Altre Ristampe In Uscita A Marzo. Janis Joplin, Jeff Buckley, Leslie West Mountain, Motortown Revue In Paris, Yardbirds

janis little girl bluejanis little girl blue dvd

 

Tra una recensione e l’altra, ancora qualche anticipazione sulle principali ristampe del mese di marzo, dopo i cofanetti passiamo alle uscite singole (e un paio di doppi). Senza dimenticare che al 25 marzo uscirà anche un album “nuovo” curato dalla famiglia di Jeff Healey Heal My Soul, ma visto che di quello ho già preparato la recensione, poi la leggerete più avanti il mese prossimo. Per il momento partiamo con questa ulteriore antologia dedicata a Janis Joplin, si tratta della colonna sonora sul documentario dedicato alla vita della cantante texana (quelli che parlano bene dicono docufilm, ma il termine è veramente brutto): si intitola Little Girl Blue e ripercorre la breve vita di quella che è stata senz’altro una delle più grandi cantanti rock della storia (forse la più grande), una delle appartenenti al Club 27, scomparsa il 4 ottobre del 1970, L’ultima volta le avevo dedicato un Post in occasione della pubblicazione di questo live “inedito” http://discoclub.myblog.it/2012/01/07/ma-allora-ditelo-big-brother-and-the-holding-company-featuri/ al Carousel Ballroom, ora tocca alla colonna sonora che uscirà il 4 marzo su Sony Legacy, mentre il DVD e il Blu-Ray sono annunciati per il 4 Maggio.

Questo il contenuto, con qualche rarità, ma zero inediti:

1. Careless Love Janis Joplin (from: Janis Early Performances)
2. Down On Me Big Brother & The Holding Company (from: Big Brother & The Holding Company)
3. Women Is Losers Big Brother & The Holding Company) (from: Janis Boxset)
4. Ball And Chain Big Brother & The Holding Company (recorded live at the Monterey Pop Festival June 17, 1967)
5. Piece of My Heart Big Brother & The Holding Company (Live at the Generation Club April 1968, previously unreleased as audio only)
6. Catch Me Daddy Big Brother & The Holding Company (recorded live at the Grande Ballroom, Detroit March 2, 1968; from: Cheap Thrills Expanded Edition)
7. Magic Of Love Big Brother & The Holding Company (recorded live at the Grande Ballroom, Detroit March 2, 1968; from: Cheap Thrills Expanded Edition)
8. Summertime Big Brother & The Holding Company (from: Cheap Thrills)
9. Raise Your Hand Janis Joplin with the Kozmic Blues Band (recorded live in Frankfort, West Germany April 12, 1969; from: Farewell Song)
10. Maybe Janis Joplin (from: I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama!)
11. Work Me, Lord Janis Joplin (recorded live at the Woodstock Music & Art Fair August 17, 1969)
12. Trust Me Janis Joplin & The Full Tilt Boogie Band (from: Pearl)
13. Cry Baby Janis Joplin (recorded live in Calgary during the Festival Express Tour July 4, 1970; from: Pearl Expanded Edition)
14. Tell Mama Janis Joplin (recorded live in Calgary during the Festival Express Tour July 4, 1970; from: Pearl Expanded Edition)
15. Get It While You Can Janis Joplin & The Full Tilt Boogie Band (from: Pearl)
16. Me And Bobby McGee Janis Joplin & The Full Tilt Boogie Band (from: Pearl)
17. Little Girl Blue Janis Joplin (from: I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama!)

jeff buckley you and I

Sempre parlando di famiglie che si occupano degli archivi musicali dei loro cari, questa volta vengono pubblicate le cosiddette “Addabbo Sessions” una serie di registrazioni considerate come il Sacro Graal del materiale inedito di Jeff Buckley. Escono il giorno 11 marzo su Columbia/Legacy e il contenuto del CD è il seguente:

1. Just Like A Woman (Bob Dylan cover)
2. Everyday People (Sly & The Family Stone cover)
3. Don’t Let The Sun Catch You Cryin’ (Louis Jordan cover)
4. Grace (original)
5. Calling You (Jevetta Steele cover)
6. Dream Of You And I (original)
7. The Boy With The Thorn In His Side (The Smiths cover)
8. Poor Boy Long Way From Home (Bukka White cover)
9. Night Flight (Led Zeppelin cover)
10. I Know It’s Over (The Smiths cover)

leslie west mountain

Leslie West Mountain sarebbe il primo album solista del grande chitarrista newyokese, ma per molti, me compreso, in effetti è il primo album come band. Ora la Repertoire ne (ri)pubblica una nuova versione remastered, con quattro bonus e due singoli, oltre ad un libretto di 16 pagine con le note scritte dallo stesso West. la data di uscita prevista è il 18 marzo:

1. Blood Of The Sun
2. Long Red
3. Better Watch Out
4. Blind Man
5. Baby I’m Down
6. Dreams Of Milk And Honey
7. Storyteller Man
8. This Wheels On Fire
9. Look To The Wild
10. Southbound Train
11. Because You Are My Friend
Bonus Tracks:
12. Dreams Of Milk And Honey
13. This Wheels On Fire
14. Long Red
15. Blood Of The Sun

motortown revue live in paris motortown revue collection box

Della Stax sono uscite in passato varie testimonianze delle cosiddette “Revue”, cioé di quelle carovane di musicisti che giravano il mondo per promuovere dal vivo la musica della loro  etichetta. Anche la Tamla-Motown faceva lo stesso, ma a parte quel cofanetto molto costoso di 4 CD che vedete sopra, pubblicato dalla Hip–o-Select nel 2006 e chi trova ancora a cifre non proibitive, ma certo non per le tasche di tutti, non era mai stata creata una uscita dedicata ad uno spettacolo ad hoc. Ora il gap viene chiuse con l’uscita di questo album doppio Motortown Revue Live In Paris che verrà pubblicato dalla Tamla Uk, quindi Universal, il 25 marzo, al prezzo di un singolo CD o poco più. Con tutta l’esibizione parigina del 1965, compresi 12 brani non usciti nella versione in vinile del tempo. è un cosiddetto “must have”. Basta leggere i nomi e i titoli delle canzoni:

[CD1]
1. Introduction / Motortown Revue In Paris – Harold Kay
2. All For You – Earl Van Dyke Sextet
3. See See Rider – Earl Van Dyke Sextet
4. Too Many Fish In The Sea – Earl Van Dyke Sextet
5. Heat Wave (Including Introduction) – Martha & The Vandellas
6. Wild One – Martha & The Vandellas
7. If I Had A Hammer – Martha & The Vandellas
8. Nowhere To Run – Martha & The Vandellas
9. Dancing In The Street – Martha & The Vandellas
10. Jazz-Blues Instrumental – Stevie Wonder
11. Make Someone Happy – Stevie Wonder
12. High Heel Sneakers – Stevie Wonder
13. Funny (How Time Slips Away) – Stevie Wonder, Clarence Paul
14. Fingertips – Stevie Wonder

[CD2]
1. Introduction / Motortown Revue In Paris – Various Artists
2. All About My Girl – Earl Van Dyke Sextet
3. Too Many Fish In The See (Alt. Version) – Earl Van Dyke Sextet
4. Soul Stomp – Earl Van Dyke & The Soul Brothers
5. Come See About Me – The Supremes
6. Baby Love – The Supremes
7. People – The Supremes
8. Somewhere – The Supremes
9. Stop! In The Name Of Love – The Supremes
10. You’re Nobody ‘Til Somebody Loves You – The Supremes
11. Shake – The Supremes
12. I Gotta Dance To Keep From Crying – The Miracles
13. That’s What Love Is Made Of – The Miracles
14. Wives And Lovers – The Miracles
15. Ooo Baby Baby – The Miracles
16. Come On Do The Jerk – The Miracles
17. Mickey’s Monkey – The Miracles

yardbirds roger the engineer

Altro album che è stato ristampato decine di volte, questa volta esce per l’edizione del 50°, in doppio CD, sempre su Repertoire, e se ve lo siete perso le altre volte sarà il caso di acquistarlo, imperdibile. Si tratta di quello che viene considerato il capolavoro assoluto degli Yardbirds di Jeff Beck (e per usare un eufemismo “anche gli altri non erano male”): conosciuto come Yardbirds ma anche Roger The Engineer era l’unico disco del gruppo nato non come una raccolta di singoli ma come un album compiuto. Questa edizione contiene la versione Mono, quella Stereo e undici bonus tracks, tra cui i tre pezzi in cui suonano insieme Jeff Beck Jimmy Page:

[CD1]
The Mono Album:
1. Lost Woman
2. Over,Under,Sideways,Down
3. The Nazz Are Blue
4. I Can’t Make Your Way
5. Rack My Mind
6. Farewell
7. Hot House Of Omagararshid
8. Jeff’s Boogie
9. He’s Always There
10. Turn Into Earth
11. What Do You Want
12. Ever Since The World Began
Bonus Tracks – The Yardbirds 1966 Mono Recordings:
13. Happenings Ten Years Time Ago
14. Psycho Daisies
15. Stroll On
Bonus Tracks – Keith Relf 1966 Solo Recordings:
16. Mr. Zero
17. Knowing
18. Shapes In My Mind
19. Blue Sands
20. Shapes In My Mind (Alternate Version)

[CD2]
The Stereo Album:
1. Lost Woman
2. Over,Under,Sideways,Down
3. The Nazz Are Blue
4. I Can’t Make Your Way
5. Rack My Mind
6. Farewell
7. Hot House Of Omagararshid
8. Jeff’s Boogie
9. He’s Always There
10. Turn Into Earth
11. What Do You Want
12. Ever Since The World Began
Bonus Tracks – The Yardbirds 1966 Stereo Recordings:
13. He’s Always There (Alternate Version)
14. Turn Into Earth (Alternate Version)
15. I Can’t Make Your Way (Alternate Version)

Esce il 18 marzo.

Anche per oggi that’s all folks, alla prossima!

Bruno Conti

Per Amanti Di Un Pop Raffinato E Fruibile Al Tempo Stesso! Lake Street Dive – Side Pony

lake street dive side pony

Lake Street Dive – Side Pony – Nonesuch/Warner

Il disco precedente mi era piaciuto parecchio http://discoclub.myblog.it/2014/03/12/raffinato-quartetto-che-voce-la-ragazza-lake-street-dive-bad-self-portraits/ e sottoscrivo tutto quello che avevo detto, anzi se lo non avessi già usato utilizzerei lo stesso titolo. Questo nuovo Side Pony, a grandi linee, replica il sound e i contenuti di Bad Self Portraits: però c’è una nuova etichetta, un nuovo produttore, il Re Mida degli ultimi anni, Dave Cobb, per la prima volta alle prese con uno stile che non affonda le sue radici nel country, nel rock e nel southern, ma che contiene molta musica con derivazioni soul, peraltro decisamente diverse da quelle presenti nel disco di un altro cliente di Cobb, ovvero Anderson East. Dove in quel disco trovavamo una voce profonda e matura, a dispetto dell’età, e con molti richiami al sound Stax e deep soul in generale, in questo album dei Lake Street Dive ne abbiamo una femminile, Rachael Price, dal contralto puro, con toni jazzati, in questo caso sfumati verso un tipo soul più “lavorato” e di epoca tarda, Philly Sound, Motown, le prime propaggini della disco, quando era ancora funky o Blaxploitation, uniti ad una passione sfrenata per il pop raffinato dei Beatles, lato McCartney, le cantautrici primi anni ’70, Nyro, Simon, Carole King e anche le armonie vocali dei Beach Boys o dei Mamas And Papas. Ho letto un paio di recensioni non entusiastiche per Side Pony ( che sarebbe poi la pettinatura a coda di cavallo laterale che sfodera la bassista Bridget Kearney sulla copertina del disco), qualcuno che non ha apprezzato il pop “stiloso” e forse leggerino della band, ma per il resto c’è stata una unanimità di giudizi estremamente positivi a cui mi accodo.

