Il Tempo Si E’ Fermato E Nessuno Mi Ha Avvertito? – Mark Lindsay – Life Out Loud

mark linday life out loud

Mark Lindsay – Life Out Loud – Bongo Boy CD

Devo confessare che mi ero completamente dimenticato dell’esistenza di Mark Lindsay, ex voce solista di Paul Revere And The Raiders, una delle band più popolari in America a cavallo tra gli anni sessanta e settanta con la loro miscela di pop e garage rock (anche se il loro contributo alla storia della musica non si può certo definire determinante), con brani di successo come Kicks, Hungry, Good Thing ed il loro unico numero uno, Indian Reservation http://www.youtube.com/watch?v=zQ6RjP7MlXk

PaulRevere-Raiders                                                   

Quando ho visto questo Life Out Loud, nuovissima fatica del cantante originario dell’Oregon, mi sono dunque stupito due volte (ho anche controllato che non fosse un altro musicista con lo stesso nome): la prima perché Mark non è mai stato molto prolifico da quando nei seventies ha lasciato i Raiders (il suo ultimo disco di brani originali, Video Dreams, è del 1996, dopodiché solo un album natalizio e qualche live), e la seconda, dopo averlo ascoltato, perché…è un disco della Madonna http://www.youtube.com/watch?v=qOEQL1MRXyI ! 

 mark linday 60's                                                                                                                           

Temevo infatti una mezza ciofeca, il classico disco di una vecchia gloria (in America direbbero has been) trascinata controvoglia in uno studio di registrazione per tentare inutilmente di rievocare i bei tempi che furono; niente di tutto ciò: Life Out Loud è un signor disco, fresco, diretto, cantato con grinta e convinzione e soprattutto suonato con una energia ed un feeling che non immaginavo.                                 

mark lindsay 1

Lo stile è quello classico che ha reso famoso il gruppo di Revere: un garage rock chitarristico con una spiccata sensibilità pop, un suono decisamente anni sessanta, ma che beneficia delle tecniche di registrazione odierne anche se le quattordici canzoni sono state incise come si faceva una volta, senza computers e pro-tools ma suonando e cantando dal vivo in studio, con pochissimi overdubs.                         

Anzi, la maggior parte dei brani (tutti originali e nuovi, non è un disco di vecchi successi re-incisi) è stato pubblicato senza essere remixato più di tanto, per dare l’idea della spontaneità e comunicare a gran voce che Mark non si è dimenticato come si fa del sano rock’n’roll.  

mark-lindsay-zippo-kluv-getty-george-napolitano-filmmagic.jpg w=420                                               

Non conosco la discografia solista di Lindsay (*NDB Tre o quattro ai tempi dei Raiders, buoni e, tre o quattro in tempi recenti, niente di memorabile, quindi ha ragione Marco, questo è il migliore!) ma non mi stupirei che Life Out Loud venisse considerato il suo album migliore: gran parte del merito va certamente attribuito a Gar Francis, che ha scritto tutte le canzoni a quattro mani con Mark, ha prodotto il CD in maniera molto diretta e ha suonato tutti gli strumenti a parte la batteria (Richard Heyman e Kurt Reil) ed il basso (ad opera di Mike Caruso).  

Mark Lindsay concert                                                                                                                                           

L’iniziale Baby Come Back mette subito le cose in chiaro: grinta a volontà, chitarre in tiro e la voce di Mark che sembra quella di quattro decadi fa. Siamo quasi dalle parti dei Creedence più elettrici, e non è poco. Anche Easy Street picchia duro, Mark canta come se non ci fosse domani e la batteria pesta di brutto: garage rock at its best.                                                                                                                           

La cadenzata Everything About You è decisamente sixties (a partire dal suono dell’organo), ma il suono è teso e diretto: se fosse uscita 45 anni fa sarebbe di certo entrata in classifica.                        

Sono stupito da questo inizio, Mark ha la grinta di un ragazzino (anzi, di più, vista la media dei ragazzi in giro oggi, e non solo in campo musicale) http://www.youtube.com/watch?v=uR7NJHV2QqA .  

                                                                                 

Rainy Day Children alza un po’ il piede dall’acceleratore, il suono si fa leggermente più morbido e pop, anche se non dovete aspettarvi una ballata (in questo disco non c’è spazio per brani lenti), mentre con l’essenziale Ghost Of A Girl si torna al rock’n’roll più puro e diretto.                                    

Like Nothing That You’ve Seen (nella quale troviamo un cameo vocale di Little Steven, grande amico e fan di Lindsay) ha un riff che ricorda Louie Louie, ed è una rock song potente con Mark perfettamente a suo agio (ed ascoltando questo brano appare chiaro come anche Tom Petty debba aver ascoltato parecchio i Raiders in gioventù), mentre Let’s Fly Away sembra presa pari pari da Nuggets http://www.youtube.com/watch?v=8VZOHtLj3yo . 

prr8                                                                                                                                                       

 La saltellante I Can’t Slow Down è, appunto, un jumpin’ blues con assolo di sax da parte dello stesso Lindsay (qualcuno ha detto Thorogood?), la vigorosa Don’t Stop non abbassa l’asticella del ritmo, così come la bluesata Rush On You (con Myke Scavone all’armonica, vi ricordate dei Ram Jam e di Black Betty?), uno schiaffo in faccia senza neanche chiedere scusa.                                              

La bella New Thing è rock’n’roll deluxe, una delle migliori del CD, Show Me The Love è ancora tutta chitarre e sudore, così come i due pezzi conclusivi, la tesa Poco Loco Crazy e la rutilante Merry Go Round, una pop song coi fiocchi dalla deliziosa melodia, che chiude degnamente un album che, ripeto, mi ha stupito non poco.                                                                                                                  

Un disco d’altri tempi, come se Lindsay fosse stato ibernato nel 1970 e liberato solo ora.

Marco Verdi

P.s Anche questo disco in effetti sarebbe uscito a giugno del 2013, ma visto che parliamo di dischi da “carbonari” che si trovano a fatica, come diceva il buon maestro Manzi, non è mai troppo tardi. BC

Il Tempo Si E’ Fermato E Nessuno Mi Ha Avvertito? – Mark Lindsay – Life Out Loudultima modifica: 2014-01-11T10:53:54+01:00da bruno_conti
Reposta per primo quest’articolo