Il “Solito” Album Di Joe Louis Walker, Quindi Bello! Everybody Wants A Piece

joe louis walker everybody wants a piece

Joe Louis Walker –  Everybody Wants A Piece – Mascot/Provogue 

Joe Louis Walker, nelle biografie più o meno ufficiali, fa risalire l’inizio della sua carriera al 1964-1965, quindi all’età di circa 16 anni (essendo nato il giorno di Natale del 1949 a San Francisco, California), prima nella zona della Bay Area in gruppi locali, poi a contatto con i grandi, soprattutto Mike Bloomfield, insieme al quale forgia una amicizia che durerà fino alla scomparsa di Bloomfield nel 1981, e con cui condividerà anche una stanza negli anni più bui di Mike. Nei primi anni conosce e frequenta pure Hendrix, John Lee Hooker, Mayall, Willie Dixon e moltissimi altri, ma la sua carriera discografica, caratterizzata da una lunga gavetta (come usa nell’ambiente), non decolla fino al 1986 quando pubblica il primo disco. Da allora ha inciso per moltissime etichette, la Hightone all’inizio, poi la Universal quando si chiamava ancora Polygram, la Telarc, la Evidence, la JSP, di nuovo la Hightone, una prima volta con la Provogue, la Stony Plain ed infine la Alligator, dove pubblica gli ultimi due dischi, Hellfire e Hornet’s Nest, probabilmente, a parere di chi scrive, i migliori della sua carriera, entrambi prodotti da Tom Hambridge, che con il suo manipolo di abilissimi musicisti e sessionmen estrae il meglio da JLW, che comunque, bisogna dire, ha sempre mantenuto un livello qualitativo molto elevato in tutta la sua produzione http://discoclub.myblog.it/2014/02/07/nel-nido-del-blues-joe-louis-walker-hornets-nest/ .

Per il ritorno con la Provogue Walker si affida ad un altro produttore (e chitarrista) di vaglia come Paul Nelson, a lungo collaboratore di Johnny Winter nell’ultima parte di carriera, che negli studi Chop Shop di Philadelphia lo affianca con la sua touring band abituale, Lenny Bradford, Byron Cage la sezione ritmica e Phillip Young alle tastiere, con lo stesso Joe impegnato anche all’armonica, oltre che a chitarra e voce, e ancora una volta estrae il meglio dal musicista californiano. Walker, sempre secondo il sottoscritto, con Robert Cray (reduce da un live strepitoso uscito recentemente http://discoclub.myblog.it/2015/09/02/quattro-decadi-del-migliori-blues-contemporaneo-robert-cray-band-4-nights-of-40-years-live/ ) è probabilmente uno dei migliori rappresentanti del cosiddetto “black contemporary blues”, uno stile che ingloba il meglio del Blues del 21° secolo (ma anche di quello precedente): voce potente, duttile ed espressiva al tempo stesso, capace di calarsi anche nei meandri della soul music più raffinata, uno stile chitarristico al tempo stesso aggressivo e ricco di tecnica, con elementi rock e tradizionali che si fondono in un solismo da virtuoso, ricco di feeling, ma capace di sfuriate improvvise e reiterate. Tutti elementi contenuti anche negli undici nuovi brani che compongono questo Everybody Wants A Piece: dalle furiose sferzate chitarristiche dell’iniziale e tirata title-track, con sezione ritmica e organo a seguire in modo quasi telepatico le evoluzioni del leader https://www.youtube.com/watch?v=FOOgJ6Ngcf8 , passando per la claptoniana Do I Love Her, dove Walker sfodera anche una armonica pungente e puntuale, e ancora una Buzz On You dove si vira verso un boogie R&R quasi stonesiano, o meglio ancora alla Chuck Berry che è l’articolo originale, con Young che raddoppia anche al piano.

Non manca Black & Blue, storia di un amore che cade a pezzi raccontata con un tempo incalzante, tra errebi ed eleganti atmosfere sospese che ricordano quelle tipiche del miglior Cray, ma anche le linee sinuose e moderne di Witchcraft, dove la solista di Joe Louis Walker comincia ad affilare gli artigli o le leggere derive hendrixiane di One Sunny Day, dove l’unisono voce-chitarra ricorda echi del grande Jimi https://www.youtube.com/watch?v=iF_RLwyMYYI . Ottimo anche il lungo strumentale Gospel Blues, un classico slow, dove la chitarra di Walker si avventura in tematiche care a Ronnie Earl, con un brano che è un giusto mix di tecnica sopraffina, feeling a palate e folate di grinta, un solo che avrebbe incontrato l’approvazione del vecchio amico Mike Bloomfield. E niente male anche il gospel soul dal profondo Sud di una ritmata Wade In The Water, così come pure il R&B fiatistico alla Sam & Dave della coinvolgente Man Of Many Words, con la chitarra comunque sempre pronta per improvvisazioni di grande spessore tecnico https://www.youtube.com/watch?v=YC9kRzEHJ18 . Gli ultimi due brani sono quelli più vicini al blues classico, Young Girls Blues è un tirato shuffle Chicago style, con pianino inevitabile di supporto, mentre per la conclusiva 35 Years Old JLW rispolvera l’armonica a bocca e aggiunge anche una slide malandrina che alza la quota di sonorità più vicine alle migliori tradizioni delle 12 battute. Quindi nuova etichetta ma per fortuna vecchio Joe Louis Walker, cioè ottimo, anche se i due dischi precedenti si fanno ancora preferire, di poco!

Bruno Conti

Il “Solito” Album Di Joe Louis Walker, Quindi Bello! Everybody Wants A Pieceultima modifica: 2015-10-13T08:30:09+02:00da bruno_conti
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