Anche questo tipo di musica ha i suoi aficionados e non è detto che si debbano fare per forza, rock, country, blues, folk, roots music o Americana per essere apprezzati, pure la musica pop, se ben realizzata, non è un’anatema per chi ama il rock inteso nella sua accezione più ampia, lasciando da parte le “musicacce” orribili e ormai standardizzate (i.e. tutte uguali tra loro) che appestano, con qualche eccezione, le classifiche e le radio, chi le ama continui ad ascoltarle, noi (inteso come Blog, e anche la rivista dove scrivo),  cerchiamo di rivolgerci ad un altro tipo di pubblico, più ristretto per ovvi motivi, ma non per questo meno significativo, gli amanti della buona musica, che non sono molto serviti da stampa e mezzi di comunicazione. Ma torniamo al disco: troviamo dodici brani, tutti scritti dai componenti della band fondata a Boston, Massachusets nel 2004, ma provenienti da Minneapolis ed ora residenti a New York. Per completare questo ecumenismo di diverse città, il disco è stato inciso negli studi Sound Emporium di Nashville, dove opera il produttore Dave Cobb, che per l’occasione ha invitato i musicisti ad un approccio diverso dal solito, proponendo ai componenti del gruppo di presentarsi alle sessioni di registrazione solo con brani in embrione, non completi, da sviluppare: idee, spunti, da cui improvvisare ed ottenere delle canzoni finite. Mi sembra che il metodo abbia funzionato e nell’album troviamo molti generi diversi, dove la voce della Price, che è comunque la stella polare del gruppo, è stata inserita, lei consenziente, in un un sound d’assieme variegato e dove tutti i componenti dei Lake Street Dive hanno il giusto spazio.

Così nel CD troviamo il soul-pop incalzante dell’iniziale Godawful Things, scritta dal chitarrista e tastierista Mike “McDuck” Olson, con i complessi intrecci vocali del quartetto subito in evidenza e continui cambi di tempo, mentre in Close To Me, firmata dal batterista Michael Calabrese, ci sono incontri ravvicinati tra un sound di chitarra che rimanda ai Beatles di Abbey Road, unito al classico genere raffinatissimo del gruppo, che per certi versi può rimandare alla musica della migliore Carole King. In Call Off Your Dogs, dalla penna della bassista Bridget Kearney, ci si trova di nuovo immersi in un suono inizio anni ’70 che profuma di Tamla Motown e Philly Sound, divertente, forse “stupidino” ma comunque delizioso. Spectacular Failure è un pop-rock di perfetta fattura, tra chitarre, fiati aggiunti e ritmica serrata, oltre a quelle voci incredibili; con I Don’t Care About che sembra nuovamente un pezzo dei Beatles, ma cantato da Mama Cass dei Mamas And Papas, per l’occasione nelle vesti dell’eccellente Rachael Price e qualche evoluzione vocale alla Beach Boys. So Long viceversa è una bella ballata, soffice e morbida, quasi alla Burt Bacharach.

How Good It Feels è un pezzo tra blues e soul, ancora una volta cantato veramente bene dalla Price, con la sua voce duttile in grado di districarsi in tutti i diversi stili che compongono la tavolozza di colori del gruppo, in questo caso con organo e chitarra in primo piano, in Side Pony, la title-track, un jazzy pop-soul sempre in punta di ugola, per poi lanciarsi in Hell Yeah, che suona come avrebbero potuto fare i B-52’s se avessero avuto una cantante brava come Rachael, anche con vaghi retrogusti psych-soul-garage. Rachael Price che firma un unico brano nel CD, Mistakes, quello con i tratti sonori più jazzati, quasi da light crooner, con il suo contralto delizioso che veleggia sul tappeto sonoro della canzone, dove una “sontuosa” tromba suonata da Olson, aggiunge un tocco di gran classe, sempre con armonie vocali cesellate tra jazzy pop e soul. Non manca neppure il blaxploitation sound di una Can’t Stop che sembra uscire da una vecchia pellicola anni ’70 con Pam Grier o da qualche remake di Quentino Tarantino. Si finisce con il quinto e ultimo contributo compositivo di Bridget Kearney, la più prolifica della band, una Saving All My Sinning, ennesimo brano pop-rock dove la voce della Price assume tonalità non dissimili da quelle da Tony Childs (l’avevo detto per il disco precedente e anche in questo caso mi ripeto)), per quello che è comunque globalmente uno sforzo di gruppo di tutta la band, ma si regge soprattutto sulla vocalità della suddetta Rachael.

Bruno Conti 

Colonna Sonora Da “Oscar” Per Un Videogioco, Ma Anche Un Bel Live! Chuck Ragan

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Chuck Ragan – The Flame In The Flood – Ten Four Records

Chuck Ragan And The Camaraderie – The Winter Haul Live – Ten Four Records

Puntuali come sempre torniamo a parlare di un beniamino di questo Blog http://discoclub.myblog.it/2011/10/11/anche-questo-e-bravo-chuck-ragan-covering-ground1/ e http://discoclub.myblog.it/2014/04/15/americana-sera-bel-tempo-si-spera-chuck-ragan-till-midnight/ , Chuck Ragan, e l’occasione ci viene data dalla recente uscita quasi contemporanea di questi due CD (acquistabili purtroppo solo per il download o a richiesta in CDR): The Flame In The Flood, colonna sonora di un videogioco post-apocalittico https://www.youtube.com/watch?v=kNm0u_XxHJ4 , e The Winter Haul Live, un concerto dal vivo tratto dall’ultimo tour invernale. Altri, prima di lui, come per esempio Beck e Paul McCartney, si erano cimentati in questa curiosa operazione (ricordando comunque che questo videogioco viene finanziato da una ambiziosa campagna di Kickstarter), e Ragan. per non essere da meno, chiama a raccolta la sua attuale band The Camaraderie,,con il bravissimo Todd Beene dei Lucero alla pedal steel, e come ospiti Jon Snodgrass (dei Drag The River), Adam Faucett, Fearless Kin e il collega cantautore Cory Branan, per dieci brani di pura “alt-americana”.

Il “gioco”, in tutti i sensi, si apre con la title track The Flame In The Flood, con le armonie dei Fearless Kin e il violino di Jon Gaunt in evidenza, a cui fanno seguito il country cadenzato di Gathering Wood, gli arpeggi di chitarra di una strumentale In The Eddy, una grintosa Loup Garou cantata in coppia con Adam Faucett, passando per un altro struggente brano strumentale come Spanish Moss, dove torna protagonista il violino di Gaunt (anche autore del brano). Dopo una breve pausa il gioco si anima vieppiù con il veloce bluegrass di una grintosa Landsick, mentre una dolce armonica introduce e accompagna River And Dale, seguita da una ballata malinconica come Cover Me Gently in duetto con Jon Snodgrass, una lacerante (solo chitarra e voce) Long Water, andando a chiudere il gioco con il folk rock di una What We Leave Behind, accompagnata da buone armonie vocali.

Con The Winter Haul Live, Chuck Ragan e il suo formidabile gruppo i Camaraderie composto da Joe Ginsberg al basso, Todd Beene alla pedal steel e percussioni, David Hidalgo Jr. (chi sarà il babbo?) alla batteria e Jon Gaunt al violino, ripercorrono il repertorio di Chuck in forma elettro-acustica, con una serie di brani registrati nelle varie tappe del suo ultimo tour invernale dello scorso anno. La partenza è come al solito fulminante, con un’accoppiata Vagabond e Revved riprese dall’ultimo album in studio Till Midnight (14), come le seguenti potenti Something May Catch Fire (con una sezione ritmica granitica), Bedroll Lullaby (con armonica e violino in spolvero) e la ritmata You And I Alone, mentre dal magnifico Covering Ground (11) il buon Cuck ridà vita ad una ballata sofferta e rabbiosa come You Get What You Give, il folk country di Nothing Left To Prove, una accelerata “road song” come Nomad By Fate (perfetta da suonare nei pub e locali americani), e una lenta Right As Rain dove il violino lacerante di Gaunt accompagna il vocione di Ragan. Dopo una The Flame In The Flood presentata in anteprima dal vivo, e la volta di Symmetry e The Boat recuperate dal suo disco d’esordio Feast Or Famine (07), ed è un peccato che dal bellissimo Gold Country (10) viene estrapolato solamente l’alternative-country di Rotterdam.

Con questi due lavori continua il percorso artistico di Chuck Ragan, un songwriter che in una carriera quasi decennale è riuscito a creare un suo “sound” personale, che fa leva sulla chitarra acustica e su una voce sporcata probabimente da mille sigarette ed ettolitri di Bourbon, un vero talento che insieme con il suo collaboratore storico Jon Gaunt e l’attuale gruppo, dà il meglio di sé nelle “performance” live dove è impossibile non muovere i piedini e (forse) ballare sui tavoli. Per chi scrive, assieme a The White Buffalo (i punti in comune sono molti) e Israel Nash Gripka, sono tra coloro che fanno la miglior musica di questo genere in circolazione, e in un certo senso condividere le canzoni di questi signori è come scoprire il Santo Graal!

Tino Montanari

Tra Rock E Blues Con Buoni Risultati. Supersonic Blues Machine – West Of Flushing South Of Frisco

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Supersonic Blues Machine – West Of Flushing South Of Frisco – Mascot/Provogue 

Ormai la Mascot/Provogue sta diventando una sorta di leader in quel settore di musica che sta tra il rock e il blues, con un roster di artisti che include Bonamassa e Robert Cray, passando per Kenny Wayne Shepherd, Leslie West, Robben Ford, Sonny Landreth, Joe Louis Walker, Walter Trout, Warren Haynes, ma anche gruppi come JJ Grey & Mofro e Indigenous e moltissimi altri che non stiamo a ricordare: l’etichetta olandese è diventata una sorta di mecca mondiale per questo tipo di musica, dove si spazia anche in generi diversi ma, bene o male, la chitarra è quasi sempre lo strumento dominante. Alla lunga lista si aggiungono ora anche i Supersonic Blues Machine, un nuovo trio di power rock-blues che vede Lance Lopez alla chitarra e alla voce (autore di alcuni ottimi album proprio di rock-blues, in studio e dal vivo, di cui mi ero occupato in passato, e che non pubblicava nulla dal 2011 http://discoclub.myblog.it/2011/12/13/il-ritorno-della-personcina-lance-lopez-handmade-music/ e che nella recensione originale, nella fretta, ho pervicacemente chiamato Vance ), Fabrizio Grossi, bassista, produttore e ingegnere del suono, nato a Milano, ma che vive negli Stati Uniti da tempo, prima a New York e ora a Los Angeles, musicalmente più vicino all’hard & heavy, e Kenny “Pestaduro” Aronoff, uno dei migliori batteristi rock attualmente in circolazione, basta ricordare le sue collaborazioni con John Mellencamp e John Fogerty, ma ha suonato praticamente con tutti.

Stranamente l’idea del progetto, a ovest di New York e a sud di San Francisco, come ricorda il titolo, nasce da Grossi, che oltre agli inizi da metallaro ha sempre coltivato una passione per il blues, il quale ha chiamato Lance Lopez, nativo della Louisiana, ma di chiara scuola texana e Kenny Aronoff, che aveva già suonato con lui insieme a Steve Lukather dei Toto. Naturalmente poi, come è politica della Mascot, sono stati chiamati altri ospiti di pregio per insaporire il menu di questo West Of Flushing South Of Frisco: Billy Gibbons, Warren Haynes, Chris Duarte, Eric Gales, Walter Trout e Robben Ford, tutti praticanti dell’arte della chitarra solista. Il risultato finale è diciamo alquanto “duretto”, con qualche eccezione, ma potremmo definire lo stile di questi Supersonic Blues Machine come “heavy blues”, più dalle parti del Bonamassa hard che di quello di Muddy Wolf, per intenderci. Lance Lopez è un ottimo solista, scuola Stevie Ray Vaughan, ma grande appassionato pure di Hendrix, e con una voce che ricorda molto Popa Chubby. Eppure il disco parte con la slide acustica e l’armonica dell’iniziale Miracle Man, un pezzo che con il blues ha più di una parentela, ma quando entra la batteria di Aronoff si capisce subito che non si faranno prigionieri, anche se il brano rimane in un bilico elettroacustico interessante, ravvivato dalle fiammate della solista di Lopez. I Ain’t Falling Again gira subito verso un classico hard-rock targato anni ’70, con coretti che cercano di dare una patina radiofonica alla musica del trio. Running Whiskey, scritta da Grossi, Tal Wilkenfeld (ve la ricordate? Era la bravissima bassista australiana che ha accompagnato Jeff Beck qualche anno fa) e Billy Gibbons, è cantata proprio dal leader degli ZZ Top ed è un classico boogie-rock nello stile del trio texano, con il barbuto impegnato a scambiare riff e sciabolate chitarristiche con Lopez, mentre un indaffaratissimo Aronoff tiene i ritmi a livelli poderosi.

