Novità Di Aprile Parte IA. Johnny Cash, Robert Cray, Kaiser Chiefs, Runrig, Cyndi Lauper, Charlie Daniels, Brothers And Sisters, Nickel Creek, Alan Parsons Project

Pensavate che mi fossi dimenticato di questa rubrica o l’avessi abolita? Invece, molto più semplicemente, travolto da recensioni, anticipazioni a lunga gittata e articoli per Blog e rivista (Busca) non riuscivo a trovare il tempo per scrivere periodicamente queste anticipazioni su quelle che reputo più interessanti tra le uscite discografiche della settimana. Oltre a tutto sapendo che è tra le più lette del Blog: quindi riprendiamo con le uscite del 1° aprile (niente scherzi), divise in due parti, visto che sono molte. Il primo titolo, in verità, sarebbe uscito il 25 marzo negli Stati Uniti, ma considerando che in molti paesi uscirà martedì prossimo, lo inseriamo lo stesso.

johnny cash out among the stars

Johnny Cash Out Among The Stars Sony Legacy

1. Out Among The Stars
2. Baby Ride Easy con June Carter Cash
3. She Used To Love Me A Lot
4. After All
5. I’m Movin’ On con Waylon Jennings
6. If I Told You Who It Was
7. Call Your Mother
8. I Drove Her Out Of My Mind
9. Tennessee
10. Rock And Roll Shoes
11. Don’t You Think It’s Come Our Time con June Carter Cash
12. I Came To Believe
13. She Used To Love Me A Lot (JC/EC Version)

Queste canzoni erano state incise tra il 1981 e il 1984 a Nashville, con la produzione di Billy Sherrill, sul finire del contratto di Johnny Cash per la Columbia, e a i tempi non interessavano, per vari motivi, ai boss della Columbia. Quindi le registrazioni vennero archiviate e dimenticate https://www.youtube.com/watch?v=rwRScXqKoXY . Nel 2012, il figlio di Johnny, John Carter Cash, le ha ritrovate, ed ora, a undici anni dalla morte dell’Uomo In Nero interessano di nuovo ad una discograzia agonizzante e la stessa etichetta che le aveva rifiutate le pubblica. Non saranno il “capolavoro” assoluto che vi vorranno fa credere ma si tratta di un dischetto più che apprezzabile, ricco di tanta musica e destinato a rinfocolare il mito di Cash (mai sopito peraltro). Sam Bush al mandolino, Jerry Douglas al dobro e Marty Stuart e Buddy Miller, alle chitarre, sono stati chiamati ad aggiungere le parti soliste che mancavano. Il resto la fa una manciata di buone canzoni: Baby Ride Easy, un brano scritto dal bravissimo cantautore Richard Dobson (da conoscere, se manca nella vostra discoteca) era stato inciso da Carlene Carter, la figlia di June, che qui la canta con Johnny, come un duetto con Dave Edmunds https://www.youtube.com/watch?v=rYw_q4tSU48 , tratto da uno dei dischi pubblicati nel suo soggiorno britannico, quando era la moglie di Nick Lowe, Musical Shapes, ancora oggi un gran bel disco, come il precedente omonimo Carlene Carter, registrato a Londra con i Rumour di Graham Parker ed il successivo Blue Nun, ancora uscito per la F Beat ai tempi. Per la serie i cerchi si chiudono, tra una settimana uscirà per la Rounder Carter Girl, il suo decimo album, dedicato alla musica della Carter Family (dieci brani vengono da quel repertorio) https://www.youtube.com/watch?v=8Rr6M4Y4foQ , ma con un suono contemporaneo grazie alla produzione di Don Was e alla presenza di musicisti come Jim Keltner alla batteria e Greg Leisz alle chitarre, più alcuni ospiti che rispondono ai nomi di Willie Nelson, Kris Kristofferson e Vince Gill. Vi posso assicurare che la Carter non ha nulla da invidiare, in fatto di bravura, alla “sorellastra” Rosanne Cash. Tornando al babbo, nel disco di Johnny, ci sono altri due duetti, come vedete dalla tracklist sopra, uno con Waylon Jennings, una potente cover di I’m Movin’ On di Hank Snow (ripresa in tempi recenti proprio da Rosanne) https://www.youtube.com/watch?v=95mTRq8-S2Y e un altro con la moglie June,  anzi ce n’è pure un quarto, mascherato, l’ultimo brano, con EC, che è Elvis Costello, probabilmente “celato” per motivi discografici.Quindi vi proporrei l’accoppiata di famiglia e la promessa di tornare su entrambi gli album con recensioni ad hoc.

robert cray in my soul

Robert Cray è un habitué di questo Blog, il precedente album (presentato in anteprima) mi era piaciuto moltissimo, http://discoclub.myblog.it/2012/07/22/anteprima-nuovo-album-di-robert-cray-nothin-but-love-in-usci/questo nuovo In My Soul https://www.youtube.com/watch?v=v1wBd4CzGCo , in uscita sempre per la Provogue, mi sembra un filo inferiore, nonostante la copertina vintage che riproduce i vecchi vinili dell’epoca d’oro del soul e la presenza di alcuni “classici minori” come Nobody’s Fault But Mine di Otis Redding, Your Good Thing Is About To End di Isaac Hayes e David Porter, ma celebre nella versione di Low Rawls, Deep In My Soul dal repertorio di Bobby “Blue” Bland, mentre Hold On non è quella Sam And Dave e lo strumentale Hip Thing Onions è ispirato dalla Green Onions di Booker T. And the Mg’s. Produce il bravo batterista Steve Jordan, ma il disco pare appunto inferiore al suo predecessore (è brutto? Certo che no!), sentirò meglio!

kaiser chiefs education

Il nuovo dei Kaiser Chiefs, la band inglese di Leeds, Education, Education, Education & War, prende il suo nome da una citazione di una frase di Tony Blair, esce su etichetta ATO (quella di Dave Matthews), è stato registrato ad Atlanta, Georgia dal produttore Michael Brauer (quello di Animal Collective, Deer Hunter, Grizzly Bear), ma non mi sembra ci siano grandi variazioni rispettto al classico indie-rock del gruppo https://www.youtube.com/watch?v=MPipMQvKgKk .

runrig party on the moor

Un’altra band festeggia addirittura i 40 anni di carriera, sono gli scozzesi Runrig, che con questo disco dal vivo, Party On The Moor, registrato l’estate dello scorso anno davanti ad una moltitudine di fans, faranno la gioia degli appassionati del loro gaelic-folk-rock. Esce in vari formati, triplo CD, Blu-ray, ma la migliore versione mi pare questo doppio DVD https://www.youtube.com/watch?v=oPmws-mDSDA . Esce per la loro etichetta Ridge Records, quindi non di facile reperibilità, ma se amate il genere, le quasi tre ore di questa reunion (per l’occasione c’è anche Donnie Munro, il cantante originale della formazione) faranno la vostra gioia. In Scozia sono popolarissimi, ma sono anche bravi, ne riparliamo appena arriva nelle nostre lande.

cyndi lauper she's so unusual 30th anniversarycyndi lauper she's so unusual 30th anniversary gatefold

Una edizione speciale Deluxe non si nega a nessuno, specie poi se si tratta di un album che ai tempi della sua uscita ebbe un successo straordinario: parliamo di She’s So Unusual di Cyndi Lauper che festeggia i 30 anni dalla sua uscita. Come vedete la confezione è pure bella, ma…come hanno lamentato i fans della cantante americana, costa troppo per il contenuto (anche se hanno calato il prezzo in dirittura d’arrivo) e gli inediti e le rarità sono veramente pochi (tra cui alcuni remix 2013 dei brani più celebri, Girls Just Want to Have Fun e Time After Time, che francamente ci potevano risparmiare, mah… https://www.youtube.com/watch?v=uX0WzhnJudE). Per il resto, questo è il contenuto:

Disc One:
1. Money Changes Everything
2. Girls Just Want To Have Fun
3. When You Were Mine
4. Time After Time
5. She Bop
6. All Through The Night
7. Witness
8. I’ll Kiss You
9. He’s So Unusual
10. Yeah Yeah

Bonus Tracks:
1. Girls Just Want To Have Fun (2013 Yolanda Be Cool Remix)
2. Time After Time (2013 Nervo Remix)
3. Time After Time (2013 Bent Collective Remix)

Disc 2
1. Girls Just Want To Have Fun 3:31 (Early Guitar Demo)
2. All Through The Night 5:21 (1982 rehearsal, with studio dialog)
3. Rules And Regulations 2:39 (1982 Rehearsal)
4. Money Changes Everything 5:06 (Demo)
5. Girls Just Want To Have Fun 3:21 (Demo)
6. Right Train, Wrong Track (Non LP B-Side) 4:40
7. Witness 3:40 (Live, Boston, 1984)
8. She Bop (1983 Arthur Baker Remix)
9. Time After Time 4:01 (Work In Progress Rough Mix)

Come al solito esce, su Epic/Legacy/ Portrait, per il 31° Anniversario (il disco è del 1983), ma ormai è un classico, come dimostra il recente GoodbyeYellow Brickroad di Elton John.

charlie daniels off the grid doin' it dylan brothers and sisters dylan's gospel

Per gli appassionati di Dylan una doppia sorpresa. La prima è un disco nuovo di Charlie Daniels, con band al seguito, si chiama Off The Grid Doin’ It Dylan, esce su etichetta Blue Hat Records e comprende le interpretazioni del nostro amico https://www.youtube.com/watch?v=UNAgbXlJ3PE , che quest’anno compie 78 anno e prima di diventare uno dei grandi del southern rock nei dischi di Dylan ci ha pure suonato (Nashville Skyline, Selfportrait, New Morning e Dylan). Però, visto che come direbbe Mourinho non è un pirla, i brani vengono da tutt’altri dischi: e allora scorrono Tangled Up In Blue, Times They Are A-Changin’ https://www.youtube.com/watch?v=LrKqZmhKnsw , I’ll Be Your Baby Tonight, Gotta Serve Somebody, I Shall Be Released, Country Pie (?!?), Mr. Tambourine Man, Hard Rain’s A Gonna Fall, Just Like A Woman e Quinn The Eskimo (Mighty Quinn). Sembra promettente, sentiremo!

