E’ Da Un Bel Po’ Di Tempo Che Non Parlavamo Di Loro! Grateful Dead – Red Rocks 7/8/78

grateful dead red rocks 7-8-78

Grateful Dead – Red Rocks 7/8/78 – Rhino/Warner 3CD

So che dopo la scorpacciata a base di Grateful Dead avvenuta lo scorso anno, a cui aggiungerei il bellissimo tributo multiplo Day Of The Dead da me appena recensito per questo blog http://discoclub.myblog.it/2016/05/24/le-celebrazioni-poteva-mancare-bel-tributo-ai-grateful-dead-various-artists-day-of-the-dead-giorno-1/ e  , a qualcuno potrebbe venire la nausea a sentire anche solo nominare lo storico gruppo di San Francisco, ma non considerare questo triplo Red Rocks 7/8/78 sarebbe un vero peccato. Il triplo CD è estratto dall’ennesimo box dedicato ai Dead, un cofanetto di 12 CD, a tiratura limitata di 15.000 copie, intitolato July 1978 e contenente cinque concerti completi registrati appunto agli inizi del settimo mese di quell’anno (a Kansas City, St. Paul, Omaha e due a Morrison, in Colorado,  nella suggestiva location del Red Rocks Amphitheatre, dei quali quello di cui mi accingo a parlare è il primo), e vede la band guidata da Jerry Garcia in forma strepitosa, e con in più un suono eccellente (come capita sempre con le uscite targate Rhino) ed una scaletta decisamente interessante. I Dead forse sono l’unico gruppo della storia il cui stato di forma si misura in annate (proprio come il vino), cosa resa ancor più palese dall’ascolto del box di 80 CD dello scorso anno, ed il 1978 fu uno degli anni in cui la band californiana sembrava tornata agli antichi splendori, dopo un biennio difficile (1975-1976) ed un parziale risollevamento nel 1977: da lì a due mesi i Dead terranno il loro famoso concerto in Egitto, davanti alle piramidi, altro evento già documentato ufficialmente qualche anno fa. In questo tour il gruppo è nella classica formazione a sette, con i due batteristi Mickey Hart e Bill Kreutzmann, il tastierista Keith Godchaux (che sarebbe scomparso due anni dopo) con la moglie Donna Jean (superflua come sempre), oltre naturalmente a Garcia, Bob Weir e Phil Lesh, e questo concerto in particolare offre scintillanti versioni di diversi classici e qualche chicca, il tutto suonato con grande compattezza ma anche con la “liquidità” che ha sempre contraddistinto le loro migliori performances, e anche le voci sono in palla, cosa non sempre scontata in un loro concerto.

La serata si apre con una solare e spedita Bertha, spesso usata per aprire i concerti negli anni settanta, che subito confluisce in una saltellante rilettura del classico degli Young Rascals Good Lovin’, che i Dead includeranno pochi mesi dopo nel loro album Shakedown Street (chiaramente nella versione in studio). Piccolo intermezzo country and western con due grandi canzoni, la splendida Dire Wolf (una delle mie preferite, accolta alla grande dal pubblico) ed il superclassico di Marty Robbins El Paso, con Weir alla voce solista; il concerto entra nel vivo con la bella It Must Have Been The Roses, una delle rare canzoni dei Dead scritte dal solo Robert Hunter, una solida ma non imprescindibile New Minglewood Blues e la cadenzata e fluida Ramble On Rose, più di nove minuti di godimento sonoro. Un po’ di rock’n’roll con l’avvincente Promised Land (Chuck Berry) e soprattutto una Deal più coinvolgente che mai, con Jerry che fa i numeri per davvero; il primo set si chiude con una buona Samson And Delilah ed una sempre bellissima Ship Of Fools, che vede Garcia in ottima forma vocale e straordinario come sempre alla chitarra. La seconda parte si apre con un medley semplicemente devastante e che dura quasi settanta minuti, comprendente Estimated Prophet, The Other One, Eyes Of The World, il solito intermezzo Drums/Space (purtroppo), Wharf Rat e Franklin’s Tower: qui Garcia raggiunge vette semplicemente stellari, ma tutto il gruppo lo segue come un treno, in assoluto stato di grazia, con una menzione di merito per Eyes Of The World e Franklin’s Tower, entrambe tra le migliori mai sentite dal sottoscritto. Una sempre gradevole e trascinante Sugar Magnolia anticipa i tre bis (che costituiscono il terzo CD), e cioè una Terrapin Station più corta del solito (ma sono sempre dieci minuti), ma forse per questo ancora più bella, la roccata One More Saturday Night e, come gran finale, una inattesa e divertita resa di  Werewolves Of London di Warren Zevon, un brano che i Dead hanno suonato solo tredici volte in tutta la carriera, ed uno dei rarissimi casi in cui fanno una cover di una canzone allora appena uscita nella sua versione originale e non con già qualche anno sulle spalle.

Come ho quindi già detto, se non siete stanchi di Grateful Dead, questo triplo CD si può tranquillamente inserire tra quelli che sarebbe un errore ignorare. Di sicuro tra i migliori usciti dopo il loro scioglimento.

Marco Verdi

E’ Da Un Bel Po’ Di Tempo Che Non Parlavamo Di Loro! Grateful Dead – Red Rocks 7/8/78ultima modifica: 2016-06-02T00:21:22+02:00da bruno_conti
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