Remedy, firmata dal gruppo con l’aiuto di Warren Haynes, è una bella hard ballad di stampo sudista, con l’ex Allman che aggiunge la sua solista alle procedure con eccellenti risultati. Bone Bucket Blues, è un solido blues-rock che va di slide e armonica, tirato il giusto, con la voce roca di Lopez e la sua solista a tessere le file del sound, che si ammorbidisce nuovamente per Let It Be, uno slow vagamente hendrixiano che ci permette di gustare un ennesimo eccellente solo di Lance, mentre anche un organo contribuisce a colorare il suono (non so dirvi chi lo suona, non ho le note dell’album). That’s My Way è il duetto con Chris Duarte, un grintoso blues-rock texano, energico, ma senza esagerare, anche se i coretti che ogni tanto ammorbano le canzoni non sempre sono di mio gradimento, ma è un piccolo difetto. Ain’t No Love (In The Heart Of City), è un blues lento di quelli classici, mentre Nightmares And Dreams, la collaborazione con il vecchio amico di Lopez, Eric Gales, è un’altra cavalcata chitarristica in ambito blues-rock e Can’t Take It No More, il duetto con Walter Trout, un altro blues dalle atmosfere ricercate e sognanti. Whiskey Time è la ripresa, con la coda strumentale aggiunta, di Running Whiskey. Molto bella la dolce Let’s Call It A Day, un duetto tra le soliste abbinate di Robben Ford e Lance Lopez, che poi lascia spazio al funky-rock della conclusiva Watchagonnado. In definitiva meno duro di quanto mi era apparso ad un primo ascolto, ovviamente indicato per chi ama il guitar rock. Esce il 26 febbraio,

Bruno Conti

Alcuni Cofanetti, Passati, Presenti E Futuri. Psych Box, George Fest, Todd Rundgren, April Wine, Alex Harvey & Elvis Presley

psych box cleopatra 5 cd

Ultimamente stiamo cercando di recensire la maggior parte delle uscite più importanti ed interessanti (o almeno quelle che riteniamo tali) ma la rubrica delle segnalazioni sulle uscite discografiche future è sempre pronta in agguato, basta che trovi il tempo di occuparmene: oggi vi segnalo alcuni box, uno già uscito, un paio imminenti e tre in uscita verso la metà di marzo.

PsychBox-exploded

Partiamo con quel Psych Box della Cleopatra Records che vedete effigiato ad inizio Post e qui sopra: si tratta di un cofanetto da 5 CD + un 45 giri, uscito negli Stati Uniti il 12 febbraio e di prossima pubblicazione sul mercato europeo. Come molti prodotti della Cleopatra è “strano” (come sapete non sempre approvo le uscite dell’etichetta  californiana, soprattutto nell’ambito dei tributi, ma nel reparto ristampe spesso ci sanno fare), in quanto si tratta di una raccolta dedicata alla musica psichedelica, settore dove esistono già centinaia di compilations uscite nel corso degli anni, ma questa ha la particolarità di contenere materiale, oltre che del passato, anche più recente, o addirittura del presente, sia di provenienza americana, come inglese, ed anche europea. Ovviamente, trattandosi di una proposta della Cleopatra alcune scelte sono da prendere con le pinze, comunque nell’insieme il contenuto è più che interessante, come potete verificare dalla lista che leggete qui sotto:

[CD1]
1. The Brian Jonestown Massacre – Going To Hell
2. The Black Angels – Soul Kitchen
3. The Legendary Pink Dots – Damien
4. A Place To Bury Strangers – Sunbeam
5. The Warlocks – You Destroy
6. Hawkwind – Opa-Loka
7. Absolutely Free – Vision’s
8. The Movements – Great Deceiver
9. Chrome – Meet You In The Subway
10. Nikola Tesla & Thee Coils – Sweet Rays
11. Rotten Mangos – Tent Rentals
12. The Thunderbeats – Something Inside Me
13. The Third Sound – For A While
14. Sula Bassana – Lost In Space
15. Brainticket – Black Sand

[CD2]
1. Wild Style Lion – Love Was In Me feat. Kim Gordon
2. The May Company – Wrap Around Porch
3. The See See – Big Bad Storm
4. The Syn – 14 Hour Technicolour Dream
5. Sons of Hippies – Mirrorball
6. The Deviants – Jamie’s Song
7. Cambrian Explosion – The Sun
8. Surprise Party – Cut Me
9. Siena Root – In My Kitchen
10. The Spyrals – Sunflower Microphone
11. Studio 69 – Il Est Juste La
12. The Litter – Action Woman
13. Las Brujas – Sweaty Windows
14. Jovontaes – Forever
15. Spindrift – Red Reflection
16. Dum Dum Girls – Letter To Hermione

[CD3]
1. Nico – All Tomorrow’s Parties
2. Bonfire Beach – Black Tinted Moonlight
3. The Fresh & Onlys – In The Light
4. The Altered Hours – Smoke Your Eyes
5. Femme Accident – Everything Goes Wrong
6. The Ones – Lady Greengrass
7. Tales Of Murder And Dust – Laid Bare
8. Dead Meadow – The Crystal Ship
9. The Sonic Dawn – Japanese Hills
10. MC5 – Gold
11. Tashaki Miyaki – Take It Or Leave It
12. Holy Wave – Do You Feel It
13. The Tulips – Winter Winds
14. Fade In Mona Lisa – Green Carnations
15. Electric Moon – Spaceman

[CD4]
1. Magic Wands – Jupiter
2. Nektar – It’s All In The Mind
3. The Chocolate Watchband – No Way Out
4. Brujas Del Sol – Occultation
5. Calliope – Iron Hand
6. Energy 2000 – Zodiacal Light
7. The Floormen – The Place Where The Flat Things Are
8. The Striped Bananas – Dark Peace
9. Indian Jewelry – Kashmir
10. Wight Lhite – Close To Odd
11. Surly Gates – Under Your Tongue
12. Aqua Nebula Oscillator – Innocent Tu Seras Incandescent
13. Pink Velvet – Allez prenons un autre verre
14. The Crazy World Of Arthur Brown – Devil’s Grip
15. Black Delta Movement – MacBeth
16. Aura Blaze – A Glass Of Tears Half Empty

[CD5]
1. Iron Butterfly – Possession (Original 7″ Version)
2. The Fuzztones – Hallucination Generation
3. Allah-Las – Stoned
4. Love, Hippies & Gangsters – This Is What We Want
5. onYou – National Strings Attached
6. Secret Colours – Get To The Sun
7. The Vacant Lots – Julia
8. Black Moon Circle – The Machine On The Hill
9. Ttotals – Life Thus Far Out
10. Nik Turner – Time Crypt
11. Shuggie Otis – Ice Cream Party (Instrumental)
12. Kim Fowley – The Trip
13. Landskap – South Of No North
14. The Lucid Experiment – She’s My Melody
15. The Raveonettes – The End

[7-Inch]
1. Flashing Lights – Jimmy Page with Screaming Lord Sutch
2. Timothy Leary – What Are Psychedelic Drugs?

Moltissimi dei nomi sono veramente “oscuri”, alcuni discutibili, ma gli appassionati del genere avranno di che gioire, come pure i collezionisti per quel singolo dai contenuti assai rari.

george fest box

Il 28 settembre del 2014 un gruppo di musicisti (e non solo) si è riunito al Fonda Theater di Los Angeles per commemorare la figura e la musica di George Harrison. Prodotto dal figlio Dhani Harrison e da David Zonshine il concerto sarà disponibile da domani 26 febbraio (un giorno prima del suo 73° compleanno che sarebbe stato oggi, ma si sa che le uscite discografiche sono tassative); verrà pubblicato in varie configurazioni  2xCD/DVD, 2xCD/Blu-Ray, 3xLP (180 gram), oltre all’immancabile download, e anche se al concerto hanno partecipato molti nomi interessanti, comunque non si avvicina neanche lontanamente al bellissimo Concert For George, un tributo uscito nel lontano 2003, uno dei più belli di tutti i tempi, ancora oggi fantastico da risentire (se vi manca cercatelo)!

Non ho ancora visto, né sentito questo nuovo progetto (a parte alcuni video disponibili in rete), che viene pubblicato dalla Hot Records, Vagrant negli States e Bmg/Sony in Europa, ma dubito, leggendo il nome dei partecipanti, che possa superare quello che vedete qui sopra, però ci sono molti motivi di interesse visto che le canzoni sono così belle, in ogni caso ecco la lista completa:

Tracklist
[CD1]
1. Introduction
2. Old Brown Shoe (Conan O’Brien)
3. I Me Mine (Britt Daniel from Spoon)
4. Ballad of Sir Frankie Crisp (Let It Roll) (Jonathan Bates feat. Dhani Harrison)
5. Something (Norah Jones)
6. Got My Mind Set On You (Brandon Flowers from The Killers)
7. If Not For You (Heartless Bastards)
8. Be Here Now (Ian Astbury from The Cult)
9. Wah-Wah (Nick Valensi from The Strokes)
10. If I Needed Someone (Jamestown Revival)
11. Art of Dying (Black Rebel Motorcycle Club)
12. Savoy Truffle (Dhani Harrison)
13. For You Blue (Chase Cohl)
14. Beware of Darkness (Ann Wilson)

[CD2]
1. Let It Down (Dhani Harrison)
2. Give Me Love (Give Me Peace On Earth) (Ben Harper)
3. Here Comes The Sun (Perry Farrell from Jane’s Addiction)
4. What Is Life (“Weird Al” Yankovic)
5. Behind That Locked Door (Norah Jones)
6. My Sweet Lord (Brian Wilson)
7. Isn’t It A Pity (The Black Ryder)
8. Any Road (Butch Walker)
9. I’d Have You Anytime (Karen Elson)
10. Taxman (Cold War Kids)
11. It’s All Too Much (The Flaming Lips)
12. Handle With Care (Brandon Flowers, Britt Daniel, Dhani Harrison, Jonathan Bates, Wayne Coyne, and Weird Al Yankovic)
13. All Things Must Pass (Ann Wilson, Dhani Harrison, Karen Elson and Norah Jones)

[DVD or Blu-ray]
1. Introduction
2. Old Brown Shoe (Conan O’Brien)
3. I Me Mine (Britt Daniel from Spoon)
4. Ballad of Sir Frankie Crisp (Let It Roll) (Jonathan Bates feat. Dhani Harrison)
5. Something (Norah Jones)
6. Got My Mind Set On You (Brandon Flowers from The Killers)
7. If Not For You (Heartless Bastards)
8. Be Here Now (Ian Astbury from The Cult)
9. Wah-Wah (Nick Valensi from The Strokes)
10. If I Needed Someone (Jamestown Revival)
11. Art of Dying (Black Rebel Motorcycle Club)
12. Savoy Truffle (Dhani Harrison)
13. For You Blue (Chase Cohl)
14. Beware of Darkness (Ann Wilson)
15. Let It Down (Dhani Harrison)
16. Give Me Love (Give Me Peace On Earth) (Ben Harper)
17. Here Comes The Sun (Perry Farrell from Jane’s Addiction)
18. What Is Life (“Weird Al” Yankovic)
19. Behind That Locked Door (Norah Jones)
20. My Sweet Lord (Brian Wilson)
21. Isn’t It A Pity (The Black Ryder)
22. Any Road (Butch Walker)
23. I’d Have You Anytime (Karen Elson)
24. Taxman (Cold War Kids)
25. It’s All Too Much (The Flaming Lips)
26. Handle With Care (Brandon Flowers, Britt Daniel, Dhani Harrison, Jonathan Bates, Wayne Coyne, and “Weird Al” Yankovic)
27. All Things Must Pass (Ann Wilson, Dhani Harrison, Karen Elson and Norah Jones)

todd rundgren complete bearsville

Todd Rundgren è stato, ed è, uno degli “unsung heroes” del rock americano, un piccolo genio della musica a stelle e strisce autore di alcuni album, da solo o con gli Utopia, ancora oggi memorabili, produttore, cantante, chitarrista, il suo periodo migliore è quello degli album pubblicati con la Bearsville Records, che ora vengono raccolti in questo box di 13 album a special price in uscita domani 26 febbraio per la Warner/Rhino.

