Le “Nuove” Confessioni Di Un Grande Cantautore. Jeff Black – B-Sides & Confessions Volume Two

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Jeff Black – B-Sides And Confessions Vol.Two – Lotos Nile Music 2013

Il mestiere dell’autore non è certo facile. Scrivere testi, essere al passo coi tempi, fare musica, creare melodie, unire il tutto in qualcosa che abbia un suono, una sua personalità, non è cosa da tutti. Ma ci sono autori che amano il proprio lavoro, che trasmettono sensazioni e sentimenti nella propria musica, che vivono e suonano stando completamente al di fuori da quello che il mercato discografico richiede. Uno di questi è senza ombra di dubbio Jeff Black (se volete approfondire, ne avevo già parlato per la recensione di Plow Throught The Mystic (2011 un-cantautore-dai-molti-fans-e-molti-sono-nel-disco-jeff-bla.html), che esce quasi a sorpresa con il secondo capitolo della serie B-Sides and Confessions Vol. Two, che viene autodistibuito tramite il suo sito, quindi non è di facile reperibilità (purtroppo). Il primo B-Sides and Confessions (2003) essendo uscito per la Dualtone Records lo si trova ancora (con un po’ di fortuna), ed era un disco splendido, una collezione unica di brani, grandi canzoni introspettive e sofferte, scandite dalla sua voce e dal suono spettacolare del pianoforte.

In questo lavoro B-Sides and Confessions Vol. Two, prodotto dai coniugi Black (Jeff e Kissy), vengono reclutati illustri ospiti quali Sam Bush al mandolino e violino, Jerry Douglas alla lap steel, Scot Evans al basso, Kenny Wright alla batteria, le bravissime cantautrici Matraca Berg e Gretchen Peters per le armonie vocali, mentre il buon Jeff (polistrumentista) lo troviamo oltre che al suo amato piano, alle tastiere, chitarra, armonica e banjo, il tutto è stato registrato agli Arcana Studios di Nashville, con una giusta alternanza di brani acustici ed elettrici.

Le “confessioni” iniziano con un blues acustico, All Right Now, cui fa seguito una dolce Molly Rose ricamata dal mandolino di Sam Bush, mentre Avalon è splendida, un brano lento, basato più che altro sulle chitarre e sulle voci melodiose di Matraca e Gretchen. Si riparte con i toni lamentosi di Impala, con il pianoforte ad assecondare la voce di Jeff, seguita da Alice Carry , brano che rimane sempre in un ambito acustico, mentre Days On End (forse il brano migliore del disco) è una ballata sontuosa, dove il piano parte in sottofondo, ma poi diventa quasi protagonista e la melodia cresce, e Miss Me è uno dei momenti più tranquilli dell’album, dove anima e cuore vanno a braccetto, e la voce alla Tom Waits dell’autore e il violino in sottofondo, fanno sognare. Il country si affaccia in An Evil Lesson Is Soon Learned, un brano campestre, dove Sam Bush, Jerry Douglas e il resto del gruppo sembrano divertirsi a suonare, mentre Good Old Days è una canzone di saggezza, che si ascolta con piacere, mentre True Love Never Let Me Down inizia con il solo piano in sottofondo, ma poi entra la ritmica e il brano cresce. Le “confessioni” finiscono con le intense, profonde e malinconiche  Remain e Sunday Falling, che fanno da cornice allo splendido uso del piano (che è un po’ la costante in tutto il disco), dove la voce diventa protagonista e dialoga con la melodia.

Jeff Black (per chi scrive) è uno dei grandi cantautori americani in attività, pianista, cantante e autore di vaglia, che non ha mai sfondato (o non ha mai voluto?), ma conferma tutto il suo valore in questo B-Sides and Confessions Vol. Two, costruito su canzoni profonde (sono tutte di suo pugno, come pure l’arrangiamento e la produzione), dotate di un’anima in cui passione, cuore e melodia sono tutt’uno e dispensano grande musica. Alla prossima, caro Jeff, che Dio ti abbia in gloria.

Tino Montanari  

Le “Nuove” Confessioni Di Un Grande Cantautore. Jeff Black – B-Sides & Confessions Volume Twoultima modifica: 2013-02-08T11:32:00+01:00da bruno_conti
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