L’altro disco è veramente una rarità, ristampato dalla Light In The Attic (anche se era già uscito in CD) si chiama Dylan’ s Gospel, ed in questo caso il titolo dice già tutto, si tratta proprio di un album di brani di Dylan fatti in versione gospel, ma…da un gruppo di ventisette cantanti, alcuni delle quali avrebbero fatto la storia (minore) della musica negli anni a seguire https://www.youtube.com/watch?v=TfK6UIvrbuo : il nome esatto del gruppo che appariva nell’album originale, uscito per la Ode Records nel 1969, era The Brothers and Sisters Of L.A.. Il produttore originale era Lou Adler, il fondatore dell’etichetta nonché “scopritore” di Mamas and Papas, Carole King, Johnny Rivers, Spirit, per rimanere in tema, non un pirla qualsiasi. L’arrangiatore era Gene Page, quello della Tamla Motown, perchè il disco ha anche un bel sound, oltre alle voci, quel gospel-soul-rock che muoveva i primi passi proprio in quegli anni. E le voci? Tanto per non fare (alcuni) nomi: Merry Clayton (pre-Stones), Edna Wright, Gloria Jones (quella di Tainted Love), Ruby Johnson, Patrice Holloway, Linda Tillman (Sweet Pain se li ricorda qualcuno?), Clydie King, Carolyn Willis e tantissime altre. Le canzoni sono, naruralmente, tutte di Dylan e il disco, anche sulla scia del recente documentario 20 Feet From Stardomvincitore dell’Oscar, che racconta la storia di Darlene Love, Judith Hill, Tata Vega, Lisa Fischer, Jo Lawry e appunto Merry Clayton ( ma ce ne sono moltissime), potrebbe essere una piacevole sorpresa per molti di voi https://www.youtube.com/watch?v=l5_SJc5hLJM .

nickel creek a dotted line

Tornano anche i Nickel Creek che in teoria festeggiano i 25 anni di carriera, anche se qualcosa non mi torna, visto che nel 1989 Chris Thile e Sara Watkins avevano otto anni e il fratello maggiore Sean undici, ma evidentemente, come dimostrano le acrobazie riportate in copertina di questo A Dotted Line, tutto è possibile https://www.youtube.com/watch?v=Fgj6jkMqY_Q . Il disco esce per la Nonesuch e rompre un silenzio che dura dal 2007, quando si erano sciolti a tempo indeterminato (e molti. compreso me, avrebbero giurato, per sempre). E invece, mai dire mai, il disco, come al solito, è pure bello, quel loro classico country-bluegrass contemporaneo, viruosistico a livello strumentale ma anche cantato un gran bene https://www.youtube.com/watch?v=lM3NGqNCnOc : sono sei brani nuovi firmati da Chris e Sara, uno di Sean, uno di Chris e due cover, Where Is Love Now di Sam Phillips (l’ex signora T-Bone Burnett, bravissima) e Hayloft dei Mother Mother, band canadese di cui, ammetto, ignoravo l’esistenza, ma, sembrando bravi, investigherò, si scopre sempre musica nuova (spero anche sulle pagine virtuali di questo Blog, uno dei motivi per cui esiste!).

alan parsons project the siclian defense

Oggi concludiamo la prima parte con un’altra ristampa, anzi un cofanetto, Alan Parsons Project The Complete Albums Collection, Sony Bmg, 11 CD, questi:

  • 1976 – Tales Of Mystery and Imagination: Edgar Allan Poe
  • 1977 – I, Robot
  • 1978 – Pyramid
  • 1979 – Eve
  • 1980 – The Turn of a Friendly Card
  • 1982 – Eye In The Sky
  • 1984 – Ammonia Avenue
  • 1985 – Vulture Culture
  • 1985 – Stereotomy
  • 1987 – Gaudi
  • *Unreleased: The Sicilian Defence

In effetti poi ne ha fatti altri a nome Alan Parsons, senza il Project, ma quel The Sicilian Defence (è una mossa degli scacchi) che costringerà molti a sborsare qualche decina di euro per averlo, da dove è sbucato fuori https://www.youtube.com/watch?v=uml8qYifPT0 ? E non si poteva pubblicarlo da solo senza costringere la gente a ricomprarsi tutti gli altri? Evidentemente si chiama “marketting” (con due T)! Registrato nel 1981, completamente strumentale, rifiutato ai tempi dall’Arista e, nella parole, in inglese, di Alan Parsons: The Sicilian Defence album was never released and never will be, if I have anything to do with it. I have not heard it since it was finished. I hope the tapes no longer exist.” E infatti…(si può cambiare idea)!

Per oggi è tutto.

Bruno Conti

Los Angeles Was Alive That Night! A Musicares Tribute To Bruce Springsteen DVD

musicares springsteen dvd

A Musicares Tribute To Springsteen – Columbia/Sony Music DVD o Blu-ray

Vi ho annunciato qualche giorno fa l’uscita di questo bel DVD, dedicato alla serata della associazione Musicares che onora il personaggio musicale dell’anno che più si è distinto per le sue attività filantropiche, ed ora che l’ho visto vorrei parlarvene perché è veramente bello. Ultimamente sono stati pubblicati vari DVD musicali interessanti relativi a concerti (dei Dukes Of September avete letto un paio di giorni fa, del Live In Amsterdam di Beth Hart e Joe Bonamassa, una vera bomba, leggerete a giorni, prima sul Buscadero e più o meno contemporaneamente sul Blog, come preferite), peccato non sia stato pubblicato a livello ufficiale un altro ottimo concerto tributo andato in onda sulla televisione americana CBS, The Night That Changed America: A Grammy Salute To The Beatles, con Paul McCartney e Ringo Starr sul palco a godersi le proprie canzoni eseguite da altri e poi nel finale in concerto anche loro.

bruce family

Stesso tipo di concerto anche questo di Musicares: Bruce Springtsteen, Patti Scialfa, la mamma e la sorella di Bruce, cugini vari, la figlia con fidanzato, membri assortiti della E Street Band, celebrità musicali e non nella platea a farsi “massacrare” in modo divertente dall’host della serata, Jon Stewart, presentatore, stand-up comedian, attore e critico, nativo di New York (ma con agganci familiari nel New Jersey, che servono a creare un clima di allegra presa in giro con il boss), con interventi piacevoli e abbastanza comprensibili anche per non chi non mastica l’inglese perfettamente: non ci sono sottotitoli. Dopo la lunga introduzione di Stewart parte il concerto-tributo e quì non si “scherza” più. Chi c’è lo avrete letto, come si comporta ve lo dico subito.

springsteen jon stewartalabama shakes

Aprono gli Alabama Shakes con una vibrante versione di Adam Raised A Cain, ma al di là della fantastica voce di Brittany Howard siamo nella media. Patti Smith Because The Night l’ha fatta miliardi di volte (anche Bruce), ma è sempre un piacere ascoltarla ed è anche l’occasione per scoprire l’house band della serata (non riportata nel libretto del DVD e citata fugacemente solo nei titoli di coda): comunque, senza nominarli tutti, tra i più noti ci sono Larry Campbell, chitarra, violino e mandolino, Shane Fontayne all’altra solista (“come è diventato vecchio!”) e il batterista Charley Drayton, già negli X-pensive Winos di Keith Richards, nei Divinyls, la band australiana della moglie Chrissy Amplett, in una nota di mestizia, scomparsa pochi mesi dopo questo concerto, soccombendo ad una lunga battaglia contro cancro e sclerosi multipla (il concerto è dell’8 febbraio 2013, lei morirà il 21 aprile). L’esecuzione dei brani si alterna tra il palco principale ed una piattaforma circolare in mezzo al pubblico per i brani acustici: proprio lì salgono Ben Harper, Natalie Maines e Charlie Musselwhite per una “discreta” versione di Atlantic City, un po’ fuori sincrono le voci di Harper, anche alla Weissenborn e Maines, che si riprendono nel finale e sempre gagliardo Musselwhite (Springsteen ricorderà a Charlie, nel discorso finale, che, anche se lui probabilmente non se ne accorse ai tempi, aprì per il grande armonicista all’inizio di carriera, quando era una sconosciuto). Ken Casey (dei Dropkick Murphys) regala ai presenti il momento irish-punk della serata, con una scatenata American Land. Uno dei momenti topici della serata è una fantastica versione di My City Of Ruins, fatta da Zac Brown e Mavis Staples, come se fosse un intreccio tra un brano della Band e un pezzo gospel, con un numeroso coro che dà un sapore “nero” ad un brano che rifiorisce in questo eccellente arrangiamento, Bruce e Patti tra il pubblico approvano.

mumfordkenny chesney

Di nuovo sul palco circolare per una ottima I’m On Fire nell’esecuzione dei Mumford and Sons: tutti e quattro attorno al microfono, con le voci che si intrecciano e l’accompagnamento, discreto ma efficace, di chitarra acustica, banjo, fisarmonica e contrabbasso. Possono dire quello che vogliono, ma sono bravi! Jackson Browne esegue da par suo una notevole American Skins (41 Shots), uno dei brani più politicizzati di Springtsteen, con la chitarra solista, sopra le righe, ma in questo caso efficacissima, di Tom Morello a sottolineare il pathos del brano, che nel finale diventa quasi una canzone alla Jackson Browne. Molto buona My Hometown nella rilettura appassionata di una sempre verde Emmylou Harris e bellissima e sorprendente, un altro degli highlights inattesi dell’evento, una One Step Up da brividi eseguita da Kenny Chesney (che ufficialmente rivaluto), solo chitarra acustica e piano, tenera e intensa, rivaluto anche la canzone. Eccellente anche Streets Of Philadelphia, un crescendo di emozioni, con Elton John che accarezza il suo piano e. ben coadiuvato da un quartetto notevole di accompagnatori, propone una versione corposa del brano della colonna sonora vincitrice, presumo in quel teatro, del Grammy nel 1995. Direi superiore all’originale, quantomeno “diversa”! Nella norma la divertente Hungry Heart cantata da Juanes con intro e finale in spagnolo, ma senza il classico call and response con il pubblico. E piacevole e onesto, ma nulla più, il duetto tra il “cappelluto” Tim McGraw e Faith Hill (poco utilizzata) per Tougher Than Rest, anche se la pattuglia country alla fine si è fatta onore.

john legend

Tom Morello e Jim James dei My Morning Jacket si esaltano in un duello vocale e chitarristico nella “nuova versione” elettrica di The Ghost Of Tom Joad, che è sempre un bel sentire, anche se la sorpresa per i virtuosismi solistici di Morello è meno evidente rispetto alle prime volte, bella comunque. Notevolissimo, e anche questo sorprendente, il ribaltamento che subisce Dancing In The Dark da parte di John Legend, che come ricorda lo stesso Bruce nel discorso di accettazione del premio, diventa quasi un brano di George Gershwin, solo voce e piano e con una intensità ed una qualità veramente fuori dal comune.”Normale” ma ben fatta, per contro, Lonesome Day, ” Policizzata” (si può dire?) e molto ritmica, per quanto sempre coinvolgente. Chiude il concerto il “solito” Neil Young, più pazzarello del solito, con Crazy Horse al seguito, dove rientra Nils Lofgren per l’occasione, che esegue una violentissima Born In Usa, à la Young, con chitarre a manetta, ma pure con ironia, il tocco della majorettes non proprio di primo pelo che ballano sul palco ha i crismi della genialità, e il ripetuto urlo “Bruce” a fine canzone ha tutto l’affetto del personaggio per i colleghi musicisti che stima.

Bruce+Springsteen+Neil+Portnow+55th+Annual+IEf7xs8nMS7lbruce-springsteen-musicares-a-650-430 finale

Un altro Neil, Portnow, che è il presidente della NARAS (ma come ricorda lui stesso, più o meno allo stesso tempo degli esordi di Bruce, suonava il basso con la misconosciuta garage band dei Savages), consegna il premio a Springsteen che non può esimersi da uno dei suoi classici discorsi di ringraziamento, tra il serio e il faceto, che valgono quasi come una delle sue classiche introduzioni concertistiche https://www.youtube.com/watch?v=7jxS86fRNSQ . E ricorda lui stesso che in quegli stessi giorni si esibiva anche ai Grammy, in entrambe le occasioni, per fare della sana  promozione a Wrecking Ball, pubblicato da poco. E quindi via la giacca, maniche arrotolate e vai con We Take Care Of Our Own e Death Of My Hometown da quel disco (non la con la E Street Band, che arriva tra un attimo), ma con la house band della serata, aumentata da Patti Scialfa, Morello e Lofgren. Poi arrivano gli altri, Bittan, Tallent, Weinberg, Jake Clemons e partono a formazione allargata due versioni micidiali di Thunder Road e Born To Run, con il pubblico che su istigazione di Bruce ha abbandonato i tavolini da tempo e si accalca sotto il palco per il gran finale di rito, con tutti i partecipanti della serata ad intonare Glory Days, Neil Young e Patti Smith, come due “divinità benevole” sopra la batteria di Max Weinberg a dirigere i cori e gli altri che seguono generosamente il Boss, che stranamente sceglie Tim McGraw per cantare una strofa della canzone. Titoli di coda e tutti a casa: se siete già a casa e volete vederlo, uscite a comprarvi il DVD o il Blu-ray (filmati ufficiali su YouTube nulla), vale le 2 ore e 15 minuti che si passano davanti allo schermo! L’anno prossimo Carole King.