Gli album sono questi:

Runt
Runt. The Ballad Of Todd Rundgren
Something/Anything? (2CD)
A Wizard, A True Star
Todd
Initiation
Faithful
Back To The Bars (2CD)
Hermit Of Mink Hollow
Healing
The Ever Popular Tortured Artist Effect

E questa la tracklist completa dei contenuti:

[CD1]
1. Broke Down And Busted
2. Believe In Me
3. We Gotta Get You A Woman
4. Who’s That Man?
5. Once Burned
6. Devil’s Bite
7. I’m In The Clique
8. There Are No Words
9. Baby Let’s Swing/The Last Thing You Said/Don’t Tie My Hands
10. Birthday Carol

[CD2]
1. Long Flowing Robe
2. The Ballad [Denny & Jean]
3. Bleeding
4. Wailing Wall
5. The Range War
6. Chain Letter
7. A Long Time, A Long Way To Go
8. Boat On The Charles
9. Be Nice To Me
10. Hope I’m Around
11. Parole
12. Remember Me

[CD3]
1. I Saw The Light
2. It Wouldn’t Have Made Any Difference
3. Wolfman Jack
4. Cold Morning Light
5. It Takes Two To Tango (This Is For The Girls)
6. Sweeter Memories
7. Intro
8. Breathless (Instrumental)
9. The Night The Carousel Burned Down
10. Saving Grace
11. Marlene
12. Song Of The Viking
13. I Went To The Mirror

[CD4]
1. Black Maria
2. One More Day (No Word)
3. Couldn’t I Just Tell You
4. Torch Song
5. Little Red Lights
6. Overture – My Roots: Money (That’s What I Want) // Messin’ With The Kid
7. Dust In The Wind
8. Piss Aaron
9. Hello It’s Me
10. Some Folks Is Even Whiter Than Me
11. You Left Me Sore
12. Slut

[CD5]
1. International Feel
2. Never Never Land
3. Tic Tic Tic, It Wears Off
4. You Need Your Head
5. Rock & Roll Pussy
6. Dogfight Giggle
7. You Don’t Have to Camp Around
8. Flamingo
9. Zen Archer
10. Just Another Onionhead/Da Da Dali
11. When the Shit Hits The Fan/Sunset Blvd.
12. Le Feel Internacionale
13. Sometimes I Don’t Know What to Feel
14. Does Anybody Love You?
15. Medley: I’m So Proud/Ooh Baby Baby/La la Means I Love You/Cool Jerk
16. Hungry For Love
17. I Don’t Want To Tie You Down
18. Is It My Name?
19. Just One Victory

[CD6]
1. How About A Little Fanfare?
2. I Think You Know
3. The Spark Of Life
4. An Elpee’s Worth Of Toons
5. A Dream Goes On Forever
6. Lord Chancellor’s Nightmare Song
7. Drunken Blue Rooster
8. The Last Ride
9. Everybody’s Going To Heaven/King Kong Reggae
10. No. 1 Lowest Common Denominator
11. Useless Begging
12. Sidewalk Cafe
13. Izzat Love?
14. Heavy Metal Kids
15. In And Out The Chakras We Go [Formerly Shaft Goes To Outer Space]
16. Don’t You Ever Learn?
17. Sons Of 1984

[CD7]
1. Real Man
2. Born to Synthesize
3. The Death Of Rock ‘N’ Roll
4. Eastern Intrigue
5. Initiation
6. Fair Warning
7. A Treatise On Cosmic Fire (– Intro-Prana)
8. A Treatise On Cosmic Fire (– II The Fire of Mind or Solar Fire)
9. A Treatise On Cosmic Fire (– III The Fire of Spirit or Electric Fire)
10. A Treatise On Cosmic Fire (– I The Eternal Fire or Fire By Friction – Outro-Prana)

[CD8]
1. Happenings Ten Years Time Ago
2. Good Vibrations
3. Rain
4. Most Likely You Go Your Way [And I’ll Go Mine]
5. If 6 Was 9
6. Strawberry Fields Forever
7. Black And White
8. Love Of The Common Man
9. When I Pray
10. Cliché
11. The Verb “To Love”
12. Boogies [Hamburger Hell]

https://www.youtube.com/watch?v=1BwagJJR0Vk

[CD9]
1. Real Man [Live Version – 1978]
2. Love Of The Common Man [Live Version – 1978]
3. The Verb “To Love” [Live Version – 1978]
4. Love In Action [Live Version – 1978]
5. A Dream Goes On Forever [Live Version – 1978]
6. Sometimes I Don’t Know What to Feel [Live Version – 1978]
7. The Range War [Live Version – 1978]
8. Black And White [Live Version – 1978]
9. The Last Ride [Live Version – 1978]
10. Cliché [Live Version – 1978]
11. Don’t You Ever Learn? [Live Version – 1978]

[CD10]
1. Never Never Land [Live Version – 1978]
2. Black Maria [Live Version – 1978]
3. Zen Archer [Live Version – 1978]
4. Medley: I’m So Proud/Ooh Baby Baby/La La Means I Love You/I Saw The Light [Live Version – 1978]
5. It Wouldn’t Have Made Any Difference [Live Version – 1978]
6. Eastern Intrigue [Live Version – 1978]
7. Initiation [Live Version – 1978]
8. Couldn’t I Just Tell You [Live Version – 1978]
9. Hello It’s Me [Live Version – 1978]

[CD11]
1. All The Children Sing
2. Can We Still Be Friends?
3. Hurting For You
4. Too Far Gone
5. Onomatopoeia
6. Determination
7. Bread
8. Bag Lady
9. You Cried Wolf
10. Lucky Guy
11. Out Of Control
12. Fade Away

[CD12]
1. Healer
2. Pulse
3. Flesh
4. Golden Goose
5. Compassion
6. Shine
7. Healing Pt.1
8. Healing Pt.2
9. Healing Pt.3
10. Time Heals
11. Tiny Demons

[CD13]
1. Hideaway
2. Influenza
3. Don’t Hurt Yourself
4. There Goes Your Baybay
5. Tin Soldier
6. Emperor Of The Highway
7. Bang The Drum All Day
8. Drive
9. Chant

Mancano gli album con gli Utopia, alcuni dei quali sono veramente notevoli, ma comunque il nostro amico è uno che viene spesso antologizzato, quindi mai disperare; proprio in questi giorni escono anche altri due cofanetti tripli, uno per la inglese Edsel For Lack Of Honest Work: A Live History, 1971-2006, con materiale in gran parte inedito, l’altro per la Purple Pyramid/Cleopatra Box O’Todd, con tre show radiofonici registrati nel 1971/1972/1973.

april wine box set 6 cd

Gli April Wine sono stati (e sono tuttora, visto che sono ancora in attività) una delle più popolari e migliori band di hard rock canadese. Niente forse per cui stracciarsi le vesti, ma gli appassionati del genere qui troveranno alcuni degli album più popolari della band: parliamo del periodo Capitol, quello che va dal 1978 al 1984, con in più un raro concerto per la BBC del 1980, forse non il loro migliore in assoluto a livello qualitativo (che secondo me è quello dei primi album tra il ’71 e il ’75) ma in ogni caso assolutamente rispettabile. Ecco contenuti e titoli di album e brani:

[CD1: First Glance]
1. Get Ready For Love
2. Hot On The Wheels Of Love
3. Rock N’ Roll Is A Vicious Game
4. Right Down To It
5. Roller
6. Comin’ Right Down On Top Of Me
7. I’m Alive
8. Let Yourself Go
9. Silver Dollar

[CD2: Harder … Faster]
1. I Like To Rock
2. Say Hello
3. Tonite
4. Ladies Man
5. Before The Dawn
6. Babes In Arms
7. Better Do It Well
8. 21st Century Schizoid Man

[CD3: The Nature Of The Beast]
1. All Over Town
2. Tellin’ Me Lies
3. Sign Of The Gypsy Queen
4. Just Between You And Me
5. Wanna Rock
6. Caught In The Crossfire
7. Future Tense
8. Big City Girls
9. Crash And Burn
10. Bad Boys
11. One More Time
Bonus Tracks:
12. Roller (Live At Hammersmith Odeon, London, UK / 1981)
13. I Like To Rock (Live At Hammersmith Odeon, London, UK / 1981)

[CD4: Power Play]
1. Anything You Want, You Got It
2. Enough Is Enough
3. If You See Kay
4. What If We Fall In Love
5. Waiting On A Miracle
6. Doin’ It Right
7. Ain’t Got Your Love
8. Blood Money
9. Tell Me Why
10. Runners In The Night

[CD5: Animal Grace]
1. This Could Be The Right One
2. Sons Of The Pioneers
3. Without Your Love
4. Rock Tonite
5. Hard Rock Kid
6. Money Talks
7. Gimme That Thing Called Love
8. Too Hot To Handle
9. Last Time I’ll Ever Sing The Blues

[CD6: BBC In Concert]
1. Oowatanite (BBC In Concert, Live In Reading, UK / 1980)
2. Get Ready For Love (BBC In Concert, Live In Reading, UK / 1980)
3. I Like To Rock (BBC In Concert, Live In Reading, UK / 1980)
4. Before The Dawn (BBC In Concert, Live In Reading, UK / 1980)
5. Ladies Man (BBC In Concert, Live In Reading, UK / 1980)
6. 21st Century Schizoid Man (BBC In Concert, Live In Reading, UK / 1980)
7. Roller (BBC In Concert, Live In Reading, UK / 1980)
8. Don’t Push Me Around (BBC In Concert, Live In Reading, UK / 1980)
9. Better Do It Well (BBC In Concert, Live In Reading, UK / 1980)

Il tutto uscirà l’11 marzo p.v. per la Caroline/Universal, in un box da 6 CD sempre a prezzo speciale.

alex harvey the last of the teenage idols

La settimana successiva, il 18 marzo, sempre per la Universal, ma purtroppo non a prezzo speciale, anzi costerà un botto, esce questo box di 14 CD The Last Of The Teenage Idols, dedicato ad uno dei grandi del rock, del glam e della musica inglese in generale, Alex Harvey. Copre tutta la sua carriera, è ricco di inediti e rarità ed è incentrato soprattutto intorno al periodo della Sensational Alex Harvey, grandissima band negli anni ’70, ma c’è tutto, con 21 inediti assoluti e 59 brani che appaiono in CD per la prima volta, si arriva fino al 1983:

Disc One:

Alex Harvey And His Soul Band ( 1963 to 1964 )

1: What’s Wrong With Me Baby ? ( 3:02 ) – Alex Harvey and His Soul Band ( 3/10/1963 )
2: The Liverpool Scene ( 2:51 ) – Alex Harvey and His Soul Band ( 2/9/1963 )
3: Going Back To Birmingham ( 3:05 ) – Alex Harvey and His Soul Band aka The Sabres*
4: Jailhouse Rock ( 2:44 ) – Alex Harvey and His Soul Band aka James Dale and The Top 10 Allstars*

Alex Harvey And His Soul Band ?– Alex Harvey And His Soul Band ( Polydor 831 887-1 )

