’è una commistione tra atmosfere indiane e il basso funky slappato (mancava!), mentre le tastiere avvolgono il sound di questo brano, il più breve dell’album, sotto i 4 minuti.

Bello, non pensavo, “after all these years” e a 70 anni suonati, Mister John McLaughlin è ancora un signor musicista, e con un fior di gruppo! Per appassionati del genere, ma anche per amanti del virtuosismo non fine a sé stesso, per ascoltare qualcosa di diverso.

Bruno Conti

Non Bisogna Dimenticare! The Levon Helm Band – The Midnight Ramble Sessions Vol.3

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The Levon Helm Band – The Midnight Ramble Sessions Vol. 3 – Vanguard 20-11-2012

Il 19 aprile di quest’anno moriva Levon Helm uno dei più grandi musicisti della storia della musica americana, per lunghi anni componente della Band e poi solista in proprio dagli anni ’70 in avanti, anche con alcune reunion del suo gruppo nello scorrere del tempo. Nella prima decade degli anni ’00 la carriera di Levon Helm aveva avuto un ritorno di fiamma con i due strepitosi album, Dirt Farmer e Electric Dirt, nonchè una super jam session dal vivo come Ramble At The Ryman, ma prima aveva inaugurato una serie di “riunioni di amici” registrate nel suo studio “The Barn” chiamate Midnight Ramble Sessions.

Visto che il motto della famiglia Helm nella persona della figlia Amy e dei suoi amici è “Keep It Going”, tra poco la Vanguard pubblicherà il terzo volume della serie, ma nel frattempo, il 3 di ottobre si è tenuto un mega concerto commemorativo, Love For The Levon, all’Izod Center di East Rutherford, New Jersey, a cui ha partecipato la crema della musica americana (e non) che ci piace.

La buona notizia è che tutto è stato registrato (come potete vedere dai cameramen che girano sul palco nei filmati qui sopra) e verrà pubblicato il prossimo anno in CD e DVD. Tra la miriade di ospiti sul palco, Garth Hudson, Roger Waters, John Hiatt, Jorma Kaukonen, Gregg Allman, Jacob Dylan, Ray LaMontagne, Grace Potter, Mavis Staples, My Morning Jacket, Bruce Hornsby, Warren Haynes, Marc Cohn, Lucinda Williams, David Bromberg, Allen Toussaint, e molti altri, troppi per nominarli tutti.

Nel frattempo attendiamo l’uscita del terzo capitolo delle Midnight Ramble Sessions, per il resto si vedrà quando sarà il momento, per il momento “Keep It Going”!

Bruno Conti

Un “Gusto” Acquisito! Van Morrison – Born To Sing: No Plan B

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Van Morrison – Born To Sing: No Plan B – Exile/Blue Note

Forse i lettori del Blog non lo sanno, perché Van Morrison non faceva dischi nuovi da quattro anni e il Blog nasceva nel 2009, ma “Van The Man” è uno dei quattro o cinque musicisti che preferisco in assoluto, visto dal vivo una decina di volte, e sono felice proprietario di tutta la sua discografia (compresi i due o tre dischi “normali”, non brutti, che ha fatto, A period Of Transition, quello con la sorella di Jerry Lee Lewis e anche quello con Georgie Fame, che non mi ha mai entusiasmato). Quindi ero in una sorta di crisi di astinenza da Van Morrison e mi sono sentito per bene il CD, prima di arrivare, con colpevole ritardo a questa recensione.

Prima digressione. Le recensioni che ho letto sul disco sono, più o meno, tutte favorevoli, perché come si dice nel titolo del Post, il rosso irlandese è un gusto acquisito, uno stile a sè stante, un genere unico, se gli vogliamo dare la categoria che gli spetta, “Celtic Soul” (con qualche altro affiliato,ma in rami collaterali, penso ai Dexys e ai Waterboys). Addirittura molti si sono spinti a premiarlo con 4 stellette dicendo che era superiore al precedente Keep it Simple, mentre per chi scrive, se a questo album assegnerei un 3.50 su 5, al disco del 2008 ne avrei date 3.75, ma sono dettagli. Niente di nuovo naturalmente, ma il disco cresce ascolto dopo ascolto e Van Morrison ha sempre una “voce della Madonna”, che è un dono di natura, secondo me da piccolo ha ingoiato un microfono (si fa per dire), e questo gli ha sempre dato un enorme vantaggio sulla quasi totalità della sua concorrenza, ad esclusione di alcuni grandi cantanti soul, blues e jazz, che sono peraltro tra i “suoi” grandi idoli.

