Una Piacevole Riscoperta! Fleetwood Mac – Mirage

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Fleetwood Mac – Mirage – Warner CD – Deluxe 2CD – Super Deluxe 3CD + DVD + LP

Quando, all’incirca una ventina di anni fa, l’industria discografica ha cominciato un’opera massiccia di riedizione di vecchi dischi in versione espansa (le cosiddette “deluxe editions”), inizialmente le pubblicazioni riguardavano solo gli album degni di entrare nella categoria “imperdibili”: oggi non è più così, si celebra e si ripubblica un po’ di tutto, ed ogni anniversario è buono per creare una ristampa ad hoc. Il caso in esame oggi, Mirage, album del 1982 dei Fleetwood Mac, è esemplare: da sempre questo è stato il disco meno considerato del periodo d’oro della formazione a cinque Fleetwood – McVie (John) – McVie (Christine) – Buckingham – Nicks del gruppo anglo-californiano, che aveva il torto di arrivare dopo il pluripremiato Rumours, uno dei dischi più venduti di tutti i tempi, e l’ambizioso Tusk, sottovalutato all’epoca (ma vendette comunque la rispettabile cifra di quattro milioni di copie) e giustamente guardato oggi come un grande disco di pop-rock d’autore. Perfino Tango In The Night del 1987, nonostante (o forse proprio per questo) fosse pieno di sonorità tipiche del periodo ed infarcito di sintetizzatori e canzoncine pop innocue, vendette uno sproposito, ed è oggi il disco più famoso della band dopo Rumours. In tutto ciò, quindi, Mirage venne visto all’epoca come l’anello debole della catena (The Chain, una delle canzoni più famose dei Mac), mentre era semplicemente, nelle intenzioni dei nostri, un tentativo di staccarsi dalle complesse architetture pop di Tusk e di tornare ad un formato più immediato sullo stile di Rumours, che però aveva dalla sua il fatto di contenere una serie tale di successi da farlo quasi sembrare un greatest hits.

Risentito oggi, Mirage suona come un riuscito album di puro Mac-sound, con una bella serie di canzoni orecchiabili ma mai banali, in perfetto equilibrio tra pop e rock ed una produzione scintillante (ad opera di Lindsey Buckingham con il fido Richard Dashut), un album che in poche parole avrebbe meritato maggior fortuna. Questa ristampa esce in vari formati come è successo con Rumours e Tusk (ma allora perché non anche con il loro “esordio” Fleetwood Mac, forse il loro miglior album dopo il bestseller del 1977?), ed è paradossalmente la più interessante fino ad oggi, in quanto contiene un intero CD di outtakes mai sentite prima d’ora (negli altri due casi molte erano già uscite in precedenti ristampe) e, nella versione a cofanetto, oltre all’album in LP e ad un DVD audio con il disco in surround sound, un terzo CD con parte di un concerto del 1982 al Los Angeles Forum. Come ho già detto, Mirage è un disco da riscoprire: la hit più famosa del disco è Gypsy, una delle migliori composizioni di Stevie Nicks, un pop-rock di gran classe, con un testo autobiografico e la voce carismatica della bionda cantante a dominare su tutto. Il CD si apre con Love In Store della McVie, una perfetta pop song in cui i nostri erano maestri, fresca, ritmata, orecchiabile ma non banale, con un delizioso refrain ed ottimi cori; Can’t Go Back è una tipica canzone alla Buckingham, con chitarre dappertutto, soluzioni ritmiche particolari ed  un’altra melodia accattivante.

