Un Disco Bello E Meritorio! Neal McCoy – Pride: A Tribute To Charley Pride

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Neal McCoy – Pride: A Tribute To Charley Pride – Smith Entertainment CD

Charley Pride, nonostante abbia venduto in carriera tra album, singoli ed antologie più di settanta milioni di dischi, è oggi una figura piuttosto dimenticata, oltre che molto poco conosciuto al di fuori dell’America. Pride (ancora vivo ed attivo, il suo ultimo album, Choices, è di due anni fa) è sicuramente stato il più popolare nella ristretta cerchia di country singers di colore, e ha avuto il suo periodo di massimo splendore a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, mettendo in fila una serie impressionante di numeri uno nelle classifiche country dei 45 giri (ben ventotto dal 1969 al 1983).

Pride non era uno scrittore, cantava perlopiù brani di altri, ma tra i suoi successi ci sono vari classici del songbook americano, alcuni dei quali ritroviamo in questo Pride, ad opera del countryman di origine irlandese-filippina Neal McCoy. McCoy (nato McGaughey) è un musicista sulla scena da più di vent’anni, con già una dozzina di dischi alle spalle, che non ha mai conosciuto il successo da superstar (solo un paio di singoli al numero uno all’inizio degli anni novanta, ma il suo album meglio piazzato è arrivato “soltanto” al settimo posto), ma si è ritagliato comunque il suo spazio nel panorama country americano.

Pride è dunque il suo atto d’amore verso Charley Pride, e Neal dimostra il grande rispetto per l’artista afroamericano consegnandoci un ottimo tributo, un disco di classico country suonato e cantato come Dio comanda, senza concessioni al commerciale e con qualche ospite di vaglia a cantare con lui.

E le canzoni, inutile dirlo, sono molto belle.

Apre la notissima Is Anybody Goin’ To San Antone (conosciuta anche per le versioni di Doug Sahm da solo e con i Texas Tornados, ma Pride l’ha incisa prima di Doug): McCoy le toglie il sapore tex-mex ma le aggiunge un ritmo rock’n’roll, dandole nuova linfa e mettendo subito il disco sui binari giusti. It’s Just Me è una veloce country song alla quale la fisarmonica dà un sapore cajun, un brano molto gradevole impreziosito tra l’altro dal duetto con Raul Malo, che riesce a far suo il brano al punto da farlo sembrare opera dei Mavericks. Kiss An Angel Good Mornin’ vede Neal dividere il microfono con Darius Rucker, l’ex leader degli Hootie & The Blowfish ormai convertitosi al country: il brano è uno dei più belli del repertorio di Pride, e questa scintillante versione gli rende giustizia.

Kaw-Liga di Hank Williams la conosciamo tutti (Pride ha spesso inciso brani del grande Hank), una grande canzone qui resa con un arrangiamento quasi southern; You’re So Good When You’re Bad è un’elegante slow ballad, molto sofisticata e dal sapore soul: grande classe, non me l’aspettavo da McCoy. La pimpante It’s Gonna Take A Little Bit Longer sembra invece un classico brano alla Willie Nelson, grazie anche alla presenza dell’inconfondibile armonica di Mickey Raphael; Trace Adkins affianca Neal col suo vocione per una bella resa della toccante Roll On Mississippi, cantata dai due con il cuore in mano (e quindi, come direbbe Bergonzoni, con i polsini insanguinati). Just Between You And Me (di Jack Clement) è un godibilissimo honky tonk che più classico non si può; Mountain Of Love l’hanno fatta un po’ tutti (ricordo una bella versione di Johnny Rivers), e Neal la rifà in maniera grintosa, suonata e cantata da manuale.

L’album si chiude con la languida Someone Loves You Honey, forse un po’ troppo leccata, e con la viceversa solare e godibilissima You’re My Jamaica, tra country e Caraibi, un brano che anche Jimmy Buffett potrebbe fare suo senza difficoltà.

Bravo Neal: un bel disco, che ha anche il merito di farci riscoprire un artista di cui ci si ricorda di rado (per non dire mai).

Marco Verdi

Un Disco Bello E Meritorio! Neal McCoy – Pride: A Tribute To Charley Prideultima modifica: 2013-10-10T12:02:00+02:00da bruno_conti
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