Seconda digressione. Allmusic. Sono andato anche a leggermi sia la recensione, che il giudizio critico dell’album sul loro portale: 4 stellette contro le 3 di Keep It Simple. Ma non mi sono mai fidato troppo di quanto dice Allmusic, infatti scorrendo il sito velocemente, ti imbatti nella discografia di Madonna, con 2 dischi da 5 stellette e quattro o cinque da 4 o 4 e mezzo contro più o meno gli stessi risultati per Morrison, a cui danno 3 stellette per Common One, un capolavoro con Summertime In England, Haunts of Ancient Peace e la title-track che valgono più di tutta la discografia della signora Ciccone (parere personale, i fans sono pregati di astenersi, tanto non cambio idea) e 3 stellette anche a No Guru, No Method, No Teacher che comprende un brano come In The garden che da solo varrebbe l’album. E fin lì non ci sarebbe nulla di male, se svariati album di Robbie Williams non veleggiassero tra le 4 e le 4,50 stellette e l’ultimo degli One Direction ne ottiene 3 e mezza. Ma chi le scrive le recensioni per loro e soprattutto chi dà i voti? Vince Breadcrump? (sarebbe la versione inglese del Vincenzone Mollica o un suo omologo, di cui tra le “imprese” recenti ricordo un servizio per il 35° anniversario della morte di Presley, dove il giudizio critico-musicale su Elvis, era che trattavasi di “un simpatico mascalzone”, il tutto accompagnato dal suo brano più significativo, ovviamente It’s Now Or Never, O’ Sole Mio per noi italici, e ho detto tutto).

Ma torniamo a questo nuovo album di Van Morrison, il disco è esplicativo anche della filosofia del cantante irlandese, che non è mai stato uno molto diplomatico nei suoi rapporti con le case discografiche e la stampa. A questo proposito mi ha molto stupito che all’inizio del libretto ci siano ben tre brevi saggi, scritti nel settembre 2012 da tre diversi giornalisti, ovvero i suoi “nemici storici” da sempre. Che a 67 anni Morrison abbia deciso di utlizzare anche la sconfinata ammirazione che la stampa internazionale gli ha sempre riservato, e non giocarsi pure questa ulteriore possibilità che una grande etichetta come la Blue Note gli ha nuovamente offerto, dopo quattro anni di ostracismo da parte delle majors che non ne volevano più sapere di lui? D’altronde quelle son rimaste, le ultime tre, o ti distribuisci in proprio o ti adegui!

Per chi ama Van Morrison il disco non presenta grandi novità rispetto a Keep It Simple, o meglio, sono cambiati quasi tutti i musicisti, niente Sarah Jory, Cindy Cashdollar, David Hayes, John Platania e tantissimi altri, anche le coriste (che però dal vivo ci sono ancora), ma il risultato finale non cambia di molto, anche se era il motivo per cui preferivo il precedente, ma considerando che comunque Van ha sempre la situazione in pugno e i suoi musicisti suonano come lui preferisce, il suono è quello solito, caldo, tra blues, soul, jazz ( o quasi, come nella appropriatamente intitolata Close Enough For Jazz) anche un pizzico di celtic swing. I brani, che ad un primo ascolto si assomigliano e ripetono il sound dei dischi dell’ultimo periodo, ad ogni sucessivo ascolto svelano piccoli nuovi particolari e ti permettono di gustare quella incredibile voce, ma direi che sul tutto si elevano, l’iniziale, mossa, Open The Door (To Your Heart), con fiati e tastiere in grande spolvero, la title-track, Born To Sing e, soprattutto, la lunga e maestosa Goin’ Down To Montecarlo, con un arrangiamento raffinatissimo che si esalta nel finale quando sembra che organo, piano, sax, tromba e trombone, quasi scivolino “swishhhh” sul supporto ritmico di contrabbasso e batteria con un effetto simile ad un alito di vento che si allontana e Van che canta divinamente come sempre, forse manca solo quell’ad-lib tipico delle sue esibizioni live quando la voce sale, sale, sale con una potenza e un melisma quasi unici. 

