Nuovi, Ma “Vecchi”! Gas House Gorillas – Punk Americana

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Gas House Gorillas – Punk Americana – Lanark Records

Non sono un grande esperto di cose tipicamente americane e nello specifico dello sport, il baseball in particolare, che è un mondo sconosciuto per me, d’altronde se chiedessi ad un cittadino statunitense della Pro Patria l’effetto sarebbe lo stesso. Comunque, visto che basta fare una breve ricerca in internet per avere le risposte che cerchi, alla voce Gas House Gorillas trovi che trattavasi di una squadra fittizia di baseball (ma modellata su una veramente esistente) “inventata” per un cartone animato del primo dopoguerra di Bugs Bunny. Naturalmente trovi anche il nome del gruppo, di cui sono stato incaricato di recensire questo nuovo, e secondo (terzo, se contiamo anche quello attribuito a Rick Fink) album, Punk Americana.

Qualche tempo fa, su segnalazione di un amico, mi ero interessato di questo CD perché mi aveva incuriosito il titolo, che è poi la definizione che loro stessi danno della musica che suonano. Di cosa diavolo si tratta? Qualche nuova band che unisce il punk californiano di Rancid, Offspring, NOFX con la musica roots, che so dei Blasters, con una spruzzata di Stray Cats, magari con lo spirito degli X, però sullo costa Est, nella zona di New York? Niente di tutto questo, o meglio, è vero solo in parte, perché la musica, in effetti, è quella da cui hanno preso spunto anche i Blasters, Rock and Roll, Swing, Jump Blues, Soul e R&B, eseguiti con uno spirito “punk”, ma nel significato primigenio del termine, non come discepoli di quello inglese o americano. Il problema è che Rick Fink e soci, detto papale papale, non sono bravi come i Blasters. C’è un sassofonista in formazione, due chitarristi, ma questo connubio tra Louis Jordan, Sam Cooke e i Ramones, non è uguale alla somma delle parti. Per onestà devo dire che il disco è pure molto piacevole, si ascolta volentieri, loro, modestamente e ironicamente si definiscono “La più grande band sulla faccia della terra” e sono disponibili per feste, matrimoni ed eventi vari, fanno questo stile divertente, che, per chi ama il genere si merita anche le sue brave tre stellette. Ma in un discorso più generale, volendo, se ne può fare anche a meno.

Dal bozzetto iniziale acustico che scivola nella statica delle onde di Radio Daze si passa al R&R energico, con uso di sax, di One Shot, al jump and swing scatenato di Cookin’ At Home, per passare ai ritmi latineggianti e melodici alla early Beatles di Remember, con “chitarrone” in primo piano. Find a little boogie, si presenta da sola e anche Everywhere I Roam fa di ritmo e velocità il suo credo, I want you to want me è una cover del brano dei Cheap Trick, eseguito come se fosse stato scritto tra fine anni ’50 e primi anni ’60, niente di memorabile peraltro. Last Chance Motor Ride ci riporta sulla pista da ballo, mentre Black Juju cerca di introdurre qualche elemento blues e Kitty Has Claws ri-accelera a perdifiato sulle pulsazioni del contrabbasso  di Crusher Carmean, anche qui siamo in territori Blasters. Corpses è un blues swingante e roccato. Quarter to two forse è una risposta al brano di Gary Us Bonds, tra soul e R&R, con un bel assolo di chitarra di Snake Osburn. The Moon Told On You, è l’unico lentone della serata, ma resistono poco, il tempo di far riposare i piedi e si riparte a tutta velocità all’interno della stessa canzone. Balloon, con l’ukulele di Fink in primo piano è un ulteriore brano che arriva da un’altra epoca, con coretti doo-wop e ritmi rilassati, fine delle trasmissioni.

Bruno Conti

Nuovi, Ma “Vecchi”! Gas House Gorillas – Punk Americanaultima modifica: 2013-08-31T09:38:00+02:00da bruno_conti
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