*NDB Ormai la rubrica entra nel vivo, siamo alla seconda puntata, il buon Jimmy Ragazzon è lanciato, tra una data e l’altra del suo tour con i Mandolin’ Brothers (e Jono Manson ogni tanto) prosegue la sua collaborazione con il Blog, in attesa di altri capitoli, buona lettura!
BUDDY GUY & JUNIOR WELLS: PLAY THE BLUES 2 CD Deluxe Edition Friday Music
Istruzioni Preliminari
-non fate caso alla puzza di zolfo
-pulitevi accuratamente le scarpe sullo zerbino
-controllate il vostro aspetto nello specchio dell’atrio
-accendetevi una sigaretta e versatevi una generosa dose del vostro veleno preferito,
attingendo liberamente dal ricco mobile bar, posto sotto lo specchio suddetto.
State per entrare nel palazzo della Royal Family del Blues: non siate timidi, ma solo molto molto rispettosi, perché questi non scherzano. All’inizio vi sentirete un poco sperduti, dato che le stanze sono numerose e vorreste entrare in ognuna di esse per soffermarvi ad ascoltare tutti i Reali presenti; ma per questa volta accontentatevi dell’ampio e lussuoso piano terra e dei due pischelli (all’epoca) Buddy & Junior: ne rimarrete più che soddisfatti.
Infatti questo è uno dei più blasonati album di blues elettrico di sempre, voluto fortemente da Eric Clapton, grande estimatore del duo e che vede la partecipazione anche di Dr. John e della sezione ritmica di Derek & The Dominos. Inoltre dopo aver registrato con questa formazione le prime 8 tracce nel ‘70 ai Criteria Studios di Miami, nel ’72 venne coinvolta anche la J. Geils Band (ascoltatevi il loro grandissimo Live) per registrare altri 2 pezzi e chiudere il progetto, con la supervisione artistica e la produzione di Tom Dowd e del Big Boss dell’Atlantic, Ahmet Ertegun.
Buddy & Junior avevano appena terminato il tour con gli Stones ed erano in splendida forma, fatto dimostrato dalle brillanti versioni di T-Bone Shuffle, My Baby She Left Me (di Sonny Boy Williamson) e del classico di Otis Redding A Man of Many Words. Ma tutto l’album è un vero capolavoro che scorre come un fiume in piena con Bad Bad Whiskey, Messin With The Blues, una non scontata Sweet Home Chicago (registrata in Mono) il vibrante slow blues Stone Crazy e la mia preferita, cioè Dirty Mother For You (di Memphis Minnie) superbo esempio di come si debba “portare” uno shuffle ed il cui testo fu originariamente rivisto, per non incappare nelle ire dei benpensanti. Blues at his best si può tranquillamente affermare, suonato e cantato in maniera ruvida e decisa, senza fronzoli o inutili abbellimenti ed un groove impressionante, con il marchio di fabbrica chitarristico e vocale di Buddy Guy ed un Junior Wells sempre preciso e mai fuori dalle righe, nel suo inconfondibile stile di armonicista e cantante. Arricchita da 13 inedite bonus tracks e dalle note esplicative di Johnny Winter, questa doppia ristampa è quindi un gioiello imperdibile, per chiunque ami la grande musica: il Blues.
P.S. Uscite con discrezione, chiudete il ligneo portone, ma non scordatevi di chiedere il pass (ammesso che ve lo diano) perché qui ci torneremo…
Un libro per accompagnare il tutto?
eccolo:
Hoochie Coochie Man
La vita e i tempi di Muddy Waters (prefazione di Keith Richards)
Arcana
Jimmy Ragazzon