Il Miglior Modo Per Festeggiare Gli 80 Anni Di Un Grande! Kris Kristofferson – The Complete Monument & Columbia Album Collection – The Cedar Creek Sessions. Parte I

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Kris Kristofferson – The Complete Monument & Columbia Album Collection – Sony Legacy 16CD Box Set

Kris Kristofferson – The Cedar Creek Sessions – KK Records 2CD

Penso che il miglior tributo alla sua arte Kris Kristofferson lo abbia ricevuto lo scorso anno, direttamente dal più grande in assoluto, cioè Bob Dylan, il quale, nel corso del suo sorprendente ed inatteso discorso di 45 minuti avvenuto alla cerimonia del Musicares Person Of The Year, ha voluto omaggiare il songwriter texano dicendo che il suo arrivo a Nashville alla fine degli anni sessanta aveva cambiato tutto, dividendo di fatto le epoche musicali della Music City del Tennessee nei periodi pre-Kris e post-Kris. Una dichiarazione importante, ma indubbiamente veritiera, in quanto l’avvento in città del nostro scombussolò non poco l’andazzo nel dorato mondo del country, sia per il suo stile di vita non proprio irreprensibile, sia per le sue canzoni che parlavano senza peli sulla lingua di alcolismo, droghe, demoni ed altri argomenti non esattamente radiofonici. Ma Kristofferson è sempre stato prima di tutti un grandissimo cantautore, uno dei migliori della sua epoca, responsabile di una serie di canzoni che hanno superato in scioltezza l’esame del tempo e sono bellissime ancora oggi (e non è un caso che molti colleghi, da Johnny Cash a Willie Nelson passando per Janis Joplin, Jerry Lee Lewis e lo stesso Dylan, le abbiano spesso “coverizzate”), canzoni che per la maggior parte sono presenti in questo splendido box di 16 CD intitolato The Complete Monument & Columbia Album Collection, che mette in fila tutti i dischi pubblicati dal 1970 al 1981 per le due etichette citate nel titolo, con ben 5 dischetti bonus contenenti dischi dal vivo inediti, rarità ed outtakes, un’opera imperdibile che festeggia al meglio gli 80 anni di Kris (in un anno nefasto come il 2016, meno male che c’è qualcuno che certi traguardi li raggiunge), il quale però ha voluto anche farsi un regalo da solo, reincidendo buona parte dei suoi classici dal vivo in uno studio di Austin con un ristretto manipolo di amici, un doppio CD splendido dal titolo di The Cedar Creek Sessions, di cui leggerete nella seconda parte.

Ma andiamo con ordine, cominciando dal box, che poi è anche un ripasso della sua carriera, indispensabile per i neofiti, specie dalle nostre parti, dove Kris è forse più conosciuto come attore che come musicista, o al massimo come cantante country (genere un po’ riduttivo nel suo caso). In questi dischi, poi, troviamo una lunga serie di grandi musicisti, in molti casi fedelissimi di Kris durante tutto il periodo in esame: gran parte dei Nashville Cats (Norman Blake, Donnie Fritts, David Briggs, Charlie McCoy, Pete Drake, Norbert Putnam, Kenny Buttrey, Billy Swan, Bobby Emmons), ma anche un giovanissimo Stephen Bruton, Andy Newmark, Micheal Utley (membro fisso della band di Jimmy Buffett), il futuro Little Feat Fred Tackett, Reggie Young, Lee Sklar, Herb Pedersen e Jim Horn.

