Nuovamente Uno Scozzese Alla Ribalta! Justin Currie – Lower Reaches

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Justin Currie – Lower Reaches – Endless Shipwreck/Ignition Records 2013

Il ritorno dello scozzese (sempre da Glasgow) Justin Robert Currie, mi permette di ricordare una grande band, i Del Amitri (attiva a cavallo fra gli anni ’80 e ’90), capace di produrre diversi album di pop-rock, e di cui il “nostro” Justin era il frontman e leader indiscusso. Malinconici, armoniosi, brillanti e ricchi di soul, i Del Amitri (alla maniera dei Counting Crows in America), raggiunsero il successo con delle rimarchevoli canzoni dall’impronta folk-rock, e grazie alla penna ispirata di Currie, incisero dei piccoli capolavori (da recuperare) come l’eccellente Waking Hours (89), Change Everything (92), Twisted (95), Some Other Suckers Parade (97), e dopo le immancabili antologie Hatful Of Rain  e The B-Sides – Lousy With Love (98), chiusero con un dignitoso capitolo finale Can You Do Me Good? (2002). Sciolta la band, Justin ha affrontato la carriera solista con l’esordio intimo di What Is Love For (2007) e successivamente con il meno introspettivo e più robusto The Great War (2010), sino a rilasciare questo terzo lavoro, Lower Reaches, per la sua etichetta Endless Shipwreck, distribuita dalla Ignition Records.

La traccia di apertura Falsetto è uno dei suoi tipici brani pop-rock, ricco di armonie e riff di chitarra, mentre Every Song’s The Same e Bend To My Will, sono due irresistibili pop songs. Con Priscilla, I Hate Myself For Loving e  On A Roll. Justin Currie sfodera il lato più malinconico del disco, con brani notturni e riflessivi. Into A Pearl (come da titolo) è la perla dell’album, una ballata pianistica coinvolgente che si candida come una delle migliori canzoni della sua carriera, seguita da On My Conscience  dal sorprendente andamento country, per chiudere con la dolce Half Of Me e una Little Stars cantata in un leggero falsetto e che chiude il cerchio con il brano inziale.

Justin Currie (per chi scrive), è uno dei più grandi cantautori scozzesi degli ultimi 20 anni, al quale il destino  ha concesso di disporre di una voce di qualità superiore (un incrocio fra un Peter Gabriel e un Paul McCartney, tanto per non esagerare!), dote che mise al servizio dei Del Amitri, e oggi gli permette di proseguire la sua carriera solista con questo pregevole Lower Reaches, lavoro piacevolissimo, dove l’istinto pop rimane forte, ma con melodie e arrangiamenti curati (e qualche leggera aria country, grazie alla pedal steel ricorrente in alcuni brani e al fatto che il disco sia stato registrato in Texas), un buon esempio di coerenza stilistica e classe compositiva, il tutto arricchito da un gruppo di belle canzoni, capaci di andare oltre la prevedibilità del pop-rock. Il disco è stato prodotto da Mike McCarthy, che aveva aveva lavorato all’album solo di Craig Finn degli Hold Steady, anche quello registrato in Texas. Il titolo del disco ironizza appunto sul viaggio per “andare laggiù”, ma anche sulle “zone basse” delle classifiche. Il nostro amico, in alcune interviste, non ha escluso un ritorno della sua vecchia band.

Per il momento, da ascoltare anche nei (prossimi) giorni di pioggia, ma non solo!

Tino Montanari

Nuovamente Uno Scozzese Alla Ribalta! Justin Currie – Lower Reachesultima modifica: 2013-08-25T17:41:00+02:00da bruno_conti
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