Pillole Sempre Più “Robuste” Per La Cura Del Rock. Blues Pills – Lady In Gold – Live In Paris

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Blues Pills – Lady In Gold – Live In Paris – 2 CD 2CD+DVD Nuclear Blast/Warner

I Blues Pills sono in attività dal 2014: fino ad ora hanno pubblicato due album in studio, il primo omonimo e Lady In Gold dello scorso anno http://discoclub.myblog.it/2016/08/09/nuova-razione-pillole-rivigorenti-rock-blues-dal-nord-europa-blues-pills-lady-gold/ . Ma anche parecchi EP, e non dimentichiamo tutti i Live già usciti finora: questo Live In Paris viene presentato come primo disco dal vivo della band, ma allora il mini al Rockpalast di tre anni fa, il Blues Pills Live “limited” del 2015, la versione speciale del disco dello scorso anno che includeva anche un DVD Live In Berlin con 12 pezzi, e il mini Live At Deezer, sempre registrato a Parigi nel 2016 e in vendita sul loro sito, come li consideriamo? A questo punto Bonamassa diventa quasi un dilettante. Ok, questa volta i brani vertono principalmente sul repertorio tratto da Lady In Gold, il concerto è stato registrato al Trianon di Parigi il 30 ottobre dello scorso anno, ed esce sia come doppio CD che come CD/DVD, anche se dura comunque solo 75 minuti. Non avendo avuto il tempo di vedere il video, se non molto velocemente, questa recensione verterà sul supporto audio. Il quartetto svedese, così è stato deciso per la loro nazionalità, in effetti ruota soprattutto intorno alla personalità della frontwoman e cantante solista Elin Larsson, voce potente e carismatica, di chiara derivazione jopliniana, e l’avvenenza sicuramente non guasta, come molte sue controparti femminili in giro per il mondo, Beth Hart e Dana Fuchs, che però secondo me sono di un’altra categoria, e molto più eclettiche, o i No Sinner di Colleen Rennison,  etichettati, più o meno, come rock-blues, hard rock, rock psichedelico, quello piuttosto duro anziché no.

Il copione prevede anche un ottimo chitarrista, e loro ce l’hanno, nella figura del giovane francese Dorian Sorriaux, un buon bassista, l’unico americano rimasto in formazione Zach Anderson, co-autore dei brani con la Larsson, e un energico batterista, l’altro svedese André Kvarnström. Quindici brani in totale, con diverse fonti di “ispirazione” citate, oltre alla consueta Janis Joplin (ma direi che siamo siamo più dalle parti di Lynn Carey, detta Mama Lion, che aveva una voce della Madonna, e pochi la ricordano https://www.youtube.com/watch?v=oBEbc1rRteU ), Led Zeppelin, Free, Cream, i vecchi Fleetwood Mac di Peter Green, “coverizzati” in passato, Tony Joe White (di cui riprendono Element And Things a tutto wah-wah , come nell’ originale, che per quanto tirato era comunque un’altra cosa). E comunque i “baldi giovani” alla fine sono bravi, scrivono le loro canzoni, che per quanto derivative sono molto piacevoli, e dal vivo acquistano anche una verve maggiore: come si diceva, praticamente nove brani su dieci, compresa l’unica cover di TJW, vengono dal disco di studio.. La title track sprizza energia e potenza, con il quartetto ben spalleggiato anche da Rickard Nygren, tastierista e chitarrista aggiunto nei tour, lei Elin canta a pieni polmoni e Sorriaux inanella una bella serie di assoli, un sound che rimanda anche alle canadesi Heart, che quando erano in modalità rock non scherzavano.

Litte Boy Preacher è sempre piuttosto duretta, ma nella parte finale strumentale sempre con wah-wah a manetta si cerca di riprendere l’hard rock psych e progressivo delle band inglesi dei 70’s, Bad Talkers ha un riff tra Deep Purple e Thin Lizzy e non molla la presa e pure Won’t Go Back non rallenta i ritmi. Che invece nella successiva Black Smoke, uno dei loro cavalli di battaglia dal primo album, si stemperano per un attimo in una hard blues ballad, ma è un attimo, il ritmo cambia e accelera di continuo e la band tira sempre di brutto. E pure Bliss, uno dei brani contenuti nel primo EP del 2012, non concede requie agli ascoltatori, forse l’hard rock sta prendendo fin troppo il sopravvento nel sound del gruppo, le chitarre e la voce ruggiscono quasi di continuo. Little Sun, sempre dal primo album, illustra il loro lato più “gentile” e ricercato, una ballata in crescendo che gira attorno ad una melodia più composita, ma è un attimo, di Elements And Things, un’orgia wah-wah psichedelica con uso di organo, abbiamo detto; You Gotta Try è classico 70’s rock di buona fattura e anche la “riffatissima” High Class Woman dal primo album è potenza pura, mentre Ain’t No Change permette di gustare le eccellenti divagazioni solistiche del bravo Dorian Sorriaux e Devil Man è un altro dei brani portanti del 1° album, intenso e vigoroso, con il pubblico parigino in delirio. Il finale di concerto è affidato ad un trittico di brani tratti dal nuovo album: I Felt A Change, Rejection e Gone So Long, la prima una ballata solo voce e piano, che per una volta permette di apprezzare la voce “naturale” della Larsson, che poi si scatena con il resto del gruppo, soprattutto nell’antemica e dark Gone So Long. Un filo “esagerati”, ma gli estimatori apprezzeranno.

Bruno Conti

 

Pillole Sempre Più “Robuste” Per La Cura Del Rock. Blues Pills – Lady In Gold – Live In Parisultima modifica: 2017-12-12T10:16:04+01:00da bruno_conti
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