“Nuove” Voci Dall’America. Miss Tess – Sweet Talk

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Miss Tess – Sweet Talk – Signature Sounds

In effetti si tratta di un gruppo, Miss Tess And The Talkbacks, che sono una diretta prosecuzione di Miss Tess & The Bon Ton Parade, e se proprio vogliamo, trattasi di Miss Tess, una pimpante ed eclettica cantante, nativa del Maryland ma newyorchese d’adozione, con 3-4 baldi giovanotti che la accompagnano, chitarra, basso, batteria, più l’occasionale steel guitar e tastiera. Genere? Bella domanda. Mah, vediamo, potremmo dire Americana, visto che ci sono elementi di jazz, country, blues, rock(and roll), western swing e canzone popolare, frullati in uno stile che, di volta in volta, spazia tra un genere e l’altro.

Brani che iniziano con un assolo di contrabbasso o prevedono al loro interno un assolo di batteria non si possono proprio definire pop e quindi fate uno sforzo di immaginazione e provate a pensare ad una Norah Jones più brillante, modello Little Willies o ad una Madeleine Peyroux meno meditativa, senza per questo voler dire che Miss Tess sia più brava, solo come indicazione musicale. Tra l’altro il suo stile si è evoluto da quello del primo gruppo (autore di una manciata di dischi, tra studio e live), i Bon Ton Parade, che prevedendo un clarinetto in formazione erano più jazzati, all’attuale formazione, che avendo introdotto una chitarra solista che si affianca a quella ritmica di Miss Tess, spazia più spesso anche in territori country swing, I’d Never Thought I’d Be Lonely, brillante e cantata con aria sbarazzina, o Everybody’s Darling altro divertente episodio quasi western swing alla Asleep At the Wheel, o proprio country, con tanto di pedal steel, come la bella ballatona Save Me St.Peter.

Ma gli elementi della ballata jazz non sono ovviamente scomparsi, come l’iniziale Don’t Tell Mama, che inizia solo chitarra elettrica e voce alla Peyroux e poi si trasforma in un potente jazz-blues con spazio per gli assolo della chitarra di Will Graefe e del batterista storico della formazione Matt Meyer. Ma c’è anche la vorticosa Adeline, con basso acustico e batteria in overdrive e l’organo di Sam Kassirer che si divide gli spazi solisti con la chitarra, a dimostrazione che siamo proprio a cospetto di un gruppo e non solo di una cantante ben accompagnata. If You Wanna Be My Man ha quel suono anni ’40-’50 dell’era pre R&R, con la bella voce di Miss Tess in evidenza ma People Come Here For Gold è un gagliardo rock and roll che farebbe la gioia dei Blasters o di Bonnie Raitt, con di nuovo l’organo a supportare le chitarre.

Introduction, come dice il nome, è il preludio, solo contrabbasso, della felpata, country meets latin, This Affair, deliziosa e delicata. Detto prima dei brani country disseminati nel CD, rimangono New Orleans, che vi lascio immaginare che tipo di brano possa essere (e il nome del precedente gruppo di Miss Tess faceva pensare ad una formazione dedita a cajun, soul e altre delizie dalla Crescent City), con un pianino insinuante che si affianca alle consuete chitarre, e la conclusiva I Don’t Want To Set The World On Fire, l’unica cover, una canzone anni ’40 degli Ink Spots, una torch song che permette di gustare appieno le qualità vocali di Miss Tess che aggiungiamo, di diritto, tra le cantanti che vale la pena di scoprire ed ascoltare!

Bruno Conti   

“Nuove” Voci Dall’America. Miss Tess – Sweet Talkultima modifica: 2013-01-11T12:14:17+01:00da bruno_conti
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