5: Framed ( 3:20 ) *
6: I Ain’t Worrying Baby ( 2:58 ) *
7: Backwater Blue ( 3:07 ) *
8: Let The Good Times Roll ( 3:05 ) *
9: Going Home ( 2:09 ) *
10: I’ve Got My Mojo Working ( 3:50 ) *
11: Teensville USA ( 3:31 ) *
12: New Orleans ( 3:17 ) *
13: Bo Diddley Is A Gun Slinger ( 2:26 ) *
14: When I Grow To Old To Rock ( 2:26 ) *
15: Evil Hearted Man ( 3:00 ) *
16: I Just Wanna Make Love To You ( 2:38 ) *
17: The Blind Man ( 2:37 ) *
18: Reeling And Rocking ( 3:28 )*
19: Lord Randall ( 4:05 ) Alex Harvey and Leslie Harvey ( 9/5/1964 ) †
20: Born With The Blues ( 2:47 ) Alex Harvey and Leslie Harvey ( 9/5/1964 ) †
21: House of The Rising Sun ( 2:50 ) Alex Harvey and Leslie Harvey ( 9/5/1964 ) †

Disc Two:

Alex Harvey And His Soul Band – 2nd Album ( 1964 )

1: Shout ( 4:44 )
2: Sticks and Stones ( 2:15 )
3: Take Out Some Insurance On Me Baby ( 4:15 )
4: Long Long Gone ( 2:18 )
5: Penicillin Blues ( 3:52 )
6: Shakin’ All Over ( 2:04 )
7: Outskirts Of Town ( 3:30 )
8: Tutti Frutti ( 2:18 )
9: My Kind Of Lovin’ ( 2:12 )
10: Parchman Farm ( 3:09 )
11: Ten A Penny ( 2:30 )
12: Canoe Song ( 2:49 ) ( 5/8/1964 )
13: You Ain’t No Good To Me ( 2:28 )
14: You’ve Put A Spell On Me ( 2:51 )
15: Hoochie Coochie Man ( 4:28 )
16: Elevator Rock ( 2:08 )
17: You Are My Sunshine ( 2:25 ) ( 14/8/1964 )
18: Ain’t That Just Too Bad ( 2:25 ) *
19: The Little Boy Who Santa Claus Forgot ( 2:57 ) – Alex Harvey and His Soul Band ( 11/11/1964)

Disc Three:

Alex Harvey – The Blues ( Polydor 237 641 ) ( 1964 to 1965 )

1: Trouble In Mind ( 3:15 ) *
2: Honey Bee ( 4:08 ) *
3: I Learned About Woman ( 3:15 ) *
4: Danger Zone ( 3:25 ) *
5: The Riddle Song ( 3:09 ) *
6: Waltzing Matilda ( 3:37 ) *
7: T.B. Blues ( 5:19 ) *
8: The Big Rock Candy Mountain ( 2:11 ) *
9: The Michigan Massacre ( 3:25 ) *
10: No Peace ( 5:12 ) *
11: Nobody Knows You When You’re Down And Out ( 3:02 ) *
12: St. James Infirmary ( 3:02 )
13: Strange Fruit ( 2:37 ) *
14: Kisses Sweeter Than Wine ( 3:25 ) *
15: Good God Almighty ( 3:03 ) *

Bonus tracks:

16: Agent OO Soul ( 2:41 ) – Fontana single TF 610 A-Side
17: Go Away Baby ( 2:25 ) – Fontana single TF 610 B-Side *

Disc Four:

Alex Harvey – Roman Wall Blues ( 1966 to 1969 )

1: Work Song ( 2:35 ) – Fontana single TF 764 A-Side
2: I Can Do Without You ( 2:43 ) -Fontana single TF 764 B-Side *
3: The Sunday Song ( 2:25 ) Decca single F12640 A-Side *
4: Horizons ( 2:39 ) – Decca single F12640 B-Side *
5: Maybe Someday ( 2:47 ) – Decca single F12660 A-Side *
6: Curtains For My Baby ( 3:13 )- Decca single F12660 B-Side *
strong>Roman Wall Blues ( Fontana ?– 886 783TY / STL 5534 ) ( 1969 )
7: Midnight Moses ( 3:30 )
8: Hello L.A. Bye Bye Birmingham ( 2:29 ) *
9: Broken Hearted Fairytale ( 3:41 ) *
10: Donna ( 2:21 ) *
11: Roman Wall Blues( 2:50 )
12: Jumpin’ Jack Flash ( 3:14 ) *
13: Hammer Song ( 3:12 ) *
14: Let My Bluebird Sing ( 3:40 ) *
15: Maxine ( 4:40 ) *
16: Down At Bart’s Place ( 4:21 ) *
17: Candy ( 2:57 ) *
18: Harp – Demo version ( 5:22 )

Disc Five:

Rock Workshop / Hair Rave Up / Rock Workshop / Solo ( 1969 to 1972 )

1: Hair ( 2:49 ) – Hair Rave Up – Pye / Sanctuary 1969
2: Royal International Love-In ( 2:19 ) – Hair Rave Up – Pye / Sanctuary 1969
3: Bond Street Baby ( 2:19 ) – Hair Rave Up – Pye / Sanctuary 1969
4: Birthday ( 2:30 ) – Hair Rave Up – Pye / Sanctuary 1969
5: Ice Cold ( 2:58 ) – Rock Workshop ( CBS S-64075 ) featuring Alex Harvey on vocals
6: You To Lose ( 6:42 ) – Rock Workshop ( CBS S-64075 ) featuring Alex Harvey on vocals
7: Hole In Her Stocking ( 4:12 ) Rock Workshop ( CBS S-64075 ) featuring Alex Harvey on vocals
8: Wade In The Water ( 3:45 ) – Rock Workshop ( CBS S-64075 ) featuring Alex Harvey on vocals
9: Born In The City ( 3:02 ) Rock Workshop ( CBS S-64075 ) featuring Alex Harvey on vocals

Alex Harvey – The Joker Is Wild ( Metronome MLP 15429 – Germany ) ( 1972)

10: The Joker Is Wild ( 2:07 ) *
11: Penicillin Blues ( 4:58 ) *
12: I Just Want To Make Love To You ( 3:23 ) *
13: I’m Just A Man ( 3:12 ) *
14: He Ain’t Heavy, He’s My Brother ( 5:05 ) *
15: Silhouette and Shadow ( 2:07 ) *
16: Hare Krishna / Willie The Pimp -Medley ( 12:23 ) *
17: Flying Saucer’s Daughter ( 4:50 ) *

Disc Six:

The Sensational Alex Harvey Band – Framed ( 1973 )

1: Framed ( 4:56 )
2: Hammer Song ( 4:05 )
3: Midnight Moses ( 4:25 )
4: Isobel Goudie ( 7:29 )
5: Buff’s Bar Blues ( 3:04 )
6: I Just Want To Make Love To You ( 6:39 )
7: Hole In Her Stocking ( 4:39 )
8: There’s No Lights On The Christmas Tree Mother, They’re Burning Big Louie Tonight ( 3:44 )
9: St. Anthony ( 4:46 )

Bonus tracks:

10: Harp ( 4:10 ) – B-Side
11: Midnight Moses ( 4:40 )– BBC Radio 1 – In Concert – Recorded 2/11/1972
12: St Anthony ( 6:24 )– BBC Radio 1 – In Concert – Recorded 2/11/1972
13: Framed ( 6:41 ) – BBC Radio 1 – In Concert – Recorded 2/11/1972
14: There’s No Lights On The Christmas Tree Mother, They’re Burning Big Louie Tonight ( 3:54 )
15: Hole In Her Stocking ( 5:44 ) – BBC Radio 1 – In Concert – Recorded 2/11/1972

Disc Seven:

The Sensational Alex Harvey Band – Next ( 1973 )

1:Swampsnake ( 4:52 )
2: Gang Bang ( 4:44 )
3: The Faith Healer ( 7:11 )
4: Giddy-Up-A-Ding-Dong ( 3:16 )
5: Next ( 4:03 )
6: Vambo Marble Eye ( 4:24 )
7: The Last Of The Teenage Idols ( 7:11 )

Bonus tracks:

8: The Faith Healer ( 6:23 ) – BBC Radio 1 – In Concert – Recorded 2/10/1973
9: Midnight Moses ( 4:33 ) – BBC Radio 1 – In Concert – Recorded 2/11/1972
10: Gang Bang ( 4:54 ) – BBC Radio 1 – In Concert – Recorded 2/11/1972
11: The Last of The Teenage Idols ( 8:19 ) – BBC Radio 1 – In Concert – Recorded 2/11/1972
12: Giddy Up A Ding Dong ( 3:25 ) – BBC Radio 1 – In Concert – Recorded 2/11/1972
13: Next ( 3:59 ) – The Old Grey Whistle Test – 20/12/1973
14: The Faith Healer ( 3:17 ) – The Old Grey Whistle Test – 20/12/1973

Disc Eight:

The Sensational Alex Harvey Band – The Impossible Dream ( 1974 )

1: The Hot City Symphony – Part One : Vambo ( 5:04 )
2: The Hot City Symphony – Part Two : The Man In The Jar ( 8:14 )
3: River of Love ( 3:12 )
4: Long Hair Music ( 4:37 )
5: Hey ( 0:39 )
6: Sgt. Fury ( 3:29 )
7: Weights Made of Lead ( 2:41 )
8: Money Honey / Impossible Dream ( 2:10 )
9: Tomahawk Kid ( 4:35)
10: Anthem ( 7:45 )

Bonus tracks:

11: Faith Healer ( 6:41 ) – Live at the Ragnarock Festival, Oslo
12: Giddy Up-A-Ding-Dong ( 4:31 ) – Live at the Ragnarock Festival , Oslo
13: Alex Harvey Talks About Everything – An In depth Session with Alex of SAHB ( 24:38 ) Previously Unreleased †

Disc Nine:

The Sensational Alex Harvey Band – Tomorrow Belongs To Me ( 1975 )

1: Action Strasse ( 3:16 )
2: Snake Bite ( 3:55 )
3: Soul In Chains ( 3:54 )
4: The Tale Of The Giant Stone Eater ( 7:20 )
5: Ribs and Balls ( 1:53 )
6: Give My Compliments To The Chef ( 5:32 )
7: Sharks Teeth ( 4:54 )
8: Shake That Thing ( 4:05 )
9: Tomorrow Belongs To Me ( 3:47 )
10: To Be Continued ( 0:56 )

Bonus tracks:

11: Give My Compliments To The Chef ( 6:06 ) – The Old Grey Whistle Test – 30/5/1975
12: Action Strasse ( 5:15 ) – Live at the Hammersmith Odeon ( 6:07 ) Previously Unreleased†
13: Soul In Chains ( 7:01 ) – Live at the Hammersmith Odeon ( 6:07 ) Previously Unreleased†
14: Tale of the Giant Stone Eater ( 9:01 )– Live at the Hammersmith Odeon ( 6:07 ) Previously Unreleased†

Disc Ten:

The Sensational Alex Harvey Band – Live( 1975 )

1: Fanfare ( 1:24)
2: Faith Healer ( 6:50 )
3: Tomahawk Kid ( 5:50 )
4: Vambo ( 9:29 )
5: Give My Compliments To The Chef ( 6:37 )
6: Delilah ( 5:17 )
7: Framed ( 11:08 )

Bonus tracks:

8: Sgt Fury – Live at the Hammersmith Odeon ( 4:08 ) Previously Unreleased†
9: Gang Bang – – Live at the Hammersmith Odeon ( 5:50 ) Previously Unreleased†
10: Midnight Moses Live at the Hammersmith Odeon ( 4:32 ) Previously Unreleased†
11: Tomorrow Belongs To Me – Live at the Hammersmith Odeon ( 6:16 ) Previously Unreleased †
12: Delilah ( 5:04 ) – The Old Grey Whistle Test – 30/5/1975

Disc Eleven:

The Sensational Alex Harvey Band – The Penthouse Tapes ( 1976 )

1: I Wanna Have You Back ( 2:39 )
2: Jungle Jenny ( 3:59 )
3: Runaway ( 2:44 )
4: Love Story ( 5:03 )
5: School’s Out ( 4:55 )
6: Goodnight Irene ( 4:32 )
7: Say You’re Mine ( Every Cowboy Song ) ( 3:21 )
8: Gamblin’ Bar Room Blues ( 4:06 )
9: Crazy Horses ( 2:50 )
10: Cheek To Cheek ( 3:32 )

