Uno Strano Caso di Omonimia! Stoney Curtis Band – Cosmic Conn3ction

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Stoney Curtis Band – Cosmic Conn3ction – Blues Bureau/Shrapnel

Se digitate il nome Stoney Curtis in rete il primo risultato che vi appare è “noto attore e regista porno americano”, ma , strano, vuoi dire che mi devo dare alle recensioni di materiale hard? Poi tutto si chiarisce, questa è la Stoney Curtis Band e anche lui prende il nome da un personaggio dei Flintstones perché in effetti il vero nome è Curtis Feliszak come si desume dal fatto che è l’autore di tutti i 12 brani che compongono questo Cosmic Connection. Il suo co-autore e produttore del disco è Mike Varney, fondatore della Shrapnel Records, l’etichetta indipendente americana che sempre di hard si occupa, ma hard-rock, metal persino, e anche nella Blues Bureau di power-trio blues-rock ma molto rock.

Però il Blues, ancorché energico per usare un eufemismo, non manca: se uno si ascolta When The Sweet Turns To Sour uno dei brani di questo album, uno slow blues torrenziale dove la tecnica chitarrististica del buon Stoney non è seconda a nessuno si capisce perché il nostro amico citi tra le sue influenze Hendrix, Thorogood, Steve Ray Vaughan, Clapton e Robin Trower ma anche Buddy Guy, Howlin’ Wolf e Muddy Waters. Poi non sempre predica bene e razzola male o viceversa. In effetti il modo di cantare di Curtis ( e anche gli arrangiamenti di molti brani) si ispirano anche al David Lee Roth dei Van Halen, ad esempio in Mouthful of money o nell’iniziale “manifesto” Blues & Rock’n’roll.

La fluida e torrenziale Headin’ For The City è Stevie Ray Vaughaniana fino al midollo anche nella presenza di un organista, Jesse Bradman, che aggiunge coloriture e spazialità alla solista indiavolata del nostro amico. Non mancano gli episodi psichedelici-Hendrixiani come in Soul Flower dove il wah-wah impazza dai canali dello stereo ma il ritornello e il cantato ricordano il rock FM americano, non quello più bieco ma non siamo al massimo della finezza, Van halen e dintorni.

C’è sempre questa alternanza tra hard-rock e hard blues e la voce di Stoney Curtis non sempre lo assiste, Good Lovin Done Right non è male ma l’arrangiamento non aiuta anche se l’assolo è sempre notevole. Big Beautiful Women è classico ‘70’s hard-rock non proprio originalissimo e raffinato ma la grinta, a chi piace il genere, non manca. Mary Jayne è una via di mezzo tra Hendrix e Van Halen  (un pallino di Varney che nella sua scuderia di chitarristi da sempre è alla ricerca di un suo omologo). Quando i tempi rallentano e le 12 battute prendono il sopravvento come nel melodic blues (me lo sono inventato al momento) di Infatuation Blues le cose migliorano, almeno per il sottoscritto. Ma è questione di un attimo prima del furioso hard rock di Before The Devil Knows You’re Dead e dei vaghi sentori progressivi di Rise Up. Conclude The Letter una sorta di hard ballad melodica in crescendo con ampio uso di chitarra.

Per chi ama i sapori “forti e duri” ma anche i buoni chitarristi, ma ce ne sono tanti così in giro, bravo ma basterà?

I filmati ovviamente sono dello Stoney Curtis “giusto”, con l’altro avrei incontrato il probabile plauso di molti ma rischiato l’arresto!

Bruno Conti

Uno Strano Caso di Omonimia! Stoney Curtis Band – Cosmic Conn3ctionultima modifica: 2011-04-11T19:39:00+02:00da bruno_conti
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