Bruno Conti

Una Pioggia Di “Covers D’Autore” – Barb Jungr – Hard Rain

barb jungr hard rain

Barb Jungr – Hard Rain – The Songs Of Bob Dylan & Leonard Cohen – Kristalyn Records

Di questa signora aveva già parlato (come sempre puntualmente) il titolare di questo blog, in occasione dei festeggiamenti del 70° compleanno di Bob Dylan http://discoclub.myblog.it/2011/05/27/bob-dylan-at-70-piccole-aggiunte/ . Barb Jungr nativa di Rochdale in Inghilterra, figlia di genitori immigrati (padre ceco e madre tedesca), ha lavorato con molti dei migliori musicisti e compositori inglesi, ha girato il mondo in svariati tour, raccogliendo sempre il tutto esaurito, e a New York, da diverse stagioni, si esibisce regolarmente nei locali più importanti e prestigiosi (al Metropolitan Hall e al Cafè Carlyle)https://www.youtube.com/watch?v=GHjMZHuKtcY Nella sua sterminata discografia (oltre 20 album e varie  collaborazioni), questo è il terzo progetto dedicato alle canzoni di Dylan, dopo Every Grain Of Sand: Barb Jungr Sings Bob Dylan (02) https://www.youtube.com/watch?v=pabKsJf1raE  e Man In The Long Black Coat: Barb Jungr Sings Bob Dylan (11), e il primo inerente alle canzoni di Cohen; prodotto dal pianista Simon Wallace, con l’apporto di musicisti di valore come Neville Malcolm e Steve Watts al basso, Gary Hammond e Richard Olatude Baker alle percussioni, Clive Bell al flauto giapponese, e soprattutto con la magica voce di Barb Jungr https://www.youtube.com/watch?v=Tssuy8Y5YrE . Data la bellezza del lavoro, almeno per il vostro fedele recensore, mi sembra giusto sviluppare i brani “track by track”:

Blowin’ In The WindSi inizia con l’inno “pacifista” per eccellenza, con un flauto e un ritmo da bossanova ad accompagnare lo sviluppo della canzone, cantata da Barb in modo solenne.

Everybody Knows Questo è il primo brano dell’accoppiata Cohen/Robinson (il più famoso) che nel trattamento Jungr viene rivisitato in forma swing-jazz, con pianoforte e leggere percussioni.

Who By Fire – Altro brano “immortale”, ballata tranquilla per pianoforte e voce che prende il cuore e fa scendere qualche lacrimuccia, con un’interpretazione da brividi https://www.youtube.com/watch?v=8o4-PzHds7g .

Hard Rain – L’unica versione dell’album (stranamente) molto simile all’originale, cantata in modo impetuoso, su un tessuto di percussioni tambureggianti.

First We Take Manhattan – Un’altra ballata soffusa per pianoforte e voce, molto teatrale, una jazz-song che mi ricorda lo stile di Joni Mitchell nel suo periodo jazz. Splendida.

Masters Of War – Altro inno contro la guerra, che si apre con il Shakahachi (flauto giapponese), e  un  pianoforte minimale, declamato dalla Jungr nella sua lunga durata (oltre sette minuti).

It’s Alright Ma – Il brano più upbeat della raccolta, arrangiato con organo, percussioni e pianoforte, con una interpretazione gioiosa e divertente di Barb.

1000 Kisses Deep – Splendido brano (tratto da Ten New Songs), firmato da Cohen sempre con la brava Sharon Robinson e rifatto sempre per pianoforte e voce, perfetto da ascoltare in un fumoso piano-bar di Casablanca. Emozionante.

Gotta Serve Somebody – Probabilmente è la canzone dell’album più lontana dall’originale, quasi irriconoscibile per chi non ha dimestichezza con le sfumature jazz, ma che mette in evidenza la bravura vocale della Jungr. Rivoltata come un calzino!

Land Of Plenty –  Altro saccheggio da Ten New Songs, che inizia ancora con il “famoso” flauto, poi entrano in modo discreto piano e percussioni, per una ballata dallo stile solenne.

Chimes Of Freedom –  Chiude un disco meraviglioso il brano più lungo della raccolta (oltre nove minuti), un altro inno “politico”, con una solida interpretazione da canzone “classica”.

E’ sempre un progetto coraggioso fare album di cover (di qualsiasi genere), e questa signora dopo aver omaggiato, nel corso degli anni, Jacques Brel, Nina Simone, Dylan più volte, pure Springsteen (sentire prego https://www.youtube.com/watch?v=jIFW5aMYgm0) e ora anche il grande Cohen, devo dire che, ancora una volta, la sfida è stata vinta. Avviso ai naviganti, questo Hard Rain non è un disco per deboli di cuore, in quanto ascoltando queste “cover d’autore”, l’emozione che trasmette la voce di questa splendida cantante inglese è dirompente, sicuramente una delle artiste più importanti nel mondo delle interpreti di canzoni altrui.

Tino Montanari

“Benvenuti Al Sud”! Blackie And The Rodeo Kings –South

blackie and the rodeo kings south

Blackie & The Rodeo Kings – South – File Under Music

Per chi non ne fosse al corrente, Blackie And The Rodeo Kings è una vecchia canzone di Willie P. Bennett, cantautore roots canadese molto noto negli anni ’70. Correva l’anno ’96 quando tre musicisti canadesi decisero di unirsi, più per divertimento che per soldi, per incidere un tributo alla  musica di Bennett, dando vita al progetto Blackie & The Rodeo Kings. I tre musicisti rispondevano (e rispondono) al nome di Colin Linden, Stephen Fearing e Tom Wilson: Linden produttore di mestiere e anche musicista per piacere (con parecchi validi dischi a suo nome), Fearing cantautore e Wilson leader di una rock band molto popolare in Canada (The Junkhouse), tre spiriti diversi, tre anime rock con origini abbastanza lontane le une dalle altre, ma per tutti primeggiava l’amore per la musica.

blackie and the rodeo kings 1

Con questo South sono ben otto gli album incisi da questo “combo” canadese, a partire dal citato esordio High Or Hurtin’: The Songs Of  Wllie P.Bennett (96), il doppio Kings Of Love (99), e dopo una breve pausa Bark (04), Let’s Frotic (06), con abbastanza materiale da far uscire un secondo album di “outtakes” Let’s Frolic Again (per chi scrive, una spanna superiore al precedente (07), Swinging From The Chains Of Love (08), e il bellissimo Kings And Queens (11), un disco di duetti con voci femminili che andavano da Mary Margaret 0’Hara a Serena Ryder, da Cassandra Wilson a Emmylou Harris, da Rosanne Cash a Exene Cervenka, fino a Lucinda Williams (se volete conoscere le altre ospiti, correte a prendere il CD o leggete qui http://discoclub.myblog.it/2011/07/20/blackie-and-the-rodeo-kings-re-e-regine/ ).

blackie and the rodeo kings 3

Con l’apporto della solita sezione ritmica, John Dymond al basso, Gary Craig batteria e percussioni,  Stephen Fearing chitarra acustica e voce, Colin Linden chitarra, dobro, mandolino e voce, eTom Wilson chitarra e voce (mente anche dei bravissimi Lee Harvey Osmond), con questo ultimo lavoro sposano un progetto intrigante, con suoni, colori e umori del Sud del continente nordamericano.

blackie and the rodeo kings 2

Le prime due tracce del viaggio simbolicamente partono con North dall’incedere elettro-acustico, con il dobro di Colin in evidenza https://www.youtube.com/watch?v=VbI0pFbkEF0 , mentre South è più melodica, perfetta a fare da contorno alla voce dello stesso Linden https://www.youtube.com/watch?v=acJhHs8HsRs , mentre in Gotta Stay Young, irrompe il vocione di Wilson https://www.youtube.com/watch?v=FaVjFNJIxfU . Si prosegue con la maestosa ballata I’d Have To Be A Stone scritta da Wilson e Fearing, e cantata da quest’ultimo in modo struggente (e dove primeggia l’organo di Kevin McKendreehttps://www.youtube.com/watch?v=63ITRzCWsM0 , come nella seguente Blow Me A Kiss con la voce di Wilson, a cavalcare un suono ricco di belle melodie, per poi tornare ad un sound elettrico con Summertime’s Over. La seconda parte del viaggio inizia con una Everything I Am di Fearing dalle sfumature blues, il country dolce di I’m Still Loving You, la deliziosa Reinventing The Wheel Of Love (dai sapori messicani) https://www.youtube.com/watch?v=2zcqjfthLkI , il country-blues di Try Try Try Again, mentre Fleur De Lys è un oasi tranquillizzante, scritta e cantata in coppia da Linden e Wilson, e per finire questo lungo viaggio verso il Sud niente di meglio che un brano proprio di Willie P. Bennett, Driftin Snow, sotto forma di un bel duetto vocale degli stessi protagonisti del brano precedente, con un ritornello tipico delle canzoni folk-blues di venti e passa anni fa https://www.youtube.com/watch?v=QR6ngZ_a6io .

blackie and the rodeo kings 4

Non è certo un capolavoro, ma un bel disco di “americana”, guidato dall’intreccio delle voci dei tre leader Fearing, Linden e Wilson, da assaporare lentamente, magari sorseggiando un bel bicchiere di Whisky Canadese (consiglio il Sam Barton), lasciando scorrere la mente sui verdi boschi,  le grandi distese e le immense pianure dei figli delle “giubbe rosse”!

Tino Montanari

Una Band Per Tutte Le Stagioni! The Dukes Of September – Donald Fagen, Michael McDonald, Boz Scaggs Live At Lincoln Center

dukes of september dvd

The Dukes Of September Donald Fagen, Michael McDonald, Boz Scaggs – Live At Lincoln Center 429 Records/Universal DVD o Blu-ray

Forse qualcuno di voi (spero molti) ricorderà la New York Rock And Soul Revue, un ensemble di musicisti che ha operato nel periodo a cavallo tra il 1989 e il 1992, regalandoci un unico disco, il piacevolissimo Live At The Beacon, registrato al famoso teatro newyorkese nelle serate dell’1 e 2 marzo 1991 e pubblicato dalla Giant a fine ottobre dello stesso anno. Gli “istigatori” del progetto erano gli stessi che ora si presentano come The Dukes Of September (ma vanno bene per tutte le stagioni): ossia Donald Fagen (per tutti Mr. Steely Dan), Michael McDonald, il cantante della seconda fase dei Doobie Brothers e Boz Scaggs, nella Steve Miller Band delle origini e poi con una lunga carriera solista che ha toccato tutti i generi, dal blues degli inizi, al blue-eyed-soul e funky degli anni ’70 e poi la musica raffinata e cesellata che lo ha sempre caratterizzato fino all’ultimo, bellissimo, Memphis http://discoclub.myblog.it/2013/02/27/la-classe-non-e-acqua-boz-scaggs-memphis/. Ma nella formazione originale degli anni ’90 c’era anche uno dei maestri del blues e del R&B (e di Ray Charles, anche The Genius ne aveva uno, o più d’uno) come Charles Brown, oltre ad una delle voci più belle mai prodotte dalla musica americana (e tra le mie preferite in assoluto, come ben sa chi legge il Blog) come Phoebe Snow http://www.youtube.com/watch?v=JgBrmOZCyVg , e due terzi (i meno noti, comunque bravi) dei Rascals, Eddie & David Brigati, quelli di Groovin’, che infatti era presente nel CD.

