Se Non E’ Il Loro Miglior Concerto Di Sempre, Poco Ci Manca! Grateful Dead – Cornell 5/8/77

grateful dead cornell 5-8-1977

Grateful Dead – Cornell 5/8/77 – Rhino 3CD – 5LP

Credo che stilare una classifica dei migliori concerti di sempre dei Grateful Dead sia impresa alquanto ardua per chiunque, dato che nel loro periodo di attività (e cioè fino alla morte di Jerry Garcia avvenuta nel 1995) hanno suonato on stage per ben più di duemila volte. Se si parla con i Deadheads più integralisti, però, in almeno otto casi su dieci verranno fuori un nome ed una data: Cornell 1977. Si dice infatti che fu in quella serata, più precisamente il 5 Maggio (Cornell è il nome di un’università, la città è Ithaca, nello stato di New York), che il gruppo di Garcia e soci, e cioè Bob Weir, Phil Lesh, Keith Godchaux, Donna Jean Godchaux, Mickey Hart e Bill Kreutzmann, suonò il suo miglior show di sempre, tanto che il concerto fu definito il Santo Graal delle loro performances. Ora, a distanza di giusto quarant’anni, i Dead pubblicano questo Cornell 5/8/77, un triplo CD (o quintuplo LP) che permette a tutti di condividere l’esperienza di una serata a suo modo leggendaria, un’operazione subito salutata da fans e addetti ai lavori con grande entusiasmo, nonostante in questi ultimi anni il mercato discografico sia stato letteralmente inondato da album targati Grateful Dead (il triplo si trova anche all’interno di un box di 11 CD, intitolato May1977: Get Shown The Light, che comprende anche i concerti di quel periodo a New Haven, Buffalo e Boston, cofanetto in vendita solo sul sito della band e da tempo esaurito).

Ebbene, non so se questo show di Cornell sia effettivamente il migliore di sempre del gruppo di San Francisco, i loro live pubblicati ufficialmente li ho quasi tutti ma non me li ricordo certo a memoria (e ho sempre considerato il biennio 1971/1972 come il loro periodo top, anche se so che anche gli anni che vanno dal 1977 al 1979 sono molto considerati), ma dopo averlo ascoltato attentamente posso confermare che ci troviamo davanti ad uno show fantastico, nel quale tutti i componenti della band sembrano quasi suonare in balia di un’estasi mistica, con Garcia naturalmente cinque spanne sopra tutti, ma anche con la sezione ritmica più presente del solito e senza passaggi a vuoto, un Weir decisamente in palla e Godchaux che fa vedere perché i nostri lo avessero scelto come tastierista dopo la dipartita di Pigpen. L’ascolto di questo triplo CD è dunque una vera esperienza che, una volta arrivato all’ultima canzone, mi fa quasi prendere come buone le parole dei fans: anche le prestazioni vocali, spesso il tallone d’Achille nei concerti dei Dead, qua sono rigorose, senza sbavature ed in linea con le parti strumentali. Che la serata è destinata ad entrare nella storia lo si capisce dall’iniziale New Minglewood Blues, solitamente un brano minore ma che qui vede subito una band in forma ed un Garcia subito ispirato e liquidissimo, pezzo a cui fanno seguito una fluida e vibrante Loser ed una eccellente cover di El Paso di Marty Robbins, a quell’epoca molto comune nei concerti del Morto Riconoscente. Ma il primo CD contiene già degli highlights assoluti, a partire da una splendida They Love Each Other, dove Garcia sembra veramente nella forma strumentale e vocale dei concerti europei del 1972, oltre ad una Jack Straw solida e potente come non mai, la sempre trascinante Deal (e come suona Jerry!), la straordinaria Brown-Eyed Women, da sempre una delle mie canzoni preferite dei Dead, per finire con una maestosa Row Jimmy, con Garcia formidabile alla slide ed uno squisito sapore reggae (e notate che a me di solito il reggae non piace), forse la migliore mai sentita.

Con il secondo dischetto si entra nella leggenda: solo quattro canzoni, ma straordinarie, un CD aperto da una magistrale Dancing In The Streets di sedici minuti (e con Jerry in modalità extraterrestre, non ho parole per descrivere come suona) e chiuso da una altrettanto bella Estimated Prophet; in mezzo un medley inarrivabile che fonde Scarlet Begonias e Fire On The Mountain, quasi mezz’ora di musica a livelli celestiali, in assoluto una delle cose più belle che ho sentito fare dai Dead. Il terzo CD ci dà il colpo di grazia con una scintillante (ed insolitamente sintetica) St. Stephen, che confluisce in una Not Fade Away da favola, più di sedici minuti di sublime Dead sound; ma ecco il momento centrale di tutta la performance, con una Morning Dew incredibile, una rilettura davvero leggendaria, di certo la migliore versione di uno dei brani più intensi del loro repertorio live, con Garcia semplicemente stellare e Godchaux che fa di tutto per stare al suo livello: un pezzo che in quella sera trasmise davvero all’ascoltatore tutta l’inquietudine post-atomica di cui parla il testo originale. Chiude il triplo una coinvolgente One More Saturday Night, più rock’n’roll che mai: sono tre CD, ma alla fine avrei voluto che fossero almeno sei.

Si dice che non esista un concerto dei Grateful Dead uguale ad un altro: di sicuro non ne esiste uno uguale a Cornell 5/8/77.                                                                                                                      Irrinunciabile.

Marco Verdi

Se Non E’ Il Loro Miglior Concerto Di Sempre, Poco Ci Manca! Grateful Dead – Cornell 5/8/77ultima modifica: 2017-05-18T00:19:36+02:00da bruno_conti
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