Bonus tracks:

11: The Tomahawk Kid ( 5:50 ) – Recorded Live at The De Montford Hall, Leicester ( 22/5/1976 ) *
12: Isobel Goudie ( 9:35 ) – Recorded Live at The De Montford Hall, Leicester ( 22/5/1976 ) *
13: Dance To Your Daddy ( 10:40 ) – Recorded Live at The De Montford Hall, Leicester ( 22/5/76) *
14: Framed ( 7:33 ) – Recorded Live at The De Montford Hall, Leicester ( 22/5/1976 ) *
15: The Boston Tea Party ( 7:45 ) – Recorded Live at The De Montford Hall, Leicester ( 22/5/1976 ) *

Disc Twelve:

The Sensational Alex Harvey Band – SAHB Stories ( 1976 )

1: Dance To Your Daddy ( 5:45 )
2: Amos Moses ( 5:17 )
3: Jungle Rub Out ( 4:26 )
4: Sirocco ( 6:52 )
5: Boston Tea Party ( 4:36 )
6: Sultan’s Choice ( 4:06 )
7: $25 For A Massage ( 3:16 )
8: Dogs of War ( 6:13 )

Bonus tracks:

9: Satchel and the Scalp Hunter ( 3:18 ) Vertigo single : 6078 244 / TOP 19 B-Side *
10: Boston Tea Party ( 3:48 ) – TOTP 10/6/1976
11: Amos Moses” – Backing Track ( 5:33 ) *

Disc Thirteen:

The Sensational Alex Harvey Band – Rock Drill ( 1977 )

1: Rock Drill ( 6:22 )
2: The Dolphins ( 6:10 )
3: Rock ‘n’ Roll ( 3:40 )
4: King Kong ( 3:16 )
5: Booids ( 1:38 )
6: Who Murdered Sex ? ( 5:16 )
7: Nightmare City ( 3:48 )
8: Water Beastie ( 4:50 )
9: Mrs Blackhouse ( 3:37 )

Bonus tracks:

10: No Complaints Department ( 5:00 ) †
11: Engine Room Boogie ( 6:52 ) Vertigo single : TOP 32 B-Side *
12: King Kong ( 3:42 ) – with QUAD – The Alan Freeman Rock Show –BBC Radio One – 6/3/1978†
13: Midnight Moses ( 4:10 ) – with QUAD – The Alan Freeman Rock Show – 6/3/1978†
14: Rock ‘n’ Rool ( 5:59 ) – with QUAD – The Alan Freeman Rock Show –BBC Radio One 6/3/1978†

Disc Fourteen:

Alex Harvey – Presents The Loch Ness Monster ( K-Tel : NE984 )

1: Introduction – Richard O’Brien ( 0:39 )
2: Mrs. Grant of Invermorriston ( 2:26 )
3: Billy Kennedy ( 1:40 )
4: I Love Monsters Too ( 0:37 )

Alex Harvey – The New Band – The Mafia Stole My Guitar ( RCA Victor : Cat # PL 25257 1979 )

5: Back In The Depot ( 6:28)
6: The Mafia Stole My Guitar ( 5:09 )
7: Shakin’ All Over ( 4:46 )
8: The Whalers ( Thar She Blows ) ( 7:03 )
9: Just A Gigolo / I Ain’t Got Nobody ( 5:16 )
10: Wake Up Davis ( Sings The Oil Man Boogie ) ( 3:12 ) RCA single PB 5199 B-side *
11: ( Big Tree ) Small Axe ( 3:41 ) – RCA single PB 5252 A-side *

Alex Harvey – The Soldier On The Wall ( Demon – 1983 )

12: Mitzi ( 4:03 )
13: Snowshoes Thompson ( 3:12 )
14: Roman Wall Blues ( 5:19 )
15: The Poet and I ( 4:12 )
16: Carry The Water ( 4:16 )
17: Billy Bolero – Home Demo ( 5:44 ) †

* First Official Release on CD

† Previously Unreleased

elvis presley complete rca albums 60 cd

E per concludere, era quasi inevitabile che prima o poi la BMG/Sony pubblicasse un cofanetto dedicato all’opera omnia di Elvis Presley. Il momento è arrivato, il 18 marzo uscirà questo The RCA Albums Collection, un box di 60 CD con tutti gli album di Elvis, più 3 CD di materiale raro (ce n’era ancora?). Il tutto sarà a prezzo speciale, intorno ai 250 euro, forse anche meno. Qui sotto vi metto l’elenco completo di tutti gli album che saranno inseriti nel cofanetto, riservandomi di pubblicare la lista completa delle canzoni in una prossima occasione (considerando che il post di oggi è già lunghissimo e con l’aggiunta dei brani diventerebbe una sorta di succursale della Treccani):

1. Elvis Presley (1956)
2. Elvis (1956)
3. Loving You (1957)
4. Elvis Christmas Album (1957)
5. Elvis’ Golden Records (1958)
6. King Creole (1958)
7. For LP Fans Only (1959)
8. A Date With Elvis (1959)
9. Elvis’ Gold Records Volume 2- 50,000,000 Elvis Fans Can’t Be Wrong (1959)
10. Elvis Is Back! (1960)
11. G.I. Blues (1960)
12. His Hand In Mine (1960)
13. Something For Everybody (1961)
14. Blue Hawaii (1961)
15. Pot Luck (1962)
16. Girls! Girls! Girls! (1962)
17. It Happened At The World’s Fair (1963)
18. Elvis’ Golden Records Volume 3 (1963)
19. Fun In Acapulco (1963)
20. Kissin’ Cousins (1964)
21. Roustabout (1964)
22. Girl Happy (1965)
23. Elvis For Everyone (1965)
24. Harum Scarum (1965)
25. Frankie And Johnny (1966)
26. Paradise, Hawaiian Style (1966)
27. Spinout (1966)
28. How Great Thou Art (1967)
29. Double Trouble (1967)
30. Clambake (1967)
31. Elvis’ Gold Records Volume 4 (1968)
32. Speedway (1968)
33. Elvis Sings Flaming Star (1968)
34. Elvis (NBC-TV Special) (1968)
35. From Elvis In Memphis (1969)
36. From Memphis To Vegas/From Vegas To Memphis (2 discs, 1969)
37. Let’s Be Friends (1970)
38. On Stage (1970)
39. Almost In Love (1970)
40. That’s The Way It Is (1970)
41. Elvis Country (I’m 10,000 Years Old) (1971)
42. Love Letters From Elvis (1971)
43. C’mon Everybody (1971)
44. I Got Lucky (1971)
45. Elvis Sings The Wonderful World Of Christmas (1971)
46. Elvis Now (1972)
47. He Touched Me (1972)
48. Elvis: As Recorded At Madison Square Garden (1972)
49. Aloha From Hawaii Via Satellite (2 discs, 1973)
50. Elvis (Fool) (1973)
51. Raised On Rock (1973)
52. Good Times (1974)
53. Elvis: As Recorded Live On Stage In Memphis (1974)
54. Promised Land (1975)
55. Elvis Today (1975)
56. From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee (1976)
57. Moody Blue (1977)
58. ’50s Rarities (new collection)
59. ’60s Rarities (new collection)
60. ’70s Rarities (new collection)

Dovrebbe mancare il materiale Sun, ma è uscito già in mille versioni, come peraltro tutto il resto di questo comunque splendido Box.

Alla prossima.

Bruno Conti

Tra Le Ultime Voci Originali Della Soul Music, Ovvero La Classe Non E’ Acqua! Mavis Staples – Livin’ On A High Note

mavis staples livin' on a high note

Mavis Staples – Livin’ On A High Note – Epitaph/Anti

Mavis Staples (con Bettye LaVette) è rimasta, tra le grandi voci della soul music ancora in attività, quella in grado di regalarci emozioni e bei dischi: in teoria ce ne sarebbero altre, ma Aretha Franklin non fa più un disco decente da oltre trent’anni, Diana Ross pure, Tina Turner pare essersi ritirata, ma anche lei campava a furia di duetti con Ramazzotti, Gladys Knight Dionne Warwick continuano a fare album di onesto crossover tra pop e blanda musica soul, ma non erano mai state tra le vessillifere del R&B più sanguigno. Quindi torniamo a Mavis Staples, 76 anni compiuti, in attività con gli Staple Singers dal lontanissimo 1950, e come solista. in diverse fasi della sua carriera, nel 1969, poi negli anni ’80 e ’90 (anche un paio di album prodotti da Prince), ma, a parte l’attività nel gruppo di famiglia che le ha dato fama e gloria imperitura, ha iniziato a produrre musica di qualità solo negli anni 2000. Prima con Have A Little Faith, bellissimo disco pubblicato dalla Alligator nel 2004, e poi con una serie di quattro album (compreso questo Livin’ On A High Note), più un LIve ed un EP, tutti usciti per Anti Records tra il 2007 e il 2016. Leggendario il primo We’ll Never Turn Back, prodotto da Ry Cooder, ma eccellenti anche i due registrati con l’aiuto di Jeff Tweedy dei Wilco; dischi di pura e non adulterata soul music, mista a gospel, R&B e blues, cantati ancora con voce forte e decisa e zeppi di belle canzoni, sia nuove che cover, dove il lato emozionale ed impegnato della sua musica era uno dei tratti distintivi di queste pubblicazioni.

Per questa nuova prova discografica, come dice il titolo, Livin’ On A High Note, Mavis ha chiesto al suo nuovo produttore Matthew Ward, che tutti conosciamo come M. Ward, di rivolgersi ad una serie di autori contemporanei, tra i quali lo stesso Ward, per avere una serie di brani nuovi, scritti per l’occasione, che avessero la caratteristica di essere gioiosi e trascinanti, diciamo che la scintilla che ha fatto scattare questa richiesta è stato l’ascolto di Happy, il brano di Pharrell Williams, una canzone ispirata agli anni d’oro della soul music, rivista con sonorità e temi musicali più moderni. Visti i nomi impegnati come autori, il risultato a tratti è più vicino al pop-soul di casa Motown che a quello di casa Stax (ma non è un’offesa), dove la Staples ha passato gli anni migliori della sua carriera, ma è comunque un album di ottima qualità e piacevolissimo, anche se, secondo me, forse, ma forse, non è un capolavoro assoluto o un disco fondamentale, lo dirà il tempo. Intanto diciamo che M. Ward è un tipo di musicista completamente diverso da Ry Cooder e Jeff Tweedy, per non dire del vecchio Pop Staples, autore di un indie rock o folk alternativo, da solo o con i Monsters Of Folk, ma anche fan di sonorità sixties e seventies nel duo She & Him, con Zooey Deschanel, comunque un artista completo, in grado di spaziare in differenti generi, appassionato pure di gospel e country, ed  in ogni caso circondato dai soliti bravissimi musicisti che hanno suonato negli ultimi dischi della Staples. A partire dall’ottimo Rick Holmstrom, che affianca alla chitarra Ward, al basso Jeff Turmes, spesso anche alla slide con Janiva Magness, Stephen Hodges, alla batteria (tutti e tre anche nei dischi di Holmstrom http://discoclub.myblog.it/tag/rick-holmstrom/), una sezione fiati di quattro elementi, con Trombone Shorty ospite come solista, completa la formazione.