new york rock and soul revue

Quindi il menu della Revue era ancora più ricco di voci e sapori, ma anche la versione “ristretta” della Band, quella attuale, che da qualche anno gira con il nome The Dukes Of September, per continuare a spargere il seme della buona musica (quella che piace a loro, soul, blues, errebì, funky, classici degli anni ’60 e della loro discografia) oltre che per divertire e divertirsi, è sempre un gruppo più che rispettabile, i tre leader hanno qualche annetto fa in più e ogni tanto la voce non arriva dove vorrebbe (con l’eccezione di Scaggs, sempre in forma vocale strepitosa), ma i musicisti che li accompagnano sono formidabili, a partire da Michael Leonhart, qui in versione di trombettista e leader della sezione fiati, completata da Walt Weiskopf e Jay Collins a sax e fiati, proseguendo con Jon Herington, chitarrista sopraffino, anche lui da tempo collaboratore di Donald Fagen sia nell’ultimo Sunken Condos (http://discoclub.myblog.it/2012/10/18/torna-il-cesellatore-donald-fagen-sunken-condos/) quanto nelle esibizioni Live con gli Steely Dan. Jim Beard, che si alterna e si integra alle tastiere con Fagen e McDonald, oltre ad avere una notevole discografia jazz e fusion e ad avere suonato nei dischi di Herington e Walter Becker, l’altro Steely Dan. Sezione ritmica lussuriosa con il bassista Freddie Washington, sempre del giro e Shannon Forrest, il batterista che oltre ad essere un turnista di lusso era nell’ultimo disco di Scaggs, Memphis. A completare il tutto le due vocalist di supporto, la moglie di Leonhart, Carolyn e Monet Owens. 

Poi, non avendo potuto assistere di persona (come penso tutti voi) al concerto tenutosi al Lincoln Center, nel 2012, a due passi da Manhattan o avere visto lo stesso alla PBS Television, basta inserire il dischetto nel lettore DVD e si inizia a godere. Sono 18 brani, all’incirca un’ora e mezza che traccia la storia della musica americana. Lo strumentale programmatico People Get Up And Drive Your Funky Soul presenta la band sul bellissimo palco del Lincoln Center, poi la chitarra di Herington si impossessa del celeberrimo riff di Who’s That Lady, uno dei pezzi più belli del periodo post-hendrixiano degli Isley Brothers, uno stupendo brano di, come definirlo, “soul spaziale”, con i tre protagonisti, prima Scaggs, poi Fagen e infine McDonald a dividersi le parti cantate e la band che inizia a macinare musica nella migliore tradizione delle grandi revue concertistiche. Sweet Soul Music, l’altrettanto celebre brano di Arthur Conley, che è un piccolo bigino di tutta la musica soul, con fiati e coriste che impazzano, vede Scaggs alla chitarra solista mentre i tre si dividono ancora democraticamente le strofe della canzone, deliziosa come sempre. Poi partono gli spazi solisti: Michael McDonald per primo,  con la sua melliflua e raffinata I Keep Forgettin’, che era su If That’s What It Takes, il primo disco del 1982, la voce ogni tanto “sforza” ma è sempre un bel sentire, Kid Charlemagne è uno dei brani migliori degli Steely Dan,dal groove inconfondibile, immancabile nei concerti e qui Fagen si trova decisamente più a suo agio rispetto agli altri brani, dove comunque se la cava alla grande. The Same Thing, con l’ottimo Herington alla slide, è proprio il celebre blues scritto da Willie Dixon per Muddy Waters, e qui Boz Scaggs dimostra di avere ancora una voce fantastica, la più inossidabile del trio al passare del tempo, e allo stesso tempo di essere anche un ottimo chitarrista.

Miss Sun inizia a scaldare la pista da ballo, con il funky misto a blue-eyed soul di Scaggs, un brano del 1980 che scivola liscio come l’olio sul wah-wah che lo attraversa, mentre le coriste (la Owens soprattutto, qui in duetto con Boz) e fiati si dannano sempre l’anima. E’ musica anche commerciale e easy, ma come è fatta bene, sei minuti e mezzo di delizie vocali. You Never Can Tell è proprio il classico di Chuck Berry, ancora Boz a guidare la band per una versione che ripropone lo stile country’n’roll dell’oriiginale, anche grazie alla fisarmonica di Michael McDonald e al pianino honky-tonk di Fagen. Ovviamente non potevano mancare pure un paio di classici dei Doobie Brothers, il primo a fare la sua apparizione è What A Fool Believes, chi scrive ha sempre avuto una preferenza per i primi Doobies, quelli di Tom Johnston e Patrick Simmons, ma non posso negare che le evoluzioni vocali soul-rock di McDonald hanno sempre avuto un loro fascino. Torna il repertorio degli Steely Dan per una sontuosa Hey Nineteen, uno dei brani più belli di Donald Fagen (ma ne ha fatti di brutti?), con i precisi interventi dei vari solisti e della band, poi è tempo di “Philly Sound” per una Love TKO che viene dal repertorio di Teddy Pendergrass, ma sia McDonald che Scaggs l’hanno incisa, un soul ballad sontuosa, uno degli standard della musica anni ’70 nell’era pre-disco, qui la canta splendidamente Boz, che voce che ha ancora il “ragazzo”, 70 anni quest’anno ma come canta! Di nuovo repertorio Steely Dan per una pimpante Peg, grande assolo di Herington, con Fagen che lascia il giusto spazio ai suoi pard ma spesso sale al proscenio con la sua melodica, come in questo brano.

In ogni caso secondo me il grande protagonista della serata è proprio Boz Scaggs, quando parte il riff di basso di Lowdown (uno dei più ripresi da chi ama la musica funky di gran classe dei seventies) è goduria pura http://www.youtube.com/watch?v=4p8LEAanLZs , Freddie Washington magistrale nella scansione ritmica, e Harington alla solista, ma tutta la band è magnifica. La parte finale del concerto è decollata e da qui in avanti è un tripudio per il pubblico: McDonald in gran spolvero, anche al piano, in una trascinante Takin’ It To The Streets http://www.youtube.com/watch?v=NQmYB7_Z93Q  e poi una versione eccellente di Reelin’ In The Years con la band che gira a mille, Herington alla solista su tutti, ma anche Fagen canta veramente bene. E poi si capisce che lo stile dei tre è interscambiabile e si incastra in quello degli altri senza il minimo problema. Ancora Scaggs sugli scudi per una perla della funky music virata rock come Lido Shuffle http://www.youtube.com/watch?v=iAZXVmGPhBM : non so quanti di voi lo conoscano, in caso contrario è una lacuna da colmare assolutamente, un signore che ha percorso tutte le strade del rock, dal blues con Steve Miller e Duane Allman al funky, al soul e poi di nuovo al rock, con una classe sempre integra, sentire per credere, un vero bianco “nero”! Si conclude con un altro dei capolavori di Donald Fagen, la riflessiva e bluesata (per l’occasione) Pretzel Logic con Jon Herington che viene stimolato a prendersi i suoi spazi. I tre grandi bianchi concludono con quello che era uno dei classici del rock “nero”, Buddy Miles prima, da solo e con Santana, Hendrix con la Band Of Gypsys, poi, mentre per l’occasione viene rivoltata in una versione anche jazzata, cantata da McDonald, più raffinata ma sempre vicina allo spirito “selvaggio” dell’originale. Titoli di coda e sigla finale, grazie per la bella serata, rende benissimo anche su DVD, musica per le gambe e la braccia, ma soprattutto per il cervello, funky soul come dicono le coriste nella coda del DVD?

Bruno Conti

Lungo I “Sentieri” Del Texas – Jimmy LaFave – Trail Two And Trail Three

jimmy lafave trail 2 jimmy lafave trail 3

Jimmy LaFave – Trail Two & Trail Three – Music Road Records

Alcuni anni fa Jimmy LaFave aveva pubblicato un disco, destinato ai fans, una sorta di bootleg, con molte covers, canzoni dal vivo ed inediti, Trail (98), una sorta di retrospettiva parallela della sua carriera, che ora viene riproposta in questi due nuovi CD Trail Two e Trail Three, inizialmente  venduti solo ai concerti, ma ora, fortunatamente, qualche copia circola pure dalle nostre parti. La cosa negativa di questi “Official Bootlegs” è che nessuna nota informativa, inerente alla provenienza delle varie registrazioni, trovi posto nei due dischi “cartonati”, che, come al solito, su 24 brani, danno grande spazio alle cover di materiale del suo “mentore” Bob Dylan.

jimmy lafave trail

Accompagnato da splendidi musicisti come Darcie Deaville al violino, Stewart Cochran al piano, tastiere e organo, Herb Belofsky alla batteria, Kevin Carroll alle chitarre, Randy Glines al basso e armonica, e naturalmente lo stesso LaFave, voce e chitarra, i “sentieri”, volume due, tanto per cambiare, iniziano con la splendida Buckets Of Rain ( che chiudeva Blood On The Tracks) del grande Bob http://www.youtube.com/watch?v=K5XyFdyRQm8 , seguita dalla propria River Road http://www.youtube.com/watch?v=g9IjvSGdVq8 , struggente ballata da notti texane, e da un classico blues (di Big Bill Broonzy) Key To The Highway (reso celebre da Eric Clapton), mentre Last Train e Never Be Mine sono pescate dall’eccellente Buffalo Return To The Plains.Tore Down di Freddie King viene ripresa dal vivo ed è un blues sofferto, a seguire una superba rilettura dell’ennesimo Dylan di turno, una Not Dark Yet per chitarra e pianoforte http://www.youtube.com/watch?v=ky-NbkW-wBo , il Woody Guthrie di Oklahoma Hills, il Jackson Browne di Bright Baby Blues (da Love Is Strange, avete già provveduto a prendere lo splendido Looking Into You, il tributo a Browne pubblicato dalla sua etichetta, Music Road?), fino ad arrivare alle armonie pianistiche inconsuete di un brano di J.J.Cale, Don’t Go To Strangers, (con la “chicca” che nella parte finale si trasforma nella famosissima While My Guitar Gently Weeps di George Harrison), e ancora la dolcissima Never Is A Moment  (da Texoma), e una I’m Ready (accelerata e dal vivo) del grande Muddy Waters, suonata al meglio da Jimmy e soci.

jimmy lafave 1

Una breve pausa (il tempo di cambiare il CD nel lettore) e i “sentieri”,  volume tre, proseguono con un’altra scorpacciata di brani di Dylan, a partire dall’iniziale Meet Me In The Morning, a Loves Minus Zero No Limits, Sweetheart Like You http://www.youtube.com/watch?v=Oe5IWPKqzrY , Dusty Old Fairground e una Mr. Tambourine Man in versione acustica (rivoltata come un calzino), passando poi per Secret Garden (un singolo di Springsteen inserito nella colonna sonora del film Jerry Maguirehttp://www.youtube.com/watch?v=q5JsHS9fjTU , una torrida versione del classico Blues Power (firmata da Eric Clapton e Leon Russell), versioni alternative di suoi brani come Deep South 61 Delta Highway Blues, Long Ago With Miles Between (da Road Novel), Rain Falling Down (da Blue Nightfall), e una strepitosa e dilatata versione (11 minuti) di The Weight / Rainy Day Women # 12&35, sincero omaggio ai suoi idoli di sempre, Bob Dylan e The Band http://www.youtube.com/watch?v=DMH_iYPtwAE .

jimmy lafave

Con questi dischi, si sono completati (per il momento)  gli “archivi” di Jimmy LaFave, uno dei figli prediletti di Dallas e una delle più belle voci d’America, che oltre ad appagare la sete dei “fans” più accaniti, può fare riscoprire un autore, ultimamente un po’ troppo sottovalutato.