I primi due album, Kristofferson e The Silver Tongued Devil And I, sono giustamente riconosciuti come i suoi capolavori assoluti, specie il primo, che parte un po’ così così con la bizzarra Blame It On The Stones, ma poi mette in fila undici veri e propri classici, tra cui le tre canzoni più famose di Kris (le straordinarie Me And Bobby McGee, Help Me Make It Through The Night e Sunday Mornin’ Comin’ Down) ed altre formidabili come To Beat The Devil (il diavolo sarà sempre molto presente nei brani di Kris), Best Of All Possible Worlds, Casey’s Last Ride e For The Good Times https://www.youtube.com/watch?v=Ovb_iRWcqsc , senza dimenticare Duvalier’s Dream e Darby’s Castle: il classico disco da cinque stelle, quasi un greatest hits. Il secondo album forse non raggiunge i livelli del primo, ma siamo lì: intanto contiene l’insuperabile The Pilgrim, Chapter 33, in assoluto una delle più belle canzoni di Kris, ma poi ci sono anche la nota love song Loving Her Was Easier, dedicata alla cantante Rita Coolidge, sua moglie per tutta la decade, la title track, la strepitosa The Taker, con Joan Baez alle armonie, e le notevoli Billy Dee e Good Christian Soldier. Ottimo anche il terzo album, Border Lord, che contiene pochi classici assoluti ma ha una qualità media molto alta (e che bella che è Smokey Put The Sweat On Me https://www.youtube.com/watch?v=gnTeVu5K9to ), ed è anche più che buono Jesus Was A Capricorn, con dentro l’unico numero uno della carriera del nostro, Why Me, la bella title track e la splendida Out Of Mind Out Of Sight.

Con Spooky Lady’s Sideshow del 1974 Kris cambia produttore, da Fred Foster passa a David Anderle, ed il suono comincia a farsi più rock, ma anche talvolta con arrangiamenti più elaborati e complessi, mantenendo comunque un livello sempre egregio, con dischi certamente inferiori ai primi due (e ci mancherebbe), ma di gran lunga superiori all’80% della roba che esce oggi, e poi ogni album aveva almeno due-tre canzoni che ne giustificavano l’acquisto: qui per esempio troviamo l’intensa Broken Freedom Song, il delizioso honky-tonk Star-Spangled Bummer, oltre alle due canzoni scritte con Roger McGuinn, cioè Rescue Mission (con Bob Neuwirth alla seconda voce) e Rock And Roll Time. Breakaway è l’unico album di duetti con la Coolidge incluso nel box (ne ha incisi altri due, ma erano usciti per la A&M, e per fortuna è assente anche il tragico A Star Is Born con Barbra Streisand), un buon disco, che si apre con la deliziosa e coinvolgente Lover Please e poi si mantiene su livelli più che dignitosi, pur avendo solo tre brani originali di Kris, basandosi su sonorità country più tradizionali e con qualche momento in cui il tasso zuccherino sfugge un po’ di mano (e poi non ce lo vedo molto Kristofferson a fare il romanticone), ma anche con pezzi eccellenti come la finale Crippled Crow.

Who’s To Bless And Who’s To Blame è forse l’album meno riuscito tra i presenti, un disco che parte bene con The Year 2000 Minus 25 e If It’s All The Same To You, un uno-due degno del miglior Kristofferson, ma poi si perde un po’ per strada ( e la circense Rocket To Stardom è quasi ridicola); Surreal Thing ha invece delle interessanti deviazioni nel gospel ad anche nel southern soul (la bellissima Killing Time è un valido esempio), un disco grintoso e con un gran suono, che contiene anche la nota e caustica If You Don’t Like Hank Williams. Easter Island, del 1978, propone un pop rock di gran classe, di country ce n’è giusto un pizzico, ed i brani che spiccano sono la bellissima The Bigger The Fool (The Harder The Fall), la scintillante How Do You Feel (About Foolin’ Around) e l’intensa Living Legend (ripresa anni dopo da Kris con gli Highwaymen), mentre il resto è più normale (e la title track è abbastanza bruttina…); Shake Hands With The Devil è più rock, ma è piacevole e contiene diversi brani di buona qualità, come la title track e Prove It To You One More Time Again, la bella e soul-oriented Whiskey, Whiskey, la solare Lucky In Love o la splendida Once More With Feeling, anche se la pasticciata Killer Barracuda poteva evitarla. To The Bone (1981) è il suo “divorce album”, il suo Blood On The Tracks, ed è considerato a ragione il suo album migliore almeno da Jesus Was A Capricorn in poi, con un suono tosto e roccato e brani come Magdalene, The Devil To Pay, Nobody Loves Anybody Anymore e The Last Time.

fine prima parte, segue…

Marco Verdi

Il Miglior Modo Per Festeggiare Gli 80 Anni Di Un Grande! Kris Kristofferson – The Complete Monument & Columbia Album Collection – The Cedar Creek Sessions. Parte Iultima modifica: 2016-07-30T00:04:53+02:00da bruno_conti
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