Giù Il Cappello Davanti Al Bisonte! Neil Young & Crazy Horse – Psychedelic Pill

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Neil Young & Crazy Horse – Psychedelic Pill – Reprise/Warner 2CD

Lo dico subito così mi tolgo il pensiero: questo è il miglior disco di Neil Young da 22 anni a questa parte, cioè da Ragged Glory, anch’esso guarda caso inciso in compagnia dei Crazy Horse.

Non che in questi anni il canadese non abbia fatto dei bei dischi, anzi, in alcuni casi si è espresso tra l’ottimo e l’eccellente (il recente Le Noise, ma anche Prairie Wind, Broken Arrow e Chrome Dreams II erano a mio parere grandi album), ma con Psychedelic Pill (primo disco di materiale originale insieme ai Crazy Horse dal 2003, Greendale, un disco per molti irrisolto ma che a me era piaciuto molto) siamo decisamente su un altro pianeta.

E’ chiaro ora che Americana, il disco uscito quest’estate sempre in compagnia di Frank “Poncho” Sampedro, Billy Talbot e Ralph Molina, nel quale Neil rivisitava a modo suo alcuni classici della musica popolare statunitense (e non solo, basti pensare a God Save The Queen), era una sorta di riscaldamento in previsione di questo album: ebbene, in Psychedelic Pill (non un gran titolo, e la copertina è anche peggio) Young ritrova quella ispirazione e quella continuità dei tempi belli, con una serie di canzoni di primissima scelta, eseguite con la solita maestria (e con il tipico suono quasi da garage band degli Horse) ma con un feeling in dosi da cavallo, anzi da bisonte, visto di chi stiamo parlando.

Ancora prima dell’uscita del disco, su internet impazzavano le notizie sulla durata dei brani, soprattutto Driftin’ Back, che apre il disco: più di ventisette minuti, di gran lunga la canzone più lunga mai messa su disco da Neil, ma anche altri due brani superano il quarto d’ora ed uno “solo” gli otto minuti.

Ebbene, di certo qualcuno parlerà di ripetitività ed autoindulgenza: non date retta, qui c’è solo grande musica, non un secondo di noia, in pratica più di ottanta minuti di goduria pura.

Prendete proprio la già leggendaria Driftin’ Back: dura quasi mezz’ora, ma credetemi non me ne sono accorto! Inizio acustico affascinante, poi la band entra quasi di soppiatto alla fine della prima strofa e da lì il quartetto non si ferma più: bella melodia, assoli continui di Young, ma il suono è fluido e rilassato, anche se il ritmo è cadenzato. Di sicuro una delle canzoni dell’anno.

Psychedelic Pill, la canzone, è quella che mi piace meno (ma è anche la più breve, circa tre minuti e mezzo): chitarre dure, voce quasi filtrata, un brano “normale”. Con Ramada Inn (quasi diciassette minuti) ricomincia lo sballo: fluida, lirica, armoniosa, ricorda capolavori del passato come Cortez the Killer, mentre la più breve Born In Ontario è saltellante e decisamente orecchiabile, con i tre cavalli pazzi che non perdono un colpo e Neil che arrota da par suo.

Il primo CD, circa cinquanta minuti, è finito, ed io mi sarei anche accontentato, ma ancora non sapevo che il secondo è ancora meglio.

Certo, non c’è un brano alla Driftin’ Back, ma la qualità media è addirittura superiore, a partire da Twisted Road, una rock song molto immediata con un testo nostalgico che parla di Bob Dylan, Roy Orbison e Grateful Dead, ed un canto appassionato da parte di Young.

She’s Always Dancing è uno dei brani meno nominati negli articoli che ho letto finora, ma forse è quello che preferisco: le chitarre qui si induriscono leggermente, ma è il modo con cui Young suona che è sublime, non sarà un mostro di tecnica, ma sopperisce con dosi di pathos immense, e poi ha uno stile che riconosci dopo due note (qui alcuni passaggi mi rimandano a Like A Hurricane).

For The Love Of Man è un lento, sempre elettrico ma con accompagnamento leggero, e toni quasi gospel, ma ha una delle melodie più suggestive e toccanti mai scritte dal nostro: qualche brividino lungo la spina dorsale è garantito.

Chiude la maestosa Walk Like A Giant (altri sedici minuti), una cavalcata possente ed un refrain splendido, un’altra delle candidate al premio di miglior brano del disco (alla fine c’è anche spazio per una ghost track, cioè una versione di Psychedelic Pill con un mix alternato, molto migliore anche nella parte vocale).

Che altro dire? Per me, un mezzo capolavoro: a quasi settant’anni Neil Young è ancora un numero uno.

Marco Verdi

Giù Il Cappello Davanti Al Bisonte! Neil Young & Crazy Horse – Psychedelic Pillultima modifica: 2012-11-16T15:31:00+01:00da bruno_conti
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