Tino Montanari  

Sulla Carta Una Ottima Idea! Nils Lofgren – Face The Music Box

nils lofgren face the music front nils lofgren face the music

Nils Lofgren – Face The Music 9 CD + 1 DVD Fantasy 29-04-2014

Come dicevo nel titolo del Post, in teoria, una ottima anzi, eccellente idea. Nils Lofgren non è mai stato servito particolarmente bene dalla discografia. Spalla per eccellenza di Neil Young,nei primi Crazy Horse, Ringo Starr e soprattutto Bruce Springsteen, nella E Street Band, ma anche leader dei Grin e con una consistente carriera solista, che nel periodo anni ’70, quando incideva per la A&M lo ha portato anche vicino ai vertici delle classifiche (e lì non scherzava un c…, era un rivale di Bruce!). Però la sua discografia in CD non è di facilissima reperibilità, alcuni album sono usciti in edizione limitate o sono fuori catalogo da anni. Quindi questo cofanetto, sulla carta, sarebbe l’ideale per chi vuole farsi una idea del musicista, che è ottimo anche in proprio. Sulla carta però: perché se poi al momento dell’esecuzione pratica, questo cofanetto lo realizzi in tiratura limitata e numerata, anzì di più, autografata di persona in ogni singola copia e poi fai (farai) pagare il tutto intorno ai 150 euro/dollari, lo spread delle persone interessate si ridurrà per forza ai fans ed ai collezionisti.

I numeri: 45 anni di carriera, 169 brani di cui 40 inediti o rarità (negli ultimi due CD), un DVD con 20 filmati selezionati dallo stesso Lofgren, che ha curato anche il libretto di 136 pagine, dove ci sono i suoi commenti, traccia per traccia, su ogni singola canzone. Certo, se il cofanetto fosse stato di Neil Young o Bruce Springsteen ci saremmo fiondati senza esitazione, in questo caso è richiesta una ponderata meditazione. Per aiutarvi questa è la lista completa dei brani:

CD 1 (Grin Years 1971-1973)
1. See What A Love Can Do 5:01
2. Everybody’s Missin’ The Sun 2:44
3. Like Rain 3:40
4. Outlaw 4:02
5. If I Were A Song 3:10
6. We All Sung Together 3:43
7. Take You To The Movies Tonight 1:45
8. White Lies 3:28
9. Slippery Fingers 4:00
10. Moon Tears 2:18
11. Lost A Number 3:09
12. Soft Fun 5:40
13. Hi, Hello Home 2:29
14. Love Or Else 3:40
15. Sad Letter 3:11
16. Ain’t Love Nice 2:09
17. She Ain’t Right 3:27
18. All Out 3:01
19. Rusty Gun 2:20
20. Beggar’s Day (Eulogy To Danny Whitten) 4:18
21. One More Time 5:10

CD 2 (Solo Years 1975-1977)
1. One More Saturday Night 3:06
2. If I Say It, It’s So 3:03
3. Can’t Buy A Break 3:15
4. Back It Up 2:23 http://www.youtube.com/watch?v=xjwN1_pmDZY
5. I Don’t Want To Know (Live Bootleg Version) 3:48
6. The Sun Hasn’t Set On This Boy Yet 2:48
7. Rock And Roll Crook 2:53
8. Two By Two 3:04
9. Cry Tough 5:06 http://www.youtube.com/watch?v=rfOC0iFwOmc
10. It’s Not A Crime 4:12 (Nils Lofgren & Tom Lofgren)
11. Share A Little 5:13
12. Can’t Get Closer (WCGC) 3:43
13. Mud In Your Eye 2:40
14. I Came To Dance 4:30
15. Home Is Where The Hurt Is 4:12
16. Rock Me At Home 4:30
17. You’re The Weight (Live/1977) 5:09
18. Goin’ South (Live/1977) 4:59
19. Incidentally… It’s Over (Live/1977) 4:08

CD 3 (Solo Years 1979-1983)
1. No Mercy 4:06
2. Shine Silently 3:34 (Nils Lofgren-Dick Wagner)
3. Steal Away 4:05 (Nils Lofgren-Dick Wagner)
4. I Found Her 3:33 (Nils Lofgren-Lou Reed)
5. You’re So Easy 6:00 (Nils & Tom Lofgren-Bob Ezrin-Dick Wagner)
6. A Fool Like Me 3:09 (Nils Lofgren-Lou Reed)
7. Night Fades Away 4:23
8. Ancient History 4:51
9. Sailor Boy 3:55
10. Empty Heart 3:03
11. Don’t Touch Me 4:02
12. I Go To Pieces 2:53 (Del Shannon)
13. Across The Tracks 2:52
14. Daddy Dream 4:53
15. Wonderland 3:32
16. Room Without Love 3:03
17. Confident Girl 3:06
18. Into The Night 3:45
19. Deadline 4:09
20. Everybody Wants 3:42

CD 4 (Solo Years 1985-1992)
1. Secrets In The Street 4:33
2. Big Tears Fall 6:07
3. Dreams Die Hard 3:32
4. Girl In Motion 5:51
5. Walkin’ Nerve 3:53
6. Trouble’s Back 5:20
7. Bein’ Angry 5:54
8. Valentine 6:13 http://www.youtube.com/watch?v=XfdNjdWYgwU
9. A Child Could Tell 4:20
10. You 3:30
11. Shot At You 5:48
12. Crooked Line 4:55
13. Someday 5:32
14. New Kind Of Freedom 3:41
15. Drunken Driver 6:28

CD 5 (Self-Released 1993-1998)
1. Alone 6:08 http://www.youtube.com/watch?v=1RB5BE_ucpI
2. No Return 3:54
3. Tender Love 8:37
4. Dreams Come True 4:23
5. Out Of The Grave 8:09
6. Lion’s Wake 2:16
7. Damaged Goods 3:43
8. Only Five Minutes 5:27
9. Setting Sun 3:42
10. Life 3:07 (Nils Lofgren-Lou Reed)
11. Nothin’s Fallin’ 5:06
12. Little On Up 5:02
13. Blue Skies 4:02
14. Black Books 5:24
15. Man In The Moon 3:19
16. Believe 3:46

CD 6 (Self-Released 1997-2001)
1. Delivery Night 5:01
2. Code Of The Road 8:20
3. New Holes In Old Shoes 5:10
4. Puttin’ Out Fires 6:22
5. I Found You 4:35
6. Love A Child 2:57
7. Driftin’ Man 3:06 (Nils Lofgren-Lou Reed)
8. Without You 3:43
9. Heaven’s Answer To Blue 4:17
10. Seize Love 5:30
11. Open Road 3:13
12. Speed Kills 3:11
13. I’m Buyin’ 2:52
14. The Wind 4:27
15. We Got Guys 1:07
16. Hard Lines 1:02
17. Tears On Ice 4:46
18. Misery 4:43

CD 7 (Self-Released 2002-2011)
1. Like Rain 4:52
2. The Star-Spangled Banner 2:39
3. In Your Hands 3:19
4. Mr. Hardcore 5:07
5. Tried And True 1:56
6. Frankie Hang On 3:43
7. Fat Girls Dance 4:37
8. I Am A Child 3:13 (Neil Young)
9. Mr. Soul 4:21 (Neil Young)
10. World On A String 3:16 (Neil Young)
11. Old School 3:12
12. 60 Is The New 18 3:02
13. Miss You Ray 2:39
14. Amy Joan Blues 2:42
15. Dream Big 4:31
16. Irish Angel 5:10 (Bruce Mccabe)
17. Ain’t Too Many Of Us Left 4:41
18. When You Were Mine 4:33
19. Why Me 4:24
20. Wreck On The Highway 4:37 (Bruce Springsteen)

CD 8 (Unreleased)
1. Keith Don’t Go 3:33
2. Try 3:36
3. Sing For Happiness 3:15
4. Duty 3:28
5. Sweet Four Wings 3:48
6. Just To Have You 2:17
7. I’ll Arise 2:51
8. Some Must Dream 4:46
9. Stay Hungry 3:41
10. Heaven’s Rain 3:36
11. Whatever Happened To Muscatel 2:49
12. You In My Arms 2:48
13. Here For You 3:37
14. Hide My Heart 4:22
15. Love Is. . . 4:28
16. Awesome Girl 3:36
17. When You Are Loved 2:55
18. Bullets Fever 3:06
19. Message 11:20

CD 9 (Unreleased)
1. Beauty And The Beast 3:42
2. You Are The Melody 3:24
3. Tears Inside 3:32
4. Face The Music 4:48
5. I Don’t Stand A Chance 3:28
6. What Is Enuf?!! 4:02
7. London 4:03
8. Go Away 4:09
9. Heart Like A Hammer 4:11
10. True Love Conquers Legends 3:40
11. Yankee Stadium 3:02
12. Sad Walk 5:23
13. Dalmatian 4:05
14. I’m Coming Back 3:59 (Tom Lofgren)
15. Mad, Mad World 3:31
16. Jhoon Rhee Ad :28
17. It’s Better To Know You 2:43
18. Last Time I Saw You 2:03
19. Mist And Morning Rain 2:49
20. Miss You “C” 2:38
21. Oh Holy Night (Strings, Choir Arranged & Conducted By Kevin Stoller) 2:58 (A. Adams-J. Dwight)

DVD
1. Windy (Flip Combo) 2:03
2. Dream Big 5:18
3. Too Many Miles 7:35
4. Keith Don’t Go 7:13  http://www.youtube.com/watch?v=WxVzD84eJuk
5. Bein’ Angry 4:45
6. Shine Silently 7:03
7. Big Tears Fall 5:18
8. I Found You 6:10
9. No Mercy 4:24
10. Gun And Run 8:03
11. See What Love Can Do 8:03
12. If I Were A Song 3:03
13. Slippery Fingers 4:23
14. Like Rain 4:12
15. Moon Tears 5:25  http://www.youtube.com/watch?v=-_n_D5An2Gg
16. I Came To Dance 11:42  http://www.youtube.com/watch?v=PcTcPzZoXB4
17. Everybody’s Missin’ The Sun 3:29
18. Ain’t Love Nice 2:35
19. I’ll Arise 3:04
20. Nils Lofgren: The Art Of Adapting 8:11

I contenuti sono effettivamente interessanti, se fosse costato la metà o poco più un pernsierino ce lo avrei fatto. E’ altrettanto vero che la confezione è molto sciccosa (come potete vedere allargando l’immagine) e ci sono moltissime chicche. Quindi, come vi dico abitualmente, meditate, gente, meditate. Esce il 29 aprile p.v.

Alla prossima.

Bruno Conti

Cosa Troveremo Nell’Uovo Pasquale? Sicuramente Xtc – Skylarking (Corrected Polarity Edition) & Little Feat – Live In Holland 1976 (E Lista Record Store Day)

xtc skylarking corrected xtc skylarking

Le settimane pre e post pasquali (15 e 22 aprile) ci riservano, tra le tante, due uscite che faranno la gioia degli appassionati della buona musica. Partiamo con la prima:

XTC – Skylarking Corrected Polarity Edition – Ape/Panegiryc 15-04-2014

Nel 1986 dalla burrascosa unione tra il musicista e produttore americano Todd Rundgren e gli inglesi Xtc (che non si erano particolarmente amati, per usare un eufemismo) nacque quello che è giustamente considerato uno dei più bei dischi di Pop in Excelcis Deo della storia della nostra musica, Skylarking http://www.youtube.com/watch?v=TOQG0WtPhsc . Prima visto con sospetto dalla etichetta americana Geffen, che lo distribuiva sul mercato USA, e poi, sulla scia dell’inconsueto successo del brano Dear God http://www.youtube.com/watch?v=hk41Gbjljfo , aggiunto in tutta fretta (infatti la versione UK della Virgin, quella che ha anche il sottoscritto non lo riporta, in quanto la canzone era uscita solo su un 12″), arrivando a vendere oltre 250.000, il massimo successo commerciale della band di Andy Partridge e Colin Moulding.