Poi ci sono le canzoni: come si diceva si spazia verso autori inconsueti per Mavis, per lo più provenienti anche dall’indie e dall’alternative, che però hanno fatto i compiti a casa per questo album. L’apertura è affidata a Benjamin Booker, probabilmente uno dei più vicini allo stile musicale soul e blues, la sua Take Us Back è uno degli highlights del disco, un poderoso funky-blues che ci riporta ai tempi d’oro del gospel-soul degli Staple Singers, Mavis ha ancora una voce della Madonna, i musicisti e i coristi ci danno di dentro di gusto e il risultato è veramente notevole, una nota di merito per il basso di Turmes, veramente prodigioso. Bello anche il testo che ci riporta ai tempi delle marce di protesta, delle canzoni impegnate per la parità razziale in quel di Chicago, con i coristi che cantano ad libitum “Mavis, take us back”! Molto bella anche Love And Trust, scritta da Ben Harper, altro artista sulla stessa lunghezza d’onda della nostra amica, un bel gospel-rock gioioso e coinvolgente. Charity Rose Tielen, come nome non mi diceva nulla, ma poi sono andato a fare un ripasso, è ho visto che è la violinista degli Head And The Heart, band autrice di un paio di ottimi album agli inizi di questa decade, in ogni caso If It’s A Light è una ballata mid-tempo degna della migliore soul music dei primi anni ’70. Merrill Garbus sarebbe Tune-Yards, one-woman band dell’indie lo-fi pop, ma la sua Action è una delle canzoni più vicine allo spirito di quella Happy citata come fonte di ispirazione per questo album, allegra e gioiosa, con uno spirito di errebì contemporaneo ma anche vicino agli stilemi di quello classico. Valerie June è uno dei nomi più interessanti della nuova musica nera, quella di qualità però, ed è lei che firma High Note, quasi la title track, altro brano dallo spirito positivo e giubilante https://www.youtube.com/watch?v=qJuMX2uTGYQ , come pure la successiva Don’t Cry, scritta da M. Ward e come per la quasi totalità del disco una nota di merito va alle voci di supporto, Vicky Randle Donny Gerrard, che donano uno spirito gospel alle canzoni, come pure l’uso dei fiati https://www.youtube.com/watch?v=oJBiG0pZQjw .

Jon Batiste viene dalla Lousiana e come il suo amico e sodale Troy “Trombone Shorty” Andrews, porta un soffio di New Orleans music con la sua Tomorrow, dove fa bella mostra di sé, manco a dirlo, un bel assolo di trombone. Se non vedessi la firma M. Ward/Justin Vernon (Bon Iver), potrei pensare che Dedicated, il brano firmato dai due, sia un pezzo di Ry Cooder, una ballata struggente degna delle cose migliori del chitarrista californiano, impreziosita da un fine lavoro di Holmstron alla solista. History Now è la canzone più corta del disco, ma anche una delle più belle, scritta da Neko Case (insieme a Laura Veirs e Gerrard), ci pone molte domande, “What do we do with all of this history now?”, attraverso la voce della Staples che duetta divinamente con lo stesso Donny Gerrard in questo brano, che purtroppo finisce troppo presto, ma basta schiacciare il tasto repeat e la magia è di nuovo lì con noi https://www.youtube.com/watch?v=CeEM52rdn0s . Altro nome che dice poco è quello di Aaron Livingston, vero nome di Son Little, altra speranza della nuova musica nera, con cui Mavis aveva collaborato nell’EP dello scorso anno, Your Good Fortune, il brano che Little porta al disco è una scarna One Love, solo una chitarra elettrica, voci di supporto e tanta classe nella voce di Mavis Staples, che poi ci regala meraviglie nel brano firmato da Nick Cave, una Jesus Lay Down Beside Me che è una sorta di gospel contemporaneo, degna del miglior repertorio del passato della grande cantante, che estrae ogni stilla di emozione da questa canzone che spezza il clima gioioso del disco, ma lo fa a ragione. Stesso discorso che si può applicare alla conclusiva MLK Song, una canzone in cui M. Ward ha adattato dei versi di Martin Luther King e poi li ha affidati alla voce della Staples, che accompagnata solo da una chitarra acustica ci dimostra ancora una volta che la classe non è acqua. Frase forse scontata ma che ben illustra anche tutto l’album nella sua interezza.

Bruno Conti 

Ascoltate Ancora Un “Buon Consiglio”! Basia Bulat – Good Advice

basia bulat good advice

Basia Bulat – Good Advice – Secret City Records

Prosegue la carriera della bionda e non più giovanissima canadese Basia Bulat , membro onorario della comunità polacca dell’Ontario, che con Good Advice giunge al quarto capitolo discografico, un disco che segna un’ulteriore cambio di genere dopo il folk raffinato dei primi due album Oh, My Darling e Heart Of My Own, e il seguente Tall Tall Shadow dalla forma classica cantautorale, si giunge a questo ultimo lavoro che spazia anche nel pop d’autore (Sarah Blasko o in tempi meno recenti Stevie Nicks). Sorprendentemente la produzione dell’album, voluta dalla stessa Bulat, è affidata a Jim James dei My Morning Jacket, che suona pure gran parte degli strumenti, e che riesce a dare ai dieci brani di Good Advice un suono particolarmente ricco e vario (come succede sempre anche negli album della sua band), con arrangiamenti dai leggeri tratti“sixties” che valorizzano il nuovo percorso musicale di Basia.

Il brano d’apertura La La Lie  è trascinante con una forte connotazione relativa a quel periodo, a cui fanno seguito una ballabile Long Goodbye (perfetta forse per una discoteca alternativa), il sincopato disordine di Let Me In, passando per una perfetta “pop song” come In The Name Of, e per la più dolce. variegata  ed ammaliante Time. Si prosegue con la title track Good Advice forse il brano meno convincente del disco, per poi dare spazio ai due singoli tratti dall’album (firmati dalla stessa Bulat), una tambureggiante Infamous e la gioiosa e cadenzata Fool, condensando nelle ultime due tracce le cose migliori, una eterea e molto profonda The Garden, e una lunga e meravigliosa ballata quasi “gospel” come Someday Soon https://www.youtube.com/watch?v=nP7YMzPkoOw .

Le canzoni di Good Advice sono state arrangiate e registrate seguendo certe regole di quello che viene considerato il miglior “indie pop” del momento, e anche se personalmente la preferivo nelle versioni precedenti,meno alla moda e glamour (come ricorda pure l’immagine della copertina del disco), questo ultimo lavoro ascolto dopo ascolto riesce comunque ad attirare la giusta attenzione,  per merito della bella voce e della personalità di questa ragazza, a riprova di un talento che meriterebbe magari una maggiore attenzione da parte del pubblico e della critica di settore, che pure ha sempre guardato con favore ai suoi dischi (noi compresi http://discoclub.myblog.it/2010/02/24/piccoli-talenti-crescono-basia-bulat-heart-of-my-own/ e http://discoclub.myblog.it/2013/11/08/due-fanciulle-che-meritano-attenzione-basia-bulat-e-star-ann/).

Negli ultimi anni Basia Bulat ha condiviso il palco con colleghi affermati come gli Arcade Fire, i National, Nick Cave, Daniel Lanois, Sufjan Stevens, Andrew Bird, e altri meno noti tra i quali Beirut, Destroyer, Tune-Yards, Sondre Lerche e Owen Pallett, a dimostrazione che questa “biondina” di Toronto ne ha fatta di strada dal folk intimista degli esordi (quando veniva spesso paragonata alla grande Joni Mitchell https://www.youtube.com/watch?v=GPpcmqcqKZM ), fino ad arrivare a questo tentativo di pop in forma “elegante”, che rimanda sicuramente, per chi scrive, a Natalie Merchant e ai suoi 10.000 Maniacs.

Tino Montanari   

Forse Fin Troppo Vintage, Ma Sempre Una Gran Voce Soul! James Hunter Six – Hold On!

james hunter six hold on

The James Hunter Six – Hold On! – Daptone Records

Noterete che nel titolo del Post ho detto forse, perché James Hunter,  a ben guardare, non vive di suoni del passato, ma abita in una sorta di mondo parallelo, dove Sam Cooke, Jackie Wilson, Ray Charles, Bobby “Blue” Bland, Solomon Burke e James Brown sono vivi e vegeti, e la “modernità” al limite può essere rappresentata da un giovane Van Morrison, che poi in effetti è stato il mentore e poi lo sponsor di Hunter, nell’aiutarlo a lanciare la sua carriera solista. Carriera iniziata nei lontani anni ’80 quando James, con lo pseudonimo di Howlin’ Wilf, muoveva i primi passi in questo mondo parallelo dove la musica era addirittura quella degli anni ’50, il primo R&B, il rock and roll primevo, i primissimi sommovimenti della soul music, un suono più crudo e meno rifinito rispetto a quello attuale, nel primo disco attribuito a Howlin’ Wilf & The Veejays  pubblicato nel 1986 dalla Big Beat, etichetta della Ace, alla quale Hunter aveva mandato dei demo. Il disco, Cry Wilf!, uscì all’inizio solo in vinile e la versione in CD solo dal 2006, ma è tuttora in catalogo, come pure un bellissimo DVD dal vivo Ya Ya, in circolazione dal 2007 per la Cherry Red https://www.youtube.com/watch?v=1fe03WPirlQ . Questi sono gli inizi, poi usciranno anche un EP, un disco dal vivo ed un altro album omonimo, mai ristampati in compact, prima che nel 1991 inizi la collaborazione con Van Morrison, che lo vuole con sé dal vivo, prima nel 1991 per alcune date e poi nel tour da cui verrà tratto A Night In San Francisco del 1994, e poi ancora in un paio di brani in Days Like This, dove appare con il suo vero nome di James Huntsman.

Van Morrison, che ha definito Hunter una delle migliori voci e dei segreti meglio custoditi del R&B britannico, poi renderà il favore apparendo come ospite, insieme a Doris Troy, nel disco di esordio di James Believe What I Say, dove addirittura i due duettano in Turn On Your Love Light https://www.youtube.com/watch?v=1QkMpMAteqU  Ain’t Nothin’ You Can Do. Poi, dopo un passaggio alla Ruf, Morrison gli farà avere un contratto alla Universal/Concord dove il nostro pubblicherà tre album, l’ultimo come The James Hunter Six, Minute By Minute, prodotto da Gabriel Roth, il co-fondatore della Daptone Records, che oltre ad essere di nuovo dietro alla console anche in questo Hold On!, lo pubblica pure per la propria etichetta. Anzi, per questo sesto album di James i due addirittura hanno deciso di optare per la registrazione su un vecchio nastro a 8 piste e in mono (e per quello al’inizio uso quel fin troppo, che però vuole essere assolutamente benevolo). Fin dal disco del 2006 People Gonna Talk Hunter esegue solo canzoni scritte di proprio pugno, niente cover, ma il profumo che si respira è ovviamente quello dei vecchi dischi della Brunswick (l’etichetta di Jackie Wilson), della SAR (quella di Sam Cooke), della Chess o della Stax, puro soul, ma arricchito da innesti twist, boogaloo, ska, blues, qualche tocco da crooner e tanta classe, oltre ad una voce melismatica ed espressiva come poche ce ne sono in giro nell’attuale panorama della musica, bianca o nera.

Sono dieci brani, per poco più di mezz’ora di musica, ma tutti da gustare con grande piacere, grazie anche all’eccellente band, con due fiati, un tastierista, molto bravo al piano e ottimo all’organo, e lo stesso Hunter alla chitarra: si parte sparati con il cantante di Colchester, dalla voce rauca e poderosa che. nel primo brano If That Don’t Tell You convoglia gli aspetti istrionici del grande vocalist Jackie Wilson, tra urletti e ritmi scatenati a colpi di sax e organo, per poi regalarci una splendida This Is Where We Came In , dove tra cha-cha-cha, bossa nova e soul, sembra di ascoltare un rinato Sam Cooke, con la sua voce splendida e vellutata, arricchita dai coretti dei backing vocalists, tra doo-wop e gospel, e quei whoo-whoa che erano il marchio di fabbrica del cantante di Clarksdale, delizioso anche il lavoro al piano di Andrew Kingslow; (Baby) Hold On. decisamente più mossa, è un bel soul-twist, dove sax, chitarra e ritmica ben spalleggiano il pirotecnico vocalismo del nostro amico https://www.youtube.com/watch?v=tsW1lq__vws . Something’s Calling, il primo singolo è una ballata soul, quasi da crooner https://www.youtube.com/watch?v=YCQsjLsVX8M , come amava anche Cooke, ma qui la voce è più profonda e vellutata, potrebbe ricordare Chuck Jackson,  grande cantore dell’uptempo soul newyorkese, magari meno noto ai più, ma è quello di Any Day Now I keep fogettin’ (l’ha incisa pure Bowie). A Truer Heart è un altro delizioso brano soul, con leggeri tocchi ska, sempre contrappuntato dai quei coretti che si insinuano sotto pelle e un breve break di armonica nella parte centrale, che è la ciliegina sulla torta di un dolce perfetto.

