La Più “Bianca” Delle Cantanti Nere Recenti? Shemekia Copeland – Outskirts Of Love

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Shemekia Copeland – Outskirts Of Love – Alligator

Il titolo del Post forse non è accurato al 100%, ma quello giusto lo avevo già utilizzato per il recente album di Amy Helm, “degna figlia di tanto padre”, e quindi ho dovuto ripiegare su quello che leggete, con punto di domanda, che comunque fotografa efficacemente, per quanto parzialmente, i contenuti di questo album, il nono (compresa una antologia) di Shemekia Copeland, che vede il suo ritorno in casa Alligator, dopo due dischi pubblicati per la Telarc, peraltro molto buoni, in particolare l’ultimo 33 1/3, uscito nel 2012, che vedeva anche la partecipazione di Buddy Guy JJ Grey e la produzione di Oliver Wood (dei Wood Brothers, di cui vi segnalo in uscita il 2 ottobre il nuovo album Paradise) che produce anche questo nuovo Outskirts Of Love, che “risponde” al precedente con la presenza come ospiti di Billy Gibbons, Alvin Youngbood Hart Robert Randolph, e tra i musicisti impiegati vede anche Will Kimbrough, Arthur Neilson, Guthrie Trapp Pete Finney a vari tipi di chitarra. Come ricorda il titolo di cui sopra il nuovo CD ha un suono più “bianco”, più rock del penultimo, con la scelta di brani come Jesus Just Left Chicago degli ZZ Top dove Billy Gibbons inchioda un paio di solo che ne testimoniamo la buona forma, in attesa del suo album solista previsto per novembre https://www.youtube.com/watch?v=wc1j5Z7L0bU .

Ma anche una versione molto rootsy, pigra e ciondolante di Long As I Can See Light dei Creedence, e pure una escursione nel puro country, Drivin’ Out Of Nashville, con tanto di pedal steel affidata a Pete Finney, dove Shemekia ci ricorda che il country in fondo è solo il blues con un twang aggiunto, e le chitarre di Will Kimbrough e Guthrie Trapp lo confermano. E pure il poderoso rock-blues ad alto tasso chitarristico che apre l’album, una Outskirts Of Love veramente sontuosa, magnetica e tirata che conferma questo spirito battagliero del disco, come pure la cover di una vecchia canzone di Jesse Winchester Isn’t That So che diventa quasi un brano tra New Orleans sound e i Little Feat più laid-back. E anche l’ottima Crossbone Beach, uno dei tre brani firmati da John Hahn con il produttore Oliver Wood, ha questo drive funky-rock e chitarristico con la steel guitar di Robert Randolph a disegnare le consuete ma sempre impossibili traiettorie sonore https://www.youtube.com/watch?v=5VI6-DAwZUo . Naturalmente sul tutto si erge la magnifica voce di Shemekia Copeland, che la rivista inglese Mojo ha recentemente definito come un incrocio tra Mavis Staples Koko Taylor, e sentendola come non si può non essere d’accordo. Però il soul, il R&B, il gospel e ovviamente il blues non possono mancare: per esempio nel sentito omaggio al babbo Johnny Copeland in una gagliarda cover di un pezzo anni ’80, tratto dai dischi Rounder del genitore (di cui vi consiglio assolutamente il superbo Showdown, il disco registrato con Robert Cray Albert Collins), Devil’s Hand è un pezzo blues sanguigno, con una piccola sezione fiati (in realtà costituita dal solo Matt Glassmeyer), dove Jano Nix oltre che confermarsi eccellente batterista si esibisce con grande perizia anche all’organo Hammond https://www.youtube.com/watch?v=xKQwwQSVetM . The Battle Is Over (But The War Goes On) è un vecchio pezzo di Sonny Terry & Brownie McGhee che riceve un altro trattamento ad alta densità elettrica, con una chitarra che taglia in due la canzone e Shemekia che canta con impeto e passione.

Ottimo anche il duetto con Alvin Youngblood Hart, impegnato sia come seconda voce che come chitarrista in Cardboard Box, un pezzo a firma John Hahn Ian Siegal che è uno di quelli dal suono più autenticamente blues con un flavor sonoro quasi simile ai dischi di Ry Cooder degli anni ’70. I Feel A Sin Coming On ha lo stesso titolo di uno dei recenti brani delle Pistol Annies, ma in effetti è una cover di un magnifico brano deep soul degli anni ’60 di Solomon Burke, di cui mi sono andato a risentire l’originale, e secondo me questa versione di Shemekia è addirittura più bella, con fiati, organo, chitarre e voci di supporto a seguire la Copeland che ci regala una interpretazione vocale di grande intensità. Di Isn’t That So, Long As I Can See Light e di una “minacciosa” Jesus Just Left Chicago abbiamo già detto e non posso che confermare, con una nota di merito per il lavoro quasi certosino della band coordinata da Oliver Wood. A completare l’album rimangono il blues elettrico urbano di Wrapped Up In Love Again, un pezzo di Albert King dove brilla la chitarra dell’ospite Arthur Neilson Lord, Help The Poor And Needy, un gospel-blues semiacustico di Jessie Mae Hemphill, una delle tante blueswomen originarie della zona del Mississippi arrivata alle registrazioni discografiche in età matura, di cui Shemekia Copeland rende con grande partecipazione questo brano dai connotati senza tempo.

Potrei aggiungere “gran bel disco” e consigliarvelo caldamente, cosa che faccio.

Bruno Conti

La Più “Bianca” Delle Cantanti Nere Recenti? Shemekia Copeland – Outskirts Of Loveultima modifica: 2015-09-21T13:44:56+02:00da bruno_conti
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