Anche la copertina, forse per ovvi motivi, venne rifiutata e al posto del simpatico pube fiorito apparvero due fauni che se la zufolavano di gusto. Preceduta nel 2010 dalla edizione in vinile “corretta”, ora esce anche la nuova versione in CD, curata dal mastering engineer John Dent, con la polarità del suono riposizionata, qualsiasi cosa voglia dire, ma che da quello che ho inteso non è semplicemente l’inversione dei due canali dello stereo, bensì un più subdolo e difficile da rivelare difetto che faceva sì che il suono perdesse in presenza e brillantezza. Forse non se ne era mai accorto nessuno per decenni, musicisti inclusi e men che meno il vostro fidato estensore di Post, al quale il disco è sempre parso avere un suono della Madonna, ma non Dear God (ebbene sì, ho fatto la battuta). Nella nuova versione il controverso brano c’è e quindi penso che me lo ricomprerò:

1. Summer’s Cauldron
2. Grass
3. The Meeting Place
4. That’s Really Super, Supergirl
5. Ballet for a Rainy Day
6. 1000 Umbrellas
7. Season Cycle
8. Earn Enough for Us
9. Big Day
10. Another Satellite
11. Mermaid Smiled
12. The Man Who Sailed Around His Soul
13. Dear God
14. Dying
15. Sacrificial Bonfire

Questa è la lista sul sito della Ape, l’etichetta del gruppo, ma altre liste riportano 17 brani con Dying e Sacrificial Bonfire riportate una seconda volta alla fine del CD (forse le versioni del singolo dell’epoca?). Il tutto dovrebbe essere a mid-price.

little feat live in holland 1976

Little Feat – Live In Holland 1976 CD+DVD Eagle Rock 22-04-2014

Altra bella sorpresa, dopo il recente cofanetto Rad Gumbo – The Complete Warner Bros Years 1971-1990, fra un mesetto esce questo bel doppio dedicato sempre ai Little Feat. La copertina potrebbe essere provvisoria ma l’uscita è certa http://www.youtube.com/watch?v=lvelsr9vHhI . Si tratta della prima pubblicazione ufficiale del concerto europeo della grande band di Lowell George, tenutosi il 7 giugno del 1976 allo Sportpark di Geelen, nel corso del Pinkpop Festival avvenuto in quell’anno in terra olandese e debitamente mandato in onda ai tempi (non solo da quali radio e televisioni!). Il tutto era uscito già in edizione bootleg, sia audio

little feat pink pop bootleg

che video

little feat pink pop bootleg2

Ma ora esce finalmente in edizione ufficiale, anche se per i soliti misteriosi motivi (problemi tecnici?), il DVD avrà due brani in meno del CD. Comunque è sempre grasso che cola o se preferite un commento più composto, gran bella musica. E non dovrebbe costare molto!

Ci sono altre uscite interessanti nel prossimo mese di aprile (ma non per il Record Store Day, a parte per gli appassionati di vinile, come potete vedere nella lunga lista pubblicata dopo la fine del Post, pochi CD e DVD, qualche cassetta!), restate sintonizzati sul Blog e le scoprirete.

Alla prossima.

Bruno Conti

???, Side by Side Series (7” Vinyl)

The Allman Brothers, Selections from: Play All Night: Live at the Beacon Theatre 1992 (12” Vinyl)

Dave Alvin & Phil Alvin, Songs from Common Ground (12” Vinyl)

American Authors/The Mowglis, “In a Big Country”/”You Make My Dreams Come True” (7” Vinyl)

Albert Ammons, Boogie Woogie Stomp/Boogie Woogie Blues (12” Vinyl)

Anamanaguchi, Scott Pilgrim vs. the World (Original Movie Soundtrack) (12” Vinyl)

The Animals, The Animals EP (10” Vinyl)

Atmosphere, The Lake Nokomis Maxi Single (12” Vinyl)

Autumn Defense/Josh Rouse, Sentimental Lady/Trouble (7” Vinyl)

Joan Baez, Blessed Are (12” Vinyl)

Bastille, Of the Night Picture Disc (10” Vinyl)

Beauregarde, Testify (7” Vinyl)

Between the Buried and Me, Colors_Live

Big Mama Thornton, Sassy Mama (12” Vinyl)

David Bowie, 1984 Picture Disc (7” Vinyl)

Charles Bradley, I Hope You Find the Good Life (12” Vinyl)

Brian Jonestown Massacre, (12” Vinyl)

Broken Bells, Holdin on for Life (12” Vinyl)

Jake Bugg, Live at Silver Platters (CD) (12” Vinyl)

Built to Spill, Ultimate Alternative Wavers (12” Vinyl)

Cage the Elephant, Take It or Leave It (7” Vinyl)

Cancerous Growth, Cancer Causing Agents; A Cancerous Growth Discography (12” Vinyl)

Eric Carmen, Brand New Year/Starting Over (7” Vinyl)

Chiodos, R2Me2/Let Me Get You A Towel (7” Vinyl)

Chocolate Milk, Actions Speak Louder Than Words (12” Vinyl)

Christian Death, The Edward Colver Edition (7” Vinyl)

Eric Church, The Outsiders (12” Vinyl)

Chvrches, Recover EP (12” Vinyl)

Circa Survive/Sunny Day Real Estate, Split (7” Vinyl)

The Civil Wars, Live at Eddie’s Attic (12” Vinyl)

Clutch/Lionize, Split (7” Vinyl)

Sam Cooke, Ain’t That Good News (12” Vinyl)

Creedence Clearwater Revivial, The 1969 Singles (10” Vinyl)

Cults, Upstairs at United (12” Vinyl)

The Cute/Dinosaur Jr., Side by Side Series (7” Vinyl)

Cut Copy, In the Arms of Love/Like Any Other Day (10” Vinyl)

Dave Matthews Band, Live Trax Vol. 4

Dawes/Conor Oberst, Split (7” Vinyl)

Death Cab for Cutie feat. Magik*Magik Orchestra, Live 2012

Deer Tick, Eel Bowel (7” Vinyl)

Deerhoof & Ceramic Dog, Split (7” Vinyl)

Devo, Butch Devo and the Sundance Gig (12” Picture Disc)

Devo, Live at Max’s Kansas City (12” Vinyl)

Devo/The Flaming Lips, Side by Side Series (7” Vinyl)

Die Kreuzen, Cows and Beers (7” Vinyl)

Disclosure, Apollo (12” Vinyl) (CD)

The Doors, Weird Scenes Inside the Goldmine

Dream Theater, Illuminastion Theory (12” Vinyl)

The Dresden Dolls, The Dresden Dolls

Drive-By Truckers, The Dragon Pants (10” Vinyl)

Steve Earle, Townes: The Basics (12” Vinyl)

The Everly Brothers, Roots

The Everly Brothers, (12” Vinyl)

Fishbone, Fishbone (12” Vinyl)

The Flaming Lips, 7 Skies H3 (12” Vinyl)

Fleetwood Mac, Dragonfly/The Purple Dancer (7” Vinyl)

Foals, Live at Royal Albert Hall (12” Vinyl)

Darq E Freaker, Ironside (12” Vinyl)

Frightened Rabbit, Live from Criminal Records (12” Vinyl)

Jerry Garcia, Garcia

Genesis, From Genesis to Revelation (12” Vinyl)

The Glitch Mob, Drink the Sea/We Can Make The…

Gram Parsons, 180 Grams: Alternate Takes from GP and Grievous Angel

Grateful Dead, Live at Hampton Coliseum

Green Day, Demolicious (Cassette) (CD) (12” Vinyl)

Norman Greenbaum, Spirit in the Sky (12” Vinyl)

Haim, Forever (12” Vinyl)

Grant Hart, Every Everything/Something Something (12” Vinyl)

Oliver Hart, The Many Faces of Oliver Hart Or: How Eye One The Write Too Think

Donny Hathaway, Live at the Bitter End 1971

Mayer Hawthorne/Shintaro Sakamoto, Wine Glass Woman/In A Phantom (7” Vinyl)

Husker Du, Candy Apple Grey (12” Vinyl)

Ice T, Greatest Hits (12” Vinyl)

Chuck Inglish & Action Bronson, Gametime (7” Vinyl)

Chuck Inglish & Chance The Rapper, Glame (7” Vinyl)

Chuck Inglish & Chromeo, Legs (7” Vinyl)

Chuck Inglish, Mac Miller & Ab-Soul, Easily (7” Vinyl)

J Spaceman & Kid Millions, Live at La Poisson Lounge (12” Vinyl)

Jay Z/Linkin Park, Collision Course (12” Vinyl)

Joan Jett and the Blackhearts, Glorious Results of a Misspent Youth (12” Vinyl)

The Jon Spencer Blues Explosion, She’s On It/Jack the Ripper (12” Vinyl)

Joy Division, An Ideal for Living (12” Vinyl)

The Julie Ruin, Brightside/In the Picture (7” Vinyl)

Stephen John Kalinich, A World of Peace Must Come

Karma to Burn, Karma to Burn (12” Vinyl)

Katatonia, Kocytean (12” Vinyl)

Jorma Kaukonen, Quah (12” Vinyl)

Kings of Leon, Wait for Me (7” Vinyl)

Lake Street Dive, What I’m Doing Here/Wedding Band (7” Vinyl)

Ray LaMontagne, Supernova (7” Vinyl)

Langhorne Slim & The Law, Animal (7” Vinyl)

The Last Internationale, Life, Liberty and the Pursuit of Indian Blood (7” Vinyl)

Hamilton Leithauser, Alexandria B/W In the Shadows (7” Vinyl)

Meade “Lux” Lewis, (12” Vinyl)

The Litter, Action Woman/A Legal Matter (7” Vinyl)

Little Dragon, Klapp Klapp

Charles Lloyd, Lie at Slug’s in the Far East (12” Vinyl)

Machine Head, A New Machine (10” Vinyl)

Man Man, The Man in Turban with Blue Face (12” Vinyl)

Mastodon, Live at Brixton (12” Vinyl)

Jim McCarthy (of The Yardbirds), Frontman (12” Vinyl)

MKTO, Classic (7” Vinyl)

Wes Montgomery & The Montgomery-Johnson String Quintet, Wes Montgomery & The Montgomery-Johnson Quintet (10” Vinyl)

Wes Montgomery & The Montgomery-Johnson String Quintet, Live at the Turf Club (10” Vinyl)

Motorhead, Aftershock (12” Vinyl)

Mudhoney, On Top (12” Vinyl)

Mark Mulcahy, Fathering (12” Vinyl)

Randy Newman, Randy Newman (12” Vinyl)

Nirvana, (7” Vinyl)

The Notorious B.I.G, Life After Death

The Notwist, Run Run Run (10” Vinyl)

Oasis, Supersonic (12” Vinyl)

Conor Oberst, Hundreds of Waves/Fast Friends (7” Vinyl)

Of Montreal, Jigsaw Puzzle (7” Vinyl)

