Un Chitarrista Sopraffino, E Anche Gli Altri Non Scherzano. Koch Marshall Trio – Toby Arrives

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Koch Marshall Trio – Toby Arrives – The Players Club/Mascot

Gli americani li chiamano organ trios, ma in effetti lo strumento protagonista è principalmente la chitarra elettrica, anche se l’organo svolge una funzione tutt’altro che secondaria, quasi alla pari con la solista, e pure la batteria non scherza, quindi manca solo il basso, sostituito dai pedali dell’organo: per portare il paragone un po’ agli estremi potremmo dire che pure i Doors erano un organ trio, con cantante, mentre nel Koch Marshall Trio siamo in un ambito totalmente strumentale. Un altro album di cui abbiamo parlato recentemente, quello dal vivo del Jimmie Vaughan Trio, era molto simile come approccio http://discoclub.myblog.it/2017/11/05/pochi-ma-buoni-ora-anche-dal-vivo-jimmie-vaughan-trio-featuring-mike-flanigin-live-at-c-boys/ , anche se qualche brano cantato lì c’era, e in quel caso il repertorio era costituito interamente da cover, per lo più riprese da vecchi brani degli anni ’50 e ’60, mentre in questo disco è tutto materiale originale composto, o, se preferite, “improvvisato” per l’occasione. Altri praticanti, con qualche variazione, di questa materia, possono essere Ronnie Earl con la sua band, ma ultimamente aggiunge spesso vocalist e fiati, andando nel passato Danny Gatton con Joey DeFrancesco, anche Stevie Ray Vaughan e Reese Wynans oppure Roy Buchanan e Dick Heinze nei pezzi strumentali. Per non dire di un brano classico come Still Raining, Still Dreaming da Electric Ladyland, dove Jimi Hendrix veniva affiancato da Mike Finnigan e in Voodoo Chile c’era Steve Winwood, anche se il capostipite si potrebbe considerare Jimmy Smith, sia con Kenny Burrell che con Wes Montogomery: si potrebbe andare avanti per delle ore, ma quelli sono i punti di riferimento per Greg Koch, chitarra solista, il figlio Dylan Koch alla batteria, e il protagonista del titolo dell’album Toby Lee Marshall, vero virtuoso dell’organo Hammond B3 (e forzando un po’ il detto, veramente due braccia rubate all’agricoltura, in quanto si era ritirato dalla musica per lavorare in una fattoria).

Anche Greg Koch è un virtuoso della chitarra, solista dotato di grande tecnica, feeling e profonde conoscenze, tanto che sia la Fender che Guitar Player lo hanno usato a lungo come “esperto” dello strumento. Nel suo ultimo disco di quasi 5 anni fa fa Playing Well With Others era circondato da moltissimi amici (da Bonamassa a Robben Ford, passando per Paul Barrère e Jon Cleary) con ottimi risultati http://discoclub.myblog.it/2013/11/03/c-e-sempre-qualcuno-bravo-che-sfugge-greg-koch-band-plays-we/ , gli ospiti per questo Toby Arrives spariscono ma non i risultati, un sound spettacolare, caratterizzato proprio dalle gioie della improvvisazione pura, per gli amanti di chitarra e organo. Koch babbo per l’occasione utilizza una Gibson Les Paul del ’58 nei primi due brani, il sinuoso e potente shuffle Toby Arrives che è proprio un parente stretto del brano di Hendrix appena citato, con l’aggiunta di quel chicken pickin’ che era caratteristica di Buchanan e Gatton,  di cui non fa rimpiangere i virtuosismi estremi attraverso scale musicali quasi impossibili, mentre Marshall “scivola” di brutto con il suo organo e Koch junior swinga di gusto  e in Funk Meat, come da titolo, il sound si fa più rotondo come ritmi, ma la solista ha sempre un suono limpido, nitido e pungente come pochi chitarristi possono vantare, con un controllo dello strumento veramente magnifico e una fluidità di tocco impressionante con le note che escono dalla Gibson di Koch in un fiume inarrestabile.

Anche quando passa, per i restanti sette pezzi dell’album, alla amata Fender Telecaster con dei pickups modello Greg Koch (!), potenziata da un fuzz box: scusate i tecnicismi, ma qui per gli amanti della chitarra c’è veramente da godere, pur se il suono rimane caldo e coinvolgente, con un susseguirsi di assoli veramente splendidi, come nella divertente Heed The Boogaloo che corre su un ritmo che richiama i vecchi groove dei brani Stax di Wilson Pickett o ancor di più i brani strumentali di Booker T & Mg’s, ma con la solista che ha gli stessi virtuosismi del miglior Roy Buchanan, al limite del preternaturale https://www.youtube.com/watch?v=Svj-VZXjiOo  e pure l’organo non scherza. Let’s Go Sinister, sempre uno shuffle, è più sinuosa e swingante, ma la chitarra continua a creare mirabilie sonore, tipiche dei brani strumentali dei grandi virtuosi del blues. Mysterioso il brano più lungo, con i suoi quasi 10 minuti, entra nei territori cari ad un Robben Ford o ad un Allan Holdsworth, con sonorità decisamente più orientate verso il jazz-rock virtuosistico e qualcosa di Zappa; Enter The Rats introduce qualche elemento di country picking, ma giusto un tocco, il tutto comunque preso a velocità sbalorditive, mentre Boogie Yourself Drade, come il titolo lascia intuire, è un boogie southern alla ZZ Top o alla Thorogood, con il trio a tutto riff, e che non si risparmia ancora una volta. Ancora southern per la conclusiva Sin, Repent, Repeat, dove Greg Koch passato alla slide, ricostruisce le atmosfere dei fratelli Allman, Duane e Gregg, altro brano notevole per un album veramente da consigliare a chi ama la chitarra in tutte le sue coniugazioni. Esce il 23 febbraio.

Bruno Conti

Un Chitarrista Sopraffino, E Anche Gli Altri Non Scherzano. Koch Marshall Trio – Toby Arrivesultima modifica: 2018-02-19T08:40:41+01:00da bruno_conti
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