“Grandi Voci”: Dopo Beth Hart, Dana Fuchs – Bliss Avenue

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Dana Fuchs – Bliss Avenue – Ruf Records

Ho sempre avuto una predilezione per le grandi voci femminili rock, e negli ultimi anni sto avendo una serie di soddisfazioni, Beth Hart in primis (entrambe fanno I’d Rather Go Blind e Whole Lotta Love in modo incredibile) e in misura minore Grace Potter mi sembra si avvicinino al prototipo delle grandi cantanti del passato, e anche Dana Fuchs, che seguo da un po’ di anni, fa parte di questa famiglia. Passione per Janis Joplin (se ogni volta che qualcuno la nomina fosse possibile avere un soldino dal “topino dei denti”, avrei costruito un patrimonio, ma è la verità), Etta James, il rock degli anni ’70, quando era possibile fare un album libero da schemi musicali, rock, blues, soul, country, la musica dei Beatles e degli Zeppelin, tutte insieme nello stesso disco, aaahh che goduria!

Dana Fuchs ha seguito tutta la trafila, trasferita a New York dalla  Florida in cui viveva, negli anni ‘90, quando aveva 19 anni la tragedia di perdere per suicidio la sorella maggiore e la decisione di perseverare con la musica, i primi ingaggi Live nei locali della Grande Mela, l’incontro con Jon Diamond che era stato in precedenza il chitarrista di Joan Osborne (altra grande vocalist, l’avete vista in Love For Levon?), il primo disco in studio, Lonely For A Lifetime, uscito nel 2003 e ristampato lo scorso anno i-primi-passi-di-dana-fuchs-la-ristampa-di-lonely-for-a-life.html, la “scoperta” da parte dell’industria discografica che la sceglie per la parte di Sexy Sadie nell’immaginifico film Across The Universe della regista Julie Taymor (è la bella pennellona con i capelli ricciuti che canta con una voce della Madonna, Helter Skelter, Why Don’t We Do It In The Road, Don’t Let Me Down e altro). Ma prima ancora aveva fatto la cantante di jingle per MTV ed era stata l’interprete del musical Love, Janis (un destino in comune con Beth Hart, che l’aveva fatto prima di lei). In seguito, nel 2008, ha pubblicato un CD o DVD di difficile reperibilità, Live In NYC, che rende una idea della potenza esplosiva dei suoi concerti e finalmente viene messa sotto contratto dalla Ruf Records, che nel 2011 le pubblica il secondo disco di studio, Love To Beg. una-voce-straordinaria-il-disco-un-po-meno-dana-fuchs-love-t.html

Nel frattempo Dana Fuchs  perde anche il fratello in seguito ad un male incurabile. Alcuni di questi fatti sono l’ispirazione per i brani che compongono questo nuovo Bliss Avenue, forse il disco migliore della sua carriera: accompagnata dal fido Jon Diamond, che scrive tutte le musiche delle canzoni e con l’ottimo Glen Patscha dagli Ollabelle a organo e piano, già presente nel disco precedente, ma qui protagonista assoluto dei brani dal flavor più vicino al soul e al country e una sezione ritmica solidissima e swingante, con Shawn Pelton alla batteria e Jack Daley al basso. Dodici brani di notevole spessore che passano dal rock zeppeliniano dell’iniziale Bliss Avenue con la chitarra di Jon Diamond subito in evidenza (secondo alcuni non è un grande solista, ma per me è bravo, certo non è Bonamassa che ha fatto fare il salto di qualità a Beth Hart, ma rimane un chitarrista di tutto rispetto, anche eclettico). How Things Get That Way è un rock classico, con un bel riff anni ’70 e l’Hammond di Pascha pimpante al punto giusto. Handful Too Many è uno strano country-rock-blues in punta di piedi, con le vocalists di supporto Tabitha Fair e Nicki Richards che cominciano a farsi sentire. Fin qui, buono, lei canta benissimo ma manca quel quid, quella luce che si accende nella bellissima Livin’ On Sunday, coretti tra gospel e R&B, organo Memphis deep soul primi anni ’70, voce potente ma misurata, si comincia a godere.

Molto bella anche So Hard To Move, la canzone concepita sul letto di morte del fratello, dalla disgrazia nasce anche della grande musica, una intensa slow ballad ad alto tasso emozionale che si ispira a gente come Joplin e James ma poi si sviluppa come un brano al 100% di Dana Fuchs. Daddy’s Little Girl è un coinvolgente brano da Springsteen in gonnella, quello più spensierato e divertito mentre Rodents In The Attic è un rocker di quelli galoppanti, con ritmica e chitarra che tirano la volata ad una Dana incazzata per tutti quei “roditori” che le si agitano nel cervello dopo qualche bevuta di troppo (come espressione di gergo americana mi mancava). Baby Loves The Life è una notevole ballatona elettroacustica di quelle emozionali e anche Nothin’ In My Mind con chitarra acustica, piano e atmosfere country potrebbe uscire dalle sessions per Pearl, molto piacevole. Le chitarre tornano a fischiare e i ritmi accelerano per Keep On Walkin’ che suona come un incrocio tra Free e Creedence. Eccellente anche la ballata mid-tempo Vagabond Wind e la chiusura rock di Long Long Game che sembra uscire da Led Zeppelin III o IV. Per chi ama le belle voci e il rock, non necessariamente nell’ordine!          

Bruno Conti  

“Grandi Voci”: Dopo Beth Hart, Dana Fuchs – Bliss Avenueultima modifica: 2013-07-11T13:29:50+02:00da bruno_conti
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