“Materiale D’Epoca” – Brad Vickers & His Vestapolitans – Traveling Fool

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Brad Vickers & His Vestapolitans – Traveling Fool – ManHatTone Rec.

Questo è un altro disco (ogni tanto ne escono) che più che una novità sembra una ristampa, una sorta di album retrodatato automaticamente e volutamente all’epoca pre-Beatles, tra Blues, R&R e rockabilly ma d’epoca please, con quel suono vintage tipo l’ultimo Mellencamp anche senza spingersi a registrarlo in mono. Il risultato che Brad Vickers e i suoi Vestapolitans ottengono per certi versi non è dissimile da quello delle ultime produzioni di Jimmie Vaughan (di cui esce il secondo capitolo in questi giorni): anche in questo disco oltre ai generi già citati impazzano pure jump and shout, western swing e tutti i generi che erano in voga prima degli anni ’60. E tutto viene ottenuto con materiale scritto per l’occasione da Vickers e Margey Peters, la sua bassista e violinista, con l’occasionale cover scelta nel repertorio Blues classico.

Ovviamente quello che si ascolta può piacere o meno, con la sua aria da vecchio paio di ciabatte o, con rispetto parlando, vecchie mutande, comode e confortevoli, ma non molto belle a vedersi, poco alla moda. La citazione a Jimmie Vaughan si può estendere anche al suo vecchio gruppo, i Fabulous Thunderbirds ma con il sound, ripeto, più da combo che da gruppo rock. Loro sono un sestetto, chitarra, basso, batteria, piano e un paio di fiati con qualche ospite, in particolare il chitarrista Bobby Radcliff che appare in quattro brani con la sua solista dal suono riverberato e scrive anche le note (ovviamente super positive) del disco ma che “puzzano” (a proposito di mutande e calzini) di conflitto di interessi.

Brad Vickers oltre che suonare la chitarra (non parlerei di virtuosismo solistico) canta con entusiasmo e passione rifacendosi al sound dei vecchi dischi Chess tra Lowell Fulsom e Chuck Berry con qualche tocco alla Fats Domino o alla Bill Monroe fusi insieme, come ad esempio quando si sconfina nel western swing bluesato della cover di Diggin’ My Potatoes salace brano dai doppi sensi evidenti scritto da Sonny Terry e con violino e clarinetto in evidenza. Nell’iniziale Traveling Fool sembra di ascoltare un vecchio disco di Chuck Berry con il suo R&R basico dove il piano e il sax vanno a braccetto con il reverbero della chitarra di Radcliff per ricreare quel suono che avrebbe influenzato i primi Stones (Richards in particolare) e Beatles. Ma in questo disco, il terzo della serie per Vickers and Co, l’evoluzione non avviene e il suono rimane ancorato a quelle coordinate.

Anche nella divertente Because I Love You That Way si respira quell’aria 50’s tra R&R e R&B alla Fats Domino che fa muovere il piedino. Non mancano omaggi più evidenti al Blues come nello slow Leave Me Be o nella cover quasi filologica di How Long Blues di Leroy Carr. Anche l’ultimo di Clapton, per certi versi e non in tutti i brani, si rivolgeva a questo tipo di repertorio e di suono (infatti in questo CD appare anche una cover di JB Lenoir) e per questo non mi sentirei di consigliarlo a tutti. Si tratta di un album più che di nicchia, di genere, “antico” se vogliamo e come nella musica classica dove ci sono formazioni che sono famose appunto per il loro approccio filologico all’interpretazione anche Brad Vickers e i suoi amici, aiutati dal produttore Dave Gross cercano di ricreare e perpetrare questo “ritorno alle radici”.

Anche se il brano conclusivo Rockabilly Rumble con le sue derive alla Link Wray annuncia quello che avverrà (avvenne) negli anni a venire!

Quindi se amate sapori forti e sonorità più rock anche nel vostro Blues è meglio lasciar perdere, viceversa se un giretto nel passato di tanto in tanto non vi spaventa, nei quindici brani di questo Traveling Fool  si trovano ampi motivi di piacevole e moderato godimento.

Bruno Conti  

“Materiale D’Epoca” – Brad Vickers & His Vestapolitans – Traveling Foolultima modifica: 2011-07-13T18:34:00+02:00da bruno_conti
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