Of Montreal, Satanic Panic: 10th Anniversary

Off!, Learn to Obey (7” Vinyl)

William Onyeabor, What?! (12” Vinyl)

Opeth, Watershed

The Orwells, The Righteous One (12” Vinyl)

Ozric Tentacles, Sploosh! (12” Vinyl)

Jimmy Page & The Black Crowes, Live at the Greek

Paramore, Ain’t It Fun (12” Vinyl)

Dolly Parton, Blue Smoke (7” Vinyl)

Katy Perry, Prism Picture Disc

Pinback, Pinback (12” Vinyl)

Pissed Jeans, The Very Best of Sub Pop (10” Vinyl)

The Pogues, Live with Joe Strummer

Poison Idea/Pantera, Side by Side Series (7” Vinyl)

Pussy Galore, Pussy Gold 5000 (12” Vinyl)

Quantic, You Will Return (7” Vinyl)

Ramblin’ Jack Elliott, Jack Elliott (12” Vinyl)

The Ramones, Meltdown with The Ramones (10” Vinyl)

Otis Redding, Pain in My Heart (12” Vinyl)

Alexander Robotnick, Vintage Robotnick (12” Vinyl)

Rockabye Baby!, Rockabye Baby! Lullaby Renditions of David Bowie (12” Vinyl)

RPM Turntable Football, A Two Player Game Played at 33 1/3 RPM (12” Vinyl)

Bobby Rush, Upstairs at United (12” Vinyl)

Skrillex, Recess (Cassette)

Slipknot, Vol. 3 (12” Vinyl)

Soundgarden, Superunknown: The Singles

Spanish Gold, Out on the Street (7” Vinyl)

Ronnie Spector & The E Street Band, Say Goodbye To Hollywood/Baby Please Don’t Go (7” Vinyl)

Regina Spektor, You’ve Got Time (7” Vinyl)

Bruce Springsteen, American Beauty (12” Vinyl)

The Standells, Dirty Water/Twitchin’ (7” Vinyl)

The Sunrays, Our Leader/Won’t You Tell Me (7” Vinyl)

Tame Impala, Live Versions (Vinyl)

Tears for Fears, Ready Boys & Girls (10” Vinyl)

The The, Giant Double A-Side (12” Vinyl)

Type O Negative, Slow, Deep and Hard (12” Vinyl)

Chad Vangaalen, I Want You Back (7” Vinyl)

Various Artists, The Space Project (12” Vinyl) (CD)

Various Artists, The Folk Box 50th Anniversary

Various Artists, Electroconvulsive Therapy Vol. 2 (12” Vinyl)

Various Artists, Rough Guide to Psychedelic Bollywood (12” Vinyl)

Various Artists, Rough Guide to Voodoo (12” Vinyl)

Various Artists, Rough Guide to African Blues (12” Vinyl)

Various Artists, Rough Guide to Latin Rare Groove (Vol 1) (12” Vinyl)

Various Artists, Rough Guide to Mali (2nd Edition) (12” Vinyl)

Various Artists, Sun Records Curated by Record Store Day (Volume 1) (12” Vinyl)

Various Artists, The Muppet Movie (12” Vinyl)

Various Artists, Live from High Fidelity Podcast: The Best of the Podcast Performances (12” Vinyl)

Various Artists, The Newport Folk Festival 1963—The Best of the Evening Concerts, Vol. 1 (12” Vinyl)

The Velvet Underground, Loaded (12” Vinyl)

Veruca Salt, Veruca Salt (7” Vinyl)

Vitamin String Quartet, Vitamin String Quartet Performs Weezer’s Pinkerton (12” Vinyl)

Butch Walker, End of the World (One More Time)/Battle vs. The War (10” Vinyl)

Doc Watson, Southbound (12” Vinyl)

White Denim, A Place to Start (Jamie Lidell Remix) (7” Vinyl)

The Wild Feathers, Got it Wrong/Marie (7” Vinyl)

Hank Williams, The Garden Spot Programs, 1950—Extended Play (10” Vinyl)

James Williamson, Open Up and Bleed/Give Me Some Skin (7” Vinyl)

Link Wray, Slinky/Rendezvous (7” Vinyl)

The Yardbirds, Little Games (12” Vinyl)

Frank Zappa, (7” Vinyl)

Zedd, Find You: Turn Up Your Night Edition (12” Vinyl)

The Zombies, I Love You (12” Vinyl)

The Zombies, Odessey and Oracle (12” Vinyl)

Vecchio Ma “Nuovo”, E’ Rifiorito Un Piccolo Capolavoro – Richard Buckner – Bloomed

richard buckner bloomedrichard buckner bloomed 2 cd

Richard Buckner – Bloomed – Merge Records – Deluxe Edition – Remastered – 2 CD – 25-03-2014

Nell’ambito delle celebrazioni del 25° anniversario della Merge Records (l’etichetta “indie” della North Carolina) dopo le ristampe Deluxe di Nixon dei Lambchop e Living Indoor dei Superchunk, viene immesso sul mercato (a vent’anni dalla prima edizione) Bloomed di Richard Buckner (a dire il vero l’album era già stato ristampato nel ’99 dalla Rykodisc Recordscon l’aggiunta di cinque pezzi). Questa nuova versione, oltre al disco originale rimasterizzato, contiene un CD bonus di undici tracce con sessioni radiofoniche, registrazioni dal vivo e canzoni dell’epoca, alcune poi usate nei lavori successivi.

richard buckner 4 richard buckner 3

Cantautore introspettivo, Buckner ( che viene da San Francisco) interpreta in maniera molto personale un “background” artistico difficilmente classificabile, con canzoni dalle quali trapela un senso di malinconico intimismo, evidenziato oltre che in Bloomed (94), anche nei successivi splendidi  Devotion + Doubt (97), con l’accompagnamento dei Giant Sand e della chitarra di Marc Ribot e Since (98), senza tralasciare l’ambizioso concept-album The Hill (00), progetto dedicato alla famosa Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.

richard buckner 1

Bloomed, registrato nell’estate del ’94 (e prodotto da quel mago di Lloyd Maines), vedeva in veste di “sessionmen” lo stesso Maines alla pedal steel, lap steel e dobro, il grandissimo Butch Hancock all’armonica, Ponty Bone alla fisarmonica, Joe Carr al mandolino, Steve Meador alle percussioni e Lanny Field al violino, un disco dove Buckner dimostrava già di avere la vena del cantautore di classe, scrivendo canzoni intense dal passo rallentato, accompagnate da pochi strumenti, in quanto sin dall’inizio sposava una componente prevalentemente acustica. Capita che, riascoltando a distanza di anni (e qui sono tanti!) dischi che colpevolmente si sono dimenticati, si apprezzino di più le forti sonorità country dell’iniziale Blue And Wonder http://www.youtube.com/watch?v=NIToWtcSLfM , la ballata dai toni notturni Rainsquall, una perfetta folk song come 22, e ancora la linea melodica del mandolino in Mud http://www.youtube.com/watch?v=yp_OR7eu3uI , l’incedere della fisarmonica di Ponty Bone nella malinconica Six Years, mentre con This Is Where http://www.youtube.com/watch?v=ulBVus0nFoo e Gauzy Dress In The Sun, con la steel di Maines in evidenza, si viaggia dalle parti del country d’autore, andando a chiudere con la ritmata e lineare Daisychain, Il folk di Desire http://www.youtube.com/watch?v=28IugZ2GvT8 , il country di Up North, la dolce Surprise, A.Z. con il violino di Lanny Field e la lap steel di Maines a disegnare la melodia e la conclusiva Cradle Of The Angel, intima e avvolgente.

richard buckner 2

Il bonus CD vede Richard Buckner nelle vesti del menestrello folk, con le ballate acustiche The Last Ride e Settled Down, mentre The Worst Way, sostenuta solo dalla voce e chitarra di Richard, è seguita da una delle più belle canzoni del disco due, Emma, un accorato lamento d’amore http://www.youtube.com/watch?v=iKHCo_K89Fw  che viene poi addolcito dalla vibrante Hutchinson. Le rimanenti tracce del disco sono versioni di brani già sentiti, molti dal vivo, eseguiti tra il 1995 e il 1997, riprese in forma più acustica e scarna (dove si valorizza anche la bravura chitarristica di Buckner), molto bella una cover di Still Lookin’ For You di Townes Van Zandt http://www.youtube.com/watch?v=w3cHDotqbw8 , registrata dal vivo al World Café nel 1997!

Dotato di una voce splendida, dalla timbrica profonda e intensa, Richard Buckner scrive canzoni impregnate di poesia e sentimento, una musica interiore da ascoltare, brano dopo brano (come in questa pregevole ristampa), canzoni che hanno il potere di catturare l’ascoltatore: un artista di “culto”, sicuramente lontano dal grande pubblico, ma ben dentro al cuore di ogni appassionato di “vera” musica.

Tino Montanari

NDT: Visto che li hanno in catalogo, spero che la Merge ristampi (magari con inediti) anche gli American Music Club di Mark Eitzel. E’ chiedere troppo?

Ecco Il Doppio CD Del Tributo, Track By Track. Uno Dei Migliori Di Sempre! Looking Into You: A Tribute To Jackson Browne

looking into you tribute to jackson browne

Looking Into You: A Tribute To Jackson Browne – 2CD Music Road/Ird

“Uno dei migliori di sempre” nel titolo del Post si riferisce sia alla qualità del tributo quanto al soggetto dello stesso, Mr. Jackson Browne: non occorre che sia io a dirvelo, comunque per metterlo nero su bianco, uno dei più grandi cantautori prodotti dalla scena musicale americana negli ultimi 50 anni. E, non a caso, al tributo partecipano solo artisti statunitensi (neppure canadesi, per non parlare di inglesi ed europei). Il progetto esce per la Music Road, l’etichetta di Jimmy LaFave, ma non è la tipica produzione indipendente, infatti partecipano molti dei maggiori artisti del mainstream americano, oltre ad una serie di outsiders e promesse. Manca qualcuno? Certo. Manca Warren Zevon, perché ci ha lasciati, manca la Nitty Gritty Dirt Band con cui Jackson ha iniziato la sua carriera nel lontano 1966, mancano gli amici di sempre Steve Noonan Greg Copeland (col quale aveva scritto Buy Me For The Rain, il primo successo della Nitty Gritty), insieme ai quali si è esibito recentemente per un concerto di raccolta fondi, manca Nico, scomparsa da tempo, alla quale aveva donato tre canzoni apparse su Chelsea Girl e tanti altri che sarebbe troppo lungo citare.Quello che resta è comunque molto bello. Quindi vediamolo, brano per brano, cogliendo l’occasione per parlare anche delle canzoni e dei musicisti coinvolti.

Disco Uno

1. These Days – Don Henley w/ Blind Pilot

Una delle prime canzoni scritte da Jackson Browne, come ricorda Don Henley These Day venne scritta quando aveva solo 16 anni, e nelle parole dell’ex Eagles, “era un passo avanti a tutti noi”. Secondo il Wikipedia italiano, il brano sarebbe stato scritto per Tim Rush (sic, è Tom Rush!) nel 1968, ma se era già stato pubblicato su Chelsea Girl di Nico, uscito nel 1967, mi pare improbabile (questo per ricordarvi che Wikipedia non è la Bibbia, usare con cautela). Comunque Rush l’ha incisa, come la Nitty Gritty, Steve Noonan, Gregg Allman, che ne fece una stupenda versione sul suo disco d’esordio come solista, il bellissimo Laid Back del 1973, lo stesso anno in cui anche Browne la pubblicò sul suo secondo album For Everyman. Questa versione di Henley è molto bella, accompagnato dai Blind Pilot, band indie di Portland molto valida, che confeziona un bellissimo accompagnamento per questo brano, tutt’ora uno dei più belli in assoluto del songbook di Jackson, raffinatissima, con tromba, organo, dulcimer, vibrafono, le immancabili chitarre e armonie vocali, che se non sono quelle degli Eagles, poco ci manca.

