E’ Meglio Da Solo O In Duo? Ehm…Domanda Di Riserva? Ovvero “Non Tutti I Texani Vengono Con Il Buco”! Ronnie Dunn – Tattoed Heart

ronnie dunn tattooed heart

Ronnie Dunn – Tattoed Heart  – Nash Icon/Universal CD

Terzo album da solista per il texano Ronnie Dunn dopo l’interruzione del sodalizio con Kix Brooks, con il quale ha formato per 17 anni un duo tra i più popolari del country moderno, Brooks & Dunn appunto: dal momento della loro separazione, comunque pacifica, è stato Dunn il più impegnato, in quanto l’ex socio ha un solo album all’attivo, ma il problema non è la quantità di dischi pubblicati, ma la loro qualità, in quanto i lavori di B&D vendevano a carrettate, ma non brillavano di certo per il loro valore. E Tattoed Heart non si distacca di molto dalle sonorità del duo, in quanto ha al suo interno dodici pezzi di country molto annacquato, decisamente imparentato con il pop, con suoni levigati e smussati all’inverosimile per poter avere accesso libero alle radio di settore, due produttori adeguati alla bisogna (Tommy Lee James e Jay DeMarcus, già bassista dei Rascal Flatts), il solito stuolo di sessionmen di Nashville pagati a ore, professionali ma senz’anima, e canzoni scritte da autori su commissione, ma con alcuni nomi del tutto improponibili  (per esempio nella title track, tra i sette nomi coinvolti – ma come si fa a mettersi in sette a scrivere una canzone? – troviamo anche la teen idol Ariana Grande!).

Immagino quindi che anche Tattoed Heart volerà alto nelle classifiche di settore, ma si terrà anche piuttosto lontano dai nostri CD players. Ain’t No Trucks In Texas non è neanche da buttare, una ballata elettrica, molto strumentata e dalle sonorità “rotonde”, ma senza eccedere (e con un buon ritornello), anche se forse il titolo prometteva di più. Damn Drunk vede il nostro riunirsi assieme al suo ex compagno Brooks, per un midtempo dalla melodia tersa ma fin troppo radio-friendly (che poi è il suono che ha fatto vendere milionate di dischi ai due), mentre I Worship The Woman You Walked On è un altro slow, con tanto di archi in sottofondo, ben costruita ma eccessivamente finta e troppo poco spontanea (e poi il country dov’è?).

That’s Why They Make Jack Daniels (in questo album sono meglio i titoli rispetto ai brani stessi) è ancora una ballata, tra l’altro senza infamia e senza lode, ma il problema è (anche) un altro: quattro pezzi su quattro sono dei lenti, mentre sarebbe stato lecito, anzi auspicabile, pretendere anche un po’ di energia, una scintilla, del ritmo, ma probabilmente questo non è l’indirizzo giusto; qui non manca un bell’assolo di chitarra, ma sa lontano un miglio di posticcio, appiccicato alla bell’e meglio in mezzo alla canzone. I Put That There mostra finalmente un po’ di vita, ma non è country, al massimo è pop (e poi quel synth sullo sfondo..), ma poi con Young Buck l’atmosfera torna subito ad ammosciarsi, e non è che il resto sia molto meglio (in Still Feels Like Mexico c’è una delle regine assolute del country-pop più becero, ovvero Reba McEntire, mentre la title track è un tentativo di proporre un brano con un’atmosfera sixties tra errebi e doo-wop, ma l’arrangiamento è da mani nei capelli).Potrei anche proseguire con le restanti quattro canzoni, ma sarebbe uno spreco di energia digitale e mentale.

Pollice verso.

Marco Verdi

E’ Meglio Da Solo O In Duo? Ehm…Domanda Di Riserva? Ovvero “Non Tutti I Texani Vengono Con Il Buco”! Ronnie Dunn – Tattoed Heartultima modifica: 2017-01-12T12:34:37+01:00da bruno_conti
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