Sono dieci brani di ottima qualità che si inseriscono come al solito nel canone morrisoniano ma senza, forse, quel guizzo da fuoriclasse che ci si aspetta da lui. Probabilmente invece di quel “Written and produced” da Van Morrison ci vorrebbe magari un produttore esterno (come sembrava dovesse essere per questo disco, si era parlato di Don Was, che ora è il presidente della Blue Note), per tentare qualche nuovo approccio alle sonorità e agli arrangiamenti, una personalità forte per potersi misurare con la sua musica, come era stato, ai tempi, per la collaborazione con i Chieftains. Se no ci “accontentiamo” e ci va comunque di lusso. Lunga vita a Van The Man!

Bruno Conti

Novità Di Ottobre Parte III. Denny Freeman, Humble Pie, Maldives, King Crimson, Kate Rusby, Lilly Hiatt, Chicago, Steve Hackett, Matraca Berg, Ian Hunter, Working Week, Johnny Cash

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Novità della settimana e non solo, anche molti nomi “minori” ma interessanti.

Cominciamo con Denny Freeman, eccellente chitarrista americano legato al blues e al rock, ma anche dal 2005 al 2009 nella band di Bob Dylan dal vivo e su disco in Modern Times. Ora, a distanza di qualche tempo, pubblica questo Diggin’ On Dylan, un disco strumentale dove rivisita alcuni brani del repertorio di Dylan, 16 per la precisione, accompagnato da una ottima band di musicisti texani. Il risultato, distribuito dalla V8 Records è intrigante soprattutto per gli amanti del buon Bob ma anche di quelli del blues.

Gli Humble Pie sono stati per molti anni la creatura di Steve Marriott, dopo lo scioglimento degli Small Faces, e soprattutto nei primi anni ’70 uno dei gruppi rock migliori in circolazione: un grande cantante, due chitarristi poderosi, lo stesso Marriott e Peter Frampton all’inizio, poi sostituito da Clem Clempson, per una band, che al di là di molti buoni dischi in studio (alcuni da 4 stellette), erano formidabili dal vivo, come testimonia il celebre Performance: Rockin’ The Fillmore, uno dischi Live da avere. In quel disco doppio (parlo del vinile, il CD è singolo), in soli 7 brani, ma alcuni lunghissimi c’era la possibilità di ascoltare una delle esibizioni più incendiarie del rock di quei tempi, quando in formazione c’era ancora Frampton. Ora la Cleopatra Records pubblico questo Live In New York 1971, registrato lo stesso anno ma quando in formazione era entrato Clempson. Solo 8 brani anche in questo caso, alla Academy Of Music anzichè al Fillmore, ma il risultato non cambia, rock al fulmicotone:

1. Four Day Creep
2. C’mon Everybody
3. The Fixer
4. I Wonder
5. Sweet Peace And Time
6. Hallelujah
7. Rollin’ Stone
8. I Don’t Need No Doctor

Nel novembre del 2009, ai primi tempi del Blog, vi parlavo di un ottimo gruppo americano all’esordio, maldives, con uno stile fra il country-rock, il rock classico e il southern, provenienti da Seattle, Jason Dodson e soci dei Maldives si confermano una delle formazioni nuove più interessanti nell’ambito roots-rock con questo secondo disco, intitolato Muscle For The Wing che esce in questi giorni per la Spark and Shine Records. Consigliato.

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Un terzetto di voci femminili.

Kate Rusby è una delle voci più interessanti della scena folk britannica, quest’anno festeggia i 20 anni di carriera e quindi viene pubblicato un disco, 20, proprio per ricordare la ricorrenza. L’etichetta è come sempre la Pure Records ma per l’occasione il disco viene distribuito anche dalla Island. Si tratta di una serie di duetti con molti nomi anche importanti, Paul Weller, Paul Brady, Mary Chapin Carpenter, Richard Thompson, Philip Selway dei Radiohead, e molti altri, non solo del giro folk ma anche della musica country, Jerry Douglas per esempio. Comunque questa è la lista completa dei brani con i musicisti coinvolti, brano per brano:

Disc One

  • 1. Awkward Annie-Feat. Chris Thile
  • 2. Unquiet Grave-Feat. Aoife O’Donovan
  • 3. Sun Grazers-Feat. Paul Weller
  • 4. The Lark-Feat. Nic Jones
  • 5. Nic Jones-Feat. Sarah Jarosz
  • 6. Wandering Soul-Feat. Eddi Reader & Dick Gaughan
  • 7. Who Will Sing Me Lullabies-Feat. Richard Thompson & Philip Selway
  • 8. Jolly Plough Boys-Feat. Dick Gaughan
  • 9. Sho Heen-Feat. Eddi Reader & Jerry Douglas
  • 10. Bitter Boy-Feat. Damien O’Kane

Disc Two

  • 1. Baa Baa Black Sheep
  • 2. I Courted A Sailor-Feat. Jim Causley
  • 3. Mocking Bird-Feat. Sara Watkins
  • 4. The Good Man-Feat. Joe Rusby & Jerry Douglas
  • 5. Annan Waters-Feat. Bob Fox
  • 6. All God’s Angels-Feat. Paul Brady
  • 7. Elfin Knight-Feat. Dave Burland
  • 8. Wild Goose-Feat. Stephen Fretwell
  • 9. Home-Feat. Mary Chapin Carpenter
  • 10. Underneath The Stars-Feat. Grimethorpe Colliery Band
  • 11. Bring Me A Boat-Feat. Declan O’Rourke

Altra uscita interessante è l’esordio discografico di Lilly Hiatt, la figlia di John, il CD si chiama Let Down e viene pubblicato da una piccola etichetta indipendente la Normal Town Records (che è una affiliata della New West). Per la serie non facciamoci mancare nulla è stata definita come un incrocio tra Rosanne Cash e Lucinda Williams. A me basterebbe che fosse brava la metà del babbo, e sarei più che soddisfatto (era venuta Buscadero Day nel 2010).

Matraca Berg negli anni ’90 è stata una delle cantanti ed autrici migliori della scena country americana. Belle canzoni, bella voce, cinque dischi usciti tra il 1990 e il 1999, compresa una raccolta, poi a livello discografico il silenzio assoluto, anche se brani firmati dalla Berg e partecipazioni a qualche tributo testimoniavano che non aveva lasciato le scene. Nel 2011 la Dualtone l’ha messa sotto contratto ed è uscito Dreaming Fields, un disco di buona qualità, con molte belle ballate, in questo caso sì, molto vicino allo stile di Rosanne Cash. Anche questo nuovo Love’s Truck Stop conferma la qualità dell’album precedente e viene pubblicato in Europa dalla Proper Records. Una curiosità: Matraca Berg è sposata con Jeff Hanna, il leader della Nitty Gritty Dirt Band, con cui ha collaborato spesso in passato.

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Qualche ristampa.

Di Ian Hunter recentemente è uscito un disco, When I’m President che è tra le cose migliori di questo scorcio di 2012, ora la EMI nella sua benemerita serie di cofanetti antologici dedicati al catalogo della Chrysalis pubblica un quadruplo CD a prezzo speciale From The Knees Of My Heart: The Chrysalis Years (1979-1981) che raccoglie (nelle versioni rimasterizzate e ricche di bonus) i dischi pubblicati in quello scorcio di tempo, quindi You’re Never Alone With A Schizophrenic, Welcome To the Club, Short Back ‘n’ Sides e Ian Hunter Rocks che era uscito ai tempi in videocassetta. Più molti inediti e rarità che non si trovano neppure nelle recenti ristampe potenziate dei singoli album (per dirla volgarmente VADVIC, Va’ a dar via… e quello che consegue). Tracklist completa:

CD 1

1. Just Another Night (2009 – Remaster)

2. Wild East (2009 – Remaster)

3. Cleveland Rocks (2009 – Remaster)

4. Ships (2009 – Remaster)

5. When the Daylight Comes (2009 – Remaster)

6. Life After Death (2009 – Remaster)

7. Standin’ in My Light (2009 – Remaster)

8. Bastard (2009 – Remaster)

9. The Outsider (2009 – Remaster)

10. Don’t Let Go (Demo)

11. The Other Side of Life (Outtake)

12. Ships (Early Version)

13. When the Daylight Comes (Early Version)

14. Just Another Night (Ronsonesque Version)

15. The Outsider (Early Version)

16. Alibi

CD 2

1. F.B.I. (Live)

2. Once Bitten Twice Shy (Live)

3. Angeline (Live)

4. Laugh At Me (Live)

5. All the Way from Memphis (Live)

6. I Wish I Was Your Mother (Live)

7. Irene Wilde (Live)

8. Just Another Night (Live)

9. Cleveland Rocks (Live)

10. Standin’ in My Light (Live)

11. Bastard (Live)

12. Walking With a Mountain/Rock ‘n’ Roll Queen (Live)

13. All the Young Dudes (Live)

14. Slaughter On Tenth Avenue (Live)

15. One of the Boys (Live)

16. The Golden Age of Rock and Roll (Live)

CD 3

1. Central Park ‘n’ West (2000 – Remaster)

2. Lisa Likes Rock ‘n’ Roll (2000 – Remaster)

3. I Need Your Love (2000 – Remaster)

4. Old Records Never Die (2000 – Remaster)

5. Noises (2000 – Remaster)

6. Rain (2000 – Remaster)

7. Gun Control (2000 – Remaster)

8. Theatre of the Absurd (2000 – Remaster)

9. Leave Me Alone (2000 – Remaster)

10. Keep On Burning (2000 – Remaster)

11. Na Na Na

12. I Believe in You

13. Listen to the Eight Track

14. You Stepped Into My Dreams

15. Venus in the Bathtub

16. Detroit (Take 1)

17. China (Rough Mix with Ronson Vocal)

CD 4

1. Once Bitten Twice Shy (Live At The Dr Pepper Festival, New York City)

2. Gun Control (Live At The Dr Pepper Festival, New York City)

3. Central Park N’ West (Live At The Dr Pepper Festival, New York City)

4. All the Way from Memphis/Honky Tonk Women (Live At The Dr Pepper Festival, New York City)

5. I Need Your Love (Live At The Dr Pepper Festival, New York City)

6. Noises (Live At The Dr Pepper Festival, New York City)

7. Just Another Night (Live At The Dr Pepper Festival, New York City)

8. Cleveland Rocks (Live At The Dr Pepper Festival, New York City)

9. Irene Wilde (Live At The Dr Pepper Festival, New York City)

10. Medley: All the Young Dudes (Live At The Dr Pepper Festival, New York City)

11. Sons and Daughters (Live) (Alternate Version)

12. We Gotta Get Out of Here (Alternate Version)

13. Silver Needles (Live)

14. Man O’ War (Live)

Il disco Working Nights dei Working Week all’origine era uscito in quel periodo di interregno tra l’avvento del CD e il lento passaggio di consegne con il LP, nel 1985 e quindi in compact ha fatto una sporadica apparizione che mi sembra vagamente di ricordare qualche anno dopo. Ora la Cherry Red lo rende nuovamente disponibile in una versione doppia che oltre all’album originale riporta in questa Deluxe Edition molti brani che allora erano usciti in mix vari e qualche inedito. I Working Week erano uno di quei gruppi del filone musicale, tipo la prima Sade o gli Everything But The Girls, forse più raffinati e jazzati (anzi sicuramente) con una voce femminile di sicuro fascino come Juliet Roberts e la partecipazione al disco di Robert Wyatt, Tracey Thorn e Julie Tippetts. I due leader del gruppo erano il chitarrista Simon Booth e il sassofonista Larry Stabbins che prima erano i Weekend. Simon Booth era lo pseudonimo di Simon Emmerson che con il suo vero cognome è il leader degli Afro Celt Sound System. Questa è la lista dei brani contenuti nel doppio CD, inediti e rarità compresi.

