Un “Grande Chitarrista”. In Tutti I Sensi! Walter Trout – Common Ground

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Walter Trout – Common Ground – Provogue/Edel

Ogni giorno, settimana, mese, escono decine, centinaia di dischi di blues e rock-blues, quelli veramente interessanti alla resa dei conti non sono poi moltissimi (più di quello che si crede): poi c’è una ristretta cerchia di musicisti che opera ai margini di questo filone: gente come gli Allman Brothers, i Gov’t Mule, i North Mississippi Allstars o i Black Crowes, tanto per citare qualche nome, non sono sicuramente Blues anche se sono blues oriented.

Ultimamente anche Walter Trout (l’ultimo grande chitarrista a uscire dai Bluesbreakers di John Mayall) ha spostato l’asse della sua musica dal blues-rock assatanato dei primi dischi verso un genere più roots-oriented o rock classico.

Questo è avvenuto in coincidenza con la nascita della nuova versione della sua band che non è più la Walter Trout Band o Walter Trout and the Radicals ma semplicemente Walter Trout: l’occasione è avvenuta con la pubblicazione di The Outsider l’album del 2008, sarà la presenza del produttore  John Porter, uno dei migliori in circolazione, sarà la consistenza dei musicisti che formano la nuova sezione ritmica, con il fantastico Kenny “Pestaduro” Aronoff e con il travolgente James “Hutch” Hutchinson al basso, l’unico punto debole poteva essere il tastierista Sam Avila, detto fatto in questo Common Ground sul sedile del tastierista è salito il grandissimo Jon Cleary.
Praticamente con due musicisti della vecchia band di Bonnie Raitt più il batterista di Mellencamp era lecito attendersi un ulteriore salto di qualità rispetto al già ottimo The Outsider e in effetti questo CD rivaleggia con i nomi citati in quanto a consistenza della musica.

Walter Trout ci mette molto di suo, con una voce forte e vibrante e una chitarra in grado di spaziare in tutto lo spettro del rock, da momenti acustici a violentissimi assalti chitarristici quasi hendrixiani, passando per raffinati passaggi alla Little Feat o alla Band e incursioni sonore in quel di New Orleans, con il pianino impazzito di Cleary.

Volete ascoltare una band in grado di rivaleggiare con gli Experience di Hendrix con organo di Winwood al seguito (sempre con le dovute prospettive temporali)? Andatevi a sentire la travolgente No regrets con la chitarra di Trout in overdrive, la batteria di Aronoff allo stato puro e gli altri due che impazzano in libertà come se gli anni ’60 non fossero finiti mai. Volete risentire gli Allman degli anni d’oro (lo so che ci sono ancora, si fa per discutere), Danger Zone potrebbe fare al caso vostro, Trout ispiratissimo a voce e chitarra, Aronoff devastante (d’altronde deve fare la parte di due batteristi).

La Band era il vostro gruppo preferito ma anche i Little Feat non erano male? Pronta per voi una ottima Hudson Had Help. Ma anche Loaded Gun dove il quartetto prende un drive fenomenale con il piano di Cleary a fiancheggiare i devastanti interventi della solista di Trout che canta anche alla grandissima.
Se i nomi dei brani (a parte i riferimenti sonori) non vi dicono nulla è perché trattasi di materiale originale tutto farina del sacco di Walter Trout che si conferma anche ottimo compositore, sarà anche musica derivativa ma scusate l’interiezione lombarda, minchia se suonano!

Ci sono anche fior di ballate, ballate rock ma pur sempre ballate, come l’ottima Her Other Man con le chitarre acustiche ed elettriche del leader a disegnare traiettorie rock di gran classe con il supporto dell’organo di Jon Cleary (è proprio quel gran musicista di New Orleans che ogni tanto si cimenta anche in proprio) e la musica che continua a rilanciare verso nuove vette sonore come nel migliore rock classico di derivazione vagamente southern. La title-track Common Gound è una ulteriore variazione sul tema della ballata rock, grande impatto d’insieme del gruppo e assolo molto lirico della solista di Trout.

Non manca il devastante slow blues classico nel repertorio di Trout e Excess Baggage svolge perfettamente il suo compito, ma non manca neppure il classico rock-blues che ti aspetti sempre in un disco del nostro amico, in questo caso Wrapped Up In The Blues.
Ma tutti i dodici brani soddisferanno le brame degli amanti del buon rock: caldamente consigliato.
Bruno Conti

Un “Grande Chitarrista”. In Tutti I Sensi! Walter Trout – Common Groundultima modifica: 2010-08-03T20:27:00+02:00da bruno_conti
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