Gli Splendidi “Inizi” Della Jeff Healey Band. Live From New York City 1988

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Jeff Healey Band – Live From NYC Recorded December 13, 1988 Eagle Rock

Continua imperterrita ed indefessa (e meritevole) la pubblicazione del materiale inedito dal vivo di Jeff Healey, dagli archivi gestiti dalla famiglia. Nel risalire a ritroso nel tempo siamo arrivati a questo concerto, registrato nel dicembre del 1988 al Bottom Line di New York, che ci porta a pochi mesi dalla uscita del suo classico primo album See The Light, che cominciava proprio allora a scalare le classifiche americane. Per quanto buoni siano stati i precedenti capitoli di questa saga concertistica, molti dei quali recensiti da chi scrive su queste pagine virtuali (altri-inediti-di-jeff-healey-house-on-fire-demos-a.html e un-adeguato-testamento-sonoro-jeff-healey-band-full-circle.html), il concerto in questione è forse il migliore in assoluto, siamo al picco della sua creatività (anche se Healey dal vivo è sempre rimasto un incredibile performer) e anche il repertorio, in gran parte tratto dal disco d’esordio, è assolutamente all’altezza della sua fama. Non sto a raccontarvi per l’ennesima volta della sua bravura, ma sicuramente Healey in quegli anni era uno dei migliori chitarristi blues (e rock) sulla faccia del pianeta, in possesso di una tecnica prodigiosa, con la sua chitarra appoggiata in grembo e brandita solo nei momenti di maggiore intensità del concerto, quando l’eccitazione si faceva palpabile.

Con lui  ci sono Joe Rockman al basso e Tom Stephen alla batteria, per un trio assolutamente formidabile, come procedono subito a dimostrare nel raro strumentale The Better It Gets, uno dei migliori brani del primo periodo, tra quelli firmati da Jeff, rimasti inediti nei dischi di studio, la chitarra è pirotecnica e il drive del gruppo, nonché la qualità di registrazione, sono eccellenti, puri e non adulterati, senza inutili sovrincisioni! La prima cover della serata, poi rimasta a lungo nella sua setlist per i concerti dal vivo, è una vibrante Further On Up The Road, un must per i grandi chitarristi, un brano che infiamma le platee, qui reso in una versione gagliarda, con le dita che corrono sul manico della chitarra. My Little Girl è il primo di una sequenza di brani tratti da See The Light, abbastanza simile all’originale di studio, breve e concisa, molto hendrixiana, con il vocione di Jeff in grande spolvero e il basso che pompa alla grande sotto le evoluzioni incredibili della solista del leader. Blue Jean Blues, il classico degli ZZ Top, che era uno dei punti di forza del primo album, qui è reso in una versione monstre, tra le migliori che mi sia capitato di sentire nei concerti del canadese, uno slow blues di quelli che ti tolgono il fiato, tra gli standard assoluti del rock degli ultimi 40 anni, bellissima, sentita mille volte ma non si finisce mai di gustarla a fondo!

Anche Confidence Man, il pezzo scritto da John Hiatt, è abbastanza simile a quella in studio, ma la canzone è talmente bella che risulta difficile migliorarla nella versione live e regala un attimo di tregua al pubblico “travolto” dal torrente di note che la chitarra di Healey ha appena eruttato nella canzone precedente. I Need To Be Loved ha l’andatura classica dei grandi pezzi, cadenzata ma anche cantabile, come sarebbe sempre richiesto nella buona musica rock e coronata da un degno assolo della solista. White Room è sempre stata una delle canzoni più belle del songbook dei Cream, Clapton, Bruce e Baker erano devastanti in questo brano, quando Eric innesta il wah-wah per l’assolo finale è uno dei momenti topici della storia del primo rock, ormai lo sai già ma anche in questa versione parte ineluttabile l’air guitar di fronte agli specchi di casa, non se ne può fare a meno. Prima del bis, Jeff Healey regala al pubblico quella che è sicuramente la sua migliore composizione di sempre, una See The Light, che soprattutto nella lunghissima versione dal vivo non ha nulla da invidiare ai classici del rock nominati fino ad ora, con citazioni hendrixiane e la fluida solista di Jeff che scorre inarrestabile, conclude degnamente una serata degna di essere ricordata. Non prima di tornare per una versione del classico delle dodici battute, Good Morning Blues, altra chicca presente nel repertorio del primo periodo e che Healey conosceva grazie alla sua incredibile collezione di 78 giri d’epoca, un altro bel lentone, (con citazione natalizia, visto il periodo dell’anno), per finire veramente alla grande. Ne usciranno sicuramente altri e se sono così belli, noi li prenderemo!

Bruno Conti

Gli Splendidi “Inizi” Della Jeff Healey Band. Live From New York City 1988ultima modifica: 2013-11-09T12:28:27+01:00da bruno_conti
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