Un Salto Indietro Di (Almeno) Cinquanta Anni! Luke Bell – Luke Bell

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Luke Bell – Luke Bell – Bill Hill/Thirty Tigers CD

Fortunatamente nel dorato mondo di Nashville non si produce solo pop travestito da country, ma c’è ancora qualcuno che fa della vera country music. Luke Bell è un musicista originario del Wyoming, con già due dischi alle spalle (Luke Bell del 2012 e Don’t Mind If I Do del 2014), ed è uno che, sia come aspetto fisico sia come tipo di musica proposta, ricorda in maniera netta i pionieri di questo genere musicale. Luke Bell è il titolo anche del suo terzo album (forse creerà un po’ di confusione col primo, ma probabilmente il nostro vuole evidenziare che lo considera un nuovo inizio, ed infatti è il primo ad essere distribuito dalla benemerita Thirty Tigers), e segna un distacco netto da quanto esce abitualmente dalla Music City del Tennessee: infatti Luke è un diretto seguace di coloro che il country moderno hanno contribuito ad inventarlo, a partire da Hank Williams, ma anche proseguendo con Lefty Frizell, Johnny Horton (al quale secondo me assomiglia pure fisicamente), Buck Owens e Roger Miller, e di conseguenza le sue canzoni riflettono in maniera rigorosa quello stile, anche se le tecniche di produzione sono indubbiamente quelle odierne.

Con l’aiuto di un gruppo di musicisti non molto esteso (tra i quali spiccano Brett Resnick alla steel, Casey Driscoll al violino e Micah Hulscher al pianoforte) Luke mette a punto dieci ottime canzoni, tra country puro, honky-tonk, old time music ed un pizzico di rockabilly, il tutto sotto l’attenta produzione di Andrija Tokic (uno che ha già collaborato con Hurray For The Riff Raff ed Alabama Shakes), che dona al CD un suono diretto, pulito ma nello stesso tempo rispettoso della tradizione, sulla falsariga dei lavori di Dave Cobb. Il disco inizia con la godibilissima Sometimes, un honky-tonk ritmato e solare, con gran lavoro di violino, steel e piano, e la voce espressiva di Luke a fare il resto; All Blue è una via di mezzo tra country e folk d’altri tempi (siamo proprio negli anni cinquanta): ritmo sostenuto e melodia di chiaro stampo tradizionale, sembra una cover di qualche oscura canzone dell’epoca, ma poi scopriamo che è farina del sacco di Bell (come del resto tutti i dieci brani del CD). Where Ya Been? inizia con una chitarra jingle-jangle, poi il brano si sposta su territori più country (e più moderni), una canzone cristallina e limpida, decisamente piacevole, mentre Hold Me è ancora un gustoso honky-tonk che più classico non si può, con strumentazione vintage e gran ritmo: ci sono dei punti di contatto anche con l’ultimo disco di Loretta Lynn, per il contrasto tra la classicità delle melodie e la purezza dei suoni odierni.

A proposito della Lynn, il quinto brano si intitola proprio Loretta, ed è una classica ballatona a due voci (la seconda è di Caitlin Rose, artista country a sua volta), raffinata e di gran classe; la velocissima Working Man’s Dream è un folk dal sapore appalachiano tinto di country, con tanto di yodel e dal ritmo vertiginoso, mentre Glory And The Grace è un trascinante country-boogie pianistico, anch’esso suonato in maniera diretta e vibrante. Il dischetto dura poco più di mezz’ora, ma non c’è una nota fuori posto, come confermano i tre pezzi conclusivi: la bucolica The Bullfighter, dall’ottimo motivo, la travolgente Ragtime Troubles, una perfetta barroom song d’altri tempi, con ritmo e feeling a iosa, e The Great Pretender (non è quella dei Platters), una honky-tonk ballad classica, ancora con un refrain che ci riporta indietro almeno di sessanta anni. Il nome Luke Bell forse per voi (ed anche per il sottoscritto) non significava nulla fino a ieri https://www.youtube.com/watch?v=nQM8F4hnxlo , ma da questo disco in poi deve iniziare a rimanervi in testa.

Marco Verdi

Un Salto Indietro Di (Almeno) Cinquanta Anni! Luke Bell – Luke Bellultima modifica: 2016-12-27T00:23:59+01:00da bruno_conti
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