Disc: 1
1. Inner City Blues
2. Sweet Nothing
3. Who’s Fooling Who
4. I Thought I’d Never See You Again
5. Autumn Boy
6. Solo
7. Venceremos
8. No Cure No Pay
9. Stella Marina (Main Mix)
10. Storm Of Light
11. Bottom End
12. Venceremos (We Will Win) (Jazz Dance Special 12″” Edit)
Disc: 2
1. Venceremos (We Will Win) (Jazz Dance Special 12″” Version)
2. Afoche
3. Murphy’s Law (Live – Previously Unissued)
4. Pete’s Samba (Live – Previously Unissued)
5. Inner City Blues (Urbane Guerrilla Mix)
6. Storm Of Light (Instrumental Version)
7. Who’s Fooling Who (Dance Version)
8. Sweet Nothing (Instrumental)
9. Where’s The Bridge (Longer Mix)
10. Venceremos (We Will Win) (7″” Bossa Vsn)
11. Stella Marina (Full Rap)

Nella serie di cofanetti della serie Complete Columbia Albums mi ero sempre chiesto perché non uscisse nulla dedicato ai Chicago. Ora sono stato accontentato perchè viene pubblicato un Box intitolato Chicago The Studio Albums 1969-1978 in dieci CD, che raccoglie i dischi che in origine erano usciti per la vecchia CBS, ma la casa di questa nuova edizione è la Warner Rhino, misteri del mercato!

1.Chicago Transit Authority
2.Chicago
3.Chicago III
4.Chicago V
5.Chicago VI
6.Chicago VII
7.Chicago VIII
8.Chicago X
9.Chicago XI
10.Hot Streets

Sono tutti i dischi del periodo meno il quadruplo dal vivo alla Carnegie Hall. Come al solito, in queste serie, prezzo super speciale.

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Prezzo “speciale”, ma in senso inverso, anche per la ristampa di Larks’ Tongues In Aspic dei King Crimson, l’ultimo che mancava nella serie di ristampe per il 40° Anniversario. Oltre alle solite versioni CD+DVDA e doppio CD esce un cofanetto che penso stabilisca il record mondiale per le ristampe di un singolo disco, come dimensioni dell’opera, 13 CD, 1 DVDA, 1 Blu-ray, più i soliti libretti e memorabilia vari. Questo è il contenuto, vi lascio un paio di settimane per leggervi informazioni e contenuti del tutto:

Disc 1 (CD)

The Zoom Club, Frankfurt
October 13, 1972

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2     Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3     Zoom
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
4     Improv : Zoom Zoom
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)

Disc 1 from tape bootleg, Audio restored at DGM by David Singleton
and Alex R. Mundy.

Astonishingly, this is the first gig this band ever played together. They’d only been rehearsing for a few weeks. To our knowledge, only this night (of three) was recorded.

Previously available via mail order as part of King Crimson Collectors’ Club
series 20 (2002).


Disc 2 (CD)

The Zoom Club, Frankfurt
October 13, 1972

1    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
2     Improv : Fallen Angel
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
3     Improv : Z’Zoom
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
4     Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)

Disc 2 from tape bootleg, Audio restored at DGM by David Singleton
and Alex R. Mundy.

Previously available via mail order as part of King Crimson Collectors’ Club
series 20 (2002).


Disc 3 (CD)

Live in the studio, Bremen
October 17, 1972

1    Improv : The Rich Tapestry Of Life
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2     Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
3     Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)

Disc 3 mono audio from King Crimson archive tape.

Most groups chose to play a couple of songs from a recent album or a well-    known hit. King Crimson played three tracks, two yet to be recorded & a 30 minute improv. All were filmed. Only Larks’ Tongues In Aspic (Part1) was broadcast on Beat Club.

Previously available via mail order as part of King Crimson Collectors’ Club
series 3 (1999).


Disc 4 (CD)

Hull Technical College
November 10, 1972

1    Walk On : No Pussyfooting
(Fripp, Eno)
2     Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
3    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    RF Announcement
5    Improv : Vista Training College Under Spot Light
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)

Disc 4 from cassette bootleg, audio restored at DGM by David Singleton and
Alex R. Mundy.

This is taken from the first date of the British Tour proper, a firm 5 star fan favourite among those who have downloaded the show from DGMLive.com. Complete performance including the 30 minute Vista Training College     improv, the first recorded 21st Century Schizoid Man encore by the quintet and a John Wetton interview bonus at the end.


Disc 5 (CD)

Hull Technical College
November 10, 1972

1    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
2    Improv : Fallen Angel Hullabaloo
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
3    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
4    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)
5    21st Century Schizoid Man
(Fripp, McDonald, Lake, Giles, Sinfield)
6    John Wetton interview

Disc 5 from cassette bootleg, audio restored at DGM by David Singleton
and Alex R. Mundy.