2. Everywhere I Go – Bonnie Raitt and David Lindley

E’ nota la passione dell’artista californiano per il reggae, la musica caraibica e la world music in genere, e chi scrive non impazzisce per il genere, comunque il brano, apparso in origine su I’m Alive del 1993, è cantato a tempo di reggae da Raitt e Lindley, che si dividono i compiti anche alla chitarra, ma francamente i due interventi di David a tempo di reggaethon se li poteva risparmiare. Neppure il breve assolo di slide di Bonnie nel finale riesce a risollevare del tutto le sorti della canzone, comunque piacevole, non vorrei dare una impressione di totale negatività.

3. Running On Empty – Bob Schneider

Bob Schneider, nativo del Michigan, cresciuto in Germania (il contrario di Browne, nato in Germania e cresciuto in California) e texano di adozione, è uno dei “nuovi” cantautori più interessanti. Si è preso una bella gatta da pelare, affrontando uno dei brani più belli e conosciuti della discografia di Jackson, Running On Empty comunque la metti è una canzone splendida e la bella voce di di Schneider, con l’ottimo controcanto di Brandon Kindner, interventi mirati di piano, chitarre elettriche ed acustiche, rende pienamente giustizia a questa stupenda ballata, una piacevole sorpresa.

4. Fountain Of Sorrow – Indigo Girls

Le Indigo Girls, da sempre grandissime fans, rilasciano una versione eccellente di Fountain Of Sorrow, forse il pezzo più bello di Late For The Sky, un disco peraltro dove non c’era una canzone non dico brutta ma di qualità media, Amy Ray e Emily Saliers la cantano in modo eccellente, da sole ed armonizzando, come è da sempre loro caratteristica e con una presenza sontuosa dell’organo e del piano di Chuck Leavell, veramente magico per l’occasione.

5. Doctor My Eyes – Paul Thorn

Paul Thorn, il cantautore-pugile, per chi non lo conosce, è uno dei migliori attualmente in circolazione, certamente da scoprire se non lo conoscete http://discoclub.myblog.it/tag/paul-thorn/. La sua versione di Doctor My Eyes è assolutamente da sentire, potente e coinvolgente, quasi a pari livello dell’originale (anche se quasi nessuno fa Jackson Browne meglio di Jackson Browne), con la slide di Bill Hinds a tagliare in due il brano e un organo malandrino a colorare il tutto.

6. For Everyman – Jimmy LaFave

Il padrone di casa, il texano LaFave, confeziona una versione stupenda di For Everyman, lunga, arrangiata in modo mirabile, con le chitarre e le tastiere che si integrano alla perfezione con il cantato pieno di passione di Jimmy, grandissima rilettura, con un finale in crescendo quando il violino di Todd Reynolds si impadronisce della melodia in modo imperioso!

7. Barricades Of Heaven – Griffin House

Griffin House è considerato uno dei “cloni” di Jackson, voce molto simile, lo stile pure, però è bravo, scrive delle belle canzoni e qui interpreta in modo mirabile Barricades Of Heaven, un brano che viene da Looking East, il disco del 1996, ma che ha la statura dei migliori di Browne, quelli del periodo d’oro, melodie avvolgenti, melodie che ti rimangono nel cuore e nel testa, interscambi strumentali che sono la storia della canzone della West Coast, ottima versione. Qualcuno dirà, ma sono tutte molto simili a quelle originali! Meglio, gli esperimenti lasciamoli agli altri, se le canzoni sono belle, facciamole bene, come si conviene.

8. Our Lady Of The Well – Lyle Lovett

E Lyle Lovett che è uno degli “eredi” di Browne, cantautore meraviglioso in proprio, uno dei migliori in assoluto, qui realizza una versione splendida di Our Lady Of The Well, se non sapessimo che il brano era su For Everyman potremmo quasi pensare ad un brano di Lovett, con il grande Matt Rollings al piano, e la sezione ritmica di Lee Sklar e Russ Kunkel, che ho come l’impressione mi debba dire qualcosa, Sara Watkins delicata alle armonie vocali e Dean Parks alla chitarra. Cantata in modo perfetto, accorato e partecipe, come richiede la canzone.

9. Jamaica Say You Will – Ben Harper

Ultimamente Ben Harper non mi fa più impazzire, anche se il disco con Musselwhite non è per niente male, però la sua versione di Jamaica Say You Will è veramente bella, cantata con leggiadra nonchalance, su una base di piano, dove mano a mano si inseriscono prima la ritmica poi violino e cello e le armonie vocali quasi gospel, rende pienamente merito all’originale.

10. Before The Deluge – Eliza Gilkyson

La Gilkyson, che ha recentemente pubblicato il suo nuovo disco, molto bello, The Nocturne Diaries, è una delle discendenti dirette della scuola delle grandi cantanti degli anni ’70, la prima Joni Mitchell su tutte, e la sua versione di Before The Deluge, altro brano splendido, la conferma interprete raffinata e di grande spessore, con una voce molto espressiva, ben servita per l’occasione da un arrangiamento dove ancora una volta il violino, Warren Hood, è lo strumento portante, ma chitarre, contrabbasso, dobro, elettrica e le immancabili armonie vocali sono elementi non secondari

11. For A Dancer – Venice

I Venice, come ricordano loro stessi nelle note del libretto, hanno cantato e suonato varie volte nel corso degli ultimi anni con Jackson Browne, e non potendo avere gli originali, i quattro fratelli Lennon ci regalano una versione alla CSN, tutta voci e chitarre acustiche, di For A Dancer, musica Westcoastiana all’ennesima potenza, evocativa e ben congegnata.

12. Looking Into You – Kevin Welch

Kevin Welch è un altro dei tanti “unsung heroes” , californiano di nascita ma di recente adozione texana, che costellano la scena musicale americana, bravo e sfortunato a livello commerciale, persiste a volerci regalare la sua arte, in questo caso con una versione intima di Looking Into You, solo il piano di Radoslav Lorkovic e l’organo di Red Young, più le magnifiche voci gospel delle McCrary Sisters. Originale e con la bella voce di Welch in evidenza.

Disco Due

1. Rock Me On The Water – Keb’ Mo’

Jackson Browne e Bonnie Raitt erano apparsi come ospiti nella bellissima title-track di Just Like You, uno dei dischi più belli del chitarrista e cantante afroamericano, ora Keb’ Mo’ rende il favore con una versione sontuosa di Rock Me On The Water, la voce calda e la slide in grande spolvero, oltre alle immancabili armonie vocali (una costante in moltissimi brani presenti in questo tributo).

2. The Pretender – Lucinda Williams

Qualcuno si è lamentato perché tra gli artisti presenti in questo tributo si notava la mancanza di Jonathan Wilson, uno degli epigoni migliori della musica californiana in cui Jackson Browne è maestro. Ma Wilson c’è, infatti sua è la produzione e molti degli strumenti presenti in questa ottima versione di The Pretender, eseguita peraltro magistralmente da una ispiratissima Lucinda Williams. Doug Pettibone ci aggiunge del suo con alcuni notevoli inserti chitarristici e il brano è uno dei migliori di questo tributo.

3. Rosie – Lyle Lovett

Lyle Lovett è l’unico artista presente con due brani e anche la versione di Rosie, uno dei brani “minori” (si fa per dire, ce n’erano?) di Running On Empty, è da manuale del perfetto “Browniano”, con le magnifiche armonie dei fratelli Watkins, Sara e Sean (stanno per tornare i Nickel Creek, a proposito) e di Peter Asher.

4. Something Fine – Karla Bonoff

A proposito di Peter Asher (il vecchio manager di Linda Ronstadt e James Taylor), anche i suoi due ex assistiti mancano all’appello, ma Karla Bonoff, che ha scritto molte delle canzoni più belle della California di quegli anni, viste da un punto di vista femminile, è una eccellente “sostituta”, in mancanza di termini migliori, con Nina Gerber alle chitarre acustiche e Wendy Waldman, altra mirabile interprete di quella musica, al piano, armonie vocali e produzione. Il risultato si potrebbe definire Something Fine.

5. Too Many Angels – Marc Cohn feat. Joan As Police Woman

Pure Marc Cohn si può far risalire a quella scuola di cantautori che due o tre cose da Jackson Browne le hanno imparate, la melodia e la costruzione dei brani potrebbero venire da quella parrocchia. Per la sua versione di Too Many Angels Cohn si è affidato agli arrangiamenti e alla produzione di Glenn Patscha degli Olabelle che gli ha creato un raffinatissimo costrutto musicale, uno dei più originali del disco, con David Mansfield a chitarra, viola e mandolino e le armonie vocali di Joan Wasser a girare attorno alla voce di Marc.

6. Your Bright Baby Blues – Sean and Sara Watkins

I fratelli Watkins se la cavano egregiamente in una versione struggente di Your Bright Baby Blue, cantata magnificamente da Sara, con Sean perfetta spalla, per una ennesima ottima rilettura che appare in questo tributo.

7. Linda Paloma – Bruce Springsteen and Patti Scialfa

Poteva mancare l’amico Bruce? Certo che no, e con la moglie Patty Scialfa al seguito, che canta, co-produce, con Ron Aiello, ma senza E Street Band, solo Nils Lofgren, nell’inconsueta veste di fisarmonicista. Ok, c’è anche Soozie Tyrell al violino. Le arie messicane non sono le prime che ti vengano da accostare a Springsteen, ma uno che ha cantato di Rosalita non avrà certo problemi a cantare di Paloma. Piacevole, anche se forse a momenti un po’ sopra le righe.

8. Call It A Loan – Shawn Colvin

Shawn Colvin, solo voce e chitarra acustica, presenta il lato più folk della musica di Jackson, un elemento spesso presente nella sua musica e che nei recenti album dal vivo Browne ha ripreso.

9. I’m Alive – Bruce Hornsby

Per I’m Alive Hornsby sfodera dulcimer, mandolino e violino, la strumentazione dei suoi brani più vicini al country/bluegrass, con l’aggiunta della seconda voce di Ruth Moody (di recente anche con Mark Knopfler). Il risultato è affascinante, un brano dove l’inventiva dell’arrangiamento apporta ulteriore fascino alla canzone originale.

10. Late For The Sky – Joan Osborne

Molto bella ancha la versione pianistica di Late For The Sky, la voce calda e corposa di Joan Osborne si adatta perfettamente al mood “autunnale” della canzone. Un altro dei moltissimi brani di spessore che costellano questo Looking Into You.

11. My Opening Farewell – JD Souther

La conclusione, “l’arrivederci”, è affidata ad un altro degli amici storici di Jackson Browne, quel John David Souther, vicino di casa del piano di sotto del nostro, con Glenn Frey, e co-autore di molti dei brani più belli degli Eagles, nonché autore di una manciata di bei dischi molto vicini alla poetica browniana, negli anni ’70 e ’80. My Opening Farewell, impreziosita da una tromba jazzata, conclude degnamente questo tributo dedicato al cantautore californiano.

Inutile dire che s’ha d’avere. Ora manca solo un bel cofanetto, magari ricco di inediti, dedicato all’opera omnia di Jackson Browne!

Bruno Conti

P.s. Video aggiunti dopo molto tempo, In effetti la data di uscita ufficiale è il 1° aprile e fine aprile in Gran Bretagna.