Tra Il Tennessee E Gli Appalachi! Diana Jones – Museum Of Appalachia Recordings

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Diana Jones – Museum Of Appalachia Recordings – Proper Records 2013

Di questa splendida signora quasi cinquantenne Diana Jones (e della sua meravigliosa storia), aveva già parlato diffusamente Bruno su queste pagine virtuali, nell’ambito dell’uscita del lavoro precedente High Atmosphere (2011) https://discoclub.myblog.it/2011/05/08/bella-musica-e-anche-una-bella-storia-da-raccontare-diana-jo/ Per chi ancora non la conoscesse, parliamo di un’artista che muove i primi passi tra Long Island e New Jersey per poi approdare nel Tennessee, dove negli anni ’90 realizza due album Imagine Me (96) e The One That Got Away (98), che pur essendo dei lavori rispettabili, non hanno attirato l’attenzione del pubblico e della stampa specializzata. La visibilità arriva con l’ottimo My Remembrance Of You (2006) e la consacrazione con i seguenti Better Times Will Come (2009) e il già citato High Atmosphere (2011) che la pone sulla scia di personaggi come Iris DeMent e Gillian Welch, esponenti di spicco della musica “americana”.

 

Questo ultimo lavoro, prodotto dalla stessa Diana Jones e Matt Combs, è stato registrato presso il Museo degli Appalachi di Clinton, Tennessee e contiene undici brani registrati dal vivo, utilizzando strumenti come banjo, mandolino, chitarre, violino e mandole, che danno alle canzoni il sapore di una musica “old time”, difficilmente riscontrabile nell’attuale panorama musicale. La Jones voce e chitarra, viene accompagnata, in questa prova, dai bravissimi amici musicisti Matt Combs (violino, banjo e mandolino) e Shad Cobb (violino e mandolino), oltre all’apporto di Joe DeJarnette  al basso e la vocalist Laurelyn Dossett.

 

Il viaggio parte con il banjo e il violino di accompagnamento di O Sinner, seguito da Drunkartd’s Daughter un pezzo lento, quasi mistico, con il violino a disegnare una struggente melodia, mentre Song For a Worker  è una preghiera in musica, con un arrangiamento senza tempo. Sparrow è una deliziosa “acoustic ballad” punteggiata nuovamente dal violino, mentre la seguente Ohio è una delicata storia d’amore irlandese (un ragazzo e una ragazza divisi dal credo religioso), come in Love O Love, una sorta di filastrocca in forma bluegrass. La narrazione riparte con Orphan’s Home in perfetto “mountain music style”, con il banjo a dettare il ritmo, cui fa seguito la triste Gold Mine, un motivo con un accompagnamento strumentale ai minimi termini, solo chitarra e violino, mentre Satan evoca delle immagini religiose, sulle allegre note di un banjo. Il viaggio si avvia alla fine con la commovente Tennessee (il mio brano preferito), con il solito fiddle che accompagna la splendida voce della Jones (una meraviglia), per poi chiudere con The Other Side, un brano a “cappella” in duetto con il poco conosciuto cantautore John Lilly.

 

Diana Jones ha scritto queste canzoni appositamente per questo progetto che trae ispirazione dalle tradizioni, registrando questo lavoro in soli due giorni, con una serie di strumenti acustici, in forma molto spartana, ma con un suono caldo e cristallino, che è la musica degli Appalachi. Se siete innamorati di questa musica, Museum Of Appalachia Recordings, è un viaggio verso la nostalgia, una narrazione di storie senza tempo, che sono importanti oggi come lo erano nel secolo scorso, con la voce della Jones, pura e originale, che trasmette l’atmosfera che si respira quando si entra in questo Museo.

NDT: Consiglio di ascoltare questo CD, nelle prossime serate invernali, davanti ad un caminetto scoppiettante (possibilmente in dolce compagnia).

Tino Montanari

Tra Il Tennessee E Gli Appalachi! Diana Jones – Museum Of Appalachia Recordingsultima modifica: 2013-07-30T11:27:00+02:00da bruno_conti
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