Texas? No, Ravenna E Dintorni! The Crazy Bulls Band – Lifestream

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The Crazy Bulls Band – Lifestream – Folk And Roll/ Distr. IRD CD

Chi pensa che il country sia un genere poco considerato in Italia forse non conosce il fitto sottobosco di band che da anni portano avanti il verbo della musica americana per antonomasia, soltanto con le esibizioni dal vivo e magari senza vedere mai il loro lavoro gratificato da pubblicazioni discografiche. Tra questi uno degli acts di punta è certamente la Crazy Bulls Band, un combo di sette elementi proveniente da Ravenna e dintorni e guidato dal chitarrista Giuliano Guerrini: i Tori Pazzi si sono formati nell’Ottobre del 2013 ed in breve tempo sono diventati un gruppo tra i più richiesti, arrivando a partecipare anche a diversi festival country europei (come quello di Tolone, che non sapevo essere il più importante in Francia nel suo genere). Oltre a Guerrini troviamo Stefano Bandini alla chitarra acustica (e fondatore del gruppo insieme a lui), Federico Baldassarri al banjo e steel, Nicola Nieddu al violino e mandolino (molto bravo), Francesco Ricci al basso e Guido Minguzzi alla batteria, mentre la voce solista è femminile (Leda De Waure) ed è anche l’unica non italiana, essendo originaria del Sudafrica.

Lifestream è il loro esordio discografico, un album che ci rivela una band che suona americana al 100% (con un po’ di influenze celtiche portate in dote da Leda, che ha precedenti esperienze in quel campo), un country-rock assolutamente credibile ed anche di buon livello, con tutti i dieci brani scritti da Guerrini in perfetto stile a stelle e strisce: un gruppo che ha ritmo, feeling e passione, e si meriterebbe qualcosa in più del culto al quale pare destinato, dato che il disco è molto meglio di almeno il 50% del materiale che viene prodotto ogni anno a Nashville. L’inizio è sorprendente: Power And Pain è un rockin’ country potente, decisamente chitarristico, con il suono appena stemperato da steel e violino, e Leda che si propone come vocalist grintosa e di personalità. Doing Well è davvero bella, una ballata elettrica dalla melodia di ampio respiro, una sezione ritmica solida ed un bel banjo che ricama in sottofondo, mentre Big Old Wheel è un irresistibile bluegrass dal vago sapore folk irlandese, un refrain travolgente ed un violino scatenato; Run Run Run è invece un country’n’roll tutto da gustare, ritmo al solito sostenuto che rende il brano perfetto da ballare in un saloon texano. Un avvio di tutto rispetto, i CBB, a dispetto della carta d’identità nostrana, dimostrano di fare sul serio.

La lenta e pianistica A Brand New Day conferma che i nostri sono anche in grado di scrivere brani maggiormente strutturati, ma con Back To My Town, un impetuoso rockgrass (si può dire?), la temperatura torna a salire, e resta alta anche con Big Strides, che ha uno stile ancora a metà tra country e Irish. Spaghetti Catalan, a dispetto del titolo idiota, è un western tune intenso ed evocativo, uno dei migliori del CD (e Nieddu si conferma un violinista notevole); l’album termina con White Rose (in duetto con tale Giò De Luigi, ammetto che non so chi sia), un mid-tempo roccato ed asciutto, che se il gruppo fosse americano definiremmo di matrice southern, e con la potente e diretta My Main Attraction, altro scorrevole rockin’ country che chiude il disco nello stesso modo con cui Power And Pain lo aveva aperto.

Cercando in giro, anche in Italia, si può comunque trovare qualcosa di valido, e la Crazy Bulls Band valida lo è di sicuro.

Marco Verdi

Texas? No, Ravenna E Dintorni! The Crazy Bulls Band – Lifestreamultima modifica: 2016-03-23T00:32:51+01:00da bruno_conti
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