I “Giochi Complicati” Di Un Poeta Texano ! James McMurtry – Complicated Game

james mcmurtry complicated game

James McMurtry – Complicated Game – Blue Rose Records/Ird

C’era molta attesa per questo dodicesimo album di James McMurtry, attesa dovuta all’alone culturale che avvolge questo songwriter (è figlio d’arte, suo padre è lo scrittore Larry McMurtry, vincitore di un premio Pulitzer), e a sette anni di distanza dall’ultimo disco in studio, James torna a raccontarci le sue storie di “Giochi Complicati”, con un lavoro molto interessante. Era il lontano ’89 quando il buon James esordiva su Columbia con il folgorante Too Long In The Wasteland, prodotto da John Mellencamp, e naturalmente suonava come un disco di Mellencamp https://www.youtube.com/watch?v=Zbh-JDU3dXE (con tutta la sua gang di musicisti e fonici), come pure il successivo Candyland (92) con stessa squadra, negli stessi studi. Dopo aver incontrato i favori della critica americana, al terzo giro, con Where’d You Hide The Body (95), James si affidò all’esperienza musicale di Don Dixon e alla chitarra di David Grissom, per cambiare lo stile compositivo nelle classiche lente ballate, rette su un semplice giro musicale, ma sostenute dalla personale tonalità dell’autore. Lasciata la Columbia, McMurtry si affida alla Sugar Hill, dove sforna un trittico di capolavori, It Had To Happen (97), Walk Between The Raindrops (98, e l’intenso (e dal bellissimo titolo) Saint Mary Of The Woods (02), con il suono (a)tipico di una jam-band, aiutato solo da una solida sezione ritmica (Ronnie Johnson e Daren Hess). Live In Aught-Three (04) è il primo disco dal vivo di McMurtry, quasi ottanta minuti di musica suonata con cuore e cantata con forza, accompagnato dalla sua band The Heartless Bastards, a cui fa seguire l’ottimo Childish Things (05) con ospiti di riguardo come David Grissom, Bukka Allen e Joe Ely in un duetto, Slew Foot; e ancora l’immancabile raccolta Best Of The Sugar Hill Years (07), arrivando ad un altro dei suoi capolavori con Just Us Kids (08), ricco di canzoni oneste e vere (anche politiche), scritte per raccontare la disperazione e i sogni della provincia americana, seguito dal secondo disco dal vivo Live In Europe https://www.youtube.com/watch?v=A_SakvKz3bM  (09) sempre con i suoi “Bastardi” che sono i già citati Ronnie Johnson,  Daren Hess, Tim Holt, più Ian McLagan, il tutto registrato durante il tour Europeo in Germania e Olanda (CD + DVD edito dalla Blue Rose) https://www.youtube.com/watch?v=mZ7NbFAPdcc , e dopo una pausa lunga di sette anni, questo nuovo lavoro Complicated Game, di cui mi accingo a parlarvi.

JamesMcMurtry2014-3 JamesMcMurtry2014-2ShaneMcCauley

Questo lavoro ha avuto una lunga gestazione in quel di New Orleans, e sotto la produzione del duo CC Adcock e Mike Napolitano, James, dalla Big Easy, ha saputo trarre un “sound” ricco e corposo, al servizio sia della narrazione che della scrittura https://www.youtube.com/watch?v=JztgL_r0OfE . Come al solito McMurtry oltre alla sua attuale band composta da Daren Hess alla batteria, Tim Holt alle chitarre, Ronnie “Cornbread” Johnson al basso, si avvale di validi musicisti di “area”, e di alcuni ospiti di valore quali il grande Benmont Tench al piano e all’organo, Derek Trucks alla slide-guitar e Ivan Neville alle armonie vocali, il tutto registrato ai Nappy Dug Marigny Studios a New Orleans.

Queste“ intricate storie” iniziano con Copper Canteen https://www.youtube.com/watch?v=IM_BjzDCDXs  e You Got To Me, entrambe con un ottimo lavoro (come è consuetudine nei dischi dell’artista texano) di chitarre, e sono seguite dai ritmi dettati dal banjo in Ain’t Got A Place https://www.youtube.com/watch?v=UCIXXqbrv9I  e dalla danzante atmosfera country-blues che si respira in She Loves Me, dal “talking-blues” intrigante di How’m I Gonna Find You Now, passando anche per la folk-ballad (marchio di fabbrica dell’autore) These Things I’ve Come To Know. Le narrazioni si semplificano con il country campagnolo di Deaver’s Crossing, per poi proseguire con la dolce e dolente ballata Carlisle’s Haul (con Tench che dispensa sapienti note all’Hammond B3), una southern song come Fargotten Coast con Derek Trucks che si diverte e ci intriga alla “slide”, un’altra ballata cantata à la Lou Reed come la “cinematografica” South Dakota, mentre con Long Island Sound  la mente e la melodia viaggiano verso l’amata Irlanda, con strumentazione del posto e una “pub-gang” alle armonie vocali, terminando la narrazione delle “storie complicate”, con le note acustiche di una Cutter di nuovo con Benmont Tench e la band in gran spolvero, a chiudere un’altro grande disco di McMurtry.

james mcmurtry 1 james mcmurtry 2

James McMurtry, occhiali da professore e cappello da cowboy, con questo Complicated Game rompe un silenzio discografico di circa sette anni, con un ritorno a suoni prevalentemente acustici, con le consuete ballate caracollanti che spaziano tra folk e country, senza dimenticare un pizzico di rock, con le “solite” storie di persone perdenti, confermandosi uno dei più acuti “storytellers” della sua generazione. Forse doveva fare lo scrittore James McMurtry (come voleva la famiglia), ma certamente non occorre essere un cultore del genere “americana”, per apprezzare l’arte del “songwriting” che dispensa questo cantore magnifico della “desolation row” della provincia americana e infatti, non a torto, qualcuno lo ha definito il Dylan del Sud.

Tino Montanari

I “Giochi Complicati” Di Un Poeta Texano ! James McMurtry – Complicated Gameultima modifica: 2015-03-04T10:59:23+01:00da bruno_conti
Reposta per primo quest’articolo