Free Your Mind (While You Still Got Time) è il momento James Brown dell’album, con la sua andatura mossa e funky, un must per gli artisti della Daptone, con James Hunter che rilascia qualche urletto tipico del Godfather of Soul e con la band che tenta anche qualche deriva à la Motown. Light Of My Life, ondeggiante e punteggiata dai fiati, è più leggera e scanzonata, arricchita da un breve assolo di organo che più vintage come sound non si può, mentre Stranded è uno di quei classici brani uptempo, con battito di mani, coretti e fiati avvolgenti, di cui Sam Cooke e  il suo discepolo Otis erano maestri, tra leggeri falsetto e piccoli urletti. Satchel Fool è uno strumentale latineggiante, con fiati sincopati, organo e la chitarra solista di Hunter a rievocare il sound fine anni ’50, con l’assolo di sax che cerca di aggiudicarsi il match con gli altri strumenti, qualcuno ha detto The Champs Tequila? Vince la bambolina! Per l’ultima canzone James Hunter ha tenuto uno dei brani migliori del disco, una In The Dark che è uno splendido mid-tempo soul che se non è degno delle migliori composizioni di Charles Brown Ray Charles poco ci manca e ci fa lasciare questo Hold On! con un sorriso compiaciuto stampato in volto.

Bruno Conti

Supplemento Della Domenica, Anteprima: A Proposito di Belle Voci, Il Grande Ritorno Della “Rossa”! Bonnie Raitt – Dig In Deep

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Bonnie Raitt – Dig In Deep – Redwing Records/Warner – 26-02-2016

La rossa cantante e chitarrista californiana è sulla breccia da oltre 45 anni: il suo esordio discografico , l’omonimo Bonnie Raiit, risale al 1971, eppure questo Dig In Deep è solo il suo ventesimo album (17° in studio), a quattro anni di distanza dall’ottimo Slipstream del 2012, che aveva interrotto una lunga pausa nei primi anni 2000, dovuta alla morte, tra il 2004 e il 2009, della madre, del padre, del fratello e di uno dei suoi migliori amici. Bonnie Raitt nella sua carriera ha vinto ben dieci Grammy Awards, è inserita al n° 50 tra le migliori cantanti e al n° 89 tra i migliori chitarristi, nella classifica All time della rivista Rolling Stones, eppure non sembra avere ancora raggiunto “la pace dei sensi” a livello discografico, infatti questo Dig In Deep, nelle recensioni delle varie riviste musicali ha raggiunto una quasi unanimità di consensi, con Record Collector che le ha dato un bel 10, e Mojo, Uncut, Classic Rock, Q e il Telegraph, tra le quattro stellette e gli 8/10, a seconda dei loro criteri di giudizio. Dodici canzoni, con ben 5 firmate dalla stessa Bonnie, cosa che non succedeva da Fundamental del 1998, probabilmente ispirata dai fatti che le sono successi intorno in questi anni. Tutti i brani provengono da sessions recenti, meno uno, registrato nel 2010, nella stessa occasione in cui vennero registrati i 4 brani prodotti da Joe Henry per Slipstream (le buone canzoni non si buttano mai via).

La band che la accompagna è la solita formazione da sogno con la stessa Bonnie Raitt alla slide, il secondo chitarrista George Marinelli, il “nuovo” Mike Finnigan che sostituisce Jon Cleary alle tastiere, spostando l’asse del sound più sull’organo, ma il pianoforte non manca, l’immancabile James “Hutch” Hutchinson al basso, e Ricky Fataar alla batteria, Produce il CD la stessa Raitt, con l’aiuto dell’ingegnere del suono Ryan Freeland e, concordo, siamo davanti ad uno dei migliori album della sua carriera: gli anni di sesso, droga, alcol e R&R di quando era la fidanzata di Lowell George sono sicuramente alle spalle, ma la passione per quel suono alla Little Feat che mescola blues, soul & R&B, funky, laidback rock e una propensione alle ballate, cantate con voce rauca e vissuta, non l’ha ancora abbandonata https://www.youtube.com/watch?v=Dkq3FfN-4m8 . Questa volta è vincente anche la scelta di alcune cover: partiamo proprio, pescando a caso, con Shakin’ Shakin’ Shakes, un brano dei Los Lobos da By The Light The Moon del 1987, in una versione vorticosa, ad alta gradazione rock, con la slide di Bonnie Raitt e la solista di Marinelli a sfidarsi in una serie di assolo che non si sentivano dai tempi dei migliori Little Feat, mentre tutta la band tira alla grande, con una grinta che forse si pensava perduta nei dischi della Raitt e anche la versione di I Need You Tonight degli Inxs, è una scelta inconsueta ma vincente, con il basso funky di “Hutch” e la batteria groovy di Fataar a innestare un drive fantastico, se aggiungiamo la voce rauca ed inconfondibile della nostra amica, l’organo insinuante di Finnigan e le chitarre maliziose dei due solisti, il risultato è irresistibile. Sempre andando random, anche la collaborazione autorale tra Marinelli e Raitt in If You Need Somebody è un ottimo esempio di funky blue eyed soul, con chitarrine choppate, tastiere avvolgenti, belle melodie e l’immancabile slide che è la firma unica di questa grande musicista. O di nuovo il funky-rock featiano dell’iniziale Unintented Consequence Of Love, con piano elettrico e la “solita” slide a guidare le danze, in un brano che è comunque un altro efficace esempio dello stile blues-rock della migliore Raitt.

Non mancano naturalmente le sue ballate classiche, come la malinconica All Alone With Something To Say, scritta da due autori poco conosciuti ma validi di Nashville, come Gordon Kennedy e Steve Dale Jones, un brano che anche Susan Tedeschi (che è forse la sua discepola preferita) sta cercando di perfezionare nella band di famiglia; altrove c’è spazio per il classico blues-rock delle sue stagioni anni ’70 con la Warner (di nuovo distributrice del disco, pubblicato dalla etichetta personale Redwing), una Gypsy In Me che è il primo singolo dell’album e scivola sulle sinuose note della slide pure questa. I Knew, sempre firmata da Bonnie, potrebbe essere un ideale seguito di I Know, che era sul secondo album Give It Up, il groove funky e la chitarra tagliente sono quelli degli anni d’oro, e la voce è sempre magnifica ed evocativa. The Comin’ Round Is Going Through è un bel pezzo rock dal drive quasi stonesiano che conferma la ritrovata passione in questo album per i brani più mossi e tirati, con la band che gira come un perfetto meccanismo, e anche il testo sugli effetti dei grossi giri di denaro sulle nostre vite e sulla correttezza della politica e delle democrazia illustra il lato impegnato che è sempre stato presente nelle sue canzoni.

Mancano ancora la splendida ballata Undone, un must per Bonnie Raitt, scritta dalla texana Bonnie Bishop, che aveva già firmato Not Cause I Wanted per il precedente Slipstream, si tratta di uno dei pezzi più belli in assoluto interpretati dalla rossa californiana nella sua lunga carriera, un brano struggente e malinconico, cantato con una passione assoluta dalla Raitt, che nel finale rilascia anche un lancinante assolo alla slide che rende ancor più memorabile questo brano. What You’re Doin’ To Me è un mezzo shuffle bluesato con uso d’organo e chitarre, grintoso e mosso, come sembra essere la regola in questo Dig In Deep. The Ones We Couldn’t Be è comunque una splendida ballata pianistica che non può mancare nel canone della brava Bonnie (bellissima, la consiglierei a Adele, che già aveva cantato dal repertorio della Raitt I Can’t Make You Love Me nel concerto alla Royal Albert Hall). E sempre parlando di ballate, che come sempre non mancano in un disco della nostra amica, un’altra stupenda è You’ve Changed My Mind, con un assolo di slide nel finale degno del miglior Ry Cooder. Disco bellissimo, potrebbe vincere il suo 11° Grammy, esce il 26 febbraio.

Bruno Conti. 

Ennesimo Bravo Armonicista E Cantante Blues. Rob Stone – Gotta Keep Rollin’

rob stone gotta keep rollin'

Rob Stone – Gotta Keep Rollin’ – Vizztone 

La Vizztone è una etichetta di cui Bob Margolin fu uno dei co-fondatori ad inizio 2007 e nel corso degli anni si è costruita un roster di artisti che non gravitano solo nell’area del blues più canonico ma si allarga a comprendere anche artisti soul e R&B (a questo proposito se non lo avete già letto altrove mi dispiace segnalare la morte del grande cantante Otis Clay, avvenuta lo scorso’8 gennaio), spesso già in azione in ambito indipendente ma che con l’aiuto di questa etichetta, faticosamente cercano di raggiungere una maggiore diffusione a livello internazionale, Tra i tanti messi sotto contratto dalla Vizztone c’è anche Rob Stone, di cui questo Gotta Keep Rollin’ è in effetti già uscito a settembre 2014 (ma come dice il famoso detto “meglio tardi che mai”). Si tratta del quarto (o quinto CD) di Stone, ma i primi tre sono fuori produzione da tempo e il quarto, una antologia, viene venduto solo ai concerti dell’armonicista di Boston, che peraltro come molti degli adepti del Blues vive e opera in quel di Chicago da parecchio tempo https://www.youtube.com/watch?v=2eYHqkWKHDU .

Anche in questo album il nostro amico, che oltre a soffiare con vigore nel suo “attrezzo” è anche un buon vocalist, come evidenzia la copertina, si è circondato di un gruppo di musicisti tra i migliori nelle 12 battute classiche: Chris James, chitarrista in tutti i 12 brani del disco e co-produttore con Stone, John Primer, sempre alla chitarra, ospite in un paio di canzoni, il grande David Maxwell al piano in molte tracce e Henry Gray agli 88 tasti in Wired And Tired, più Eddie Shaw al sax in un paio di brani e la sezione ritmica fissa, composta da Patrick Rynn al basso e Willie Hayes alla batteria, oltre ad un manipolo di altri musicisti che si sono divisi tra gli studi di Chicago, Illinois e Tempe, Arizona, dove è stato registrato il disco. Non vi dirò, mentendo, che siamo di fronte ad un capolavoro, ma ad un onesto e solido disco di blues classico, destinato soprattutto agli appassionati del genere, ma anche se non siete degli stretti adepti troverete comunque motivi per un piacevole e corroborante ripasso degli stilemi classici del genere. Sei brani originali firmati dalla triade Stone/James/Rynn e sei cover di brani non celeberrimi: si spazia dal classico Chicago Blues dell’iniziale Wait Baby con il dualismo tra solista di James e l’armonica di Stone che canta con voce sicura sul drive ondeggiante della ritmica, Wonderful Time di Sonny Boy Williamson, oltre all’armonica indaffaratissima ci consente di gustare il piano swingante di David Maxwell.

Lucky 13 è uno shuffle come mille, sempre piacevole comunque, grazie alla chitarra di Primer; Anything Can happen è uno dei due brani che prevede la presenza del sax di Eddie Shaw e va di jump & boogie, come pure, lo dice il titolo, Move Baby Move, con She Belongs To Me che grazie alla sua batteria accarezzata con spazzole dell’ospite Frank Rossi ha un approccio più ricercato. Strollin’ With Sasquatch è l’unico strumentale dell’album, uno slow dove Rob Stone dà fiato con vigore alla sua armonica, con Wired And Tired che ha un bel feel alla Muddy Waters, anche grazie, di nuovo, al piano scandito di Henry Gray e Cold Winter Day, ancora con Primer alla solista, è una cover di un brano di Blind Willie McTell, un altro bel lento dove oltre alla chitarra si apprezzano il piano di Maxwell e l’immancabile armonica. It’s Easy To Know How è l’unica canzone dove si vira leggermente verso un ambientazione R&B, per poi tornare alla “retta via” con Blues Keep Rollin’ On e concludere in bellezza con la swingante Not No Mo’ che ci permette di gustare in azione di nuovo tutti i solisti del disco in un divertente finale.

Bruno Conti