E Costui Da Dove Sbuca? Ma Che Chitarrista Ragazzi! Kevin Breit – Johnny Goldtooth and The Chevy Casanovas

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Kevin Breit – Johnny Goldtooth and The Chevy Casanovas – Stony Plain

Kevin Breit, chi è costui, e soprattutto da dove sbuca, vi chiederete voi? Viene da McKerrow, un piccolo paesino dell’Ontario, quindi canadese, e già questo depone a suo favore: ha vinto svariati premi, soprattutto per album strumentali (e ne ha incisi almeno una decina, poi trovarli è un altro paio di maniche) in Canada, tra cui un paio di Juno Awards, ma come musicista ha partecipato a dischi che complessivamente hanno ricevuto 13 Grammy, e il suo nome lo trovate nei credits di album di Norah Jones, Rosanne Cash, k.d. Lang, Hugh Laurie, Cassandra Wilson, Holly Cole, Jane Siberry, Serena Ryder, Taj Mahal, Irma Thomas e tantissimi altri. Ah dimenticavo: suona la chitarra, ed è uno dei più bravi in circolazione, ma se serve se la cava egregiamente pure a bass clarinet, contrabbasso, vibrafono, melodica e organo, e in questo Johnny Goldtooth & The Chevy Casanovas li suona tutti (volendo canta anche ed è un anche virtuoso del mandolino. Genere musicale praticato? Boh. Pensate ad un incrocio tra Danny Gatton, Buddy Miller, James Burton, per fare i primi nomi che mi vengono in mente, dotato di tecnica ovviamente mostruosa, ma anche una propensione al “cazzeggio” musicale per stemperare il suo virtuosismo debordante, quindi ascoltando i brani di questo CD non ci si annoia di sicuro.

C’è del jazz, del country con tanto di twangy guitar in azione, l’immancabile Americana sound (quando non si sa esattamente il genere, citare sempre), qualche escursione nelle eccentriche traiettorie musicali di un Marc Ribot o di un Bill Frisell, quindi anche un pizzico di Tom Waits ma senza la voce, dei brani che ricordano degli Hellecasters schizzati (avete presente? Will Ray, John Jorgenson e Jerry Donahue), per esempio in un pezzo come Zing Zong Song, oppure il Waits blues e “wordless” in una quasi maniacale The Goldtooth Shuffle, per delle 12 battute molto futuribili e stravaganti, con la chitarra che parte per la tangente con sonorità veramente sghembe e non usuali, anche con slide. Nel disco appaiono con lui Davide Direnzo, il batterista di Cassandra Wilson, che suona in tutti pezzi, Michael Ward Bergman ( che suona nel Silk Road Ensemble di Yo Yo Ma), alla fisarmonica in un brano vorticoso intitolato I Got ‘Em Too, tra country, cajun e musica da festa di paese, ma dalle parti del confine messicano, giuro. Nell’iniziale Chevy Casanova appare Vincent Henry a sax e flauto, uno che ha suonato con Waits (appunto) e Amy Winehouse, e siamo dalle parti di uno strano R&B, misto a musica per colonne sonore, una traccia con continui cambi di tempo e variazioni, dove si apprezza il virtuosismo sopra (e sotto) le righe del pentagramma di Kevin Breit, che assume connotati ancora più inusuali nella non etichettabile C’Mon Let’s Go, dove il clarinetto basso di Breit si intreccia con una chitarra che sta tra i riff del rock e delle sonorità trasversali e quasi acide che sfociano in un assolo incredibile, ma non è facile da descrivere la musica di questo signore, bisogna sentirla e vi consiglio vivamente di farlo per convertirvi al suo approccio inconsueto ma eccitante.

The Knee High Fizzle sembra quasi un esperimento di Danny Gatton nei ritmi del country, con una twangy guitar impazzita sul solito tappeto ritmico complesso dove si annidano anche il vibrafono e il clarinetto di Breit, impegnato vieppiù a sconcertare l’ascoltatore con suoni e timbriche eccentriche ma affascinanti. Cozy With Rosy (divertenti anche i titoli) si avvale, come pure altri brani, della tromba del compatriota Gary Diggins, in un incontro tra musica hawaiiana (la chitarra di Kevin assume quel vibrato particolare della slack-key) e un mezzo valzer dissonante, io ci provo a descriverla questa musica, ma forse è più semplice lasciarsi trasportare dalla genialità di questo vero asso della chitarra, libero nei suoi dischi solisti di dare libero sfogo ad una inventiva sfrenata. Anche Crime Holler ha un arrangiamento curatissimo, ma spiazzante, dove avanguardia e voglia di divertire ricordano per certi versi il compianto Frank Zappa, che era uno che amava una musica complessa ma ricca anche di spunti divertenti e che sorprendessero chi l’ascoltava, con la chitarra che folleggia sempre in modo splendido, diciamo in un approccio non convenzionale. A Horse By Another Stripe è una sorta di desert song tra Calexico e Morricone, che viene omaggiato (penso, almeno nel titolo, ma non solo) anche nella conclusiva Dr. Lee Van Cleef, aggiunta per confondere ancora di più le acque, o forse perché i dischi di Kevin Breit devono avere comunque 11 canzoni. Ma prima ci sarebbe anche One Mo Bo, dove l’urticante solista del nostro si pone su un intricato tappeto di organo e batteria e dimostra una volta ancora che la sua musica non si può catalogare, ma è solo da godere, maneggiare con cura, in tutti i sensi: il mio nuovo “eroe”!

Bruno Conti

E Costui Da Dove Sbuca? Ma Che Chitarrista Ragazzi! Kevin Breit – Johnny Goldtooth and The Chevy Casanovasultima modifica: 2017-12-08T21:41:19+01:00da bruno_conti
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