Previously available as a download only from  HYPERLINK “http://www.dgmlive.com” www.dgmlive.com (2011).


Disc 6 (CD)

Guildford Civic Hall
November 13, 1972

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday (Daily Games)
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    RF Announcement
4    Improv : All That Glitters Is Not Nail Polish
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
5    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
6    Improv : A Deniable Bloodline
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)

Disc 6 taken from a band cassette soundboard recording. Audio restored at
DGM by David Singleton and Alex R. Mundy.

Though incomplete as a show, this has much to recommend it – a lovely Book of Saturday (still called Daily Games at this point) & a shorter but no less powerful improv than previous, with Exiles incomplete & only a taster from the second improv to leave the listener all the more eager for the missing sections.

Previously available via mail order as part of KC Collectors’ Club series 24 (2003).


Disc 7 (CD)

Oxford New Theatre
November 25, 1972

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    RF Announcement
3    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Improv : A Boolean Melody Medley
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
5    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)

Disc 7 taken from cassette bootleg, audio restored June 2012 at DGM by David Singleton and Alex R. Mundy.

Also incomplete, but the material that would form the first side of the album is now solidifying, the playing has tightened as the tour has progressed and the improv’s a killer – another fan favourite download.

Previously available as a download only from www.dgmlive.com (2008).


Disc 8 (CD)

Glasgow Green’s Playhouse
December 1, 1972

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2     RF Announcement
3    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Improv : A Vinyl Hobby Job
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
5    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
6    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
7    Improv : Behold! Blond Bedlam
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)

Disc 8 taken from cassette bootleg, audio restored June 2012 at DGM by David Singleton and Alex R. Mundy.

The enthusiasm of the audience and the stellar playing balance the deficiencies in the sound quality with a fiery Easy Money & incomplete second improv – complete with much audience participation – giving a flavour of the evening.

Previously unreleased.


Disc 9 (CD)

Portsmouth Guildhall
December 15, 1972

1    Book Of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
2    Improv : An Edible Bovine Dynamo
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
3    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    Improv : Ahoy! Modal Mania
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
7    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)
8    21st Century Schizoid Man
(Fripp, McDonald, Lake, Giles, Sinfield)

Disc 9 taken from cassette bootleg, audio restored June 2012 at DGM by
David Singleton and Alex R. Mundy.

Missing LTIA Part 1 – but otherwise complete, the final night of the tour prior to a break pre-Christmas and the album recordings at the beginning of 1973. Also – although nobody suspected it at the time, Jamie Muir’s penultimate gig with the band and the final known live recording of the quintet line-up.

Previously unreleased.


Disc 10 (CD)

Larks’ Tongues in Aspic
Session Reels

1      “Keep That One, Nick”
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)

Taking the form of an audio documentary and placing the listener in Command studios in early 1973 as the quintet maps out the material destined for the album. Featuring first takes of every piece recorded for the album interspersed with studio talk between band members and engineer.

Edited, compiled, assembled and produced by David Singleton, assisted by Alex R. Mundy –
July 2012


Disc 11 (CD)

Original 1973 Stereo Mix
30th Anniversary Remaster

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)
8    US Radio Ad
7    Easy Money (edit)
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
8    Exiles (edit)
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
9    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)

30th anniversary master with audio extras: the US radio advert for the album and the US promo EP – the latter taken from vinyl & illustrating how plans sometimes go wrong. Side one of the EP featuring edits intended to promote the album at radio was pressed off centre


Disc 12 (DVD-A)

Audio Content:

MLP Lossless 5.1 Surround (DVD-A players and some Blu-Ray players)
DTS 5.1 Digital Surround (DVD/Blu-Ray players and DVD-Rom/Blu-Ray drives)

The 2012 Surround Sound mix by Steven Wilson and Robert Fripp

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)

MLP Lossless Stereo (24/96) (DVD-A players and some Blu-Ray players)
PCM Stereo 2.0 (24/48) (DVD/Blu-Ray players and DVD-Rom/Blu-Ray drives)

The 2012 stereo album mix by Robert Fripp and Steven Wilson

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)

PCM Stereo 2.0 (24/48)

