Un Atto “Dovuto”…Ma Ben Fatto! Stephen Stills – Carry On

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Stephen Stills – Carry On – Rhino 4CD Box

Finalmente lo spazio compreso tra la “C” del box Voyage di David Crosby e la “N” di quello di Graham Nash (Reflections) viene riempito dalla “S” di questo nuovissimo Carry On, cofanetto retrospettivo dedicato a Stephen Stills, e come i precedenti curato (bene) da Nash. Carry On (titolo non troppo fantasioso, era già stato usato per un’antologia del 1991 di Crosby, Stills & Nash, un estratto dall’imperdibile box CSN) si distingue dai volumi dedicati a David e Graham, che erano tripli, per il fatto che presenta ben quattro CD, operazione comunque comprensibile e giustificata dal fatto che Stills ha sempre avuto una carriera molto più ricca dal punto di vista discografico rispetto ai suoi due colleghi, anche se parecchio diradata negli ultimi vent’anni.

(*NDB Nella speranza che prima o poi pubblichino ufficialmente questo concerto!)

Musicista eclettico, Stills ha sempre potuto contare su un grande talento, sia come songwriter, sia come cantante (un timbro caldo, rauco e pastoso il suo, anche se piuttosto rovinato ultimamente), sia soprattutto come polistrumentista: eccellente chitarrista, in possesso di una tecnica di gran lunga superiore al suo amico e collega Neil Young e capace di influenzare persino uno come Jimi Hendrix, è anche un ottimo pianista e bassista, oltre a non disdegnare ogni tanto di misurarsi alla batteria. Il box copre in maniera adeguata e completa la sua carriera in tutte le sue sfaccettature ed in tutte le band in cui ha militato (unica, ma grave, mancanza: la celeberrima Super Session con Al Kooper e Mike Bloomfield), mettendo in evidenza il suo stile variegato, con una base rock-blues, ma con grandi dosi di folk, un po’ di country ed una passione mai celata per la musica latina. Come già per i due box di Crosby e Nash, anche Carry On si presenta in una elegante ma pratica confezione, con un ricco libretto pieno di foto inedite e preciso nelle note dedicate ad ogni brano.

Dal punto di vista musicale il box offre 82 canzoni che coprono 50 anni di carriera, delle quali 27 inedite (in realtà sono 18, in quanto vengono spacciati come inediti anche brani già noti ma con un diverso remix, in compenso ci sono diverse rarità), un omaggio dovuto ad uno dei grandi della nostra musica, forse un po’ troppo spesso sottovalutato.

Il primo CD si apre con l’inedita Travelin’, una discreta folk song incisa nel 1962 in Costa Rica (dove Stephen ha vissuto per alcuni anni), un brano mai più usato in seguito che ha in sé i germogli del talento di Stills; segue la rara High Flyin’ Bird, un folk-gospel ad opera degli Au Go-Go Singers, band adolescenziale di Stephen con Richie Furay, brano nel quale si notano già le doti vocali del nostro. Il resto del dischetto è incentrato sul periodo Buffalo Springfield, purtroppo senza inediti (tranne un remix di Everydays) e sugli inizi di CSN (&Y), con una versione in solitaria di 49 Reasons, che sarebbe poi diventata 49 Bye-Byes, un paio di demo di brani finiti poi su altri dischi, e soprattutto una deliziosa versione in studio di The Lee Shore, con Stephen che si occupa di tutti gli strumenti tranne la batteria, lasciata a Dallas Taylor.

Il secondo CD è il mio preferito: inizia con la splendida Love The One You’re With, uno dei migliori brani di sempre del nostro, e prosegue con il meglio dei suoi primi anni da solista, tra cui la bellissima Go Back Home, potente rock song che non ricordavo così intensa, con un Eric Clapton strepitoso, quasi più che nei suoi dischi solisti, il grande blues Jet Set, la fluida Change Partners, brano di punta dell’album Stephen Stills 2, e la fantastica Colorado, un capolavoro dal feeling country, uno dei migliori episodi dal primo disco dei Manassas, un album già di per sé imperdibile.

Ma il CD è interessante anche dal punto di vista degli inediti: su tutte, una splendida jam chitarristica dal titolo No-Name Jam tra Stills e Jimi Hendrix (il mancino è presente in Old Times Good Times con un assolo strepitoso), un duetto di grande impatto che purtroppo dura meno di tre minuti (sarebbe ora di fare chiarezza una volta per tutte sulle sessions tra Steve e Jimi), ma segnalerei anche una bella versione inedita di A Treasure, pianistica, dal suono pieno, una inedita riproposizione live con Crosby, Nash e Young di Find The Cost Of Freedom ed una totalmente sconosciuta Little Miss Bright Eyes, che non si capisce come possa essere rimasta nei cassetti fino ad oggi.

Il terzo dischetto prosegue con la seconda parte degli anni settanta e l’inizio degli ottanta (ma un ottimo album come Illegal Stills è stato del tutto ignorato), e qui la chicca è una versione del 1976 di Black Coral ad opera di CSN&Y (il brano è poi finito sul disco Long May You Run, con le parti di Crosby e Nash cancellate), mentre tra le rarità c’è una versione live di Cuba Al Fin, tratta dall’introvabile doppio benefico Havana Jam, una splendida Dear Mr. Fantasy ad opera dell’inedito duo Stills-Nash (apparsa solo sul box CSN), e la discreta Raise A Voice, uno dei due brani in studio del live del 1983 a nome CSN Allies (fuori catalogo, e peraltro non eccelso).

Tra i brani noti, la bellissima Thoroughfare Gap, title track di un disco del 1978 di Stephen (dal quale è tratta anche la roccata e notevole Lowdown) e la favolosa Spanish Suite (con un grande Herbie Hancock al piano), incisa nel 1979 ma apparsa solo nel 2005 su Man Alive!

Il quarto dischetto prende in considerazione almeno un episodio da tutto ciò che Stills ha inciso dal 1982 ad oggi (con l’esclusione, poco comprensibile, dei due album a nome CSN&Y, cioè American Dream e Looking Forward, anche se da quest’ultimo proviene No Tears Left, presentata però in versione inedita dal vivo e senza Young): il CD si apre con la stupenda Southern Cross, pezzo di punta di Daylight Again e miglior brano di Stephen degli ultimi trent’anni, e prosegue con due discrete canzoni dal vivo tratte ancora dal raro Allies, oltre all’altro brano in studio, War Games (pessimo, infarcito com’è di synth e di suoni anni ottanta).

Bello invece risentire tre intensi brani da Stills Alone, disco acustico del 1991 fuori catalogo da anni, mentre gli inediti sono un rifacimento in studio del 1989 di Church (in origine sul suo primo album, Stephen Stills), una Girl From The North Country di Dylan dal vivo con Crosby e Nash, e soprattutto una cover decisamente riuscita di Ole Man Trouble di Otis Redding, registrata live con CN&Y nel 2002 al Madison Square Garden.

Come ho scritto nel titolo, questo Carry On era un atto dovuto, che va a completare un trittico di cofanetti dedicato al più famoso supergruppo della storia del rock, ma anche un meritato tributo ad un musicista di immenso talento.

Il mio sogno adesso è vedere pubblicato un quarto box nello stesso stile degli altri tre, con sulla costa indicata la lettera “Y”.

Ma in questo blog si parla di musica, non di fantascienza…

Marco Verdi

Un Atto “Dovuto”…Ma Ben Fatto! Stephen Stills – Carry Onultima modifica: 2013-04-02T10:00:54+02:00da bruno_conti
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