Molto buona anche That’s Alright che vede la Nicks alle prese con un brano saltellante e vagamente country, con uno squisito ritornello corale (in quel periodo Stevie era in gran forma, l’anno prima aveva pubblicato Bella Donna, ancora oggi il suo miglior disco da solista). Book Of Love, di Lindsay, è un moderno rock-soul, davvero godibile e con il solito eccellente gioco di voci, di Gypsy ho già detto, Only Over You è un tantino troppo levigata e “poppettara” (Christine ogni tanto si faceva prendere la mano), mentre Empire State è un altro contributo di Buckingham, mai banale nemmeno in brani minori come questo; Straight Back è una buona canzone, anche se forse qui Stevie ricicla un po’ sé stessa, Hold Me è ottima, un vivace pop-rock pianistico che ci presenta la miglior McVie (è l’altro hit single del disco), Eyes Of The World è un folk-rock fresco e spedito, mentre la conclusiva Wish You Were Here, di certo la sua prova migliore del disco, con un bellissimo finale dominato da piano e chitarra. Ho volutamente lasciato per ultima quella che reputo il capolavoro di Mirage, cioè la splendida Oh Diane, un delizioso pezzo dal sapore anni sessanta, con un motivo irresistibile ed arrangiamento perfetto, una zampata da vero fuoriclasse da parte di Lindsay.

Il secondo dischetto comprende ben venti brani, di cui solo due già noti (una versione acustica di Cool Water, un vecchio pezzo di Bob Nolan inciso, tra gli altri, da Hank Williams, Johnny Cash e Joni Mitchell, che era sul lato B di Gypsy, ed una variante extended della stessa Gypsy all’epoca usata per il videoclip ufficiale), mentre il resto sono prime versioni e takes alternate di tutti i dodici brani del disco, oltre a veri e propri inediti. Tra le alternate takes segnalerei una Love In Store alla quale mancano le rifiniture (ma era già un’ottima canzone), lo squisito strumentale chitarristico Suma’s Walk (che con l’aggiunta delle parole diventerà Can’t Go Back), una eccellente That’s Alright elettroacustica, ancora più country e persino migliore di quella pubblicata, una Gypsy meno lavorata e più spontanea, una Empire State decisamente più rock ed una Wish You Were Here con un finale completamente diverso (e curiosamente simile allo stile della ELO). Gli inediti: If You Were My Love è uno slow pianistico della Nicks (pare scritto pensando a Tom Petty), un pezzo fluido con un deciso crescendo (ripreso di recente dalla cantante nel suo 24 Carats Gold); ancora lei, ed ancora meglio con Smile At You, una rock ballad potente e cantata alla grande, un brano che avrebbe a mio parere dovuto finire sul Mirage originale, e che Stevie ha giustamente voluto riprendere in Say You Will del 2003, ad oggi ultimo album di studio dei Mac. La sinuosa e melodica Goodbye Angel di Buckingham è un gustoso brano nello stesso mood di Oh Diane. Teen Beat è elettrica e roccata e con una lunga coda strumentale, mentre Blue Monday è un’interessante jam improvvisata in studio attorno al noto successo di Fats Domino, che purtroppo si interrompe dopo meno di due minuti.

Il CD dal vivo, che comprende tredici brani, è come al solito molto interessante, in quanto ci fa sentire un gruppo in ottima forma, guidato come al solito da un Buckingham in stato di grazia (Lindsay è uno dei chitarristi più creativi e più sottovalutati in circolazione): oltre a tre tra i migliori pezzi di Mirage (Gypsy, Love In Store e Eyes Of The World) il live propone una selezione di alcuni degli hit del gruppo, tra cui le ottime The Chain e You Make Loving Fun, le coinvolgenti Rhiannon e Tusk, la straordinaria Go Your Own Way, uno dei brani migliori degli anni settanta, il finale in tono minore con la delicata Songbird e la formidabile I’m So Afraid, da sempre punto centrale dei loro concerti e pretesto per le trascinanti evoluzioni chitarristiche di Lindsay. Un’ottima ristampa quindi, che riesce a far diventare quasi indispensabile anche un disco “minore” come Mirage: la prossima riguarderà Tango In The Night, e voglio proprio vedere cosa si inventeranno.

Marco Verdi

Una Piacevole Riscoperta! Fleetwood Mac – Mirageultima modifica: 2016-10-04T00:34:48+02:00da bruno_conti
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