Original 1973 Stereo Mix
30th Anniversary Remaster

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)

Alternate takes and mixes

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I) (Alt mix)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday (Alt take)
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles (Alt mix)
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money (Jamie Muir solo)
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum (Alt mix)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II) (Alt mix)
(Fripp)
7    Easy Money (Alt take)
(Fripp, Wetton, Palmer-James)

Video Content (audio dual mono)

1       Improv: The Rich Tapestry of Life
2       Exiles
3       Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
4       Larks’ Tongues in Aspic (Part I) (as broadcast on Beat Club)

Dual Layer Format – transition between DVD layers may trigger a slight pause


Disc 13 (CD)

Alternate takes and mixes

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I) (Alt mix)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday (Alt take)
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles (Alt mix)
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money (Jamie Muir solo)
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum (Alt mix)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II) (Alt mix)
(Fripp)
7    Easy Money (Alt take)
(Fripp, Wetton, Palmer-James)

An album’s worth of alternate takes and mixes by Steven Wilson presented in album
order plus an edit of Easy Money by David Singleton & Alex R. Mundy taken from the session reels.


Disc 14 (CD)

The 2012 stereo album mix

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)

Mixed by Robert Fripp and Steven Wilson.


Disc 15 (Blu-ray)

BLU-RAY DISC

Audio Content

DTS-HD Master Surround 5.1
LPCM 5.1 Surround

The 2012 Surround mix by Steven Wilson and Robert Fripp

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)

LPCM Stereo (24/96)

The 2012 stereo album mix by Robert Fripp and Steven Wilson

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)

LPCM Stereo (24/96)

Original 1973 Stereo Mix
30th Anniversary Remaster

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)

Alternate takes and mixes

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I) (Alt mix)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday (Alt take)
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles (Alt mix)
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money (Jamie Muir solo)
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum (Alt mix)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II) (Alt mix)
(Fripp)
7    Easy Money (Alt take)
(Fripp, Wetton, Palmer-James)

The Session Reels

1      “Keep That One, Nick”
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
LPCM Dual Mono (24/96)

Live in the studio

1    Improv : The Rich Tapestry Of Life
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2     Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
3     Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)

LPCM Stereo (24/96)
Original UK vinyl transfer

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)

Original US vinyl transfer

1    Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
2    Book of Saturday
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
3    Exiles
(Cross, Fripp, Wetton, Palmer-James)
4    Easy Money
(Fripp, Wetton, Palmer-James)
5    The Talking Drum
(Cross, Fripp, Wetton, Bruford, Muir)
6    Larks’ Tongues in Aspic (Part II)
(Fripp)
Video Content

Audio LPCM Dual Mono (24/96)

1       Improv: The Rich Tapestry of Life
2       Exiles
3       Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
4       Larks’ Tongues in Aspic (Part I)
(as broadcast on Beat Club)

Also includes:

36 page booklet with photos, timeline/expanded diary, timeline, transcript of extensive Robert Fripp interview conducted by David Singleton (July 2012), new essays by King Crimson historian Sid Smith and set compiler Declan Colgan.

Print of original album sleeve, individual band member postcards, reproduction of UK tour handbill and reproduction of Rainbow Theatre London concert ticket stub.

Downloadable Content:

See back of reproduction of Rainbow Theatre London concert ticket to obtain the concert from that venue as an exclusive download –  listener beware – audio for this show is of such poor quality as to be beyond meaningful restoration and is included solely for historic  purposes.

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Domani, 23 ottobre, per la Century Media esce anche il nuovo disco di Steve Hackett Genesis Revisited 2, il secondo capitolo dedicato alla sua personale rivisitazione dell’epoca d’oro del gruppo quando anche Hackett ne era una parte fondamentale. Il primo disco era uscito nel 1996.

johnny cash the complete.jpg

 

 

 

 

 

 

Per finire, le ultime notizie sul Box The Complete Columbia Albums dedicato a Johnny Cash, la cui data di uscita è effettivamente stata spostata dal 30 di ottobre al 4 dicembre. Toccherà aspettare.

Naturalmente, parlando di ex Genesis, domani escono anche tutte le varie versioni della ristampa di So di Peter Gabriel per il 25° Anniversario (lo so, il disco è del 1986, l’ho già detto!).

Bruno Conti